domenica 30 giugno 2013

SUBITO FORZA ITALIA

La Convention Regionale di AZZURRI ’94 a Rimini il 12 luglio prossimo sarà il preludio a Forza Italia.
Rimini ospiterà infatti la 3^ Convention Regionale di AZZURRI ’94 Il Movimento creato da Rodolfo Ridolfi il 9 novembre 2012 per chiedere il ritorno in campo di Silvio Berlusconi ed il ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia. Il titolo “Subito Forza Italia” narra da solo come il Berlusconismo sia un'esperienza di successo capace di mettere insieme la migliore tradizione democratica del nostro Paese, i liberali, i socialisti, i democristiani di tutte le razze fino alla destra democratica di An, ora però l'esperienza con An si e' conclusa e a questo punto e' meglio tornare alle origini. ''Ci avevano definito, vent’anni fa partito di plastica, si sono dovuti ricredere, hanno detto che siamo mafiosi ed impresentabili, anche sulla stampa e addirittura nel PDL ci avevano definito nostalgici e reduci si sono dovuti e si dovranno ricredere perché come è scritto nel nostro manifesto fondativi, sottoscritto da 600 dirigenti ed eletti azzurri della Regione: “Silvio Berlusconi è il catalizzatore di tutte le istanze di rinnovamento e di liberazione della nostra società, che avevano sempre trovato fieri oppositori nei conservatorismi confliggenti ma convergenti della tradizione cattolica e comunista. Quando poi le due chiese si sono unite non ci sarebbe stato nulla da fare; l’unica opposizione a ciò sono stati i valori, le idee ed i programmi sostenuti da Forza Italia, come movimento politico che metteva in campo Berlusconi. Per noi che informiamo la nostra azione politica allo spirito originario di Forza Italia, le indicazioni di Silvio Berlusconi sono più che sufficienti per mobilitarci. E’ per questo che raccogliendo l’esigenza di tanti amici che non si arrendono alla consunzione della cattiva politica ed all’antipolitica dilagante abbiamo promosso intorno ad un Manifesto-appello il “Comitato Azzurri del ’94 con Berlusconi” per rilanciare in azioni concrete i principi liberali e di economia sociale di mercato su cui è stata fondata Forza Italia. Chiedevamo di ritornare al nome e simbolo di Forza Italia per marcare le ragioni dell’alternativa programmatica, politica, di valori, alla sinistra e ad un certo establishment amministrativo del tutto conservatore, perché le contraddizioni intrinseche allo schieramento di centro-sinistra sono profondissime e già visibili ad occhio nudo e quindi esse possono anche esplodere in tempi imprevedibili. Una accuratissima e calzante analisi sulla riforma dell’architettura istituzionale offre l’irripetibile occasione dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica..” concludevamo. Come ben possiamo affermare non eravamo dei nostalgici ma dei “Facili profeti”

sabato 29 giugno 2013

UNA BUONA NOTIZIA: TORNA FORZA ITALIA E IO SARO’ ANCORA IL NUMERO UNO


"Il Popolo della Libertà resterà come coalizione dei partiti del centrodestra. Forza Italia ne farà parte e io temo che sarò ancora chiamato ad essere il numero uno". Parole di Silvio Berlusconi che conferma quindi il ritorno allo 'spirito del 94', a quella Forza Italia che tante soddisfazioni ha dato, a livello elettorale e non solo, e che non è mai definitivamente uscita dal cuore del leader del Pdl e del centrodestra. Ritorna Forza Italia - Le voci di una rinascita di Forza Italia erano state confermate, qualche giorno fa, dal segretario del Pdl Angelino Alfano e dal falco del partito Daniela Santanché. Il Pdl, ad ogni modo, ci sarà ancora, sarà la cornice all'interno della quale far confluire il popolo del centrodestra. Ma l'anima, il cuore pulsante del nuovo progetto, è Forza Italia. Ciò non vuol dire, come pure si maligna, che il Pdl sia destinato a fare da bad company. Al contrario: Berlusconi sa che con la sola Forza Italia non riuscirebbe a raggiungere i fasti di un tempo, quando in alleanza con An e la Lega ha più volte sfiorato il 50%. Ma il Pdl resta e serve - Ecco allora la funzione del Pdl: attrarre quell'elettorato moderato, non tifoso, che non sempre ha votato Berlusconi, ma che allo stesso tempo non ha nessuna voglia di lanciarsi in un abbraccio mortale con la sinistra. E' inutile nasconderlo: nonostante la rimonta impressionate di cui è stato capace alle scorse politiche, il Pdl ha lasciato per strada una larga fetta di elettorato, che ha preferito votare Beppe Grillo o, peggio, darsi alla macchia, andando a riempire il serbatoio dell'astensionismo. Recuperare questi elettori è compito del Pdl. A Forza Italia dare voce all'elettorato movimentista, quello voterebbe Berlusconi sempre e comunque. Una grande soddisfazione una battaglia che abbiamo sempre sostenuto. Galassini, Ridolfi, Bazzoni



venerdì 28 giugno 2013

I SENIORES DELL’EMILIA ROMAGNA ESPRIMONO VICINANZA E AFFETTO AL PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI

Gabriella Bianchi  Responsabile Regionale Emilia-Romagna, Gianguido Bazzoni Capo Gruppo PDL Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Galassini consigliere provinciale responsabile Seniores Ravenna, Paolo Savelli vice coordinatore pdl Ra, Rodolfo Ridolfi responsabile regionale Azzurri 94

Gent.mo Sig. Presidente Silvio Berlusconi
Senza dilungarci ad elencare gli argomenti che documentano in modo oggetivo il continuo attacco nei suoi confronti da parte di certa magistratura delle “teorie”, con la presente a nome dei Seniores PDL della Regione Emilia-Romagna, vogliamo confermarle fortemente la nostra incondizionata stima personale e politica.
 Voglia gradire da parte di tutti noi i nostri migliori saluti.

Gabriella Bianchi  Consulta Seniores PDL Regione Emilia-Romagna

CON MARINA E FORZA ITALIA SOGNO UN RITORNO AL FUTURO


Marina Berlusconi ieri ha smentito di avere intenzione di "salire" in politica, ma Giancarlo Galan ci spera: il deputato Pdl che aveva dichiarato defunto il partito preannuncia un "ritorno al futuro: ora si ritorna a Forza Italia". Non solo questione di nome: "Cambierà tutto, non sentirete più parlare di congressi, di tessere...la nuova Forza Italia tornerà a parlare di riforme liberali, di organizzazione snella, rapida, imprenditoriale del partito". E Galan condanna la dirigenza attuale: "Quando un partito perde 8 milioni di voti in pochi anni, dalle regionali del 2010 non a caso, vuol dire che un problema c'è". E d'altronde il Pdl "era un partito che non suscitava più emozioni, che non elaborava progetti, chi lo guida eviti l'agonia e lascia il passo a qualcosa di nuovo dal sapore antico ma vincente".I tempi saranno rapidi, "penso che si faccia tutto entro luglio". Guardando avanti proprio a Marina Berlusconi: secondo Renato Brunetta dovrebbe dimostrare quello che vale, ma per Galan "lei non deve dare alcuna dimostrazione. Berlusconi ne diede nel '94. Già sogno un confronto tv fra Renzi e Marina, il meglio che i due partiti possano offrire ai loro elettori". Quanto alla fase di transizione, per Galan sì a Daniela Santanché: "per me andrebbe benissimo, un ruolo di primo piano se l'è già ritagliato, si tratta di formalizzarlo". Roma, 27 giu. (TMNews) -


