martedì 31 dicembre 2013

SILVIO BERLUSCONI: CAMBIARE L’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE. RIFLESSIONI


 Il Presidente Berlusconi, al telefono con giovani militanti campani, ha detto che a fine maggio andremo a votare anche per le politiche. Ma non ci si va a zonzo, quasi a cogliere i frutti del disastro di Letta & c. Occorre il massimo sforzo da parte di tutti (tutti!) per riconquistare i consensi degli indecisi e di coloro che hanno votato Grillo. Un compito. Insegnare agli italiani come si vota: solo per i partiti grandi, solo ottenendo il 50 per cento più uno dei consensi (seggi) l'Italia sarà davvero governabile e si potrà cambiare. Memento per tutti. E intanto...
Domandina – Ma non erano tutte e tre di scuola democristiana? Solo che il sindaco di Firenze è il più sveglio di tutti: capito che il duo Letta&Alfano è perdente ha deciso di mollarli, di lasciarli al loro destino per non pagare il prezzo di una parentela evidente per tutti.
Rimpasto – Altro che rimpasto per salvarsi. Più che altro "fiero pasto", Renzi se li vuole mangiare, per ora gioca come un gatto con il topo. Vedremo se è conseguente o è solo tattica del tipo: Renzi tanto miagolò che lasciò vivere il topolino nel formaggio
Governo di scopo – La proposta di Silvio Berlusconi, espressa già a novembre, è chiara. Via Letta subito. Governo di scopo. Due cose da fare. 1) Legge elettorale maggioritaria, da discutere in primis tra Berlusconi, Grillo e Renzi (ordine alfabetico) in vista di elezioni da tenersi insieme con le europee il 25 maggio; 2) La casa degli italiani brucia. Oltre che la questione della democrazia, cui si rimedia con il voto, c'è la tragedia del lavoro. Non è che in attesa di elezioni non si fa nulla. Visto che Letta con Saccomanni si è dimostrato incapace a tutto salvo le marchette, avanti con un nuovo governo, breve, pochi mesi. Provvedimenti sul lavoro. La base di proposta di Renzi è interessante, noi abbiamo la nostra che lo è di più. Lo abbiamo già dimostrato.
Alfalassie – Angelino, è la grande occasione per tornare e vincere insieme. Prima che a staccare la spina sia Renzi, che oggi ti ha sbertucciato come berlusconiano, quasi fosse un insulto, riscattati e molla teatro e burattini. Torna a casa, e da' a Forza Italia il tuo importante contributo. Non credere a chi dice che le porte sono già chiuse. Vogliamo riconquistare i grillini, figurati se lasciamo per strada nostro fratello... W Berlusconi, W il berlusconismo, W i berlusconiani, alla faccia di Renzi.
Coniglione – S'ode il ruggito sinistro del coniglione (grande coniglio). Mario Monti dà manforte a Renzi, e lo fa da sinistra. Si era collocato al centro per rubare voti a Berlusconi, farlo perdere, come si è vantato, e trasferirli contro natura a sinistra. Coniglione (grande coniglio) a vita.
Mps – Che farà Renzi con il Monte dei Paschi di Siena? Il sindaco di Siena è un renziano. Che fa? Obbedirà alla linea? E quale linea? O nessuna linea? Il silenzio di Renzi sul tema è "operoso"? Avanti rispondi, mostra che non sei D'Alema, togli le zampe della politica dalla banca, e taglia le unghie dei tuoi che lo fanno... Se ci sei batti un colpo.

RIDOLFI: TRENTAQUATTRESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PIETRO NENNI

Il 31 dicembre spengiamo Napolitano e facciamo sventolare il tricolore faremo un atto di protesta sacrosanta. Pietro Nenni scriveva nel suo ultimo articolo "Rinnovarsi o perire" "Tutto è in questione, tutto è posto di fronte all’alternativa di rinnovarsi o perire", un invito, un ammonimento. Certo è che, letta trenta quattro anni dopo, la frase di Nenni mantiene intatta la sua grande forza ideale e morale. Pietro Nenni moriva trentaquattro anni orsono il 1 gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola bianca della Romagna, il 9 febbraio 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi. Ricordo anche con sofferenza come negli anni del “prodismo incipiente” a Faenza i catto-comunisti volessero addirittura cancellare Piazza Pietro Nenni e come noi di Forza Italia ci battemmo perché ciò non avvenisse.  Bettino Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che si riprende la rivincita storica contro il Pci e la Dc del compromesso storico. Anche Forza Italia partecipa a questo ricordo perché ha dalla sua la realtà dei numeri e dei consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie Forza Italia, il 20% si astiene e il restante 30 è diviso tra PD e gli altri partiti. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e della peculiare e paradossale situazione di fine anni ’40 quando Nenni e il Psi avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano, Nenni si riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le due diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via dell’autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa come vice presidente del consiglio e poi ministro degli esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup (1964) ma avviò nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata però a durare solo tre anni. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi confermata, nell’ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Saragat assunse ben presto posizioni riformiste moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d’Europa aprendo la strada all’autonomismo nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile 1948 sconfissero, il Fronte Democratico Popolare, con Berlusconi i socialisti sconfiggeranno nel ’94 la gioiosa macchina da guerra di Occhetto ed ancora fermeranno i catto-comunisti nel 2001 e nel 2008 sempre con Silvio Berlusconi. Il più grande errore di Nenni, fu la lista unitaria composta, dal Pci, dal Psi e da alcuni ex esponenti del Partito d’Azione, che fortunatamente ottenne uno scarso 32% dei consensi. In questa competizione elettorale Giuseppe Saragat si presentò alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex membri del Partito d’Azione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: questo fu il più significativo risultato mai conseguito dai socialisti riformisti prima di Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori dell’apertura ai socialisti di Nenni che dopo i fatti d’Ungheria del 1956, avevano abbandonato l’opzione frontista con i comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno lasciato morire ad Hammameth, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia, dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale sono anche disponibili, incoraggiati dai “socialisti opportunisti con la sindrome di Stoccolma”, ad usurparne l’eredità e a riproporre il fronte popolare e il compromesso storico con Letta Renzi Alfano Napolitano Vendola  e compagnia cantante

