venerdì 30 dicembre 2016

AUGURI DI BUON ANNO 2017

MEGLIO BERLUSCONI DI RENZI: DAL GOVERNO (E DAL PD) LA PUGNALATA A MATTEO



"Per il quadro che si è venuto a determinare con il tripolarismo continuo a pensare che l'ipotesi migliore sia un sistema proporzionale con un premio di maggioranza a chi arriva primo". A parlare è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervistato dal Messaggero, e la traduzione dal politichese è clamorosa: meglio il proporzionale del Mattarellum. Tradotto per la seconda volta: Silvio Berlusconi ha ragione, Matteo Renzi ha torto. E se a dirlo è non solo un ministro influente di un governo che potrebbe dare una mano al Cavaliere sul caso Mediaset-Vivendi, ma anche il possibile candidato segretario se la minoranza dem spinge per togliere il Pd allo stesso Renzi, allora sono parole che pesano il doppio.
Sulla legge elettorale Orlando parla di "un premio tale da non determinare in modo automatico una maggioranza assoluta. Un sistema con un impianto proporzionale e con collegi uninominali. Un sistema che non obblighi a fare coalizioni finalizzate solo a ottenere il premio di maggioranza, presentando scollature magari subito dopo le elezioni. Ma ci tengo a chiarire che questa è solo la mia opinione". Precisazione ovvia, ma non da poco. Una posizione come questa potrebbe essere usata come pretesto da chi, dentro il Pd, sta cercando di indebolire ulteriormente la posizione di Renzi per costringere l'ex premier al Vietnam parlamentare fatto di trattative, dibattiti, tavoli e confronti con il nemico Silvio. Una palude che avrebbe un risultato molto chiaro: allungare i tempi, allontanare il voto anticipato.

OFFRE IL PRANZO DI NATALE A 23 POVERI, MA SOLO ITALIANI

Un ristoratore di Ravenna ha invitato a pranzo 23 persone indigenti, ma scelte accuratamente solo fra gli italiani. Respingendo le accuse di razzismo
Un ristoratore di Punta Marina invita a pranzo 23 indigenti il giorno di Natale. Scritta così, in due righe fredde e distaccate, la notizia potrebbe quasi finire tra i gesti di bontà che il Natale ancora regala. Invece non è così, perché ciò che ha fatto la famiglia Moriconi (ramo ristorazione, mentre i cugini hanno uno dei più noti frutta e verdura in zona) offre uno spaccato della crisi e dei segni sulla pelle di chi la vive. Una crisi che avvicina a strutture di accoglienza protagonisti inaspettati. Non più solo extracomunitari o barboni, ma anche tanti anziani ravennati che con i loro pochi soldi aiutano un figlio disoccupato a mantenere la famiglia, operai e impiegati senza lavoro e col mutuo da pagare, un imprenditore che aveva a busta paga oltre dieci dipendenti e ora non sa come fare a mettere insieme il pranzo con la cena per la famiglia e deve affrontare una serie di beghe finanziarie. Storie ordinarie di un’Italia in crisi nera: Marco Moriconi, con i figli Eleonora ed Ennio, ha voluto regalare ai protagonisti di queste vicende alcune ore di serenità invitandoli il giorno di Natale a pranzo nella sua osteria di Punta Marina. «Ne ho parlato una sera con alcuni amici che erano a cena nel mio locale. Abbiamo pensato di rivolgerci a un’associazione caritatevole ed ecco che è partita l’organizzazione» racconta Moriconi. «Ho chiesto, però, che mi mandassero famiglie italiane – aggiunge – ben sapendo che qualcuno avrebbe anche potuto darmi del razzista. Non lo sono per niente e so benissimo cosa significa aiutare il prossimo. C’è un dato: la crisi sta producendo effetti devastanti sugli italiani delle classi più basse e della ex classe media, che non hanno strumenti a cui appellarsi per un aiuto. Non saranno mai primi nelle graduatorie delle case popolari, non hanno diarie giornaliere...». Le famiglie invitate all’osteria Moriconi sono anziani, padri e madri con bambini, persone sole. Hanno mangiato spaghetti al ragù, grigliata mista di carne, cotechino, patate, dolce. «Tutte queste persone non hanno diritto a un aiuto? Io ho trascorso l’infanzia in collegio – aggiunge Moriconi –, ho conosciuto la solitudine, la sofferenza e la povertà. Oggi, che vivo certamente meglio di allora, voglio aiutare gli italiani che conoscono ora la stessa disperazione. Il razzismo è un’altra cosa: ci sono tanti italiani che soffrono e non sanno come fare. E’ un fenomeno sociale». Spazio alla commozione. «I miei camerieri, oltre agli ospiti, sono quelli che più si sono commossi. Di solito non vedono persone che si emozionano perché gli servono un primo o un dolce. I miei ragazzi sapevano di aver fatto una grande cosa. Questi italiani, oggi indigenti, hanno pagato le tasse, contratto mutui e fatto girare l’economia di questo Paese, il loro Paese. Chi se ne prende cura oggi? Parlare di razzismo significa nascondere una drammatica realtà»

giovedì 29 dicembre 2016

NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA SECONDO BONACINI -PRESIDENTE- TUTTO VA BENE………………





Approvata legge di bilancio della Regione Emilia-Romagna: per il 2017 più investimenti per la crescita e l'occupazione (infrastrutture, mobilità, scuole, dissesto idrogeologico), più fondi al sistema sanitario regionale, conferma del fondo per la non autosufficienza più alto tra le regioni italiane, introduzione del reddito di solidarietà per i poveri, aumento impegno per il turismo, la cultura e lo sport, zero tasse in più (per il terzo anno consecutivo), dimezzamento delle partecipate e riduzione della burocrazia. Obiettivi prioritari: 1) continuare a diminuire la disoccupazione, scesa di ben due punti in soli due anni (dal 9% al 7%) con 50mila posti di lavoro in più che vedono la nostra Regione ad essere seconda sola al Trentino A.A. per tasso di occupazione (ma prima per tasso di occupazione femminile), confermando e attuando le indicazioni contenute nel Patto per il Lavoro sottoscritto con tutte le parti sociali.
2) garantire che l'ultimo della fila possa sempre tagliare il traguardo, con sistema di welfare e sanitario tra i primi in Europa per qualità e quantità di servizi erogati (dall'infanzia, agli adulti, alle famiglie, agli anziani, ai disabili)

