Di fronte a quello che sta accadendo, la parola
d’ordine non deve essere divisione o azzeramento, bensì rafforzamento,
consolidamento e soprattutto rinnovamento. Questa posizione si fonda sul fatto
che siamo di fronte non solo a fenomeni di malcostume e di corruzione, ma
all’emergere dalla crisi di un sistema che coinvolge l’intero sistema dei
partiti, il funzionamento della macchina dello Stato e la prima esperienza di
federalismo che l’Italia ha conosciuto in questi anni. Il Pdl, tuttavia, non è
affatto vicino alla dissoluzione come cercano di accreditare coloro che da
sempre hanno l’obiettivo di scompaginare la realtà e la più importante forza
politica di centrodestra. Nonostante l’effetto negativo della vicenda laziale,
con il quadro desolante però che è emerso e sta emergendo nella maggior parte
delle Regioni, coinvolgendo tutte quante le forze politiche, tutte quante,
indistintamente le forze politiche, i sondaggi dimostrano che il Pdl flette, ma
non crolla, subisce le difficoltà di tutti i partiti, ma resta in campo come
alternativa alla sinistra. In questo scenario, posizioni che puntano ad un
azzeramento del partito e alla ricostituzione magari di una forza tutta di
destra, finiscono anche involontariamente per alimentare le spinte alla
disgregazione e alla dissoluzione del Pdl, che i nostri avversari si augurano.
Bisogna al contrario partire dalle difficoltà obiettive, non per smantellare
quello che in questi anni abbiamo costruito faticosamente, bensì per sostenere
il nuovo corso che con l’elezione di Alfano il Presidente Berlusconi ha voluto
imprimere alla vita del partito. Da qui bisogna partire per fare un ulteriore
passo avanti sulla via del rinnovamento e del rafforzamento di un soggetto
politico che resta il fondamento di qualunque nuova alleanza alternativa alla
sinistra italiana. PDL
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