venerdì 27 dicembre 2013

IL “CORRIERE” SFIDUCIA IL GOVERNO DEI 148. CONCORDIAMO.RESTA IL TEMPO PER LA LEGGE ELETTORALE

Se anche il "Corriere" pone l'ultimatum a Letta come un Brunetta qualsiasi, e se i contenuti dell'ultimatum sono irrealizzabili, conviene che i ministri preparino gli scatoloni. Si va a casa. Accade questo. Il "Corriere" dedica al futuro della politica italiana un editoriale del direttore Ferruccio de Bortoli il cui titolo è "Contratto di governo". Se permettete questa idea del contratto l'abbiamo espressa noi, chiedendone la stesura e i relativi impegni, secondo il metodo della Grosse Koalition tedesca, ai primordi del governo di larghe intese.  Non si fece quando la spinta propulsiva era piena, e Letta lo rimpiazzò con la "cabina di regia", ma la smontò in pratica prima ancora che cominciasse a funzionare.
Ora il "Corriere" liquida Letta con una tecnica crudele. Prima sostiene che Letta ha fatto una "pessima figura", caratterizzata da "pressappochismo e incompetenza", subito dopo gli domanda di mettere insieme e realizzare un programma dove si inverta la rotta di oggi, che è quella del "non scegliere nulla in nome della stabilità". Il tutto in una coalizione piena di "vasi di coccio".  Insomma, è come chiedere a un paralitico di scendere dal lettuccio e di battere subito il record mondiale di salto in alto.
Come non bastasse anche "Repubblica" declassa Letta, e insiste a spingere Renzi ad accordarsi con Alfano (poveretto, non porta bene).
Insomma i poteri forti, persino loro, scaricano Letta.
È un fatto, odioso in democrazia, perché dovrebbero contare solo i voti e il consenso popolare, il tutto nella legalità repubblicana. " Be', nessuno di questi elementi consente più la permanenza del governo Letta. E riporta l'attenzione su un numero fatale e dimenticato: 148.  È la cifra dei deputati frutto di una razzia incostituzionale e bottino esclusivo della sinistra. In termini meno da cronache della pirateria, ribadiamo il concetto. Il governo si regge infatti su una maggioranza che non è legittima, gonfiata da una legge elettorale che la Corte costituzionale ha giudicato estranea ai principi della Carta.
Una maggioranza che non ha per giunta nulla a che fare con quella che gli diede l'iniziale ok.
Dunque abbassiamo l'asticella. Noi siamo meno cinici di Ferruccio de Bortoli.

Chiediamo a questo governo di lasciare che le maggiori forze - e via via le minori - si accordino presto (cioè subito) e bene (cioè con un maggioritario a un turno) su una legge elettorale che rispetti la sentenza della Consulta e ci permetta di avere nuove elezioni politiche assieme alle europee, e un governo prima dell'estate.  Si può e si deve.  Qualsiasi altra riforma, specie costituzionale, un Parlamento viziato da incostituzionalità non può farla, "per la contraddizione che non consente".

VERGOGNA, DUE PESI E DUE MISURE: ROMA HA 800 MILIONI DI DEBITO E TUTTI GLI ITALIANI DEBBONO PAGARE INVECE DEI LORO SINDACI RESPONSABILI.

Il governo Letta, a fine ottobre, aveva varato il decreto salva Roma e ritirato per Natale per impedire il fallimento del Comune capitolino che vanta 800 milioni di debito: se fosse scoppiato prima lo scandalo dei biglietti Atac a Roma, non so con quale faccia il Consiglio dei ministri si sarebbe accollato l’onere non solo politico ma anche etico di finanziare una realtà che appare essere fin troppo marcia. Non si può andare avanti con due pesi e due misure, cioè imporre alla maggioranza delle Regioni, dei Comuni delle Provincie e dei cittadini norme di austerità assurde, incongruenti e sempre più pericolose per la nostra economia e società civile, per poi tamponare dirottando centinaia di milioni le falle del malgoverno e della corruzione a Roma. Ricordo quando il sindaco Marino, commentando l’ultimo decreto Salva Roma del Consiglio dei Ministri, parlò del nodo del Trasporto pubblico locale e oggi quelle parole e quelle cifre, se proiettate sullo sfondo dello scandalo dell’Atac, assumono una valenza molto singolare. Lo scandalo Atac esplode proprio nei giorni in cui parte il festival del Cinema capitolino, incredibile e costoso doppione, rispetto a manifestazioni consolidate come il Festival di Venezia o anche solo quello di Torino: ve lo immaginate in Francia se Parigi volesse fare concorrenza a Cannes? Scoppierebbe una rivolta, una rivolta ancor più motivata vista la situazione economica-finanziaria della capitale italiana. Lo scorso anno questa manifestazione, come ebbe a dire lo stesso Zingaretti, vuota di contenuti e ricca solo di tanta apparenza, costò attorno ai 12 milioni e mi chiedo se in una città che ha più di 800 milioni di debito e situazioni di fallimento etico come quella dell’Atac abbia senso spendere i soldi pubblici in questo modo. Insomma, c’è chi vive ancora immerso nella Dolce Vita, chi se la gode tanto poi arriva il governo con il decreto salvatutti mentre la maggioranza dei cittadini sono immersi nei problemi. Tutto ciò sembra un insulto a tutta quella parte del paese, romani compresi, che stanno vivendo giorni veramente drammatici. No ad un altro decreto salva Roma, comincino i romani a risparmiare ma in modo particolare  fare pagare ai responsabili del fallimento cominciado da alemanno, Rutelli, Veltroni, ciccio Bello, altrimenti saremo sempre da capo. 

lunedì 23 dicembre 2013

SILVIO BERLUSCONI: L’ITALIA RISCHIA IL CAOS


"Sottovalutare il movimento dei Forconi, sintomo di una crisi profonda, sarebbe sbagliato", ha commentato Silvio Berlusconi secondo cui l’Italia "rischia di precipitare nel caos sotto gli effetti della crisi economica, oltre a quella della credibilità della politica". Parlando telefonicamente a una platea di giovani di Area Centrodestra a Catania il Cavaliere ha messo in guardia dalla "rivolta dei Forconi che non è da prendere sotto gamba perché è un sintomo grave di un crisi vera con ragioni profonda".



TERREMERSE, QUEL MILIONE E’ DA RESTITUIRE. IMMAGINATE COSA SAREBBE SUCCESSO SE FOSSE SUCCESSO AL CENTRO DESTRA!!!!


Sentenza del Tar sul ricorso presentato contro la decisione della Regione di revocare il finanziamento.  Il milione di contributi che Terremerse ottenne dalla Regione per la costruzione della cantina di Imola, va restituito a viale Aldo Moro. E non importa se nel frattempo l’azienda è stata incorporata nella Cantina dei Colli Romagnoli: la restituzione spetta a quest’ultima su cui, però, non può gravare anche la sanzione amministrativa della Regione. Dunque, non dovrà pagare anche gli interessi, pari a 354mila euro, e non dovrà essere sospesa per tre mesi da ulteriori agevolazioni. Così ha deciso il Tar di Bologna sul ricorso della stessa Cantina contro la decisione della Regione di revocare il finanziamento, dopo che si era aperto un processo penale perché si scoprì che il capannone per cui era stato ottenuto il contributo non era stato ultimato nei tempi previsti.  Processo che vide imputato (e poi assolto) lo stesso governatore dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani, fratello dell’allora presidente di Terremerse, Giovanni. L’accusa contro Errani era di falso ideologico per avere consegnato nell’ottobre 2009 alla Procura di Bologna che indagava sul fratello una relazione sulla vicenda piena di date imprecise, giudicate falsita’ intenzionali dagli inquirenti. Giovanni Errani, invece, è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata: il processo si terrà a marzo 2014 e vede imputati anche a Gian Paolo Lucchi, progettista, e ad Alessandro Zanotti responsabile della sicurezza. Per il Tar vale quanto accertato dalla Regione in base alla documentazione fotografica del 28 aprile 2006, pochi giorni prima della data in cui i lavori del capannone di Imola dovevano essere ultimati, ovvero il 31 maggio dello stesso anno. Ebbene, da questa documentazione fotografica appare evidente che l’avanzamento dei lavori non è “compatibile con la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di ultimazione dei lavori resa al 31 maggio 2006 dal presidente pro-tempore della Cooperativa Terremerse, e tantomeno coerente con la dichiarazione di inizio lavori presentata al Comune di Imola per gli stessi lavori in data 30 maggio 2006”. Insomma, le fotografie dimostrano “una discrasia temporale tra quanto dichiarato dal presidente (Giovanni Errani, ndr) e quanto effettivamente reso evidente dalla documentazione” sugli “investimenti realizzati con il contributo pubblico”.