LEGA-5 STELLE: E’ NATO IL NAZARENO POPULISTA


C’è un aspetto politicamente assai rilevante nella vicenda della sfiducia individuale al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che nelle analisi e nei commenti ancora non ha trovato adeguata attenzione. Eppure si trattasi un elemento che squaderna scorci significativi per il prosieguo della legislatura e soprattutto per gli schieramenti che si confronteranno nella campagna elettorale delle elezioni politiche. Per comprenderne la portata occorre guardare ai sottoscrittori della mozione e a chi vi si oppone. Da un lato, infatti, ci sono Cinquestelle, Lega e Sinistra Italiana; dall’altra il Pd e gli alleati di governo ( ma ormai senza Verdini) con la necessaria sottolineatura che, almeno finora, né Gentiloni né Matteo Renzi si sono espressi sulla questione, sia per difendere il ministro che per prenderne le distanze. Al contrario, c’è stato un documento dei giovani piddini di censura di Poletti e, per ultimo, la minaccia di Roberto Speranza della sinistra dem con richiesta di modificare i voucher e il Jobs act pena il voto favorevole sulla sfiducia. Forza Italia non ha preso posizione, pur se le aperture di credito di Berlusconi al nuovo presidente del Consiglio non sono certo passate inosservate e sono spia di un atteggiamento benevolo che sarà interessante vedere come si tradurrà nel voto d’aula dove non ci sono scappatoie: neppure quelle garantite dall’astensione visto che a palazzo Madama l’astensione equivale ad un voto contrario. Questa è la fotografia delle forze in campo. L’errore più grande sarebbe considerarla una foto statica: al contrario è il panning, un’istantanea in movimento, il time lapse di una evoluzione. Il dato vero, infatti, è che quando si arriverà al voto, nel catino del Senato si sfideranno le due possibili alleanze che, almeno in nuce, saranno in grado di governare l’Italia. Da un lato, l’intesa, ancora tutta da costruire e tuttavia assai meno inverosimile che in passato, tra i grillini e la Lega. Un’intesa anti- sistema, che trova punti di contatto

LA VENDETTA E’ UN PIATTO CHE VA MANGIATO FREDDO. SOPRATTUTTO IN POLITICA - E "L’OPPOSIZIONE RESPONSABILE" DEL CAV A GENTILONI E’ LA VENDETTA NEI CONFRONTI DI RENZI PER IL NAZARENO - IL VOTO ANTICIPATO S’ALLONTANA, COME VUOLE MATTARELLA - MATTEO HA CAPITO L’ANTIFONA E DICE PESTE E CORNA DI BERLUSCONI.


Molto più delle parole valgono i fatti, soprattutto in politica. E il voto di Forza Italia prima alla Camera e poi al Senato a sostegno della mozione di maggioranza che autorizza il governo a intervenire a favore di Mps e delle banche è il segnale di un' evidente discontinuità rispetto al passato.  Un gesto di responsabilità, lo definisce Silvio Berlusconi, che già nei giorni scorsi si era detto disponibile a sostenere eventuali provvedimenti che possano essere positivi per il Paese. Un' apertura concreta, messa nero su bianco da un voto parlamentare che di fatto - visti anche i numeri risicati che ha l' esecutivo a Palazzo Madama - pone il leader di Forza Italia nella condizione di essere un interlocutore del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni. Ma il voto di ieri potrebbe avere anche un' altra conseguenza, soprattutto se non dovesse rivelarsi un caso isolato. Anche se su provvedimenti specifici, infatti, una sponda di Forza Italia all' esecutivo non farebbe che rafforzarlo. E di fatto allontanerebbe l' ipotesi di elezioni anticipate a giugno come invece vorrebbe Matteo Renzi. Non è un caso che proprio in queste ore l' entourage dell' ex premier lo racconti piuttosto nervoso e, per usare un eufemismo, alquanto critico verso Berlusconi.
 D' altra parte, non è un mistero che senza l' appoggio di Forza Italia le possibilità di andare alle urne prima dell' estate si riducano drasticamente. Una strada già di per sé in salita, viste le forti perplessità manifestate da Sergio Mattarella che vuole un governo nel pieno delle sue funzioni quando il 26 e 27 maggio l' Italia ospiterà a Taormina il G7 e che chiede una legge elettorale omogenea per Camera e Senato. Difficile, insomma, che dal Quirinale arrivino accelerazioni improvvise verso le urne, anzi.
 Ed è evidente che in questo quadro un Berlusconi che privilegia quelle che lui stesso definisce scelte di responsabilità non fa che allontanare un eventuale show down. Basti pensare che il voto di ieri in qualche modo depotenzia Denis Verdini che al Senato potrebbe non essere più determinante, non solo per sostenere il governo ma soprattutto per staccargli la spina. Senza contare che non ha alcuna fretta di tornare alle urne anche mezzo Pd, certamente quello che fa capo a Dario Franceschini e Andrea Orlando.

