SACRIFICI BUTTATI A LVENTO. IL MEZZOGIORNO E’ LA PROVA CHE I
SOLDI PUBBLICI NON FANNO CRESCITA
L'economista ed ex senatore del Pd Nicola Rossi è tranchant: «Un errore
gravissimo la volontaria violazione del patto di stabilità». L'operazione del
governatore pugliese Nichi Vendola di non rispettare i tetti di spesa, ha - a
sentire il prof barese - due conseguenze: «Le sanzioni che il governo
applicherà a partire dal prossimo anno» e «la convinzione che gli investitori stranieri
si faranno, di una Italia che non rispetta le regole». Lo
"sforamento" di Vendola - impegnato come si ricorderà nelle
primarie del centrosinistra - Rossi lo iscrive in un quadro molto più ampio e
che si collega ad una condotta più generale dell'intera coalizione. «Già oggi
abbiamo visto la richiesta di Bersani di un allentamento dei paletti utili al
pareggio di bilancio. Ora, la scelta di Vendola mi fa capire che in realtà è la
scelta di tutto il centrosinistra: non rispettare gli impegni assunti. E la
trovo una cosa molto grave, perché l'unica cosa che non ci possiamo permettere
è quella di dire al mondo che non vogliamo rispettare gli impegni assunti dal
governo Monti ». Nelle intenzioni di Vendola c'è la volontà di sbloccare il
confinaziamento dei fondi europei, giusto per (ri)mettere in moto l'economia. «Guardi
- riprende Rossi - se cerchiamo un luogo per testimoniare come i soldi
pubblici non facciano crescita, il Mezzogiorno è l'area ideale. Quelle risorse
servono solo a foraggiare un'ampia intermediazione politica. Il problema vero è
un altro: ci abbiamo messo un'anno a recuperare la fiducia dei mercati, scelte
di questo tipo sono deleterie». E se ci fosse, allo sforamento, una ragione
elettoralistica? «Beh, sarebbe ancora più grave».
Dal Corriere del Mezzogiorno, 19 ottobre 2012
Nessun commento:
Posta un commento