E la stessa “dichiarazione di inizio lavori presentata al Comune di Imola in data 30 maggio 2006 contraddice la dichiarazione resa in ordine all’ultimazione dei lavori datata 31 maggio 2006”. Secondo il tribunale amministrativo, dunque, non c’è, da parte della Regione, “un rinvio acritico alle risultanze delle indagini di Polizia giudiziaria, in quanto si sono compiute valutazioni autonome circa la rilevanza e l’adeguatezza degli elementi documentali presi in esame in sede istruttoria, tenuto altresì conto che l’amministrazione non è obbligata ad attendere l’esito degli accertamenti penali quando dispone di atti ed informazioni che da soli consentono di assumere determinazioni”. Secondo il Tar, poi, non è sostenibile, come ha fatto la Cantina dei Colli romagnoli, la tesi “per cui si sarebbero fatte indebitamente rientrare tra le opere finanziate anche quote di lavori alle stesse estranee e per questo svincolate dal rispetto del termine finale del 31 maggio 2006”                                          


RIDOLFI: A PROPOSITO DI TERRE EMERSE


. “Nel denunciare lo stretto legame tra PCI - PDS - DS - PD e coop rosse”- dichiara il leader del nostro movimento Rodolfo Ridolfi -ho rischiato in questi anni di essere monotono e additato come visionario. Chi vive nella nostra Regione può constatare come questo binomio politico economico rappresenti una vera cappa del sistema condizionandolo fortemente. Le recenti azione della magistratura penale e amministrativa pongono all'attenzione di tutti solo i casi più eclatanti, ma il più grande conflitto di interessi d'Italia ha tanti altri attori e tante altre cooperative e aziende che beneficiano di un clima tutto particolare  nelle regioni rosse . Il caso di Terremerse l'ho seguito fin dalla sua genesi e per tutta la sua l'evoluzione. Ci sono posizioni e intrecci da verificare e mi auguro che si faccia luce sulle responsabilità amministrative, penali e civili. Il dato politico tuttavia è evidente: nelle Regioni rosse si consuma da decenni il più grande conflitto di interessi dell'Italia del dopoguerra, un vero sistema di potere che piega e condiziona, la burocrazia, le imprese private e i cittadini. Decisioni come quella del Tar sul milione di Euro che Terremerse deve restituire alla Regione squarciano finalmente quel velo di oppressione che ingessa il sistema democratico della regione Emilia-Romagna e pone sotto i riflettori l'operato di quella classe dirigente dedita al valzer delle poltrone nell'amministrazione pubblica, nel partito e nelle coop rosse. Nel momento di massima oppressione fiscale per le famiglie e per le imprese è intollerabile lo stato di esenzione fiscale e di elusione fiscale legalizzata di cui godono le coop rosse La buona politica ha il dovere di intervenire subito per introdurre misure perequative del mercato che riportino la cooperazione nel suo alveo naturale. Noi di Forza Italia, non tutti per la verità, ci siamo battuti per smascherare il conflitto di interesse e l’intreccio non sempre trasparente e lecito fra coop rosse e istituzioni governate dal PCI PDS DS PD. Il mio libro del 2007 Le coop Rosse il più grande

sabato 21 dicembre 2013

LA LEGGE DI STABILITA’ E’ UN ORRORE CHE IMPONE LA CACCIATA DI LETTA E ALFANO. E ALLORA IN FRETTA LEGGE ELETTORALE E VOTO A MAGGIO


Mara Carfagna.  Questo governo ha dimostrato con una Legge di stabilità oscena, con marchette spudorate, con incrementi di tasse e confusione su tutto, che deve andarsene. Subito. Finish, come diceva una volta Renzi. E s’ha da votare. Election Day.  A questo punto la questione della legge elettorale non è un problema di forma, ma di sostanza. Le ragioni per le quali Forza Italia non ha votato la fiducia posta su questo provvedimento, modesto, timido, inadeguato, sono le stesse che hanno determinato il nostro passaggio all'opposizione.  Più che una legge di stabilità coraggiosa avete costruito un mostro per elargire prebende e mancette e qualche sconto fiscale agli amici che contano. Soprattutto quelli del Pd.   Avete, di fatto, preso coscienza dei limiti di questa esperienza di governo. Solo che alle dimissioni onorevoli avete preferito la questua. E se qualche penitente riceverà quanto richiesto, la stragrande maggioranza degli italiani non otterrà quanto dovuto. Un obiettivo così ambizioso non si raggiunge con un'azione di governo così mediocre.  Il governo ha tradito l'impegno preso con il Paese. Questa legge di stabilità tradisce l'interesse generale.  Gli italiani a questo governo chiedevano coraggio. Forza decisionale. Spinta propulsiva e innovazione. Invece, si ritrovano con una finanziaria, vecchio stampo, che inasprisce il carico fiscale di tutte le categorie e fasce sociali e che scontenta tutti.  Dov'è la tanto declamata discontinuità? Forse nel fatto che l'Italia ha riconquistato prestigio in Europa? Noi vogliamo contare

venerdì 20 dicembre 2013

A LAMPEDUSA IL “LAGER” DELLE COOP ROSSE: IL CENTRO PER IMMIGRATI E’ GESTITO DALLA SINISTRA!


LA UE MINACCIA DI TOGLIERE GLI AIUTI DOPO AVERCI ABBANDONATO
Il centro della vergogna, della tortura e dell'umiliazione è targato Legacoop. «Lampedusa accoglienza», l'ente sociale che gestisce la struttura dell'isola dove i migranti vengono denudati e lavati con l'idrante, è affiliato alla holding delle coop rosse.
Che ieri, visto il putiferio scatenato dal video del Tg2 girato in uno dei container-lager durante le procedure di disinfestazione anti-scabbia, ha intimato ai soci di «Lampedusa accoglienza» di «rimuovere e rinnovare il management attuale e avviare immediatamente una migliore organizzazione con altre professionalità». A nulla è valsa l'autodifesa di Cono Galipò, amministratore delegato della coop, secondo il quale si trattava di «getti sanitari», di «una consuetudine praticata a difesa dei migranti», di «immagini fuorvianti» e «montatura mediatica»: «Non potete metterci alla gogna per qualche sequenza che non dice nulla di ciò che facciamo, noi seguiamo una indicazione delle autorità sanitarie». È il lato oscuro dell'accoglienza, il business nascosto dietro le braccia aperte e ipocrite di tanto «buonismo» interessato. Le brutalità del centro di detenzione di Lampedusa documentate dal Tg2 sono diventate uno scandalo internazionale che imbarazza il governo e l'intera macchina dell'accoglienza. Ma i trattamenti riservati ai sopravvissuti dei barconi svelano anche tanta ipocrisia. Come quella dell'Unione europea, che lascia l'Italia sola e squattrinata ad affrontare un'emergenza tragica, quella degli sbarchi dei clandestini e delle stragi del mare, mentre ora minaccia di togliere anche quei pochi aiuti economici destinati al nostro Paese.
Capeggia questa sfilata di sepolcri imbiancati la commissaria europea Cecilia Malmstrom, che ha già ordinato un'indagine su Lampedusa dopo aver visto quelle immagini «spaventose e inaccettabili»: «Non esiteremo ad aprire una procedura di infrazione per assicurarci che gli standard europei siano rispettati. La nostra assistenza e sostegno alle autorità italiane nella gestione dei flussi migratori può continuare solo se il Paese garantisce condizioni umane e dignitose nel ricevimento di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Contatteremo le autorità italiane per chiedere maggiori informazioni su questi eventi e chiederemo loro di fare piena luce su quanto accaduto».
Subito dietro la Malmstrom viene la ministra Cécile Kyenge, che in otto mesi da responsabile dell'integrazione e dei problemi migratori non ha mosso un dito per cambiare le cose a Lampedusa e adesso, davanti allo scandalo, non sa far altro che diffondere un comunicato un cui chiede un «monitoraggio per garantire standard dignitosi» e «nuove linee guida» per un sistema che «va assolutamente rivisto» perché «bisogna ripristinare l'immagine dell'Italia». Chissà dov'era in questi otto mesi. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha chiesto di prendere provvedimenti contro i responsabili di «comportamenti orripilanti e inaccettabili» perché «un Paese serio non si comporta così. Dobbiamo convincere l'Europa che l'immigrazione è un problema europeo di sicurezza e di stabilizzazione della nostra frontiera sud: ma gli esseri umani vanno trattati secondo le convenzioni e con dignità».
Le polemiche però non fermano gli sbarchi. Ieri la Marina militare ha tratto in salvo 98 migranti provenienti da vari Paesi nordafricani a bordo di un gommone avvistato al largo di Lampedusa dall'elicottero di Nave San Marco. Oggi verranno sbarcati al porto di Pozzallo.