sabato 24 dicembre 2016

AUGURI DI BUON NATALE 2016 A TUTTI GLI AMICI


Biglietti di auguri per le feste Natalizie del 1916, 1926, 1936 (100, 90, 80 anni fa) del grande litrografo Giuseppe Ugonia (1881-1944) – Museo della Grafica Brisighella. Il Museo raccoglie le raffinate opere dell’artista, grande maestro dell’arte litografica dei primi del ‘900. Le sue opere si trovano anche agli Uffizi a Firenze, al British Museum di Londra ed in altri celebri musei di tutto il mondo.
Nell'aprile del 1981 iniziarono i lavori di restauro dell'ottocentesco palazzo dell'ex pretura, al fine di ospitare la collezione delle opere del litografo Giuseppe Ugonia, donate al Comune dalla vedova Elena Mignini. 
Il lascito di circa quattrocento opere, si è arricchito in seguito con la donazione da parte di Silvio Morselli di altre mille incisioni a partire dal XIX al XX secolo.

venerdì 23 dicembre 2016

SE 300.000 VI SEMBRAN POCHI



300.000, Vincenzo Galassini, grazie, visite
Un “Grazie” dal profondo del mio cuore a tutti voi lettori, per l’importante traguardo che insieme abbiamo raggiunto.
Oggi, pochi minuti fa, FORZA ITALIA RAVENNA ha raggiunto le 300.000 visite uniche. Sono numeri da capogiro, che fanno girare la testa a chiunque. Ma l’attenzione di questi amici, che con costanza visitano il blog, non fa che aumentare il “peso” e la responsabilità di così tanti lettori e, nel contempo, ha la prorompente forza di spingermi a continuare ad essere puntuale ed obiettivo nella descrizione dei fatti che quotidianamente accadono nella Provincia di Ravenna e Forza Italia. La barca va….. nonostante la censura impostami dal coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Palmizio. Vincenzo Galassini
300k Grazie a tutti voi!

PILLOLE di Vincenzo Galassini


FORZA ITALIA RIFLESSIONE DI FINE ANNO 2016
È passato un ‘altro anno, un anno a mio parere buono per Forza Italia, il presidente Berlusconi con il Referendum costituzionale ha ripreso il comando e dato le giuste direttive. Primo avere aiutato a cacciare Renzi. Tornati alla normalità ha indicato alcune strategie che condivido, modificare la legge elettorale in modo proporzionale vista la nuova realtà di tre poli politici. arrivare al voto dopo avere raggiunto alcuni obiettivi, senza alcuna urgenza arrivando forse anche alla scadenza naturale cambiando anche la costituzione, se c’è la volontà si fa in pochi mesi…
Silvio Berlusconi è sempre lui. Imprevedibile, spiazzante, in grado ancora di incidere e molto sulle sorti future dell’Italia. La difesa di Mediaset ("Non l'immagino non guidata dalla mia famiglia"), dall'assalto di francesi di Vivendi. L'altro vede in campo il suo onore personale, è la richiesta di riabilitazione al Tribunale dei diritti umani di Strasburgo, contro la sentenza che lo ha reso ineleggibile. Lui ritiene, e non a torto, che la legge Severino sia stata applicata retroattivamente, un abominio giuridico. Così che Berlusconi ridisegna tutto il quadro politico, è solo un suo desiderio. Anche con possibilità di essere realizzato, viste le tante lacerazioni interne al Pd. L'Italia è cambiata, e difficilmente sono riproponibili vecchi schemi. Berlusconi ha una visione di pacificazione della politica, come fece con il discorso di Onna (25 aprile 2009). Così loda il governo Gentiloni: "Noi responsabili, lui perbene" e con un'asse con Mattarella allontana il voto anticipato. Facendo infuriare Renzi. E siccome molto di più delle parole in politica valgono i fatti, Forza Italia, prima alla Camera e poi al Senato, ha votato a sostegno della maggioranza di governo a favore di Mps e delle banche. Un chiaro segnale di discontinuità rispetto al passato, come invece vorrebbe Renzi e, cerca di rendergli pan per pariglia. Berlusconi non vuole giustamente le “primarie” e definisce Salvini "un giovane comunista dalle uscite spesso non apprezzabili", lo spazio al centro lo occupa tutto lui e si mangia i suoi "traditori". Berlusconi oggi vale intorno al 15%, ma potrebbe salire ancora e porsi come vero e forse unico possibile interlocutore di Renzi o di cui chi per lui nel Pd, vincerà le prossime elezioni. Senza una coalizione di centrodestra il Berlusconi non può vincere. Ed i cinquestelle, in caduta dopo i fatti di Roma, sembrano tagliati fuori dai giochi. Berlusconi dialoga con tutte le anime del Pd e su tutto. FORZA SILVIO
Vincenzo Galassini ex Consigliere Forza Italia Provincia di Ravenna


BERLUSCONI: I NOSTRI GOVERNI, IN POCO PIU’ DI 9 ANNI, HANNO FATTO PIU’ DEI PRECEDENTI 50 ANNI


E' sbagliato spingere la Russia verso oriente. Putin è l'unico leader attuale e si deve collaborare con lui contro il terrorismo islamico. I posti di lavoro non li può aumentare il governo, li crea solo un'economia che cresce più del 2%. Il Jobs Act è stato un costoso fallimento. Da quando non governiamo noi, il numero di cittadini in povertà assoluta è aumentato di oltre un milione, esattamente di 1.183.000 unità. Vogliamo vincere le prossime elezioni per far uscire gli italiani dalla povertà e dall'oppressione burocratica, fiscale e giudiziaria". Noi siamo un'opposizione responsabile, per questo su Mps abbiamo votato a favore. Non possiamo rischiare una crisi di fiducia nel sistema bancario. La parola 'banca' ormai non evoca più sicurezza ma rischio. Per questo in molti non depositano più i propri risparmi."