CORTE DEI CONTI: I POLITICI COSTANO 1,9 MILIARDI ALL’ANNO, BISOGNA TAGLIARE DI PIU’:


Chi pensa che la lotta ai costi della casta sia solo demagogia oggi ha una risposta secca dalla Corte dei Conti: i politici di casa nostra ci costano 1,9 miliardi di euro all'anno. Una cifra enorme. Per rendere l'idea, quasi 2 miliardi è la somma che ci serve per rinviare l'aumento dell'Iva almeno fino a dicembre. E ancora: 2 miliardi è metà del gettito dell'Imu (4 miliardi). Ora provate ad immaginare anche quanto costa coprire il decreto lavoro varato ieri dal Consiglio dei Ministri. Sempre la stessa cifra: 2 miliardi. La relazioni sui costi della politica redatta dalla Corte non lascia spazio a dubbi. La Casta costa ancora tanto. 143mila politici - In Italia nel 2012 i politici di "professione" erano ben 143 mila e, tra stipendi, indennità, rimborsi spese ed altro, sono costati alle pubbliche casse 1,9 miliardi di euro. Il dato emerge dalla Relazione di parificazione del Bilancio dello Stato appena approvata proprio dalla Corte dei Conti. I magistrati contabili hanno visto qualche timido segnale di cambiamento, ma fanno sapere che non basta. Le note positive sono quelle sui soldi pubblici destinati ai partiti. I finanziamenti ai partiti politici sono stati dimezzati, Camera e Senato hanno tagliato le diarie e gli emolumenti, hanno riformato i vitalizi introducendo il sistema contributivo, hanno tagliato le spese degli immobili.Bisogna cambiare -  La relazione non riporta, ovviamente, il disegno di legge del governo sulla riforma dei finanziamenti ancora in discussione in Parlamento, ma lancia un avvertimento chiaro e forte: "La situazione attuale richiede, invero, una riforma attenta e globale, rispettosa non solo della riduzione della spesa pubblica, senz’altro necessaria e indispensabile, ma anche garante della democrazia". Insomma basterebbe dare una bella sforbiciata agli stipendi della casta per trovare almeno un miliardo fresco da destinare al lavoro o sul fronte fiscale. Basta poco per farlo. Un decreto. Ma ci vuole tanta, tantissima volontà. E si sa il palazzo spesso su questi temi è sordo.(I.S)



giovedì 27 giugno 2013

ESPRIMO DELUSIONE SIA SUL LAVORO SIA SULL’IVA, LONTANISSIMI DA CHOC POSITIVO

Personalmente, e sia pure con rispetto per l’Esecutivo, devo purtroppo esprimere delusione sia sul lavoro sia sull’Iva rispetto agli annunci odierni del Governo. Sul lavoro, siamo lontanissimi (per la platea coinvolta e per le modalità scelte) da quella detassazione totale per i nuovi assunti che avrebbe potuto determinare i numeri necessari ad una vera scossa positiva sul terreno occupazionale.  Sull’Iva, siamo dinanzi a una soluzione obiettivamente di non alto profilo. Con i rinvii, non solo la prospettiva di crescita resta lontana, ma rimane vivo quell’"effetto incertezza" che fa male ai consumi, e che alimenterà - temo - un dibattito politico spossante nei prossimi mesi. E poi, stando alle voci tuttora non smentite, c’è il capitolo più dolente, quello delle coperture, che rischia di costare, in particolare agli autonomi, un’anticipazione di quanto dovuto in scadenze successive. Con il doppio effetto di creare ulteriori problemi di liquidità a commercianti, artigiani, professionisti (e ovviamente anche a tutti gli altri cittadini-consumatori), e di determinare un effetto complessivo di disillusione. In Parlamento sarà necessario un grande lavoro per migliorare questa base.  Daniele Capezzone coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera


L’INCUBO NON E’ FINITO: SIETE PRONTI PER ROMANO PRODI SENATORE A VITA?


Ora che i senatori a vita stanno morendo uno dopo l’altro e i posti teoricamente liberi sono quattro (ma chissà poi perché sia obbligatorio riempirli), Repubblica presenta la lista dei papabili a Giorgio Napolitano. Gli dà pure una scadenza di massima, “dopo l’estate”. La novità maggiore, oltre ai soliti Abbado e Muti, sta nella possibilità che nonostante quanto si era detto mesi fa, anche qualche politico potrebbe giocare la sua partita con chance di successo. Ma ecco che qui casca l’asino: Repubblica sostiene, tronfia e sicura, che Berlusconi è assolutamente escluso. Niente da fare per il puzzone di Arcore, i niet dal Quirinale sarebbero arrivati in tono perentorio che neanche Stalin a Mosca. E anche l’ultimo mesto pellegrinaggio di Angelino Alfano da Napolitano sarebbe finito in un buco nell’acqua. Da quell’orecchio non ci sente, l’anziano presidente. “Troppo divisivo” sarebbe infatti il leader del PdL. Eppure, scrivono sempre i soloni di Ezio Mauro, chi ha veramente possibilità di essere nominato senatore a vita è Romano Prodi. Sì, lo statista del centrosinistra. Lui sì che non è divisivo, che è stato amato da tutti, che non si è mai gettato in mezzo alla mischia cavalcando la parte contrapposta a Berlusconi. Prodi, un padre della Patria, insomma. Non sappiamo se la lista di Repubblica sarà fatta propria in toto dal capo del Quirinale, ma intanto gli eredi di Scalfari gliel’hanno buttata lì. Della serie, tieni conto del promemoria.  (C) DAW-BLOG/DAW-NEWS RIPRODUZIONE RISERVATA


AEREOPORTO VERDI A RISCHIO, BAZZONI: LA GIUNTA SI IMPEGNI AD EVITARE LA CHIUSURA


La Regione Emilia-Romagna dovrebbe "far valere le valide ragioni per mantenere un aeroporto civile funzionante a Parma. La presenza dell'aeroporto è stata fondamentale per all'assegnazione dell'Efsa"
A chiederlo è Gianguido Bazzoni (Pdl), in una interrogazione alla Giunta in cui ricorda sia che “lo scalo aeroportuale civile a Parma ha una sua funzione strategica nell’ambito aeroportuale nazionale essendo equidistante tra quelli di Milano e Bologna” sia che “la presenza dell’aeroporto è stata fondamentale per all’assegnazione in tale città dell’Efsa, unica istituzione comunitaria europea in Italia”, ma avverte come “secondo la bozza del piano aeroporti elaborata dal governo Monti l’aeroporto di Parma andrebbe classificato come scalo civile di secondaria importanza e quindi sarebbe a forte rischio di chiusura