giovedì 19 dicembre 2013

VINCENZO GALASSINI IL BLOG FORZA ITALIA AGLI AMICI FANNO TANTI AUGURI E SALUTI - BRISIGHELLA FESTE NATALIZE 2013.

Cartoncino di auguri per il Natale 1913 di Giuseppe Ugonia –tratto da G.Ugonia Litografo , Collana “Brisighella, Ieri e Oggi” n. 8-

GRANDE SUCCESSO DELLA FESTA DI NATALE DI FORZA ITALIA A RAVENNA

Ancarani, giovani Forza Italia Ravenna

Grande successo di partecipazione alla tradizionale Festa di Natale "Club Argentario Giovanna Benelli" voluto nel 1994 dall’indimenticabile “Giovanna” al ristorante Marchesini di Ravenna. Sala strapiena dagli iscritti al club e di nuovi giovani per la felicità del ritorno a Forza Italia, dopo il saluto del presidente del club Alberto Ancarani e capo gruppo in consiglio comunale di Ravenna, di Mario Leotti Ghigi vice presidente del club, del capogruppo regionale Emilia-Romagna FI Gianguido Bazzoni di Vincenzo Galassini capo gruppo Forza Italia del consiglio Provinciale di Ravenna ha terminato Rodolfo Ridolfi responsabile regionale Azzurri ’94. Tutti gli oratori hanno ricordato il nuovo impegno nella ritrovata in Forza Italia, un movimento, non un partito che funzionerà con i Club Forza Silvio e l’impegno di ritornare nelle piazze con i gazebo e di presentarci alle prossime elezioni comunali nei comuni superiori ai 15.000 abitanti con il nostro bel simbolo e nostri candidati. L’auspico di tutti, oratori e cittadini che si torni a votare in occasione delle elezioni europee con le comunali e politiche poiché il parlamento dopo la sentenza della corte costituzionale non è più legittimato e non rappresenta più la realtà del paese dopo i tentati colpi di Stato. In provincia di Ravenna sono già nati diciotto "club Forza Silvio", uno in ogni comune, nella serata ne sono nati altri tre nuovi "Club Forza Silvio" chiamati delle “pensionate”, dei “commercianti” e dei ”geometri”. I tradizionali auguri hanno preso l’impegno di tornare nelle piazze con i gazebo, per fare vincere Forza Italia e Silvio Berlusconi.

IMU: AVEVAMO RAGIONE NOI. IL GOVERNO HA INTRODOTTO UNA PATRIMONIALE BELLA E BUONA


L’Imu sulla prima casa si pagherà. Tanto quest’anno, quanto a partire dal 2014. E quello che le famiglie italiane non pagheranno sulla prima casa sarà più che compensato dalla tassazione sulle seconde case. Questa è la verità.
2013. Altro che eliminazione totale dell’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli.
Il testo del decreto di abolizione della seconda rata prevede che il gettito atteso dai comuni che per l’anno 2013 hanno deliberato aliquote sulla prima casa superiori a quella standard, verrà rimborsato dallo Stato solo per metà degli importi, mentre l’altra metà dovrà essere versata a gennaio 2014 dai cittadini (con un emendamento alla Legge di stabilità si è pensato bene di fare una grande azione per il paese: spostare la scadenza della “mini” rata dal 16 al 24 gennaio). Primo imbroglio!
2014. Quanto al gettito totale della nuova Imposta unica comunale, ricordiamo che il tetto del 2,5% relativo alla Tasi sulle prime case è limitato al solo anno 2014.
Ipotizzando che i Comuni utilizzino al massimo la propria autonomia impositiva, il gettito totale Imu + Tasi su prime e seconde case ammonta a 25,1 miliardi nel 2014 e a 28,1 miliardi a partire dal 2015 (rispetto ai 24 miliardi del 2012 con il governo Monti e ai 10 miliardi di gettito complessivo Ici fino al 2011 con il governo Berlusconi). Impossibile prevedere, inoltre, il gettito della Tari, lasciato alla discrezionalità dei singoli Comuni. Di cui, però, non si può non tener conto ai fini dell’esborso complessivo che gli italiani si troveranno a subire. Pertanto, il limite di gettito massimo indicato dal governo (22 miliardi) non trova riscontro nel testo della Legge di stabilità: secondo imbroglio!
2013 e 2014: sulla casa 2 imbrogli belli e buoni. Ancora una volta ribadiamo al governo: chi volete prendere in giro?



FORZA, REALIZZA UN CLUB “FORZA SILVIO” FAI COSI’ GLI AUGURI A SILVIO BERLUSCONI


Club Forza Silvio – L'obiettivo è arrivare a 12.000 Club di Forza Silvio. Attraverso un lavoro e una simpatia capillari, suonando citofoni e bussando all’uscio, con faccia credibile e sorriso, potremo conquistare milioni di cittadini alla nostra (e loro) battaglia per la libertà. Se hai problemi contattaci.



mercoledì 18 dicembre 2013

E IO PAGO: IL PALAZZO D’ORO. LA CASTA COSTA 735 EURO AL SECONDO

In un anno l’elefantiaca pubblica amministrazione "mangia" più di 23 miliardi: solo per Parlamento, Quirinale e Corte Costituzionale ne servono 1,8. Consulenze e stipendi toccano quota 5 miliardi. Ma potremmo tagliarne 7

Ma come sono alti i costi della Casta. La politica pesa sui contribuenti per 23,2 miliardi l’anno tra organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e spese varie a cominciare dalle auto blu. Complessivamente un’uscita di 735 euro al secondo, sabato e domeniche comprese. Nè la slot machine della Casta si ferma durante la notte. A dare le cifre di questo gigantesco sistema di spesa (e molto spesso di sprechi) e di potere non sono gruppi estremisti o qualche comitato grillino. Bensì la Uil, una delle grandi centrali sindacali del nostro Paese. Il segretario, Luigi Angeletti, nel presentare lo studio si lascia andare anche a qualche amara ironia: «Negli anni della crisi abbiamo perso un milione di posti di lavoro. Mai un assessore».  Neppure uno dei componenti di quelle giunte provinciali sulla cui estinzione, a parole, sono tutti d’accordo. Poi, però, il certificato di morte, per una ragione o per l’altra non viene firmato. La rigidità della Costituzione «più bella del mondo» diventa uno scudo formidabile a protezione degli sprechi. Come si arriva al tetto di 23,2 miliardi? Non è difficile: basta pensare che almeno un milione di persone vive