RENZIANI. I MIGLIORI……



SVILUPPO AZIENDA GIORGIO GIRALDI CON IL FARRO….PRODOTTI A CHILOMETRO ZERO.


Il deposito del farro in immensi silos bag e prodotti con farro  da Strada Casale a S. Eufemia dell’Azienda Giraldi Giorgio Brisighella



Nel 2011 furono sei le aziende vincitrici di Oscar Green affermate su una selezione di cinquanta aziende altamente competitive aggiudicandosi il primo posto nelle 6 sezioni del concorso: “Stile e Cultura d’impresa”, “Sostieni lo sviluppo”, “Esportare il territorio”, “Oltre la filiera”, “Campagna Amica” èIn Generation”. Vincitore della sezione 'Sostieni lo Sviluppo' fu l'azienda agricola Giorgio Giraldi di Ravenna (Brisighella) che ha recuperato terreni abbandonati dove coltivare il farro tra i calanchi dell’Appennino ravennate. L'azienda Giraldi copre tutta la filiera trasformando il farro in pasta che viene commercializzata nel punto vendita aziendale a Km zero. È un esempio di come si possa superare l’abbandono di importanti aree del territorio montano. L’azienda nata nel 2001 ha una vasta attività per la produzione di farro e orzo che produce per altre aziende con pulizia, decurtazione. produce inoltre pasta di farro. Un’attività che dà lavoro a otto dipendenti. Per gli acquisti della pasta, del farro andare a S. Eufemia 6 km posta a sinistra provenendo da Brisighella nella strada 302, prima del passaggio a livello di S. Eufemia e omonima trattoria. Tel o fax 0546667801, cell, 335 5859779, email: agricolagiraldi@libero.it. Non potendo installare silos ha provveduto con la posa stagionale dei silos bag in plastica che contengono ognuno 1.500 quintali di prodotto, con un controllo contro gli animali selvatici, cinghiali e anche lupi. Rallegramenti e auguri a Giraldi Giorgio e Libera per l’enorme impegno profuso per la valorizzazione dei prodotti agricoli locali e Brisighella



giovedì 22 dicembre 2016

AUGURI DI NATALE, BERLUSCONI: “NON HO SALUTATO NAPOLITANO, E’ REGISTA DI TROPPE COSE” GRANDE….

Silvio Berlusconi è l'ultimo a lasciare il Colle al termine del ricevimento dello scambio di auguri natalizio e spiega ai cronisti il motivo del mancato saluto
Silvio Berlusconi è l'ultimo a lasciare il Colle al termine del ricevimento dello scambio di auguri natalizio. Nella Sala dei Corazzieri è circondato da alcuni ospiti e dai cronisti. Dall'altro lato del salone è rimasto anche Giorgio Napolitano ma i due non si sono salutati. E il Cavaliere ha spiega il perché del mancato saluto. Durante l'incontro con i cronisti il Cavaliere ha parlato anche della legge elettorale: "La riforma elettorale e' una cosa seria, dobbiamo prima sederci intorno a un tavolo". Serve una ''proposta condivisa". "Bisogna assolutamente aspettare la sentenza della Consulta". Poi il Cavaliera ha parlato dell'operato del governo e dei nodi da sciogliere nei prossimi giorni: "Noi ci siamo su tutto, a partire dal voto su Mps. È importante, una delle prime banche italiane, a cui sono legato per affetto quando iniziai la mia carriera di imprenditore". Infine torna sulla legge elettorale: "È giusto che si allontani la data del voto non siamo preparati assolutamente per arrivare a una legge elettorale condivisa. Il Mattarellum ha funzionato in un sistema che era con due poli. Adesso il sistema è tripolare e non funziona più".

ULTIME PAROLE FAMOSE DI RENZI: “INVESTIRE IN MPS E’ UN

AFFARE”. E IO PAGO………
Da cacciagufi a gufo di prima categoria: c’è del divertente nella parabola discendente di Renzi, il premier prima rottamatore e poi uno di sistema, prima alfiere dell’ottimismo a tutti i costi e poi portascalogna di professione. Non bastassero i precedenti ora arriva anche Monte dei Paschi, la banca senese finita nelle secche delle sofferenze bancarie e dei richiami Bce, oltre che possibile grimaldello per lo sbarco anche in Italia della Troika. Correva il gennaio 2016, pochi mesi fa quando l’ex sindaco di Firenze esultava tronfio, definendo il sistema del credito italiano “solido e forte grazie ai risparmi straordinariamente alti delle famiglie italiane”. E grazie, con l’improvvida approvazione del bail-in è chiaro che questi risparmi sono diventati improvvisamente cruciali. Ma andiamo oltre: solido e forte? Montepaschi, fra le banche più esposte alle turbolenze, è sott’occhio da giorni, con un calo di quasi il 50% da fine giugno ad oggi, che diventa del 90% dall’agosto scorso, quando valeva poco più di due euro mentre oggi quota 27 centesimi ad azione. Valore praticamente azzerato, anche se secondo Renzi la banca era “risanata,e investire è un affare. Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell’affare, ha attraversato vicissitudini pazzesche ma oggi è risanata, è un bel brand.
BANCHE: BRUNETTA, SU MPS SCONTIAMO INADEGUATEZZA E INCAPACITA’ RENZI-PADOAN
“Su Mps scontiamo inadeguatezza ed incapacità di Renzi e Padoan. C’è stata anche una componente di strumentalità, hanno usato Monte Paschi Siena come arma di pressione per il referendum, è stato un boomerang, lo hanno pagato e lo pagheranno caro Renzi e Padoan, ma purtroppo lo pagheranno caro anche i sottoscrittori ed i risparmiatori”. “Pensiamo che si debba operare al più presto, Gentiloni ha le capacità per farlo. L’Unione europea sta molto attenta a quanto si farà in Italia, abbiamo perso più di un anno per intervenire e questa è una grandissima responsabilità di Renzi, del suo conflitto di interessi e dell’incapacità del ministro Padoan. Le conseguenze ora però le pagherà tutta l’Italia, il suo sistema bancario e i risparmiatori italiani.  Banche, Gentiloni vara il Salvarisparmio: “20 miliardi di nuovo debito per liquidità e aumenti di capitale”

ERA COSI' VICINA...COSI' CHIARA E DECISA NEI CONTENUTI ...BASTAVA ASCOLTARLA.