mercoledì 26 giugno 2013

JOSEFA IDEM: IL FALLIMENTO DI 15 ANNI DI AMMINISTRAZIONE DEL PCI-PDS-DS-PD


Le dimissioni di Josefa Idem dal governo presieduto da Enrico Letta non possono essere derubricate ad un fatto che riguarda solo la Idem. Ella avrà le sue responsabilità (anche a nostro avviso peraltro meno gravi di quelle di chi si è occupato di burocrazia per suo conto), ma esse colpiscono inevitabilmente un sistema e soprattutto un “metodo” di esercitare il potere in questo territorio da parte del partitone che almeno fino ad oggi tutto ha potuto e tutto ha comandato. Si tratta di quel metodo per il quale l’allora Sindaco Mercatali, quello che può permettersi di attaccare il suo partito per non averlo “difeso” (sic!) da un articolo che rendeva noto di come avesse acquistato ad un prezzo ampiamente più basso della media un appartamento a Marinara, può oggi rivendicare che Josefa Idem venne nominata assessore per “spot” e non per la buona amministrazione della città, senza che nessuno dell’intelligentia ravennate faccia una piega, e soprattutto senza che quella piega fosse mai stata fatta al momento della nomina. Oppure di quel metodo per il quale il numero di presenze sempre basso sia in giunta che in consiglio andava bene perché tanto lei doveva “andare nelle scuole per invitare i bambini a fare sport”.
Oppure di quel metodo per il quale quando il PD decise – placando non pochi malumori interni – che essa dovesse essere eletta senatrice, può permettersi di farle vincere le primarie per i parlamentari locali senza che lei dovesse scomodarsi dalla vacanza in cui si trovava per farsi un briciolo di campagna elettorale. O ancora di quel metodo per il quale quando dichiarò – lei che il Sindaco Matteucci era arrivato ad augurarsi potesse essere la portabandiera alle ultime Olimpiadi – che con il marito erano pronti a lasciare il paese perché gli italiani avevano deciso di esercitare la loro sovranità in modo diverso da quello a lei congeniale, nessuno, benchè gli imbarazzati fossero più d’uno, aveva sentito il bisogno di prenderne apertamente le distanze. Oppure di quel metodo per il quale è alla fine bastato che si inasprisse la battaglia fra bersaniani ed ex bersaniani perché una notizia che evidentemente era già nota in determinati ambiti ma che fino a questo momento era riuscita a rimanere coperta, finisse nelle mani della stampa e assumesse livelli mediatici esplosivi. Oppure, e questo è il vero fardello culturale più difficile da estirpare, quel metodo per il quale in tanti anni di amministrazione a Ravenna, non era stato necessario imparare a gestire politicamente la propria comunicazione, perché il cordone protettivo – questa è la sintesi finale - in questo territorio era talmente forte che non era mai stato necessario porsi il problema.  Alberto Ancarani



PDL, BISIGNANI: MARINA BERLUSCONI NUOVO LEADER


Una vecchia storia, quella dell'eredità politica di Silvio Berlusconi: chi può prenderne lo scettro? Rebus quasi irrisolvibile, come si era capito nei mesi in cui il Cav aveva mollato dopo la caduta del suo ultimo governo, quando il Pdl nei sondaggi stava colando a picco. Così, quando si prova a risolvere il rebus quasi irrisolvibile, ciclicamente si ripresenta una possibilità: Marina, la figlia "prediletta", apprezzatissima da papà, dalle gerarchie pidielline, e anche dall'elettorato di centrodestra. All'indomani della sentenza del processo Ruby, la stangata con cui il tribunale di Milano cerca di condannare l'ex premier all'ergastolo politico, ecco ripresentarsi il nome di Marina. Lo fa "l'uomo che sussurrava ai potenti", Luigi Bisignani, mister P4, mediaticamente più attivo che mai. Parla a Un Giorno da Pecora, su Radio Due, e spara: "Ieri sera ad Arcore c'è stata una cena e credo che lì Berlusconi si sia convinto che la figlia Marina sia la sua erede". "E' stata testata" - "Io non ero presente alla cena - ha specificato Bisignani -, ma c'erano i familiari, Piersilvio, Marina e Barbara. Poi Francesca Pascale e l'avvocato Ghedini. Il piglio e la forza che Marina Berlusconi ha messo in quella cena ha convinto tutti che il vero erede è lei. D'altra parte - prosegue -, in tutte le grandi democrazie, per esempio negli Stati Uniti, ci sono delle dinastie: quella dei Bush, quella dei Kennedy". Interpellato da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, i conduttori della trasmissione, Bisignani rivela che Marina "è stata fatta testare, è stato fatto anche un sondaggio coi parlamentari del Pdl che è andato molto bene. E poi - aggiunge - c'è un altro fatto: loro cercavano un imprenditore. E Marina è un grande imprenditorie". Mister P4 spende poi qualche consiglio, si rivolge a Silvio Berlusconi: "Sbaracca tutto, fidati dell'unica persona di cui ti fidi, che è Marina. A quel punto devi rifare una Forza Italia con Marina", un "nome da spendere anche in funzione anti-Renzi".

BOCASSINI, UNA DELLE FAMIGLIE DI MAGISTRATI PIU’ CORROTTE DELLA STORIA D’ITALIA


Il paragone fra certi p.m. di Magistratura Democratica e gli estremisti della Brigate Rosse è sicuramente improprio ma il fanatismo e la propensione agli affari degli uni e degli altri è sicuramente simile. Ilda Boccassini appartiene a una delle famiglie di magistrati più corrotte della storia d’Italia. Suo zio Magistrato Nicola Boccassini fu arrestato e condannato per associazione a delinquere, concussione corruzione, favoreggiamento e abuso di ufficio perchè spillò con altri sodali e con ricatti vari 186 milioni di vecchie lire a un imprenditore. Anche suo padre Magistrato e suo cugino acquisito Attilio Roscia furono inquisiti. Suo marito Alberto Nobili fu denunciato alla procura di Brescia da Pierluigi Vigna, Magistrato integerrimo e universalmente stimato per presunte collusioni con gli affiliati di Cosa Nostra che gestivano l’Autoparco Milanese di via Salamone a Milano. Non se ne fece niente perchè la denuncia finì nelle mani del giudice Fabio Salomone, fratello di Filippo Salomone, imprenditore siciliano condannato a sei anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. L’Autoparco milanese di via Salomone era un crocevia di armi e di droga ha funzionato per 9 anni di seguito (dal 1984 al 1993), fu smantellato dai magistrati fiorentini e non da quelli milanesi e muoveva 700 milioni di vecchie lire al giorno. A Milano tutti sapevano che cosa si faceva lì dentro. Visto ciò che è emerso a carico del marito per l’Autoparco e visto ciò che sta emergendo a carico del giudice Francesco Di Maggio (anche lui della Procura di Milano) relativamente alla strage di Capaci anche il suo trasferimento a Caltanisetta nel 1992 appare sospetto.

martedì 25 giugno 2013

SENTENZA VERGOGNOSA! BERLUSCONI SIAMO CON TE, TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA’! BERLUSCONI RESISTI.


“Questa sentenza porta dunque un’altra pietra al monumento della magistratura come contro potere giudicante di chi sia titolato o meno a governare il nostro Paese. Berlusconi é, nonostante tutto, più forte di prima. Cresce il numero delle persone che gli sono vicine anche per questa dolorosa persecuzione cha va avanti da venti anni. Il presidente Berlusconi deve sapere che tanti lo stimano sia come persona che come leader. La giustizia del ’te la faremo pagare’, a sentenza senza uno straccio di prova, nonostante la prova generale per una società del ’grande fratello’, e del molto denaro pubblico speso inutilmente in intercettazioni, ha trovato finalmente la sua rappresentazione finale. Certa magistratura, a Milano, nel silenzio generale, non amministra la giustizia, bensì l’etica, nonostante le smentite di decine di testimoni e l’assenza di una prova: come accade in ogni teocrazia che si rispetti”
Qual é il significato della presenza del Procuratore Capo Bruti Liberati nell’aula del tribunale di Milano?
E’ infatti inusuale e molto singolare quanto sta accadendo: lo dobbiamo interpretare come un ’segnale’ al collegio giudicante? Se così fosse, sarebbe preoccupante; finora il procuratore Bruti Liberati non ha partecipato alle udienze dibattimentali e solo oggi sceglie di essere in aula. Non crediamo alle coincidenze”.