NAPOLITANO, SI DIMETTA CON UN NUOVO PARLAMENTO AL PIU’ PRESTO


 (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 16 dic - "Speriamo che un nuovo parlamento, eletto nel più breve tempo possibile, nomini un nuovo Presidente della Repubblica che realmente rappresenti tutti gli italiani, dopo che l'attuale preso atto del cambiamento senta l'obbligo di dimettersi". E' la veemente reazione del senatore di Forza Italia Sandro Bondi alle parole pronunciate oggi dal capo dello Stato Giorgio Napolitano sul caso Berlusconi-processo Mediaset. "Che su una sentenza ingiusta, a cui si è pervenuti con modalità indegne e che ha provocato con plurime e palesi violazioni di legge e della costituzione la decadenza del presidente Berlusconi, Napolitano si permetta di commentarla in quel modo, anziché intervenire come avrebbe dovuto quale garante delle istituzioni e quale Presidente del CSM, - attacca Bondi - è davvero incredibile e fuori da ogni logica. Che Napolitano addirittura ipotizzi le linee di difesa ulteriori, indicandole come tentativi, è davvero accadimento che mai si era visto in precedenza. E' impensabile e intollerabile che un presidente della Repubblica intervenga in maniera siffatta, intromettendosi su situazioni che dovrebbero vederlo quantomeno in una posizione di terzista'. Ma proprio da queste improvvide esternazioni ben si comprende quanta ragione abbia avuto il Presidente Berlusconi a denunciare ciò che è accaduto contro di lui in questi ultimi tempi".

BERLUSCONI. “CE LA METTO TUTTA PER L’ITALIA”


 Siamo in un momento difficile per l'Italia ma anche per tutta l'Europa. Speriamo di avere la forza e la voglia di venirne fuori come è successo tante altre volte. Io ce la metto tutta per me e per il mio Paese”.

COMACCHIO SCEGLIE DI PASSARE A RAVENNA DOMENICA REFERENDUM NEL COMUNE FERRARESE PER CAMBIARE PROVINCIA

sindaco Marco Fabbri (Foto Businesspress)

di Daniele Modica Comacchio, 16 dicembre 2013 - Volevano risolvere tutti i problemi del loro Comune chiudendo le porte in faccia alla Provincia e passando poi ad un altro territorio ritenuto più efficiente. È successo a Comacchio, dove ieri si è tenuto il referendum indetto dal sindaco grillino, Marco Fabbri, per scegliere di lasciare la provincia di Ferrara e passare a Ravenna. Ma alla fine l’iniziativa del Movimento 5 Stelle si è rivelata un flop: solo il 30,70% dei votanti è andato ai seggi. Anche se la vittoria — politicamente debolissima — c’è comunque, perché non era previsto un quorum. Il totale di 5.849 su 19.055 residenti ha scelto di passare a Ravenna (circa il 90% dei votanti). "Vivo a Bologna ora, ma mi sono fatto cento chilometri per venire a votare, perché è il momento di dare un segnale forte alla realtà che sta attorno a noi — dice Davide Amadei, ex politico —. Sono stato in politica per anni e ho avuto modo di vedere come ai politici di Ferrara non importi nulla di Comacchio, l’unica cosa che hanno sempre voluto è venire a comandare a casa nostra. Preferiscono essere ultimi nella mediocrità che primi nel benessere". In sostanza i comacchiesi si sono sempre sentiti l’ultima ruota del carro, vittime di decisioni che venivano dal Castello Estense, sede della Provincia di Ferrara, e che calavano sulle loro teste. L’ultima goccia è arrivata dalla riorganizzazione sanitaria territoriale, imposta dalla Regione per tagliare le spese, diminuendo gli sprechi. Il Consiglio provinciale ha allora deciso di cancellare l’Ospedale San Camillo di Comacchio, lasciando solo alcuni servizi. E loro si sono sentiti derubati, penalizzati. E sono scoppiate le proteste, i comitati, le manifestazioni. La verità è che i motivi di dissapori affondano le radici molto più lontano. I comacchiesi hanno sempre incolpato la Provincia delle loro defaillance turistiche. Un sorrisetto di soddisfazione trattenuto a fatica sul viso della presidente della Provincia Marcella Zappaterra (del Partito Democratico) quando ieri sera sono arrivati i risultati. "Il tema vero è che il dato rappresenta una sconfitta per chi in questi mesi (il sindaco del M5s Fabbri, ndr) ha tenuto Comacchio in questa discussione credendo che questa fosse la soluzione ai problemi — ha commentato la presidente —. Anche a Migliaro Migliarino e Massa Fiscaglia (comuni del ferrarese) si è tenuto un referendum a quorum zero per decidere la fusione, qui è andato a votare più del 45%. A Comacchio il 70% che invece non è andato a votare ritiene che passare a Ravenna sia una scelta anacronistica e identitaria. Anche la questione sanitaria — precisa Zappaterra — è ormai vista come un problema solo da pochi. Ora spero si possa parlare dei problemi seri".

PAPA FRANCESCO SALUTA IL CARDINALE ACHILLE SILVESTRINI


di Ciro Fusco. - Lieta sorpresa e bel regalo di Natale oggi, al termine dell’Angelus, per i circa 1000 membri dell’Associazione Comunità “Domenico Tardini” e della Fondazione “Villa Nazareth” che hanno partecipato alla Messa di Natale nell’Aula delle Benedizioni. Conclusa la preghiera mariana, dallo studio del Palazzo Apostolico Papa Francesco è sceso per salutare tutti i partecipanti. Accompagnato dal vicepresidente della Comunità, l’arcivescovo Claudio Maria Celli, il pontefice si è intrattenuto a salutare calorosamente il cardinale Achille Silvestrini, presidente della Fondazione, che ha di recente festeggiato 90 anni. “Buongiorno! Vi ringrazio per questa calorosa accoglienza. Grazie tante! – ha esordito Papa Bergoglio, che è stato accolto da applausi scroscianti e dal saluto festoso dei presenti lungo il corridoio che conduce all’altare dell’Aula, al termine dell’indirizzo di saluto rivoltogli a nome di tutti dall’arcivescovo Celli. “Grazie di venire e festeggiare il nostro Cardinale – ha proseguito – che ha fatto tanto bene, con quel pensiero forte e fecondo, per la dignità della persona umana, per il servizio e per far trovare a ognuno i talenti che il Signore ci ha dato per “trafficarli” nella vita. Grazie, Eminenza, per tutto questo! Grazie tante! Rivolgendosi poi alla Comunità, ha poi così continuato: “E a voi anche un grazie per questo lavoro. Ognuno fa il suo lavoretto, fa il suo, ma tutto va avanti per il bene di tutti! Grazie tante per la collaborazione, per il lavoro, per l’appartenenza a questa Villa Nazareth che tanto bene fa alla Chiesa e nella Chiesa. Grazie tante! Vi auguro un buono e santo Natale! E vi chiedo di pregare per me, perché ne ho bisogno! Grazie tante!. Il Papa, che si è intrattenuto in udienza per una ventina di minuti circa, ha posato per due foto ricordo con i bambini e con i giovani studenti della Comunità. Al termine, prima di lasciare l’Aula, lungamente salutato nel percorso di uscita, ha poi lasciato la sua firma nel libro degli ospiti. Fondata nel 1946 dal monsignor Domenico Tardini, prete romano che si interrogava su come aiutare i giovani dell’Italia martoriata dalle sofferenze della guerra, divenuto in seguito cardinale e Segretario di Stato di Giovanni XXIII, Villa Nazareth è un’istituzione culturale romana eretta da Papa Roncalli con chirografo pontificio del 13 gennaio 1963, posta sotto la vigilanza della Segreteria

domenica 15 dicembre 2013

A BOLDRI’, FACCE RIDE! – IN VIAGGIO COL MOROSO? “ARRETRATEZZA SESSISTA. NESSUNO SI SOGNA DI CONTESTARE LA PRESENZA DELLE MOGLI A VIAGGI ISTITUZIONALI