Inutile adesso sentire certa sinistra preoccupata....hanno spalancato le porte con il loro buonismo...ora ecco le conseguenze in Europa...attentati e terrore !! #Orianaavevaragione

martedì 20 dicembre 2016


MARA CARFAGNA: “ NON E’ FACENDOCI CHIAMARE ‘MINISTRA’ O ‘SINDACA’ CHE DIFENDIAMO I DIRITTI DELLE DONNE”


di Mara Carfagna - Siamo arrivati all’apologia della "gambetta". E per gambetta intendo quel piccolo segno grafico che trasforma una o in una a. Quel piccolo segno grafico che sta facendo accartocciare su se stesse alcune donne della politica italiana. Sono scelte, personali. Ma appunto sono scelte. La presidentessa, la ministra, la sindaca, la sottosegretaria, declinazioni al femminile che rendono cacofonicamente inascoltabili alcune parole della lingua italiana. Per una volta mi trovo concorde con il Presidente emerito Giorgio Napolitano quando dice che ministra e sindaca sono rispettivamente orribile ed abominevole. Per non parlare dell’ultima declinazione uscita dritta dritta dal cilindro di una circolare ufficiale: sottosegretaria. La nostra è una delle lingue più belle e più musicali del mondo, la lingua di Dante, quella del dolce stil novo e da chi è toscano per nascita magari ci si sarebbe aspettati un po’ più di rispetto per un idioma che in quella terra è sbocciato e cresciuto. Ma se le analisi lessicali le lasciamo volentieri a chi di questo se ne occupa per professione, quello che invece noi ci chiediamo è: ma quella gambetta, alla fine, a cosa serve? Una donna ha davvero bisogno di questo per sentirsi completamente riconosciuta nel ruolo che ricopre? Non credo. La gambetta non dimostra il valore, l’intelligenza, lo spessore, la preparazione, non aggiunge nulla e francamente trovo l’accanimento su di essa alquanto superfluo e stucchevole. E immagino lo stupore di chi ci osserva dall’esterno. Perché non è obbligando gli altri a chiamarci in un modo piuttosto che in un altro che ci faremo portavoce della battaglia per l’emancipazione e l’affermazione femminile. Non è diramando una circolare o interrompendo qualcuno che parla per rimarcare che si dice ministra e non ministro che difenderemo i diritti delle donne. Non è intestardendoci sulla declinazione di genere che ci guadagneremo il rispetto che ci è dovuto o che

lunedì 19 dicembre 2016

IL COORDINATORE REGIONALE FORZA ITALIA PALMIZIO, AZZERA IL PARTITO A RAVENNA


(ANSA) - BOLOGNA, 15 DIC - I vertici di Forza Italia di Ravenna sono stati azzerati: il coordinatore regionale Massimo Palmizio ha la reggenza a interim e i tre esponenti principali sono stati deferiti ai probiviri. Lo ha annunciato lo stesso Palmizio. Il provvedimento riguarda Bruno Fantinelli, ex coordinatore provinciale, Alberto Ancarani, consigliere comunale, e Fabrizio Dore, coordinatore del movimento giovanile. "C'e' una linea - ha detto Palmizio - che separa il diritto di critica dall'insolenza, e i tre signori l'hanno ampiamente superata e ad una critica dovrebbe seguire una proposta. Dal trio non solo non sono arrivate proposte, ma si e' dimostrata la volonta' di distruggere il partito rifiutandone la struttura e le decisioni dello stesso presidente Berlusconi. Ravenna e la sua provincia vanno ricostruite con le persone che avranno voglia di collaborare in un clima propositivo e con lo sguardo rivolto al futuro. Come coordinatore ad Interim riuniro' a inizio gennaio amici e simpatizzanti e da li' ricominceremo". (ANSA).
Alberto Ancarani

ALBERTO ANCARANI E STEFANO CAVEDAGNA
Alberto Ancarani raggiunto al telefono non vuole commentare perchè "queste cose fanno solo male a Forza Italia". Perciò si limita a parlare di "iniziativa scorretta" e di "notizia imprecisa" poichè "non è stato preso alcun provvedimento a livello nazionale contro i vertici locali di Forza Italia", invece sarebbe solo stato fatto "un ricorso che gli organi nazionali del partito dovranno eventualmente valutare". Intanto ha preso posizione Stefano Cavedagna Presidente Forza Italia Giovani. "Apprendiamo a mezzo stampa del recente deferimento ai probiviri dei colleghi Ancarani, Fantinelli e Dore da parte del Coordinamento Regionale di Forza Italia. Come Giovani di Forza Italia - si legge nella nota dei giovani - siamo fiduciosi che il collegio in questione prenderà le migliori decisioni all'interno del partito, considerando l'impegno che i citati militanti hanno profuso negli anni a livello locale e che ha, recentemente, portato il centro-destra ad uno storico ballottaggio nelle ultime amministrative per la Città di Ravenna. Non è competenza di Forza Italia Giovani esprimersi su queste dinamiche, teniamo soltanto a rilevare che il deferimento del responsabile dei Giovani Fabrizio Dore è a nostro avviso quantomeno strano, poiché le nomine interne al movimento giovanile sono gestite in autonomia da Forza Italia Giovani stessa e non dal Coordinamento Regionale del partito. Ribadiamo pertanto la nostra fiducia nella pronuncia del collegio dei probiviri che siamo certi potrà facilmente accertare la nostra totale estraneità ai fatti contestati e al quale è accordata tutta la nostra stima."

