Chi governerà l'Italia dopo le politiche del 2013?
Lasciate perdere i sondaggi: con oltre il 50 per cento di indecisi, potenziali
astenuti e disillusi a vario titolo, ogni previsione risulta falsata. A
cominciare da quelle che danno il Pd davanti al Pdl. O meglio: una sinistra che
in versione rosso intenso, con i democratici alleati di vendoliani e
paleo-socialisti, che supererebbe il centrodestra da una parte, i centristi
dall'altra. Ecco il primo elemento che rende fasulli i sondaggi. Non abbiamo un
centrosinistra contro un centrodestra, ma la sinistra contro tutti. Rinnegata
l'alleanza strategica con l'Udc, il Pd di Bersani si accorda con gli ex di
Rifondazione. Unico caso nel mondo di sedicenti progressisti che non puntano a
conquistare il ceto medio centrista. E quindi: a questo punto che farà Pier
Ferdinando Casini, dopo anni di indipendenza da Prodi prima, da Berlusconi
dopo, ma di sostegno convinto al governo Monti? Consegnerà le chiavi di casa ad
una sinistra più estrema di quella fallita con l'Unione prodiana?
Secondo dato. Oltre la metà degli
elettori sono da conquistare. Togliendo la quota fisiologica di astenuti, si
tratta di circa il 30 per cento del corpo elettorale. Per opinione unanime dei
sondaggisti, la sinistra ha praticamente già raschiato il fondo del barile,
aiutata anche dalla visibilità mediatica delle primarie e dello scontro
Bersani-Renzi. Ma, come ha detto il sindaco di Firenze, "con Bersani
questa sinistra non va oltre il 25 per cento". Il resto, dobbiamo
convincerlo a tornare con noi e scegliere la nostra proposta. E si tratta di
ciò che faremo. Il nostro zoccolo duro attuale, che ha resistito a cali di polarità, al
malcontento verso il governo Monti, alla crisi economica ed agli scandali
locali, può dunque raddoppiare.
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