Ma un conto è imbucarsi nel viaggio ufficiale di Letta, per “esserci” e twittare emozionata un paio di foto dallo stadio. Un altro è portarsi dietro anche il portavoce, il responsabile della comunicazione, la consigliera per le relazioni internazionali, la scorta e pure il “first boyfriend” a spese di palazzo Chigi…

LA “FARSA” SULL’ABOLIZIONE DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI IN VIGORE DAL 2013


Di Vittorio Argese,  “Da oggi l’abolizione del finanziamento ai partiti è legge dello Stato, abbiamo mantenuto la promessa che avevamo fatto”. Così si era espresso stamane, su twitter, il premier Letta al termine del Consiglio dei ministri che ha recepito nel decreto legge il testo già approvato dalla Camera e che ora dovrà passare al Senato Secondo il Dl approvato, a decidere saranno i cittadini che potranno devolvere, già dalla prossima dichiarazione dei redditi, il 2 per mille del loro Irpef a un partito politico e con donazioni che potranno essere effettuate anche via sms e telefonia fissa. La riforma entrerà però del tutto in vigore solo dal 2018, quando saranno definitivamente interrotte le erogazioni da parte dello Stato.  I partiti continueranno, infatti, a ricevere 91 milioni di euro nel 2014, 50 milioni nel 2015, 45 milioni del 2016 e circa 36 milioni nel 2017. Solo nel 2013 sono stati già spesi 120,45 milioni di cui 40 erogati da privati e circa 80 dai rimborsi. Pdl e Pd hanno ricevuto rispettivamente 37,16 milioni e 25,34 milioni, mentre il M5S ha rifiutato i 9,29 milioni di euro cui aveva diritto. Introdotto nel 1974 con la legge 195 proposta dal democristiano Flaminio Piccoli, il finanziamento pubblico ai partiti viene bocciato dal referendum del 1993. Nonostante ciò è rimasto in piedi fino ad oggi. Esponenti del governo parlano di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ed invece si applicherà, tra non meno di 5 anni. Tradotto: altri 5 anni di prese in giro, ruberie e quant’altro, ammesso che non intervenga, nel quinquennio considerato, un provvedimento che restituisca ai partiti ciò che viene, al momento, sottratto. Un sentito “ringraziamento” al governo Letta-Napolitano-Alfano.



ESPOS(I)TO AL PUBBLICO LUDIBRIO - QUELL’AMICIZIA TRA IL GIUDICE CHE HA CONDANNATO BERLUSCONI E L’AVVOCATO ARRESTATO PER MAFIA


Telefonate, sms, cene, confidenze, raccomandazioni, consigli. Si vedevano e si sentivano spesso il giudice Antonio Esposito e l’avvocato Mario Nocito, in carcere per associazione mafiosa e corruzione - Un gruppo di amici che si occupa di affari e appalti, che si fa favori quando può. Esposito al telefono con Nocito: “Tuo figlio bocciato al concorso in magistratura? Fallo venire da me”…




venerdì 13 dicembre 2013

BERLUSCONI AL CENTRO DELLA POLITICA ITALIANA. E GUAI SE CE LO TOCCANO

Che cosa ha detto Berlusconi davvero? Soprattutto chi è oggi Silvio Berlusconi, qual è la sua azione politica? Alla prima lasciamo la risposta alla lettura delle parole testuali pronunciate ai microfoni di “Europe 1”, e che seguono a questo articolo. Alla domanda numero due, rispondiamo così. Il leader di Forza Italia è al cuore della vita politica italiana perché fa pulsare dentro il corpo e sordo delle istituzioni – nonostante lui ne sia stato estromesso – il cuore dei desideri e delle ansie degli italiani.  Da quelli che patiscono ogni giorno i problemi della crisi e della recessione economica, e che sentono i morsi di una giustizia che, invece di tutelare la gente perbene, la morde, lascia i cittadini totalmente inermi dinanzi alla criminalità comune e in balia dello strapotere della magistratura politicizzata.  Oggi il presidente Berlusconi e il suo/nostro movimento sono all'opposizione, da questa collocazione fuori dalla stanza dei bottoni, chiediamo anzitutto limpidamente il ripristino della democrazia, attraverso una legge elettorale che consenta il voto e permetta così al Paese di scegliere l'indirizzo del proprio futuro. E ovviare finalmente al sistematico metodo dei golpe. Ce ne sono stati almeno quattro (vedasi più avanti) e il prossimo (attraverso il rinvio continuo delle elezioni) va sventato. Oggi – intendiamoci – i colpi di Stato non sono applicazioni sudamericane di manovre militare con i blindati e i lanciarazzi (questo almeno non ancora), ma l'impedire a chi ha la maggioranza del popolo dalla sua, e ha i voti e i consensi, di governare. Per finire fino all'eliminazione politica e – osiamo credere non accada – persino il carcere per il leader dei moderati Il leader di Forza Italia ha indicato ancora la strada, dinanzi alle proteste generalizzate, con esiti talvolta inaccettabili, ma con una verità palese nel disagio tremendo che le ha suscitate. Ascoltare, dialogare. Produrre risposte politiche che passano attraverso la rinuncia alla logica del tassa-e-spendi.  E non per promuovere sviluppo sostenendo imprese e famiglie, ma buttandoli via in spese improduttive e utili alla clientele dei partiti di sinistra. Tutto questo non appare sui media, quotidiani o televisioni che siano. Berlusconi viene marginalizzato e collocato nella curva nord e sud dell'estremismo ultrà irricevibile. Prepariamoci. Questa sarà la tecnica che accompagnerà d'ora in poi le vicende e le proposte del nostro leader e del nostro movimento.
Per questo è più che mai importante costruire alla base – grazie soprattutto ai Club Forza Silvio e a una presenza efficace sul territorio e sui media dei nostri eletti – di una mentalità e un quadro di giudizio basato su notizie autentiche. Altro che avventurismo. La nostra è la rivoluzione liberale. Provino a toccare con un dito Berlusconi, usando qualsiasi carta emessa da procure e gip. La nostra rivoluzione liberale sarà meno gentile di quella odierna. Pacifica, ma sarà una resistenza commisurata al golpe. Se ti tolgono e imprigionano il leader – innocente! – a perdere la libertà sei tu, ed è il popolo a cui appartieni. Resistenza moderata, ma non tiepida. Osservazione finale e di metodo. C'è una differenza clamorosa tra la realtà e la sua rappresentazione mediatica. I giornali e le televisioni sempre meno sono finestre da cui scorgere quanto accade fuori dalla nostra casa, ma padroni del nostro sguardo. O almeno pretendono di esserlo. Proviamo a correggere, dal nostro modesto ma onesto punto di vista, la falsificazione quotidiana. A questo vuole dare un contributo il Mattinale.  Questo è il compito oggi di tutti quelli che credono nella libertà e vogliono lottare per essa.