GALASSINI:CENSURATO DA PALM IZIO IL  MARTEDI 15 NOVEMBRE 2016

CENSURA RESPINTA AL MITTENTE:

http://pdlravenna.blogspot.it/2015/11/galassini-vincenzo-fi-consigliere.html
Dopo la pubblicazione di quest’articolo Il "capo di Bologna" ordina:
La invitiamo a " NON parlare a nome di Forza Italia Ravenna".  Grazie. La segreteria regionale Forza Italia Emilia Romagna
Se avesse letto bene lo scritto, ho firmato, come sempre, nella carica di consigliere provinciale di Forza Italia della Provincia di Ravenna.
Mi dispiace ma non rispetterò l'ordine se non mi viene direttamente dal Presidente Berlusconi.
Lo comunico ai 243mila lettori del blog Ravenna, 200mila Faenza, 50mila Bagnacavallo, 28milaseniores e al "capo" che dalla nuova carica fino ad oggi non ha consultato il consigliere della provincia di Ravenna e credo non l’abbia fatto con gli altri!     VINCENZO GALASSINI

PROVINCE, IL BUCO NELLA LEGGE DELRIO. ORA PIOVERANNO RICORSI, A RISCHIO 100MILA KM D ISTRADE E 5MILA SCUOLE


Nella norma di riordino degli enti locali c’è un comma che potrebbe creare molti problemi in futuro: “In attesa della riforma del Titolo V della Carta...”  L’accelerazione obbligata nell'approvazione della Legge di Bilancio nell'aula del Senato ha impedito che venisse deciso come ripartire tra gli enti locali i soldi confluiti nel 'Fondone'. E ora serve un intervento, altrimenti non sapranno come predisporre i propri bilanci, da approvare entro il 28 febbraio. A farne le spese 10mila chilometri di strade e 5mila istituti scolastici. Sono sopravvissute al referendum, ma non brindano. Anzi, hanno già fatto partire la potenziale conta dei danni: oltre 100mila chilometri di strade senza manutenzione e 5mila scuole a rischio. Perché senza finanziamenti urgenti in grado di sterilizzare gli ulteriori tagli già previsti, le 76 Province delle regioni a statuto ordinario rischiano il default, qualora non versino già in quello stato come Caserta, Vibo Valentia e Biella o siano vicine a un punto di non ritorno come quasi tutte quelle pugliesi e piemontesi. La riforma Delrio è rimasta a metà, sospesa nel limbo dopo la bocciatura della riforma Boschi che avrebbe dato l’ultima mano di bianchetto sull’ente intermedio già ridimensionato in strutture, personale e competenze da leggi degli scorsi anni. E’ invece riemerso, ma impaludato a tal punto che da nord a sud l’allarme dei presidenti è univoco: “Senza soldi, non siamo in grado di redigere i bilanci, mettendo a rischio i servizi fondamentali che rientrano ancora tra le nostre competenze”. Chilometri e chilometri di strade e migliaia di scuole, appunto. Nonostante la dieta imposta dal 2015, infatti, le spese restano. Nel 2013 erano 7,5 miliardi e ora si è scesi a 4,8 finanziati in maniera fantasiosa con imposte sull’Rc auto e i passaggi di proprietà. Troppo poco per tenere su la baracca, almeno stando ai calcoli dell’Unione Province Italiane che ha già lanciato l’allarme. Subito dopo il referendum, il presidente Achille Variati ha scritto a Sergio Mattarella, invocando un intervento: “A causa degli tagli insopportabili a cui siamo stati sottoposti, ci troviamo nell’impossibilità di predisporre i bilanci per il 2017. La conseguenza di questa emergenza avrà, se non risolta, ripercussioni pesantissime sui servizi ai cittadini la cui erogazione non potrebbe più essere garantita”. Tradotto: serve un decreto legge per risolvere i nodi sui bilanci delle Province, non sciolti dalla legge di Bilancio.
Non sono stati solo gli effetti del referendum a travolgerle, infatti, ma anche la caduta del governo Renzi. L’accelerazione obbligata del bilancio nell’aula del Senato ha impedito che venisse deciso come

”DA RENZI IPOCRISIA, ZERO ANALISI E RETORICA”


