I PD, SI SON BEVUTI ACQUA E CERVELLO! I CITTADINI, DA UTENTI A
UTONTI!
I 180 comuni che “controllano” (si fa
per dire) il gruppo Hera , nei Consigli comunali il PD ha ratificato l’incorporazione, la vendita di Acegas–Aps la
multiutility veneto-giuliana che si occupa di acqua, rifiuti ed energia e così,
dal prossimo gennaio l’acqua pubblica passerà sotto il controllo del colosso
privato Hera. Ovviamente, il tutto
avviene in barba alla democrazia: senza aprire un percorso di
consultazione da parte di coloro che da cittadini sono stati trasformati in
utenti e che poi, da utenti sono ridotti
ad utonti. Quello che indigna, è che vogliono fa credere a coloro i quali
Hera tratta da “utonti” ciò che in
realtà è una trattativa affaristica verticista, per la privatizzazione
dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali. Privatizzazione che avviene
illegalmente e incostituzionalmente in quanto tradisce il risultato
referendario
del 12 e 13 giugno 2011 e sbeffeggia la
sentenza della Corte Costituzionale. Con non ultimo, il risultato di
allontanare definitivamente i cittadini dalla possibilità di controllo e
decisione sui beni comuni, che è un operazione di pubblica utilità. La cessione delle quote dell’azienda
giuliano-veneta da parte dei comuni di Padova e Trieste, pur consapevoli di
bruciare i mobili per scaldare la casa, costituiscono una vera e propria
boccata d’ossigeno per le loro casse. Infatti, oltre al 5% delle azioni del nuovo colosso, Hera verserà ad ognuno dei comuni,
circa 3,5 mln. Nella “nuova” Hera, entrerà anche la Cassa depositi e
prestiti. Si stima un fatturato di oltre 4 mld di euro annui. Abbastanza per lasciare le famiglie
meno abbienti senza acqua luce o gas e sufficienti per compensi per:
Maurizio
Chiarini (Amministratore Delegato) 518.243 euro
Tomaso
Tommasi di Vignano (Presidente) 475.836 euro
Roberto
Barilli (Direttore Generale Operations Hera Spa) 422.234 euro
Stefano
Venier (Direttore Generale Sviluppo e Mercato Hera Spa) 419.388 euro
Giorgio
Razzoli (Vice Presidente) 111.275 euro.
La mercenaria operazione avviene tramite
l’appoggio di quei partiti che solo poco più che un anno fa, hanno aderito alla
battaglia referendaria.
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