VI^ Convention di AZZURRI ’94 FORZA ITALIA-FORZA SILVIO RENATO BRUNETTA PRESDIENTE DEI DEPUTATI AZZURRI INTERVIENE TELEFONICAMENTE POI VA DA SANTORO. LE CONCLUSIONI DI RODOLFO RIDOLFI


Le bandiere dei Club Forza Silvio e di Forza Italia a far da cornice  e come sottofondo le note di “Forza Italia” e “Azzurra Libertà” per l’affollata Convention Regionale di Azzurri ’94  il primo e più importante evento regionale di entusiastico rilancio dello spirito liberale e dei valori del popolo dei berlusconiani, una vera e propria apertura della campagna elettorale per le europee e per le amministrative del 2014 con un pensiero alle politiche. Nel salone del Cavallino di Faenza,  i club “Forza Silvio” di tutte le province della regione e moltissimi eletti si sono ritrovati, un anno dopo la nascita di “Azzurri ‘94 con Silvio Berlusconi”,  per registrare i successi raggiunti e fare il punto della situazione politica ed organizzativa. La Convention si è aperta con l’intervento telefonico del presidente dei Deputati di Forza Italia Renato Brunetta, che prima di partecipare al programma di Santoro, ha detto: “.. Noi auspichiamo e aspiriamo a essere maggioritari, ad avere il 51% nel Paese….Quando c’è un fenomeno che riguarda tutto il Paese, che esprime un malessere, nei modi e nelle forme anche più discutibili, questi fenomeni vanno capiti e ascoltati. O dobbiamo solo accettare le proteste della Cgil?. Il movimento Forza Italia non sarà mai un movimento di opportunisti” …Non appena si profila la possibilità' che Berlusconi possa concorrere con altri, soprattutto se politicamente distanti, per indirizzare un qualche cambiamento a questo sgangherato Paese, scatta l'offensiva mediatico-giudiziaria per spaccare il possibile fronte di accordo e polarizzare il conflitto. Accadde nel 1994,  è successo in estate con le larghe intese e la decadenza, e succede oggi. E ’esattamente la stessa tecnica della strategia della tensione degli anni '70 e '80: terrorizzare per stabilizzare e impedire il cambiamento. Sono cambiati i metodi, ma lo schema è lo stesso. Siamo passati dalla strategia della tensione alla strategia dell'inquisizione".
                          Sartori, Ridolfi, Bettamio, Cataliotti          Sartori e Ridolfi

Hanno poi preso la parola il sen Giampaolo Bettamio, l’on.Stefania Fuscagni portavoce dell’opposizione nella Regione Toscana, Liborio Cataliotti capogruppo F.I. di Reggio Emilia, Gianguido Bazzoni capogruppo in Consiglio Regionale, Adolfo Morandi capogruppo F.I. di Modena, Werner Argellati (Piacenza), Wanda Burnacci e Daniele La Bruna (Forlì), che hanno  sottolineato come il ritorno sulla scena politica di Forza Italia e di Silvio Berlusconi siano l’unica possibilità, per quell'inversione di tendenza rispetto all’inconcludenza del Governo Letta che la maggioranza degli italiani chiede,  non accettando le politiche pauperistiche dettate dalla Germania e dalle banche che regaleranno agli italiani un Natale di inutili sacrifici. In particolare
Lia Sartori europarlamentare di F.I. ha affermato:” ..Vogliamo l’Europa, ma non vogliamo l’Europa tedesca, non vogliamo l’Europa egoista di Angela Merkel..”.

Concludendo Rodolfo Ridolfi Coordinatore di Azzurri ‘94 ha detto: “ Siamo l’unica vera speranza per questo Paese. Il nostro scopo è ridare forma liberale e davvero solidale all’Italia: Abbassamento della pressione fiscale,  tagli drastici ai costi della politica, nuova politica del lavoro, riforma della giustizia e soprattutto fine della subalternità alle politiche economiche imposteci dalla Germania e dalla dittatura dell’euro”. Ridolfi ha annunciato che dalle prossime settimane Forza Italia sarà fra la gente con banchetti e gazebo per “..intensificare l’opposizione al governo Letta, per l’inizio della campagna elettorale per le europee e per le elezioni comunali in tutta la Regione dove, nei Comuni sopra i 15.000 abitanti,  Forza Italia sarà presente, al primo turno, con il suo simbolo e i suoi candidati sindaci per poi apparentarsi in caso di ballottaggi sulla base di accordi di programma…”
LA CONVENTION: SPECIALE A VIDEO REGIONE
Sulla Convention è stato realizzato uno speciale Tv che andrà in onda su Video Regione (posizione 12 del telecomando) sabato 14 dicembre alle ore 19, domenica 15 alle ore 22 e lunedì 16 alle ore 10,15.

TRAVAGLIO SI ACCORGE CHE BERLUSCONI NON C’ENTRA CON LE STRAGI, MA NON SI SCUSA. E’ L’EROE DELL’INGIUSTIZIALISMO


Ieri Marco Travaglio, durante la puntata di “Servizio pubblico”, come nulla fosse dice (citiamo a senso): Berlusconi non c'entra nulla con le stragi di mafia e la trattativa con la mafia per cui si sta facendo il processo di Palermo.  Interessante.  Un minimo di autocritica, no eh?  Avrebbe dovuto ricordare il momento in cui diventò Travaglio, grazie all'intervista che gli fece Daniele Luttazzi su Rai2 sul libro “L'odore dei soldi” di cui era coautore con Elio Veltri. Era il 14 marzo del 2001.  L'intervista era incentrata su documenti che per Travaglio e Luttazzi suggerivano Berlusconi come coautore delle stragi di mafia. Senza contraddittorio. Ecco lo stesso Travaglio raccontare come venne a Luttazzi l'idea del colpo televisivo.  “(Luttazzi) scorre gli stralci della requisitoria del pm di Caltanissetta Luca Tescaroli, che parla anche delle indagini in corso su Berlusconi e Dell’Utri come possibili 'mandanti a volto coperto' delle stragi politico-mafiose del 1992-‘93 (indagini all’epoca ancora aperte: saranno archiviate fra mille polemiche soltanto nel 2002)”. Adesso, senza più neanche polemiche, Travaglio ammette tranquillamente che Berlusconi e Dell'Utri non c'entrano, non sono mandanti, fa lo spiritoso dicendo “è l'unico processo in cui Berlusconi non c'entra” e che bisogna guardare a sinistra. Scuse, no eh? Dire che il sospetto fu un errore e che sfregiare in tivù sulla base di carte poi archiviate una persona è indecente? Impossibile. Non gli passa neanche per la testa. Sono i giustizialisti con l'innocenza degli altri. Sono gli ingiustizialisti, bellezza. E non ci puoi fare niente.

giovedì 12 dicembre 2013

CHI HA FIDUCIA DEL GOVERNO LETTA?


“Non possiamo prendercela con il Pd o con Letta che sono quelli che conosciamo, ma con coloro che, come il nuovo centrodestra, assistono senza fiatare ai giudizi sprezzanti quanto non veritieri espressi da Letta nei confronti del governo Berlusconi, di cui anche Alfano faceva parte, e votano la fiducia a un premier che derubrica con orgoglio la questione storica e politica del Presidente Berlusconi come una vicenda giudiziaria scissa dalle questioni politiche di un governo”. A sostenerlo è Sandro Bondi, senatore di Forza Italia, che conclude: “Mi chiedo continuamente con quali persone abbiamo condiviso un impegno politico durato quasi vent'anni? A quale storia abbiamo partecipato? Quale la natura vera dei rapporti umani e personali di questa storia?”.