Lo strumento che utilizza per esternare le proprie critiche è Twitter, con una serie di commenti al fulmicotone. "Lunghi coltelli (nel Pd, ndr), standing ovation per Renzi. Standing ovation al fallimento? Ipocrisia, zero analisi, retorica e poco altro". E va giù duro tirando in causa, varie volte, le frasi pronunciate dall'ex premier. "Renzi: 'Abbiamo straperso al referendum". E arriva la bordata di Brunetta: "Dopo una sconfitta di questo tipo il Pd ha fatto un governo fotocopia? Coerenza". E ancora: "Renzi dice che ha perso il referendum al Sud per 'troppo notabilato'. E chi ha scelto Vincenzo DeLuca?". "Ricordiamo a Rrenzi che il Pd alle ultime politiche ha preso 25%, secondo partito dopo M5S. Il Pd non è padrone dell'Italia!". Poi citando ancora Renzi: "Festa per le mie dimissioni ferisce". La risposta dell'esponente azzurro non si fa attendere: "Chi di rottamazione ferisce... con quel che segue". Un altro affondo sul "caso Milano". Al solito cita Renzi: "Noi siamo garantisti". Ma Brunetta mette il sale sulle ferite: "Chi ha scelto Sala a Milano? Chi lo ha lanciato con Expo? No a due pesi e due misure con Sala-Raggi...". Poi il capogruppo di FI prosegue con l'economia: "2014/2016: Italia fanalino di coda in Europa. Più poveri, più debito, più deficit, invasa dai clandestini, ceti medi in crisi. Rimessa in moto?". E ancora: Renzi: "Ripartiamo da noi". Brunetta è gelido: "Ma chi gli crede...". "Legge elettorale? No accordi con Renzi il baro" "Renzi sembra non aver capito nulla dalla sconfitta del 4 dicembre- dice Brunetta ai microfoni di SkyTg24 - pensa di essere ancora lui a dare le carte, pensa di essere ancora lui il padrone della politica italiana. E questo, francamente, fa cadere le braccia". Poi osserva: "Ma non si era detto che la legge elettorale la doveva fare il parlamento? Non si era detto che il governo avrebbe accompagnato la riforma della legge elettorale? Il Pd negli ultimi anni ha cambiato diverse volte idea: dai collegi uninominali al Mattarellum, dall'Italicum ai compromessi con Cuperlo. Ma quante ne abbiamo viste di proposte del Pd? E adesso Renzi ricomincia?". "Si è detto - insiste Brunetta - che in parlamento si deve trovare la più ampia maggioranza possibile per cambiare la legge elettorale, e io credo che con un baro come Renzi non si possa trovare alcun accordo se il suo stile è sempre lo stesso, cioè di dire, come ha fatto oggi: 'il Matterellum, prendere o lasciare'". "Io la penso come Salvini, qualsiasi legge elettorale, tanto battiamo Renzi come l'abbiamo battuto il 4 dicembre. Purché Renzi non usi il potere, non usi il governo, non usi i poteri forti, i giornali, i giornaloni, purché Renzi non bari al gioco. Tanto il centrodestra vince con qualsiasi legge elettorale", conclude l'esponente azzurro.


PRANZO DI NATALE DI ORGOGLIO AZZURRO FORZA ITALIA A LUGO


Tanti auguri da Forza Italia Ravenna!

 



DUE PESI E DUE MISURE


Ricevo e pubblico: Il sindaco di Milano Sala mi ha dato un’idea, siccome mi arrivano lettere dell’agenzia delle entrate per accertamenti, siccome non so cosa vogliono, io mi AUTOSOSPENDO da contribuente finchè non ho le idee chiare.  E non avendo nessun vice…..a fèg e cazz cum per a mè.


venerdì 16 dicembre 2016

ECCO L’EREDITA’ DI RENZI: DEBITO PUBBLICO ALLE STELLE.

I dati di Bankitalia sono impietosi: debito pubblico aumentato di 11 miliardi in un mese. E lo Stato spende più di Regioni e Comuni

Chiara Sarracommre Matteo Renzi pontificava di crescita e ripresa, la situazione del Paese precipitava, senza che nessuno facesse qualcosa per salvarlo. E l'eredità del governo dimissionario è pesante: un debito pubblico che si è attestato a ottobre 2.223,8 miliardi, oltre 11 miliardi in più rispetto al mese precedente. A rilevarlo è la Banca d'Italia, secondo cui a ottobre il debito dello Stato centrale è aumentato di 12,2 miliardi, quello degli enti locali (Comuni e Regioni) è diminuito di 1,1 miliardi, mentre il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato, per un debito totale della pubblica amministrazione aumentato di 51,1 miliardi in dieci mesi. Insomma, mentre Roma spende, i governatori e i sindaci risparmiano.

ANNA FINOCCHIARO HA GUADAGNATO 4 MILIONI DI EURO DA PARLAMENTARE


Il Codacons fa i conti in tasca alla Finocchiaro, neo ministro per i Rapporti col Parlamento: "Un lavoro a tempo pieno e a vita intera" In quasi trent'anni in Parlamento, tra Montecitorio e Palazzo Madama, Anna Finocchiaro ha guadagnato 4 milioni di euro. A fare i conti in tasca al nuovo ministro per i Rapporti con il Parlamento, fresco fresco di nomina, è il Codacons che ha calcolato quanto ha versato lo Stato da quando, nel luglio del 1987, è stata eletta per la prima volta alla Camera dei deputati.
"Il governo ha una media di età di circa 50 anni", denuncia l'associazione dei consumatori, "È una media alta rispetto alla media europea di 45 anni, con una media di 20 anni di mansioni istituzionali per la maggior parte dei componenti del governo. Un lavoro a tempo pieno e a vita intera".

 



ERRANI, DAPPORTO E PASI E LA GIUNTA REGIONE EMILIA ROMAGNA CONDANNATI A RISARCIRE 100MILA EURO…


giovedì 15 dicembre 2016

LA NEBBIA RIMANE LA PROTAGONISTA DELLE NOSTRE ATTUALI GIORNATE



Vi proponiamo due splendide immagini. La prima è di Paolo Morelli e ci mostra la chiesa del Monticino a Brisighella che emerge da un mare di nebbia. La seconda invece è un’immagine satellitare che, in una giornata di alta pressione e quindi senza una nuvola, ci mostra come tutta la pianura padana sia immersa nella nebbia. Abbiamo identificato Faenza sulla mappa, quasi al limite delle colline che invece sono fuori dall’odioso fenomeno. Da Faenzanet