Il Cav.: "Violenza mai vista, resisterò" Le erinni del tribunale condannano Silvio Berlusconi a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Una sentenza ad personam che svilisce la giustizia


IDEM SCANDALO ICI: LA MINISTRA SI E’ DIMESSA, TORNA A REMARE!


Appena 10 giorni prima di diventare assessore: così beneficiò dei soldi. Il Pdl locale chiede chiarezza sul ruolo dell’amministrazione
Stefano Filippi – Giornale - nostro inviato a Ravenna  «Una montatura mediatica », dice il ministro Josefa Idem, «non sapevo niente, ero sempre in canoa». Eppure sono molti gli aspetti non chiariti dello scandalo in cui è coinvol­ta (mancato pagamento di Ici, abusi edilizi, palestra senza au­torizzazioni) che l’olimpionica «non poteva non sapere», come avrebbe detto Antonio Di Pietro. Non poteva ignorare di aver fissato la residenza anagrafica in un luogo diverso dal domicilio, a un indirizzo cui ven­gono recapitate tutte le notifiche e le comunicazioni ufficiali, a partire da quelle del Comu­ne di Ravenna di cui la signora è stata assessore per vari anni. Non arrivava la posta in Carraia Bezzi 104, frazione Santerno di Ravenna? Migliaia di coniugi italiani, come rileva il consigliere ravennate Maurizio Bucci (Pdl) in una lettera aperta al ministro piena di interrogativi, per anni hanno usato il trucco di dichia­rare due residenze diverse per beneficiare della doppia esenzione Ici per la prima casa. Ora la legge ha posto fine a questa forma di elusione. Anche Sefi Idem si è adeguata con un ravvedimento operoso alla vigilia del voto che l’avrebbe insediata al Senato. Impossibile pensarci prima?  C’è anche da chiedersi se il ministro-canoista sia così fuori del mondo da non sapere che le opere edilizie negli immobili di proprietà vanno comunicate agli uffici competenti. Le difformità sono state verificate da un accertamento dell’Ufficio edilizia del comune di Ravenna l’11 giugno scorso, una settimana dopo che un quotidiano locale (La Voce) aveva fatto scoppiare il caso. Se quella è casa sua, come poteva il ministro ignorare il flusso di sportivi che si recavano ad allenarsi in palestra? Non sapeva che la trasformazione di un’abitazione in un’attività commerciale dev’essere segnalata al Co­mune, e che la struttura va dotata dei requisiti urbanistici, igienico sanitari e di sicurezza imposti da una pletora di leggi? Davvero non conosce proprio nulla, il ministro Sefi Idem, della burocrazia vessatoria che opprime milioni di italiani?  Ed eccoci, appunto, alla pale­stra abusiva, la Jajo Gym, gestita dall’Associazione sportiva dilettantistica Canoa Kajak Standiana che conta 7 tessere: tre intestate al marito Guglielmo Guerrini (suo ex allenatore) che ne è anche il presidente, una al cognato Gianni e un’altra a lei stessa, il ministro. Un’as­sociazione senza scopi di lucro tutta in famiglia, che gestiva attività aperte al pubblico: anche questo

BAZZONI: “ABNORME E GROTTESCA SONO LE UNICHE PAROLE CHE POSSONO DEFINIRE UNA SENTENZA GIA’ DECISA DA 2 ANNI CONTRO BERLUSCONI”




E’ un enorme sconforto che ci prende nel vedere com’è ridotta la Giustizia e la convivenza civile nel nostro Paese, a seguito della sentenza annunciata contro Berlusconi sul caso Ruby. Una sentenza che ribalta tutte le risultanze processuali, in cui era palese a tutti come: non vi fosse il reato, non vi fosse la parte lesa, non vi fosse il movente, non vi fossero i riscontri, non vi fossero testimonianze accusatorie di reati, non vi fossero documenti se non pezzi di intercettazioni in cui si parlava di tutto ma non di reati o condotte punibili penalmente. Inventare una sentenza su una condotta morale (che ognuno può giudicare anche severamente) è roba da inquisizione e solamente l’inquisizione (ed tribunale speciale del fascismo) erano arrivati a considerare di mettere sotto accusa testimoni che non accusavano l’imputato. Perché questo è l’altro grave “vulnus” che si fa alla giustizia italiana: la sentenza del Tribunale di Milano pretende di far indagare 32 testimoni (fra cui deputati e poliziotti) solamente perché non hanno detto quello che l’accusa voleva che dicessero.  E’ una roba da Corte dei Diritti dell’Uomo! Due millenni di cultura giuridica stracciati in 5 minuti a Milano, patria di Cesare Beccaria, che oggi si rivolterà nella tomba con migliaia di insigni giuristi. Per non parlare di milioni di elettori, cui viene sputato in faccia. Neppure nella lotta feroce fra fazioni della Firenze del ‘300 si arrivava a tanto come manipolazione della giustizia a fini politici: Dante venne esiliato semplicemente perché della fazione avversa perdente e non si cercò di attribuirgli reati infamanti. Il drammatico “salto di qualità” che ha compiuto ieri il Tribunale di Milano ha distorto per sempre la civiltà italiana e sarà molto difficile recuperare Giustizia e buon senso. Ma il Presidente Berlusconi siamo sicuri che resisterà, oggi ancor di più bandiera dei cittadini contro il sopruso e l’arroganza bieca, per la libertà. Noi saremo con lui, non sperino di isolarlo, queste vicende aumentano la nostra fiducia nell’uomo e nel politico.      Gianguido Bazzoni

domenica 23 giugno 2013

LETTA PENSI ALLA SORTE DI BERLUSCONI


Il Pdl si muove per il suo capo dopo il no della Consulta al legittimo impedimento e avverte il premier per bocca di Sandro Bondi: «C'è qualcosa nelle parole di Enrico Letta che non mi convince. Entro certi limiti capisco la sua necessaria prudenza e la sua felpata capacità di dissimulare, ma ci sono questioni storiche, politiche e umane, su cui non si può democristianamente glissare». Bondi ricorda all'inquilino di Palazzo Chigi che una delle questioni da gestire con diverso profilo è «la sorte, ad esempio, di un leader politico come il Presidente Silvio Berlusconi, vittima da decenni di una barbara attenzione giudiziaria, grazie al quale l'attuale governo si è costituito così come quello precedente di Monti». Altro argomento caldo per il coordinatore Pdl, sempre riferendosi a Berlusconi, è «la questione della sua presunta ineleggibilità, così come altre questioni dirimenti non solo per il futuro del governo ma per il futuro dell'Italia». Questi problemi, avverte Bondi, «richiederebbero giudizi politici intellettualmente onesti e coraggiosi anche da parte del presidente del Consiglio».

AUSL UNICA DI ROMAGNA: PERCHE’ I SINDACI TACCIONO?


Il Presidente del Gruppo assembleare del PDL Gianguido Bazzoni interviene sulla questione AUSL unica della Romagna e sulla riorganizzazione della AUSL di Ravenna: "Mi chiedo - scrive Bazzoni - come possano ancora tacere i Sindaci delle nostre città che in base alle legge sono i responsabili della sanità del territorio ancor prima della Regione e dei Direttori generali della AUSL ed accettare che un progetto così importante come la AUSL unica venga portato avanti in una totale confusione istituzionale, di ruoli e documenti e che li vede marionette in incontri politici con la Regione Emilia-Romagna". "Non può essere solo politica la gestione di un processo che tra sei mesi potrebbe vedere la nascita di una Azienda unica della Romagna, tra le più grandi se non la più grande d'Italia, mentre i confini istituzionali amministrativi sono ancora quelli delle tre province di Ravenna, Forlì - Cesena e Rimini. Senza un vincolo istituzionale che faccia da cassa di compensazione delle istanze di ben 75 Comuni si rischia che le decisioni della Direzione generale della AUSL unica passino sopra la testa dei rappresentanti dei territori, ovvero i Sindaci, raccordandosi direttamente con la Regione Emilia-Romagna vanificando in sostanza il "modello emiliano romagnolo" incentrato sul dialogo politico amministrativo tra AUSL Sindaci Presidenti di Provincia per garantire la vicinanza delle ricette amministrative delle AUSL alle esigenze effettive del territorio.

LO STATO ITALIANO NON ESISTE PIU’



fonte ilVelino/ “Lo Stato italiano non esiste più. In tutto il mondo democratico e civilizzato, lo Stato è un corpo composto da organi autonomi e distinti ma regolati dal perseguimento di un interesse comune sotto l’influenza e la coscienza storica di una classe dirigente nazionale”. Lo dichiara il senatore e coordinatore del Pdl Sandro Bondi. “In Italia non abbiamo più da tempo una classe dirigente animata dal dovere di realizzare una missione nazionale. Non abbiamo più una classe politica degna di questo nome. Nel disfacimento generale, l’unico potere vertebrato è quello della magistratura, che si impone sempre più come potere privo di controlli e di limiti, la cui ideologia è ‘fiat iustitia et pereat mundus’ anziché ‘fiat iustitia ne pereat mundus’

I RAVENNATI CHIEDONO LE DIMISSIONI DELLA IDEM




Il ministro Josefa Idem:"sono onesta e non mi dimetto"..........quindi da oggi chi non paga le tasse è onesto

giovedì 20 giugno 2013

ORIGINE TEDESCA, VIZI ITALIANI


AVETE UN’ATTIVITA’ COMMERCIALE E NON VOLETE PAGARE L’IMU?. SEGUITE L’ESEMPIO DEL MINISTRO IDEM: ECCO COME FARE

scritto da daw. -Avete una attività commerciale e l’IMU vi sta dando la mazzata definitiva? Ammettetelo: vi piacerebbe tanto trovare un modo per non pagarla? Magari raggirando la legge? Ecco, direttamente dal governo Letta arriva l’esempio del Ministro Josefa Idem, titolare del Dicastero delle Pari Opportunità, Sport e Gioventù (e bla bla bla). Come si fa? Semplice: spostate la vostra residenza nella vostra attività commerciale. E per il Comune, là dove ad esempio avete una palestra, risulterà magicamente una abitazione. La vostra prima casa. Che magicamente non vi farà pagare un’euro di IMU… facile, no?

L’ACCANIMENTO CONTRO BERLUSCONI E IL BUONSENSO. CHE FARE?



La parola all’avvocato Franco Coppi, che dovrà autorevolmente convincere entro qualche mese la Corte di Cassazione delle ragioni della difesa di Berlusconi nel processo Mediaset. Il primo istinto è rispondere con il buonsenso a una decisione che va contro il buonsenso, e che smentisce la giurisprudenza costituzionale con un’ingiustizia costituzionale: la Consulta ha stabilito, e oggi sentirete gli applausi di quanti l’hanno insultata quando ha difeso il capo dello stato dalle grinfie della procura di Palermo buonanima, che presiedere un Consiglio dei ministri non è legittimo impedimento, ai sensi della legge, alla presenza in Aula di un capo dell’esecutivo impegnato contemporaneamente come guida del governo

mercoledì 19 giugno 2013

IDEM, FURBATA DELLA MINISTRA PD PER PAGARE MENO IMU


L’OLIMPIONICA, EX ASSESSORE COMUNALE SPORT, HA FATTO PASSARE I LOCALI SOPRA LA PALESTRA DEL MARITO COME PRIMA CASA. PIZZICATA, HA SANATO. SOSPETTO DI ABUSO. SE L’AVESSO FATTO UN PDL COSA SAREBBE SUCCESO!

Questa, in teoria, sarebbe una banalissima storia di elusione fiscale. Una storia di modelli unici vischiosi, di piccole astuzie da commercialisti italiani della bassa; se la protagonista non fosse tedesca, nonchè modello unico di trasparenza, e ministro della Repubblica specializzata in kayak, che ora naviga in cattive acque. Accade che Josefa Idem, titolare nella Grosse koalition lettiana del dicastero dello sport e delle Pari Opportunità, viva sì a Santerno ameno paesello del ravennate; ma non nella stessa casa di marito e figli - in via Argine Destro Lamone- , semmai in una palestra, rannicchiata tra cyclette e bilancieri - in via Carraia Bezzi-. La palestra, al piano terra d’una palazzina, si chiama Jajo Gym, è legata ad un’associazione di canoe; ed è il luogo dove il marito di Josefa, il preparatore Guglielmo Guerrini, prepara, appunto, gli atleti; e dove i Guerrini/Idem vivevano prima del 2008. Naturalmente, avendo i coniugi denunciato due prime case, godono della sospensione dell’Imu decisa dal governo Letta; come prima avevano goduto della sospensione Ici decisa dal governo Berlusconi. Larghe intese, appunto. Ben diverso sarebbe stato, ovviamente, il conto della rata di giugno 2013 se all’anagrafe l’olimpionica avesse avuto residenza nella vicina abitazione familiare.

UE: NON LIQUIDARE CON FASTIDIO LE RIFLESSIONI DI BERLUSCONI



"Chi liquida con frettoloso fastidio le riflessioni del presidente Silvio Berlusconi non comprende che l'alternativa oggi è fra una linea di politica economica orientata alla crescita, comune a tutte le grandi nazioni industrializzate del mondo, a partire dagli Stati Uniti, oppure l'accettazione passiva della politica economica fondata sul rigore imposta a tutta l'Europa dalla Germania, che porta dritta alla recessione e alla fine alla disintegrazione dell'unità europea". Lo dichiara il senatore Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. "Una fievole volontà di correggere questa politica non è sufficiente a evitare la catastrofe della nostra economia. Tant'è che alcuni economisti hanno consigliato non solo di non aumentare l'Iva, ma di ridurla con coraggio - conclude Bondi - con l'obiettivo di far riprendere la crescita con la conseguenza di un aumento e non di una diminuzione delle entrate fiscali". 

LE GIUSTE RIFLESSIONI DI BERLUSCONI


   Bisogna andare a Bruxelles e non per battere i tacchi  (Signorsì, signora Maestra! Come faceva Monti) ma per rimettere a posto le cose e sforare se necessario il limite del 3% di deficit e il fiscal compact per far partire l'economia.
Tanto nessuno ci manderà fuori da Ue e moneta unica. Siamo i terzi finanziatori di tutta la baracca europea
Bisogna dire a quei signori: Noi siamo in questa condizione perché ci avete cacciato voi con la vostra dannata politica di austerità. Dobbiamo rimettere a posto le cose, da qui in avanti il limite del 3 per cento all'anno e il fiscal compact ve lo potete dimenticare.
Ci volete mandare fuori dalla moneta unica?  Fatelo.
Ci volete mandare fuori dall'Unione europea?  Ma no. 
Vi ricordiamo che noi versiamo 18 miliardi all'anno e ce ne ridate indietro solo 10.
Ma chi sarà mai che ci manda fuori dall'una e dall'altra?
Pane al pane, vino al vino.
L'aumento dell'Iva secondo gli economisti che hanno la testa sulle spalle non porterebbe maggiori entrate all'erario ma un calo per la diminuzione dei consumi e aumenterebbe la sfiducia.
Si dice che il governo stia affannosamente cercando 8 miliardi: ma da quando in qua, in un'azienda, non si possono tagliare i costi dell'1%?  È ridicolo che non si riescano a trovare questi fondi.
L'economia é a rischio collasso per cercare di star dentro a quel 3% del rapporto deficit-Pil. Ecco perché, si potrebbe pure «sforare». L’hanno fatto tutti, perfino la Germania. Non è che muore qualcuno se invece del 2,9 si arriva al 3,1. Anzi è vero il contrario.

Invece c’è della gente come Flavio Zanonato, un Ministro che non c’entra un accidente con le tasse, il quale frena sul congelamento dell'Iva e attacca il governo Letta, pur facendone parte, solo per farlo cadere per far contento Bersani, che continua a cullarsi nella puerile illusione di un suo governo coi grillini, quella stessa chimera per cui si è reso ridicolo per cinquantacinque giorni

FIRENZE, SCANDALO ESCORT: SESSO NELLA SALA CONFERENZE



Emergono nuovi particolari sul bunga bunga fiorentino che sta facendo tremare la Firenze bene, nonostante il basso profilo riservato alla notizia da gran parte della stampa. A parlare con i pm, ora, è Adriana, l'escort rumena dal cui telefono pende mezza Firenze, la più ambita nel giro di prostituzione messo su dai fratelli Taddei dell'hotel Meditarraneo, ma che coinvolge politici, stimabili professionisti e donne della città alla ricerca di guadagni facili per arrotondare. Quel rapporto focoso - La bella Adriana, tra le altre cose, racconta del focoso rapporto con un funzionario del Comune fiorentino, con cui avrebbe consumato persino nella sala conferenze di un assessorato. L'inchiesta, però, sfiora anche l'assessore del Comune Massimiliano Mattei, che si è dimesso nei giorni scorsi per motivi di salute. La ragazza è stata infatti assunta come dipendente dalla cooperativa "Il Borro" quando l'ormai ex-assessore ne era presidente. Si occupava di cure domiciliari, pare, e nessuno sapeva - dicono oggi dalla coop - che avesse una seconda vita, che facesse l'escort.  E quell'appartamento... - Adriana è stata aiutata dalla cooperativa anche in altro modo: nel 2011, la escort avrebbe vissuto in un appartamento che rientrava nella disponibilità della coop. Nello stesso anno, per un periodo, lo stesso appartamento era stato preso in affitto proprio dal dimissionario Mattei. Ma c'è di più. Stando a quanto risulta ai pm, è proprio in quell'appartamento che Adriana si prostituiva. Ora sono in molti a Firenze a seguire con una certa apprensione la vicenda, temendo le ripercussioni delle sue rivelazioni. Renzi, dal canto suo, ha già fatto sapere di essere parte lesa. Le rivelazioni della ragazza, però, si annuciano scottanti. E la vicenda, se queste sono le premesse, potrebbe avere conseguenze sulla politica locale.

domenica 16 giugno 2013

PDL BONDI: MOVIMENTO CONTRIBUISCA A SUCCESSO PROPOSTE BERLUSCONI


"Questa volta mi aspetto che tutto il nostro movimento sappia ascoltare e contribuire al successo delle proposte formulate dal presidente Silvio Berlusconi". Lo scrive il coordinatore del Pdl Sandro Bondi in una nota. "Esse contengono - ha aggiunto - come sempre una carica innovativa che può forse essere indigesta per i politici ma indubbiamente rilancia una sfida per il cambiamento che oggi è l'ultima chiamata per salvare l'Italia dalla catastrofe".
PDL GELMINI: INNOVAZIONE MA ANCHE ESPERIENZA
''Il nuovo corso dovrà essere un mix tra innovazione e esperienza. L'innovazione da sola non basta, e non buttiamo via l'esperienza''. Lo dice al Messaggero l'ex ministro Mariastella Gelmini (Pdl) a proposito del rilancio del partito di cui si discute in questi giorni dopo il “campanello d'allarme che hanno suonato gli elettori”.  ''Nessuna lite - assicura. - Siamo in una fase di discussione e ci confrontiamo in maniera serena. Non c'e' lo scontro, di cui si legge, tra fautori del partito pesante e sostenitori del partito leggero. Il finanziamento pubblico non c'e' più e dobbiamo tutti insieme trovare un modello di partito compatibile con questa nuova realta'. La discussione non e' conclusa e Berlusconi e' disponibile al confronto con tutti i dirigenti''. Anche sul nome il confronto ''e' aperto''. La ''proposta avanzata'' e' Forza Italia. Tuttavia, sottolinea l'ex ministro, ''non si torna mai indietro. Serve l'apertura alla società civile ma anche la forza della competenza e dei saperi di chi fa politica e vuole fare buona politica. E comunque, l'obiettivo e' quello di un partito nuovo non solo dal punto di vista della raccolta dei fondi ma anche sotto il profilo delle proposte, dei programmi, del linguaggio, dei valori''. Berlusconi ''nomi non ne ha fatti. Comunque ci saranno imprenditori che ci daranno una mano. E stiamo sondando alcune persone''.



venerdì 14 giugno 2013

EXPO 2015 MILANO UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE A CAUSA DELLA BUROCRAZIA


"Da almeno trent'anni sono presenti sul territorio regionale dei consorzi di promozione del comparto agroalimentare per portare le PMI del nostro territorio sui mercati internazionali ed aumentare così l'export della Regione. Strumenti oltremodo necessari tanto più in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, e che hanno consentito di fare scelte importanti già tanti anni fa, e che per il futuro si prefiggono obiettivi altrettanto importanti ed ambiziosi per far crescere le imprese del nostro territorio supportandole nel loro cammino oltrefrontiera, assistendole nel commerciale post evento a livello linguistico, doganale, legislativo. Quello di cui ha bisogno oggi più che mai questa rete di consorzi è di una regia regionale, che consenta un allargamento in un'ottica di sistema perché la Regione Emilia-Romagna ha davvero tanto da offrire al mondo, e le eccellenze sarebbero ancor più valorizzate se presentate in contesti molteplici e complessi, un valore aggiunto che si otterrebbe con il solo sforzo di un coordinamento regionale che al momento manca de facto. Un'assunzione di impegno non procrastinabile visto che l'EXPO 2015 di Milano è alle porte, ed è necessario parteciparvi non con uno spezzatino di proposte ma in un'ottica di rappresentanza regionale, un'occasione unica ed irripetibile che non può essere persa o presa sottogamba per un inspiegabile lassismo o iper burocratizzazione dei percorsi e delle scelte". Continua il presidente del Gruppo Assembleare del PDL in regione Emilia-Romagna Gianguido Bazzoni: "Auspico pertanto che la Giunta regionale ponga un'attenzione particolare al comparto agroalimentare che costituisce peraltro un elemento talmente trasversale che può davvero essere il collante di tutti gli altri settori. Lo sforzo della Regione deve essere a tutto tondo ed adeguato ad un mondo dinamico che non può essere svilito legandolo a montagne di carta o a lenti riti burocratici. Nella nostra terra vivono per lo più piccole imprese - spesso a conduzione familiare - ma che hanno grinta, voglia e forza, quella capacità di fare impresa che ha fatto della nostra economia una delle prime a livello europeo, è necessario che anche chi amministra dia immediatamente delle risposte a supporto di queste aziende".Gianguido Bazzoni (PdL)



APPROVATO IL BILANCIO DELLA PROVINCIA NON ACCOLTO L’EMENDAMENTO: GALASSINI NON PARTECIPA AL VOTO PER PROTESTA


LA SINISTRA NON HA AVUTO IL CORAGGIO DI RIDURSI LO STIPENDIO DI UN EURO SU UN COSTO DI QUASI 1.000.000DI EURO, PARLA BENE MA RAZZOLA MALE
Bilancio approvato a maggioranza: PD, Sel, Federazione della Sinistra IDV, contro: PDL, Lega Nord, UDC, non ha partecipato al voto: Galassini PDL. Le forze politiche di minoranza dell’Amministrazione provinciale di Ravenna sono perfettamente  consapevoli che, come recita l’introduzione della giunta al bilancio di previsione 2013 “…La costruzione del bilancio avviene in un contesto quanto mai critico per la grave situazione finanziaria e politica in essere che da anni sta danneggiando senza soluzione di continuità il tessuto economico e sociale del Paese…”. Siamo altresì convinti  che alcune scelte di contenimento della spesa derivate dalla spendig review  dovessero o essere compiute  in un’ottica di buona gestione e di equità soprattutto a favore delle famiglie e delle imprese, le quali rappresentano il bersaglio più penalizzato dalla gestione di questo ente, che non ha con centrato le forze nella riduzione e nella razionalizzazione della spesa, ma, viceversa, ha spremuto questi soggetti con imposte e tributi ai massimi livelli. Premesso, quindi, il nostro giudizio negativo su questo magro bilancio, rileviamo la clamorosa scelta dell’ente di non finanziare le cooperative di garanzia, importanti soggetti con compiti tesi ad ampliare l’accesso al credito e a contenere il tasso di interesse limitando le garanzie dirette, riservato alle imprese commerciali, agricole, artigiane ecc. Specie in questi anni caratterizzati da una profonda crisi e da un non sempre facile accesso al credito da parte degli imprenditori, l’istituto della Cooperativa di garanzia poteva svolgere una funzione di sostegno e di concreto aiuto per affrontare questi periodi drammatici per l’economia.
Proprio per questo le forze di opposizione hanno votato un emendamento dal bilancio che prevedeva un taglio di 255.000 euro dalle risorse per il funzionamento della Giunta e del Consiglio Provinciale per dedicarle al finanziamento delle cooperative di garanzia.
Il voto contrario della maggioranza a questo emendamento fa capire quanto lontana essa sia dalla realtà e il giudizio dell’opposizione non può che essere negativo.

mercoledì 12 giugno 2013

NON VOTO QUESTI SINDACI PDL, UGUALI AL PD.


E A VOLTE NON ESISTE L’OPPISIZIONE….
I risultati delle elezioni amministrative parlano da soli. e dovrebbero far seriamente riflettere gli esponenti del centro destra, La domanda è una sola: perché mai gli elettori dovrebbero votare per quest’ultimo schieramento?  Una volta che ha vinto, il centro destra si comporta negli enti locali come il  centro sinistra. Prima di tutto, dal lato della spesa pubblica. S’è mai visto un sindaco o un presidente di Provincia di centro desta non accodarsi ai comuni piagnistei per chiedere allo Stato più soldi? (vedi il sindaco Cattaneo di Pavia presidente ANCI)  O a non reclamare più possibilità di manovre sulle imposte perché, se no, “bisogna chiudere gli asili ai bambini, gli ospizi per le vedove, i servizi sociali” in genere?  Quelli del centro destra non fanno, come in questo momento storico richiederebbe, le sole opere indispensabili o, almeno, quelle necessarie (fanno anche quelle solo utili-e l’utilità, com’è noto dilatabile all’infinto – per non perdere quelle che servono solo ad un’inaugurazione  in pompa magna). Si fanno rotonde a tutto spiano, larghe come campi di  grano in corrispondenza di carraie. Gl amministratori hanno rovinato la Via Emilia, che non si riconosce neppur più. Vedere per credere. anche i comuni d icentro destra finanziano festival vari, musiche in piazza,feste di paese, come se il compito degli enti locali fosse quello di far divertire i concittadini. Per non parlare della “riqualificazione” delle piazze. Basti dire che a Roma si sono spesi diversi milioni di euro per rovinare piazza San Silvestro.  Ancora. oltre che moderando le spese (futili, cioè lo spreco), gli enti locali di centro destra si sono mai caratterizzati per una loro politica fiscale? Hanno forse moderato l’ICI e l’Imu e così via, rispetto agli altri? L’obiezione degli scialacquatori è facile: gli elettori vogliono queste cose; se no, perdiamo. gli elettori non capiscono che i festival musicali non li paga il sindaco, ma loro. non capiscono  che “nessun pasto è gratis” . Ma se gli amministratori di centro destra non cominciano mia a differenziarsi, è inutile votare per loro, bisogna pur cominciare ad educare. Se non c’è differenza, tanto vale votare per l’originale. La risposta vera, comunque, è questa; il centrodestra ha mai presentato (e realizzato per davvero) un programma liberale? ha mai proposto (e realizzato) un programma che- liberale, appunto- servirebbe a diminuire le esigenze di cassa, e consentirebbe quinid diminuire le imposte e di non trafromare ogni cosa in un bancomat per il Comune? Di questo, gli elettori ceto si accorgerebbero. Ma questa strada è stata accanitamente dimenticata. In un sistema bipolare (com’è in specie, quello delle amministrative) vince chi costituisce un’alternativa al “già visto”. fin che gli elettori avranno l’impressione (errata) che tutti gli amministratori sono uguali (più si spende, e più qualcosa può attaccarsi alle mani) non vincerà mai –realmente- né il centro destra né il centro sinistra. aumenterà sempre astensionismo e basta: e sarà questo – e quindi  il caso- a decidere l’esito delle consultazioni. Se il vuole tornare a vincere, il centro destra torni ad essere alternativo. Torni ad essere liberale, cioè.


APRISCATOLE INCEPPATO…..


L'apriscatole si è inceppato da solo, ma certo là fuori il fuggi fuggi degli intellò ex simpatizzanti impazza. Ogni giorno qualche candidato alle "quirinarie" che furono si smarca … Pare quasi che si siano svegliati tutti oggi, i giuristi e i costituzionalisti e gli intellettuali a lungo benevoli con il grillismo che avanzava tra piazze piene sommariamente indignate e commenti non proprio ponderati sul blog dell'ex comico (solo che allora Boldrini e Rodotà non insorgevano). Sono già altrove, i prof …  Al Grillo logorato ai fianchi dal bel mondo dei diritti non resta che verbalizzare il disappunto da "tradimento" sotto gli occhi (Rodotà ottuagenario miracolato" dalla rete; Boldrini "nominata alla Camera per grazia di Vendola eletta presidente della Camera a tavolino in una notte")…


TORNARE A FORZA ITALIA PER ESSERE PIU’ FORTI ATTORNO A BERLUSCONI



"Va cambiato tuttto" - Favorevole a un cambiamento del partito Giancarlo Galan che, in un'intervista a La Stampa spiega: “Già alle politiche -spiega Galan - abbiamo nascosto la nostra   crisi dietro la performance eccezionale di Berlusconi.Ci siamo illusi   di essere al 24 per cento, in salita, in vantaggio sulla sinistra. Se   invece avessimo avuto il coraggio di guardare un pò di segnali,   avremmo capito. A fine anno eravamo all’11 per cento col Pdl guidato  da quelli che volevano che Berlusconi facesse un passo indietro. Se   non fosse sceso in campo lui a fare la rimonta, stavamo messi così.   "E' ora di cambiare, da molto tempo a questa parte. Ma lo   abbiamo sempre voluto nascondere. Nel partito va cambiato tutto, va   avviata una discussione che andava avviata dopo le Regionali 2010.   Dovremmo tornare allo spirito del '94, che poi deve diventare quello   del 2013. Sono convinto che se ci fossimo presentati col simbolo di   Forza Italia alle politiche avremmo preso quei voti che ci separano   dalla sinistra e avremmo vinto”, conclude Galan

martedì 11 giugno 2013

AMMINISTRATIVE MANTOVANI (PDL): “ POLITICA DEVE DARE RISPOSTE PDL? TORNARE A FORZA ITALIA PER ESSERE PIU’ FORTI ATTORNO A BERLUSCONI



“Il risultato del secondo turno delle amministrative sottolinea ancora una volta il profondo distacco dei cittadini dalla politica. La disaffezione degli elettori è profonda e radicata. La politica nazionale, con urgenza, deve ritornare a dare quelle risposte ...che i cittadini si aspettano, soprattutto sul fronte del lavoro e della riduzione delle tasse. A livello interno dobbiamo invece riflettere sulla reale capacità del Popolo della Libertà di rappresentare ancora quel desiderio di cambiamento ed innovazione da tempo auspicato dagli Italiani: io credo che il ritorno a Forza Italia consentirebbe invece di riconquistare quello spirito originario che aveva entusiasmato e ridato speranza a tutto il popolo moderato intorno al Presidente Silvio Berlusconi”. Così dichiara Mario Mantovani, coordinatore regionale lombardo del Popolo della Libertà.

BRACCIO DI FERRO


Cosa ce ne facciamo della fallace illusione  di avere i conti in ordine,  quando la gente è ogni giorno più povera,  i consumi calano,  la produzione va sempre peggio,  la disoccupazione è alle stelle  e le aziende falliscono una dopo l’altra, gli imprenditori si suicidano, e perfino la Germania sta cominciando ad entrare in crisi ?
Il Presidente del Consiglio Letta  deve ingaggiare un braccio di ferro  per convincere la Germania  e la  Merkel  che siamo di fronte  a un'alternativa secca:  o si rimette in moto l'economia  oppure vengono meno le ragioni strategiche  della costruzione europea  fino alla rottura dell'equilibrio attuale. O si trova un punto d'incontro,  insomma, oppure salta  il patto fondativo dell'Ue.
Queste stesse cose Le dice Rajoy : bene ! Le dice Hollande : bene, bravo ! Le dice Cameron : bene, bravo, bis ! Le dice   Berlusconi:  ma non sarà mica diventato matto ! Questo secondo l’illuminato parere del signor  precario segretario Onorevole Epifani, alleato di Governo !


lunedì 10 giugno 2013

GRILLO CONTRO QUALSIASI RIFORMA: PER LUI IL PRESIDENZIALISMO FAVORISCE IL DUCE D’ITALIA SILVIO


Pare proprio che a Beppe Grillo qualsiasi proposta di riforma istituzionale provenga dal Pdmenoelle (come lo chiama lui) non vada a genio. Oggi tuoni, fulmini e saette colpiscono il tentativo di riforma presidenziale. Per la verità si tratta di un’idea alimentata da Alfano, e dai vertici del Pdl, dopo le parole di Enrico Letta sulla necessità di cambiare la modalità di elezione del Capo dello Stato. Il leader del M5S ha così commentato sul suo blog:«Il presidenzialismo è un’idea di Berlusconi, vuol farsi eleggere presidente-duce d’Italia con l’aiuto delle televisioni che il pdmenoelle gli ha graziosamente lasciato da vent’anni ignorando ogni conflitto di interessi. Mediaset trasmette grazie a generose concessioni governative sulle frequenze nazionali». Mentre ultrà del pro e contro si accapigliano (vedi difesa della Carta a oltranza da parte di Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky), mi permetto di ricordare a Grillo, e ai suoi sodali, che la primogenitura di una Repubblica presidenziale non è certo da attribuire a Silvio Berlusconi ma a Giorgio Almirante. Fu, infatti, nel 1979 che il segretario dell’allora Msi-Dn fece stampare un quaderno dal titolo “Nuova Repubblica” teso a profetizzare la creazione di uno Stato presidenziale. Una posizione confermata nell’ottobre dello stesso anno, durante il XII Congresso del partito, svoltosi a Napoli, dove Almirante viene confermato segretario. Nell’occasione viene approvato anche il suo programma congressuale basato su presidenzialismo e corporativismo. Grillo se ne faccia una ragione. Almirante era un anticipatore. Un politico di quella prima Repubblica che sempre più spesso, ascoltandolo, mi trovo a rimpiangere.

MONTE PASCHI DI SIENA: DIPENDENTE RUBA 23 MILIONI “GONFIANDO LA VOCE SPESE GENERALI???????


NAPOLI – Ha ammesso di aver puntato fino a 100 mila euro al giorno nelle agenzie di scommesse sportive. Soldi sottratti alla banca in cui lavorava: una cifra spaventosa, più di 23 milioni di euro. Ecco perché un ex dipendente del Monte dei Paschi di Siena, affetto dal vizio del gioco, è indagato insieme a quattro colleghi dalla Procura di Napoli con altre 7 persone, tra cui titolari di agenzie di scommesse. Il pm ipotizza per tutti il reato di associazione per delinquere e, a vario titolo, quelli di truffa e riciclaggio. Promotore dell’associazione per delinquere è considerato un uomo di 59 anni, ex dipendente di Mps addetto all’ufficio “Servizi vari e logistica area Sud Ovest”, che ha sede a Napoli. Il suo compito era quello di provvedere alle spese correnti della banca, come il pagamento delle bollette. “Gonfiando” ad arte la voce “spese generali”, il dipendente, con la complicità di tre colleghi e di una collega, è riuscito a far sborsare all’istituto di credito 23 milioni e 468.000 euro: per sua stessa ammissione, la maggior parte dei soldi è finita nelle sue tasche, alcune centinaia di migliaia di euro in quelle dei colleghi. Nei confronti dell’impiegato, il pm Salvatore Scalera non ha chiesto l’arresto dopo che l’uomo, assistito dagli avvocati Silvio e Fabio Fulgeri, ha spiegato di essere dipendente dal vizio del gioco, ammettendo di avere puntato fino a 100.000 euro al giorno nelle agenzie di scommesse sportive. Nell’inchiesta sono coinvolti anche alcuni titolari di sale giochi, tra cui una donna di origini venezuelane, che hanno fatto confluire sui propri conti correnti somme puntate dall’impiegato e per questo rispondono di riciclaggio.