LA QUESTIONE DELLA “DANNATA MODA” DELLE ELEZIONI. STRANA ABITUDINE DEMOCRATICA. LA QUESTIONE NAPOLITANO E LA QUESTIONE LETTA-ALFANO.



Ieri il Presidente Napolitnano si è pronunciato contro le elezioni.Siccome oggi Forza Italia le sta chiedendo con vigore, e con motivazioni morali e costituzionali, ci permettiamo una replica. Non per ottemperare alla moda, ma per ricordare che se c’è una moda dannata è quella delle esternazioni che un Presidente della Repubblica non dovrebbe permettersi, specie quando, come oggi, interferiscono in modo lampante con il dibattito sulla fiducia. Non si fa.  Non è che lo diciamo noi. Lo facciamo dire dall’onorevole Napolitano del 1991 a lui stesso diventato Capo dello Stato. Scrisse: “Il precipitare della grave questione costituita dai comportamenti sempre più abnormi e inquietanti del Presidente della Repubblica non è che l’ultimo anello della spirale involutiva che sta stringendo il Paese”.  Ancora: “Si è totalmente smarrito il senso della misura al Quirinale”. Non si interviene alla vigilia di un voto grave e decisivo per umiliare una parte politica, confinandola nel settore della “moda” e pure “dannata”.
Pubblichiamo oggi il testo dello sconvolgente articolo scritto da Napolitano per “Repubblica” dove si schierava apertamente per la messa in stato d’accusa del Presidente Cossiga. Un errore di gioventù, come gli articoli scritti per l”Unità” a favore dei carri armati sovietici in Ungheria? Be’, ieri, il Presidente della Repubblica chiamando una “dannata moda” chiedere le elezioni è un terzo errore,

REFERENDUM A COMACCHIO, FORZA ITALIA: “SERVE CAMBIARE”


Forza Italia chiede il ‘si’ ai comacchiesi perché la Regione, sostiene il coordinatore azzurro Rodolfo Ridolfi, “è matrigna della città lagunare e di tutta la Romagna”.

Di parere nettamente contrario invece Forza italia che questa mattina ha tenuto a Comacchio una conferenza stampa per spiegare ai cittadini perché è necessario votare sì al quesito referendario.
Conferenza stampa tenuta dai rappresentanti di Forza Italia comacchiesi, come Luciano Tancini e Paolo Carli, ma anche dal capo coordinatore organizzativo per l’Emilia-Romagna del partito di Berlusconi, Rodolfo Ridolfi che al telefono spiega perché bisogna andare dire “sì” al referendum.

mercoledì 11 dicembre 2013

PRESENTAZIONE VI CONVENTION INTERREGIONALE AZZURRI ‘94

Vincenzo Galassini***- G.Guido Bazzoni**- Rodolfo Ridolfi*-

Nella VI Convention interregionale di Giovedì a Faenza nello stesso luogo dove un anno fa si svolse la Convention di Fondazione per chiedere a Berlusconi di ritornare in campo con Forza Italia  ribadiremo come qualsiasi scenario di futuro anche passa da Berlusconi e Forza Italia. In primo luogo la Futura sfida bipolare anche in Romagna: tra sinistra di Renzi e centrodestra di Berlusconi. La riscossa pratica, operativa, di scossa sociale è cominciata. Con i Club Forza Silvio nati in pochi giorni  Leader e popolo sono il movimento cui  si affiancano il Partito-movimento Forza Italia, e gli Eletti-movimento. La realtà dei Club, che sono già 3386,pensate che in Romagna solo quelli di azzurri 94 sono 81, rappresentano la vera novità sulla scena politica perché sono espressione di una speranza più forte dei golpe. Berlusconi, Forza Italia, Forza Silvio, Eletti. Tutti insieme. Tre punte e nessun dubbio sulla vittoria. Berlusconi si conferma protagonista assoluto. Più lo butti giù, più si tira su. E risolleva anche l’Italia. Renzi I quotidiani gli hanno dedicato spazio come se fosse il ritorno di Gesù bambino. I Re Mogi sono Napolitano, Scalfari e D’Alema. A loro quel bambinello non piace. Nella Convention di Faenza  rivendicheremo con forza l’applicazione dell’ Election Day che richiama il "D-Day" (decision day, il giorno della decisione), la data dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944). In un'unica data, tutte le elezioni dell’anno, a fini di praticità e di risparmio. Un precedente: nel 2008. Si dice che non si possano accorpare elezioni politiche ed europee. Non è vero. Lo impone per le elezioni in data ordinaria un decreto legge del 2011. Il buon senso lo esige in caso di elezioni anticipate. Siamo l’unica vera speranza per questo Paese. Il nostro scopo è ridare forma liberale e davvero solidale all’Italia. Abbassamento della pressione fiscale tagli drastici ai costi della politica nuova politica del lavoro, riforma della giustizia e soprattutto inversione di tendenza rispetto alla subalternità alle politiche economiche imposteci dalla Germania e dalla dittatura dell’euro saranno i temi della Convention. Per quanto riguarda la preparazione delle elezioni comunali per le quali nelle singole realtà stiamo definendo programmi e squadre, confermeremo la presenza delle liste di Forza Italia e dei candidati sindaci azzurri in tutti i comuni con popolazione sopra i quindicimila abitanti e la presenza di sindaci e candidati nelle liste civiche dei comuni minori. In caso di ballottaggi accetteremo l’apparentamento delle altre forze sulla base di accordi di programma. Dopo la Convention Nazionale di tre giorni di fine gennaio con Silvio Berlusconi a Roma presenteremo ufficialmente programmi, candidati sindaci e liste.
*Coordinatore Azzurri ’94,** capogruppo F.I. Consiglio Regionale; *** Capogruppo F.I. Provincia,

“ECCO A COSA SERVONO I CLUB FORZA SILVIO”



La scorsa domenica Silvio Berlusconi ha battezzato i nuovi club "Forza Silvio" e li ha affidati alla gestione di Marcello Fiori. Cosa sono questi club, come affiancheranno il partito del Cavaliere, e se diventeranno addirittura la nuova Forza Italia. A La telefonata di oggi, Maruzio Belpietro ne parla proprio con il coordinatore Fiori: "La forza dei club sarà semplice e difficilissima allo stesso tempo: tentare di recuperare la partecipazione di quei milioni di elettori del centrodestra che in questi anni si sono allontanati, anche un po' schifati, dalla politica. Con questa rete Berlusconi vuole parlare al paese, non a un partito", ha dichiarato l'affidatario, per poi aggiungere: "Potenzialmente siamo pronti ad aprire 3.386 club, di cui 500 solo in Lombardia. Abbiamo quattro milioni di volontari che mandano avanti la baracca". 

CLUB FORZA SILVIO:TUTTI POSSONO ADERIRE O COSTITUIRNE DEI NUOVI

Dopo la bella manifestazione di domenica a Roma, continua l'avvio di costruzione della rete dei Club Forza Silvio. Come avevo promesso domenica, ecco alcune considerazioni e suggerimenti per la nostra presenza e azione in internet. Premessa. Noi usiamo da sempre il web per quattro finalità:
1.     Informare direttamente i cittadini delle nostre idee e delle nostre posizioni e iniziative politiche
2.     Ascoltare, attraverso i commenti, ciò che loro pensano
3.     In forza dell'ascolto avviare un dialogo diretto, paziente e continuo
4.     Mobilitare sostenitori e cittadini per iniziative locali e nazionali.
Grazie per l'attenzione e per quello che farai.