CONFLITTO D’INTERESSI DENTRO HERA


In Hera c è un grandissimo conflitto d’ interesse. La vicenda dell'appalto vinto da Aimeri lo scorso maggio, poi costretta a recedere dal contratto di servizio, ha mostrato come il regime Pd possa espellere i soggetti indesiderati. E di poche settimane fa la notizia che l'Autorità anticorruzione (Anac), dopo aver svolto una verifica sugli appalti e gli affidamenti di Hera spa e di Hera ambiente degli ultimi 3 anni, abbia rilevato ben 10 macro  violazioni ad Hera spa e 5 macro violazioni. Tornando alla questione della gara d'appalto, è bene sottolineare che questo nuovo bando prevedeva una base d asta di 18 milioni di euro; esattamente la stessa cifra con la quale la società Aimeri era riuscita ad aggiudicarsi l’ appalto la scorsa primavera. All'epoca molti gridarono allo scandalo per un ribasso così elevato. Ma oggi nessuno dice più nulla. E questa situazione, ovviamente, ha notevolmente agevolato la proroga dell'incarico a Cicla. Chi fa le spese di tutto questo? Noi ravennati, ovviamente. Questa nuova proroga del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti comporta, infatti, un maggior costo a carico di noi cittadini e delle imprese. Veronica Verlicchi.


IL PD MANDA AVANTI LA FUSIONE NEL COMPRENSORIO FAENTINO. POVERI NOI


mercoledì 14 dicembre 2016

UN UOMO INVISIBILE ED IMPALPABILE POLITICAMENTE...



Renzi con la lunga serie di strappi e forzature che su di esso sono stati innestati, ha fatto sì che dalla battaglia referendaria il Paese uscisse dilaniato. La scena del premier uscente che svolge consultazioni parallele nel suo ufficio di governo, che stila liste di ministri, blinda i fedelissimi e indica la data per le elezioni fa ritenere che, purtroppo, il metodo delle forzature istituzionali e l’approccio divisivo alle regole del gioco non sia stato seppellito dalla valanga dei No. Tutto ciò, infatti, si pone in sostanziale continuità con un lungo e poco edificante catalogo di violazioni che hanno segnato dapprima il procedimento di approvazione della riforma costituzionale e della legge elettorale, e poi la campagna referendaria governativa. Da qui origina la richiesta di discontinuità, anche da parte di chi come noi è e resterà all’opposizione fino all’ultimo giorno della legislatura. Essa incarna l’esigenza di archiviare non solo una stagione e il suo protagonista, ma anche e soprattutto un sistema di potere e una concezione della politica. La sostanziale continuità nella compagine di governo è un bruttissimo segnale. Ora tocca al presidente Gentiloni decidere se assecondare fino in fondo l’ansia di riconquista dell’ex premier, e piegare perciò le scelte di governo alle esigenze della imminente campagna congressuale del Pd, o rompere gli schemi incaricandosi, pur nella differenza dei ruoli e delle posizioni, di avviare la ricucitura del tessuto di un Paese uscito lacerato da una vicenda lunga e sfibrante. Il primo banco di prova sarà l’approvazione di una nuova legge elettorale che consenta di andare al voto il più rapidamente possibile. Se decine di milioni di italiani non si sono espressi invano, è evidente che ciò dovrà avvenire con il più ampio consenso possibile. E perché ciò avvenga, è importante non solo che il Parlamento si riappropri della sua centralità nelle materie istituzionali, ma anche che la gestione del potere e degli affari di governo “ cambi verso”. Superare Renzi non basta. È necessario archiviare il renzismo.

martedì 13 dicembre 2016

GOVERNO GENTILONI GOVERNO FOTOCOPIA: ALFANO AGLI ESTERI, LOTTI ALLO SPORT E BOSCHI PROMOSSA….


. Il presidente del Consiglio: "Subito al lavoro". Quando il “nuovo” presidente del Consiglio Paolo Gentiloni scopre il telo del suo governo, quasi ci scappa lo sbadiglio. Ci sono volute quarantotto ore, un mezzo giro di consultazioni di rito e le trattative al telefono e morale non è cambiato niente (o quasi). L’esecutivo fotocopia giura un’ora dopo l’annuncio della lista bollinata dal Quirinale: tredici ministri restano, tre cambiano incarico e due sono new entry (Anna Finocchiaro ai Rapporti con il Parlamento e Valeria Fedeli all’Istruzione). Matteo Renzi passa la campanella con il sorriso tirato e tra i fantasmi di quando era dall’altra parte della barricata, ma lascia a presidiare Palazzo Chigi due dei suoi più fedeli: a sorpresa Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Gentiloni neppure si trasferisce: resta a vivere a casa sua, che non sia mai che si abitui troppo al nuovo incarico che rigorosamente, ripete, deve essere a tempo. Come nell’ormai più classico dei copioni Angelino Alfano ottiene l’ennesimo ministero di peso (Esteri), al suo fianco ancora i volti intoccabili di Beatrice Lorenzin e altri (da Dario Franceschini a Giuliano Poletti fino a Marianna Madia). L’unico brivido lo danno i verdiniani: restano fuori a sorpresa dalla spartizione delle poltrone e neppure tra le minacce riescono a riprendersi, almeno, il posto che fu di Enrico Zanetti. Insomma il lascio la politica di Renzi, lo tsunami post vittoria del No al referendum, la rivoluzione dell’andiamo tutti alle urne, non c’è. Tutti si alzano, fanno un giro della stanza e tornano al loro posto. Il leader dem dalla direzione Pd prende tempo, invoca il congresso ed è un po’ confuso sul futuro. Si deciderà domenica, dice, quando fare il congresso. Mentre il partito cerca almeno di ritardare l’implosione, la vera notizia è che al governo rimane ancora lei, Maria Elena Boschi. La ministra che ha messo la faccia sulla riforma della Costituzione, bocciata dalle urne, viene promossa a sottosegretaria della presidenza del Consiglio. Poco conta che avesse promesso più volte in favore di telecamera di lasciare la politica in caso di sconfitta: