venerdì 31 agosto 2012

IL PD E MONTE PASCHI: PRELUDIO A QUEL CHE CI ASPETTA DOPO LE ELEZIONI DI PRIMAVERA


MPS E’ NATA 20 ANNI PRIMA DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA, MA DI TUTTI I GUAI AFFRONTATI NEI SECOLI IL PEGGIORE SI RILEVA IL PD CHE L’HA FERREAMENTE CONTROLLATA.
Quando una banca vale ormai 2,8 miliardi e lo Stato gliene dà 3,4 allora è inutile girarci intorno: è nazionalizzata. E’ quanto avviene al MontePaschi. Rottamato dalla politica e da un partito, il Pd. Dopo 540 anni di storia. In un quadro bancario italiano generale che non si ferma solo alla vicenda senese. 
A furia di negare che esista in Italia un problema bancario, i piu’ deboli degli istituti vanno nei guai uno dopo l’ altro. In un Paese che ha 55 agenzie bancarie per 100mila abitanti rispetto alle 19 olandesi, Bankitalia per prima doveva proporre ai governi in carica un fondo nazionale di ristrutturazione. I 25 mila esuberi annunciati negli ultimi mesi dalle banche sono ancora lontani dal risolvere il problema. Roe azzerato; cost/income altissimo per troppi dipendenti, dirigenti e agenzie; rettifiche da perdite sui crediti per non meno di 20 miliardi; ripatrimonializzazioni troppo a lungo rinviate per tener la coda alle fondazioni; svalutazioni di goodwill e attivi illiquidi troppo a lungo rinviati; incorporazione persistente del rischio sovrano nei costi di provvista della liquidità, e traslazione ai clienti del montante totale.Un bel quadro, non c’è che dire. Nel frattempo, tre paradossi al Montepaschi. 
Primo: si nazionalizza di fatto e il contribuente ci perde. Il Tesoro, assetato com’e’ di alti rendimenti nel conto economico sui Tremonti bonds, finisce poi per farci rimettere patrimonialmente, visto che in assenza di interessi pagati da MPS rilevera’ più o meno il 3% della banca quest’anno e analoga cifra l’anno prossimo se le perdite continueranno, ma a valori di carico della banca e non a prezzi di mercato, cioe’ facendoci pagare il titolo come contribuenti quattro volte piu’ di quanto oggi valga in Borsa.
Secondo: la speculazione ringrazia. Aver negato per anni che a Siena si andava a sbattere prima ha distrutto valore e titolo, oggi alimenta insider e aggiotaggio. Se Bankitalia avesse per tempo messo la fondazione alle strette, invece di esitare di fronte alla politica, si sarebbe potuto e dovuta organizzare una cessione dei quattro quinti della sua quota in blocchi, identificando soci istituzionali esteri, a prezzi che per la fondazione sarebbero stati piu’ intessanti perche’ antecedenti al precipizio che si e’ preferito aspettare. Ora invece sono le dichiarazioni della Fondazione stessa – vendiamo solo a quotazioni prossime al nostro valore di carico – a strappare dell tutto innaturalmente il titolo verso l’alto: roba da Consob. Terzo, la lezione vera e di fondo: la politica rottama le banche. Mps e’ nata 20 anni prima della scoperta dell’ America, ma di tutti i guai affrontati nei secoli il peggiore si rivela il Pd che l’ha ferreamente controllata. Al festival di Venezia Mps sponsorizza un bel film d’animazione su Pinocchio. Profumo e Viola – il management attuale per la prima volta non espressione diretta di una banca in cui anche gli autisti hanno il contratto dei bancari – non hanno colpe del passato, ma finanziare un film sul discolo di legno è coerente all’idea di banche devastate dalla politica. Oscar Giannino da CHICAGO BLOG 

PROVINCIA RAVENNA: ARRIVA LA PROVINCIA ROMAGNA?





PROVINCIALI DI PROVINCIA?


Quelli che non si sono mai occupati di politica, oh yes! (Jannacci/Viola)

Luca Bianchi.  A me sembrava di aver capito (male evidentemente), che sul tema dell'abolizione delle Province vi fosse un ampio, diffuso e trasversale consenso. Alla trattazione – spesso inappropriata - del tema "riduzione costi della politica", al primo posto nella hit parade dei tagli compariva inattaccabile la voce "chiusura delle province". Gran parte della politica, alcune categorie economiche, opinionisti degli organi d'informazione, tutti d'accordo: ente inutile, chiudere please. E anche velocemente se possibile.  Una discussione approfondita su compiti e funzioni dei diversi livelli istituzionali tesa a riformare, rendendola possibilmente più efficiente, la pubblica amministrazione? Orpelli. Perdite di tempo. Troppo trama avrebbe detto Benigni. No, la parola d'ordine era sopprimere, chiudere senza tante discussioni in politichese. Per carità. Di politica ce n'è fin troppa. "E noi non facciamo politica...!" Tagliare tagliare! Questo mi pareva. Ma forse sbagliavo. Almeno a giudicare dalle reazioni - anche queste diffuse e trasversali- Conseguenze, a mio modesto modo di vedere, più che prevedibili dal momento in cui si è iniziato a sollecitare, sulla scorta di un irrefrenabile spinta della sempiterna e benemerita (sic) pubblica opinione, all'abolizione dell' "inutile" ente. Se si dichiara che qualunque fosse il governo a venire, l'imperativo categorico, nell'ambito dei necessari tagli alla vituperata politica, dovesse essere la chiusura delle Province, il minimo da aspettarsi è che chiudano anche la Tua, con l'addio al relativo capoluogo. La Palisse, Catalano e persino Manlio Scopigno, sono sicuro avrebbero convenuto con me su questo punto. Per questo mi stupisce un po' questa levata di scudi, questa chiamata alle armi, che segue allo scetticismo (quando non alla palese contrarietà), fino ad oggi manifestati di fronte alla strada di una riforma seria e approfondita dei livelli istituzionali del territorio, che potesse pure preludere ad accorpamenti, ma con il pregio di costruire prima il contenuto del contenitore. Questo è clamorosamente mancato a questa discussione, con buona pace e qualche responsabilità di coloro che le Province le volevano solo chiudere. Tutte, tranne la propria.


giovedì 30 agosto 2012

LA PREMIATA DITTA FRATELLI ERRANI&C DICE NO.


TERREMERSE LA SOCIETA’ IN CUI E’ CONFLUITA LA COOPERATIVA DEL FRATELLO DI VASCO ERRANI HA PRESENTATO RICORSO AL TAR
La società “Cantina dei colli romagnoli” non ci sta e si rivolge al Tar contro la decisione della Regione Emilia-Romagna di revocare il finanziamento da un milione di euro datato 2006.  E’ l’ennesimo capitolo della vicenda Terremerse, la cooperativa agricola che sei anni fa, all’epoca in cui era presieduta da Giovanni Errani, fratello di Vasco, ricevette da viale Aldo Moro un sostanzioso finanziamento per la realizzazione di uno stabilimento vinicolo.   Dopo l’apertura dell’inchiesta della Procura della Bologna e poco più di un mese prima che per il governatore dell’Emilia-Romagna Errani arrivasse la ‘tegola’ della richiesta di rinvio a giudizio (per il reato di falso ideologico), alla fine di giugno la Regione aveva messo le mani avanti e chiesto indietro il finanziamento una volta per tutte. Con una determina del 12 giugno, infatti, in cui l’amministrazione so- stiene di essere stata indotta in “grave errore” dal fratello di Errani (per le menzogne sulla data di conclusione dei lavori per la realizzazione della cantina a Imola), viale Aldo Moro ha chiesto indietro il milione di euro ma non solo quello.  Alla società “Cantina dei colli romagnoli” (con cui nel frattempo si era fusa Terremerse) sono stati chiesti anche altri 353.000 euro a titolo di interessi. Ma la società, che tra l’altro la Regione col provvedimento di fine giugno ha escluso da ogni agevolazione in materia di agricoltura per tre mesi, evidentemente non ne vuole sapere di pagare e ha deciso di tentare la strada del Tribunale amministrativo. 

L’ACCORPAMENTO DELLE PROVINCE E’ INUTILE. RIDICOLO: SINDACI E AMMINISTRATORI DEL PD LITIGANO ININTERROTTAMENTE SULLA FUTURA CAPITALE DELLA ROMAGNA


BEN ALTRE INVECE SONO LE COSE CHE MERITEREBBERO RIFLESSIONE A COMINCIARE DAL RUOLO DEL NUOVO STRANO ENTE CHE RISCHIA IMPOTENZA E NANISMO AMMINISTRATIVO



UNA NUOVA TASSA, NOOOOOO!


PERCHE’ NON EROGATO, ALLORA, SUSSIDI ACHI FALUNGHE CAMMINATE IN MONTAGNA O PRATICA REGOLARMENTE ATTITVITA’ FISICA IN PALESTRA?

La pressione fiscale in Italia è troppo elevata e pertanto rappresenta un freno per la nostra economia. Ce lo hanno ricordato due autorevoli ministri del governo Monti, Corrado Passera ed Elsa Fornero. È doppiamente sorprendente, allora, che l’offensiva d’autunno del governo cominci con l’annuncio di una nuova tassa: un mini-balzello sulle bibite gassate. Non è ancora chiaro come il ministro Balduzzi intenda tassare le bevande ipercaloriche: bisognerà aspettare il testo del provvedimento-omnibus sulla sanità al quale sta lavorando. Gli obiettivi dichiarati sono due: nuove entrate per lo Stato e lotta a comportamenti ritenuti pericolosi, sul piano della salute, con conseguente aggravio di costi per il servizio sanitario nazionale. Una tassa sulle bevande gassate e zuccherate centrerebbe il primo punto con facilità, come sempre quando si vanno a colpire consumi diffusi e per nulla elitari. La vera questione è se l’ambizione ‘salutista’ sia o meno un’obiettivo politico legittimo, per il fisco Passera e Fornero hanno ricordato agli italiani un fatto di cui questi ultimi sono consapevoli: quanto i loro redditi siano falcidiati dalle tasse. Al danno però si aggiunge la beffa quando, sottrattaci una quota così rilevante dei nostri guadagni, lo Stato pretende anche di dirci come spendere i quattrini che ci rimangono in tasca. Il ministro della sanità sosterrà che la diffusione di stili di vita più sani avrà effetti positivi sui conti dell’SSN. L’aggravio di prezzo delle bibite gassate servirebbe a rendere più morigerati coloro che le bevono. Sta bene.

SINDACATI RICCHISSIMI



Palermo - “Referendum o Class Action” - La contestazione che è stata fatta alla triade ABC (Angeletti,Bonanni,Camusso) da una parte dei lavoratori tarantini è sacrosanta. C'è un profondo malessere operaio che può esplodere soltanto in certe occasioni nelle piazze e che deriva dalla passivizzazione della base del sindacato che deve subire gli accordi che i vertici nazionali stipulano spesso scavalcando anche i sindacati di categoria come viene fatto sistematicamente con i pensionati che pur essendo potenti non contano una cippa e debbono soltanto raccogliere deleghe e divulgare il Verbo della Loro Confederazione. I lavoratori non hanno nessuna sede dove fare prevalere le loro ragioni. L'autoritarismo dei sindacati è fortissimo e pervasivo delle strutture. L'Italia ha un problema grossissimo che si chiama democrazia sindacale. Tutti gli accordi dovrebbero essere sottoposti all'approvazione per referendum dai lavoratori. Cosa che non avviene mai oppure soltanto quando conviene al padrone (vedi Fiat). Quindi ci vuole una legge di regolamentazione del sindacato italiano. Una legge che si occupi anche dei loro bilanci che non destinano neppure un centesimo di euro alla solidarietà contrariamente a quando fanno altri sindacati nel mondo. Eppure sono sindacati ricchissimi. Io stesso ho una trattenuta dalla mia pensione anche se non sono mai stato onorato di ricevere una tessera o di essere invitato ad un congresso.  Credo che se i sindacati dovessero resistere nel loro autoritarismo si dovrebbe promuovere nei loro confronti una class action e chiedere ai giudici il disconoscimento di tutti gli accordi che non sono stati ratificati. di Pietro Ancona.

mercoledì 29 agosto 2012

L’ACCORPAMENTO DELLE PROVINCE E’ INUTILE. ALLA FINE PURTROPPO NON SI RISPARMIERA’ NULLA.



Leggendo la cronaca di questi giorni sia in Romagna, in Emilia in Toscana e in tutta Italia è i natto la lotta per restare capoluogo". "No, con Ravenna ma da soli”, “Con Livorno e Pisa per essere nella provincia più forte!". "Con Pisa mai, piuttosto l'annessione all'Emilia!". "Province più grandi per competere con Cina ed India!". Il teatrino di proposte in merito al riassetto delle province (alcune che in questi giorni sta animando la scena politica italiana, è un'ulteriore dimostrazione di quanto questo intervento si sia rivelato l'ennesima occasione che il governo, "tecnico", è riuscito a perdere per dimostrare di voler effettivamente fare qualcosa per i cittadini. Si fa un gran parlare di come procedere agli accorpamenti, ma nessuno spiega nel dettaglio o anche solo accenna a come questa operazione (per il momento solo mediatica) consentirà una riduzione della spesa pubblica. Come saranno riorganizzati gli uffici che resteranno? Quale sarà la nuova struttura politica e amministrativa deputata al governo del territorio? Che ne sarà dei dipendenti provinciali in esubero? Sono convinto che il semplice accorpamento, e non l'abolizione, di enti inutili come le province non porterà ad un risparmio consistente della spesa pubblica, ma ridurrà certamente al minimo la perdita di quelle poltrone così tanto care ai partiti.  Personalmente continuo a credere che le Province siano inutili, toglierne la meta per poi accorparle, alle altre lasciarle pochi compiti è una presa in giro. Vanno tolte e basta ma purtroppo vedrete che succederà come con le Comunità Montane tolte dal governo Berlusconi, ma rimaste nella, con stessi costi perché la maggior parte delle Regioni le ha trasformate in Unione dei Comuni, non c’è stato alcun risparmio! Nulla. Succederà purtroppo anche con le Provincie che oltre a mantenere alcuni compiti non lasceranno le altre competenze. Chi vivrà, vedrà. Vincenzo Galassini

PROVINCIA UNICA DELLA ROMAGNA, RIMINI IN RIVOLTA CONTRO L’ASSE TRA FORLI E RAVENNA


SPUNTA L’IPOTESI REFERENDUM. ANCHE IL PDL RIMINISE LA PENSA DIVERSAMENTE
Rimini, 28 agosto 2012 - RAVENNA ‘capitale’ della Romagna? «Non rinunceremo alle nostre prerogative per ordini superiori, questo non è un risiko in cui si scimmiotta Yalta: è una partita che riguarda la vita delle persone, non la spartizione a capocchia di sedi e poltrone». Lo afferma il presidente provinciale riminese, Stefano Vitali, che critica il Pd mentre i quattro segretari del Partito democratico romagnolo marciano spediti verso il progetto della maxi Provincia. E mentre spunta l’inedita ipotesi referendum, Vitali si dice «molto preoccupato perché vedo che il Pd e qualche amministratore del Pd, con mosse incaute, stanno dando l’impressione di avvallare un disegno ristretto di gestione di un processo complesso» (con il via libera alla Spending review resta poco più di un mese per portare lo schema di riordino al Cal, Consiglio delle autonomie locali dell’Emilia Romagna). Vitali sembra condividere una preoccupazione di tanti. Ovvero, che quelli del Pd «abbiano già deciso in federazione ciò che i sindaci e i presidenti delle Provincie dovranno ‘proporre’ nel Cal e che l’assemblea regionale dovrà ‘deliberare’ sul tema delle Province», come sostiene Marco Lombardi. Si spiegano in questo quadro le recenti stilettate tra il capogruppo provinciale Pd Lino Gobbi e il segretario provinciale Emma Petitti. Col Pd litigante il rischio è che Rimini venga fatta a pezzi e spartita voracemente dalle consorelle di Romagna, col placet di Bologna. Il rischio è che il territorio venga svuotato di contenuti: ci si riferisce al destino di Prefettura, Questura, Comando dei carabinieri e della Finanza, Camera di Commercio con i suoi corposi investimenti patrimoniali in fiera, palacongressi, aeroporto ecc.

martedì 28 agosto 2012

IL DEBITO ITALIANO CRESCEVA NEL 1999 DI 2 MILIARDI DI EURO AL MESE, NEL 2008 DI 3,8 MILIARDI, NEL 2011 DI 6,4 MILIARDI, MA NEL 2012 GRAZIE A MONTI SIAMO GIA’ A 9 MILIARDI AL MESE DI CRESCITA. SI VEDE LA MANO DEL PROFESSIONISTA



Il governo Italiano ha caricato il paese con un debito enorme ed ora, mentre procede nella Missione Impossibile di ripagarlo, le tasse stanno facendo a pezzi quello che rimane dell’attività imprenditoriale, incapace di sostenere tale onere. Il debito Italiano è arrivato alla tremenda cifra di 1,973 miliardi di euro. Quello che davvero sorprende, oltre alle varie chiacchiere sull’austerità, sui tagli alla spesa e sulle riforme, è il ritmo a cui sta crescendo questo pesante carico. Il debito Italiano nel 1999 aumentava ad un ritmo di circa 2 miliardi di euro al mese; nove anni dopo (grazie anche all’entrata nell’euro e la facilità di finanziamento dovuta ai tassi di interesse della Germania) questo ritmo è quasi raddoppiato a 3,8 miliardi al mese. Sin dal 2008, dopo lo scoppio della crisi e le ridicole ricette Keynesiane sulla spesa e sui deficit, il ritmo si è impennato ancora di più arrivando a 6,4 miliardi al mese. Ma non è finita qui. Il bello è arrivato con il governo tecnico che negli ultimi 9 mesi è riuscito ad aumentare la velocità dell’indebitamento fino a 9.5 miliardi di euro in più al mese. E Monti parla ancora di ripresa? Nel suo mondo fatato, forse, dove i Keynesiani vanno girando con bacchette magiche e trasformano lo sterco in IOU del governo. r.c

ABOLIRANNO LE PROVINCE? MAH…..INTANTO FESTEGGIAMO IL XX ANNIVERSARIO DEI GEMELLAGGI TRA LA PROVINCIA DI RAVENNA E L’OSTALBKREIS



Per festeggiare il XX anniversario dei gemellaggi tra i comuni della Provincia di Ravenna - Cervia, Faenza e Fusignano - e la provincia tedesca dell'Ostalbkreis in calendario per il mese di settembre un programma musicale della Junge Philarmonie. La Junge Philarmonie è un'orchestra composta da 70 giovani di età compresa tra i 14 e i 25 anni. Fondata nel 1995 ha partecipato a grandi eventi sia nell' Ostalbkreis che all'estero.  In occasione del XX anniversario del gemellaggio tra la Provincia di Ravenna e l'Ostalbkreis, la Junge Philarmonie si esibirà
  • a Cervia, Piazza Garibaldi domenica 2 settembre ore 21.30;
  • a Faenza, Piazza Nenni lunedì 3 settembre ore 21.15;
  • a Fusignano, Teatro Moderno, Corso Emaldi 32, martedì 4 settembre ore 21.00.
I concerti sono realizzati in collaborazione con i Comuni di Cervia, Faenza e Fusignano.  Il programma prevede:  Peter I. Tschaikowski, Concerto per pianoforte No.1b-moll;  Johannes Brahms, Ouverture accademia c-moll; Antonin Dvorák, sinfonia No.8 G-Dur.  Maestro:Uwe Renz; Solista: Elias Opferkuch ( pianoforte).  La Provincia di Ravenna e la Provincia tedesca dell'Ostalbkreis - Land del Baden Württemberg, uno dei maggiori bacini di riferimento per la promozione turistica del nostro territorio - sono gemellate dal 1992 e da anni promuovono scambi economici, sociali, culturali, scolastici e sportivi.
In tale ambito sono cresciute le relazioni, con particolare attenzione al mondo giovanile, con la convinzione che, attraverso scambi tra scuole, incontri sportivi e visite reciproche si esaltino i valori dell'amicizia, dell'accoglienza, della lealtà.  Di seguito l'elenco dei Comuni ravennati che, nel corso di questi venti anni, si sono gemellati a loro volta con Comuni dell'Ostalbkreis:  Bagnacavallo Neresheim  Bagnara Adelmannsfelden, Casola Valsenio Bartholomä, Castel Bolognese Abtsgmünd , Cervia Aalen ,Cotignola Hüttlingen , Faenza Schwäbish Gmünd , Russi Bopfingen , Solarolo Kirchheim am Ries ,

PROMESSE DA MARINAIO: RITARDO IL PIANO CASA PER I TERREMOTATI.


 Gli sfollati non passeranno l’autunno in tenda”, così ha promesso solennemente il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani in occasione della visita del Dalai Lama ai territori emiliani colpiti dal terremoto. Promesse da marinaio dunque, se si considera quanto ha recentemente dichiarato il Sindaco di Mirandola, Maino Benatti: “non riusciremo a togliere gli sfollati dalle tende prima di novembre”. Una prospettiva che seriamente preoccupa i tanti cittadini costretti a vivere nelle tende della Protezione Civile: dopo avere sofferto il caldo soffocante dell’estate, gli sfollati sarebbero costretti, se queste previsioni venissero confermate, a patire il freddo dell’inverno. Tutto ciò alla faccia della pretesa efficienza della “Giunta rossa” e del suo onnipresente presidente. Attualmente sono 3560 le persone ancora ospitate nelle aree di accoglienza  per gli sfollati; a queste si aggiungono gli sfollati ospitati in strutture al coperto, come palestre o scuole, che sono 179 e altri 1853 ospitati in alberghi a spese dello Stato. Altri sfollati hanno trovato rifugio presso le abitazioni di amici e parenti, poste fuori dalle aree colpite dal sisma e questo contribuisce ad aumentare sensibilmente il loro numero. Il Commissario straordinario per le zone terremotate, Vasco Errani è il principale responsabile di queste incertezze e di questi ritardi. Il Piano Casa della Regione Emilia Romagna è ancora in attesa delle ordinanze di Errani. I moduli abitativi prefabbricati continuano ad essere un miraggio: la Regione ha da poco avviato le procedure per le gare d’appalto, mentre i Comuni devono ancora indicare le aree edificabili. Di questo passo i terremotati rischiano di rimanere in tenda fino a Natale, se non oltre. Chi non può permettersi di aspettare un tetto sono le imprese che, senza una sede, rischiano il crollo economico. Intanto le macerie delle aziende e delle abitazioni continuano a fare da sfondo alle riprese televisive, senza che nessuno abbia provveduto a rimuoverle.  Nei giorni scorsi, in occasione della festa dell’Unità di Modena, Vasco Errai è stato contestato da due imprenditori di Rovereto di Novi, i fratelli Iorio e Gino Grulli, titolari dell’azienda Manifattura Modenese, che hanno accusato il governatore di essere stati lasciati soli nell’emergenza. I due sarebbero stati allontanati dal servizio d’ordine della festa. Ancora una volta l’intolleranza verso le critiche e l’arroganza dei post-comunisti trovano conferma. Fabio FILIPPI

lunedì 27 agosto 2012

CI FANNO FARE LA FINE DEI GRECI: I PROFESSORI FANNO UN’ONDATA DI ASSUNZIONI A SCUOLA ANZICHE’ TAGLIARE. ANCHE I BOCCONIANI FANNO CAMPAGNA ELETTORALE



La Grecia, un paio di mesi orsono, circa, nel pieno della buriana finanziaria che l'aveva stroncata, invece di abbassare la spesa pubblica, assunse 70mila statali, condannandosi a morte. Ecco, noi venerdì, grazie al governo Monti, abbiamo fatto la stessa identica cosa. Tagliare? Risparmiare? Non se ne parla neanche. Il Consiglio dei ministri, mescolando (per non dire imbrogliando) le carte, è riuscito nell'impresa di porre le basi per caricare sul groppone della pubblica amministrazione 50mila persone, cui sarà elargito regolare stipendio finché saranno in vita. Bell'affare. Non proprio bello come quello greco, ma poco ci manca. Ne abbiamo dato notizia ieri con grande stupore nostro e, immaginiamo, del lettore che da anni sente predicare: purtroppo gli organici statali sono pletorici e andrebbero ridimensionati. Ora, anche uno sciocco sa che si può ridimensionare aggiungendo o togliendo. Dato che il governo italiano è costituito da professori coltissimi e intelligentissimi, ha pensato di annettere grasso al corpaccione già obeso della scuola e dell'università. Anziché ridurre il numero esorbitante dei docenti (e dei dirigenti) che campano di cattiva istruzione (tra le più scalcinate d'Europa), lo ha aumentato di (ripetiamo) 50mila soggetti.Se vi pare una buona idea... Confessiamo: siamo basiti e anche leggermente disgustati. È assurdo pensare che l'Italia sia in grado di salvarsi imitando (nel peggio) la Grecia. Ma tant'è. Ci tocca anche questa. Le statistiche dimostrano, comparando i nostri organici con quelli di altri Paesi più efficienti, che abbiamo più insegnanti rispetto agli altri europei e allora, non volendo rinunciare a questo deprimente primato, non ci lasciamo sfuggire l'occasione per reclutare nuovi maestri e nuovi professori, visto che qui, nella Penisola, nascono più docenti che discenti.

UDC ABOLIRANNO LE PROVINCE? MAH…..



Le tradizionali e  incrollabili feste dell’Unità o, meglio, feste del Partito Democratico, rappresentano ormai un pezzo di storia sociale e politica perfettamente inserita nel nostro contesto. Oltre agli aspetti ludici - ricreativi aperti a ogni tipo di età, gli organizzatori di tali manifestazioni  riservano  momenti di dibattito e di confronto sui principali temi di attualità, tra cui quelli che riguardano la vita delle istituzioni pubbliche locali. A tal proposito è in programma un confronto sul futuro delle province che catturerà sicuramente l’interesse e la curiosità di molti amministratori ed eletti nelle istituzioni, oltre a quella di  numerosi cittadini. Sarebbe, tuttavia,  molto importante che il futuro di questo ente intermedio trovasse maggiori  occasioni di approfondimento nelle aule deputate all’attività degli eletti dal popolo, proprio per evitare che le strategie di programmazione e d’ indirizzo, prerogativa esclusiva dei consigli provinciali, non passino prima dai palchi riservati ai dibattiti delle feste.         
E’ vero che la sovranità appartiene al popolo, ma è altrettanto vero che quest’ultimo sceglie attraverso il  voto, i propri rappresentanti. Gianfranco Spadoni consigliere provinciale UDC

sabato 25 agosto 2012

ABOLIRANNO LE PROVINCE? MAH…..



DI ERNESTO CERNEAZ .Nei loro due articoli di ieri, sia Facco che Cagliani hanno messo in chiaro due aspetti – tasse e pensioni – della manovra ferragostana. Ma i 45 miliardi e mezzo di euro che il governo s’è imposto di raggranellare, toccano molti altri aspetti che meritano l’attenzione, uno di questi è quello relativo ai tagli della politica. L’annuncio fragoroso è stato: “Aboliremo 36 province, accorperemo oltre 1400 comuni, taglieremo 54.000 poltrone”! La domanda è: secondo voi lo faranno? Basta leggere i quotidiani di oggi e vi accorgerete che è scoppiata la rivolta dei parassiti, fra i quali emergono a gran voce i leghisti, più parassiti degli altri e, soprattutto, più affamati degli altri di soldi pubblici. A Lodi il presidente in camicia verde della provincia a proposto una manifestazione di piazza in difesa del “suo” ente; a Sondrio, un altro legaiolo, ha lanciato l’idea di un referendum, in Toscana vogliono dar vita ad una nuova provincia addirittura da chiamarsi “Apuania”. Stessa solfa tra i consiglieri comunali in vista di taglio e – ancor di più – tra quelli regionali, che si intascano migliaia e migliaia di euro a babbo morto, quando non per fare danni. Tornando alle Province, i dati sono chiari: Allo Stato costano 14 miliardi di euro all’anno, ai cittadini circa 160 euro pro-capite ogni dodici mesi: le Province “sprecone” in Italia sono 110 in tutto. Danno da mangiare a 61 mila dipendenti e, invece di essere ridotte, sono aumentate: negli ultimi sette anni ne sono nate sette. Poi ci sono quelle in versione mini, ovvero con meno di 200 mila

NUBI IN CIELO PER MONTI:”SILVIO RITORNA”



Rimini, 19 agosto 2012 - IERI pomeriggio i bagnanti delle spiagge della Romagna, e non solo, hanno avuto una curiosa sorpresa. Verso le 16 è stato avvistato da milioni di villeggianti un aereo che, da Fano a Lido di Classe, ha portato in giro il messaggio «Silvio ritorna». L’idea è del senatore ed ex sottegretario Mario Mantovani che, assieme a parte del Pdl di Bellaria, ha deciso di affittare il velivolo per circa 1.500 euro e spedire un segnale: Berlusconi deve tornare al centro della politica. «Ho assitito alla scena dalla spiaggia di Bellaria — racconta Mantovani — e credo che saranno stati quasi 3 milioni quelli che hanno visto passare l’aereo. Le reazioni sono state le più svariate: chi esultava, chi diceva ‘È ora’, chi non sopportava l’idea dicendo ‘Ancora lui’». Dopo circa un’ora dall’atterraggio dell’aeroplano, verso le 19, l’ex presidente del Consiglio ha chiamato Mantovani per manifestargli il proprio apprezzamento. «BERLUSCONI non sapeva che stavamo organizzato questa sorpresa — prosegue il senatore —, qualcuno lo ha informato mandandogli alcune foto del volo. Era molto contento, sono segnali di affetto che restano impressi. Berlusconi al telefono ha aggiunto: ‘Non state a mettere in piedi tante iniziative però, sono ancora incerto se scendere in campo. Poi guardate quanti problemi mi dovrei prendere in carico’. Prima di salutarlo gli ho fatto l’in bocca al lupo per la partita di questa sera (Milan-Juventus di ieri sera a San Siro)». Il momento del passaggio dello ‘spot’ volante (di cui c’è un precedente proprio a Igea Marina nell’estate 2010 con la scritta ‘Per fortuna che Silvio c’è’) è avvenuto quasi in contemporanea all’entrara in scena al Meeting del premier Mario Monti. Di certo non un caso.

venerdì 24 agosto 2012

BERLUSCONI E’ UN FUORI CLASSE RISPETTO AI BROCCHI DELLA POLITICA ITALIANA……



Ormai è chiaro come l’acqua cristallina. Nel centrodestra l’idea che il Cavaliere possa ricandidarsi Premier fa venire atroci mal di pancia. Del resto, nelle file del PDL (e non solo) sono in molti – in verità, più che nel centrosinistra – ad auspicare un pensionamento dorato per Berlusconi, nella convinzione precisa che la sua ingombrante figura alle prossime elezioni sia più dannosa che utile. La verità è però ben più sfaccettata. In primo luogo, se il centrodestra perderà le prossime elezioni, le responsabilità dovranno essere imputate a tutti gli attori principali della passata legislatura (quella attuale). È comodo infatti prendersela con un solo uomo, comunque bersagliato quotidianamente dalla stampa di sinistra e da una giustizia non sempre obiettiva. Soprattutto è comodo quando nelle fasi del passato governo, c’era chi remava contro e chi ha persino tradito il proprio elettorato.Dunque, se è vero che Berlusconi non si è impegnato abbastanza per creare una casa dei moderati liberisti, preoccupandosi giocoforza di altre faccende più… personali, è anche vero che i suoi “amici” e “collaboratori” non sempre (in verità quasi mai) sono stati all’altezza della situazione. Ognuno ha tirato acqua al proprio mulino, innaffiando il proprio orticello personale, e si è altamente sbattuto del futuro degli italiani, oggi costretti a subire un governo del palazzo (persino con il loro voto) e la prospettiva di peggiorare la situazione se al governo poi ci andrà il più grande sponsor del palazzo: il centrosinistra. La situazione è decisamente nera, non solo per il centrodestra, che ha assunto le fattezze di un’armata brancaleone senza capo né coda, ma pure per l’Italia, infilatasi in un tunnel dal quale non riuscirà a uscire, costretta com’è a un scelta tra la sbobba politica offerta dal trio Bersani-Casini-Vendola e l’antidemocrazia europea, sponsorizzata da banche e speculatori. Davanti a questa trista realtà, l’ennesima discesa in campo del Cavaliere rischia di essere il proverbiale raggio di sole in una giornata di temporale; l’arma vincente, o comunque il muro di gomma capace di arginare la deriva cattocomunista in cui ci stanno trascinando Monti, Bersani e Casini. E seppure non la ritengo la scelta ottimale, è una scelta certamente obbligata, davanti a una classe politica che ha perso, ancora una volta, l’occasione di creare un grande partito moderato contrapposto alla sinistra. Ma forse è pure comprensibile: è difficile se non impossibile aspirare a un siffatto alto e nobile ideale, quando gli uomini che dovrebbero perseguirlo non riescono proprio ad andare oltre il loro interesse di bottega. Ora non ci resta che il ruolo della gazza ladra, capace per natura di rubare consenso e scena.
Nel bene e nel male Berlusconi in questo ruolo è un fuoriclasse rispetto ai brocchi della politica italiana…         rischio calcolato

ANTONIO MANGANELLI IL CAPO DELLA POLIZIA, IL MANEGER PUBBLICO PIU’ PAGATO D’ITALIA, FA RICORSO PERCHE’ CON 294.000EURO/ANNO NON PUO’ VIVERE



Il decreto del presidente del Consiglio Mario Monti, quello con cui è stato fissato per legge che chi lavora per l’amministrazione pubblica non possa guadagnare di più del primo presidente della Corte di Cassazione (294mila euro l’anno), non è stato digerito da tutti. A guidare la fila dei ribelli ci sarebbe Antonio Manganelli: il capo della polizia, il manager pubblico più pagato d’Italia, avrebbe infatti presentato ricorso contro quel decreto che, di fatto, gli dimezza lo stipendio che oggi lo vede percepire qualcosa come 621mila euro all’anno. La polemica del capo della polizia sulla notevole decurtazione della sua busta paga (passerà da circa 52000 euro/mese a soli 24000 euro/mese) è solo la prima ufficiale, e non è da escludere che possa essere presto seguita da altre. La lista degli amministratori pubblici scontenti per questo nuovo (e improvviso) taglio, infatti, risulta essere molto lunga.  Ecco alcuni funzionari di stato che rischiano di vedersi tagliato il loro magro stipendiuccio:
1.     Antonio Manganelli, capo della polizia: 621.253,75
2. Mario Canzio, ragioniere generale dello Stato: 562.331,86
3. Franco Ionta, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: 543.954,42
4. Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto del ministero dell’Economia: 536.906,98
5. Biagio Ambrate Abate, capo di stato maggiore della Difesa: 482.019,26
6. Raffaele Ferrara, direttore monopoli di Stato: 481.214,86
7. Giuseppe Valotto, capo di Stato maggiore esercito: 481.021,78

L’ALLARME SICCITA’ E LE ILLUSIONI DI RABBONI. NO PICCOLI INVASI (10 MILIONI DI EURO) MA MEGLIO DIGHE DA PARMA A REGGIO EMILIA E RAVENNA



Tiberio Rabboni, assessore alle Politiche agricole della Regione Emilia Romagna, dopo avere riconosciuto che "il puntuale ripetersi di lunghi periodi senza pioggia ha reso ormai strutturale il problema della siccità", si è abbandonato a ad idee fantasiose quanto inutili ed improduttive, certo non in grado di fornire risposte concrete al drammatico bisogno di acqua denunciato dalle aziende agricole e pastorali.
Rabboni infatti ipotizza la creazione di una rete di piccoli e medi invasi in cui stoccare l'acqua nei momenti di maggiore abbondanza. Per realizzare questo "funambolico" progetto la Regione Emilia Romagna intende, a detta di Rabboni, presentare un nuovo bando di 10 milioni di Euro. Siamo alle solite: gli amministratori rosso-verdi ancora una volta si propongono di curare una polmonite, rappresentata dalla cronica siccità, con la solita aspirina. In questo modo l'agricoltura dell'Emilia-Romagna rischia di essere gravemente penalizzata, gli animali non trovano più acqua per abbeverarsi. A volte gli esponenti del pd sono davvero fuori dalla realtà, che non conoscono, o forse ignorano i problemi delle aziende agricole. Noi invece, che siamo gente del fare e che conosciamo la realtà, non ci perdiamo in inutili fantasie, destinate a creare solo sprechi di denaro pubblico, ma proponiamo una soluzione strutturale che, per le provincie di Reggio Emilia e Parma, è rappresentata dalla costruzione della diga di Vetto.
La prolungata situazione di siccità, che colpisce l’intera Emilia-Romagna, interessa, infatti, anche le provincie di Reggio Emilia e Parma.  Questa situazione di siccità rende estremamente attuale il tema della Diga di Vetto.

IL PD EVASORE: ALLE FESTE DELL’UNITA’ NIENTE SCONTRINI



Si professano i crociati contro l’evasione fiscale e poi fanno i furbetti. Parliamo dei meravigliosi piddini che nelle loro sempre più deprimenti Feste dell’Unità non emettono scontrino fiscale per i panini con le salame, piadine, spillette ecc.  Manifestazioni completamente esentasse con lo scontrino completamente assente. Registratori di cassa non pervenuti e privilegio fiscale che grida vendetta. Il tutto consentito dalla legge: non si sa perchè ma i sinistri godono dell’ennesimo vantaggio, infatti ai ristoranti e negli esercizi delle Feste dell’Unità gestiti direttamente dai volontari non si fa lo scontrino e quindi non si pagano le tasse. In tempo di crisi quando si chiede a tutti un contributo i piddini continuano a fare i propri comodi visto che gli incassi esenti da Iva sono però ragguardevoli: 4 milioni di euro per la festa al Parco Nord a Bologna del 2010, circa 12 milioni di euro per l’insieme delle feste provinciali che si sono tenute l’anno scorso sul territorio. Parlano tanto delle esenzioni per la Chiesa ma nessuno si preoccupa di quelle scandalose per il finanziamento del Pd. Un privilegio indegno di cui ovviamente Bersani & compagni non si vergognano nè denunciano. Eccoli i moralmente evasori…

giovedì 23 agosto 2012

TROPPE 25 POLIZIE IN ITALIA, PAGHIAMO UNA MULTA DA 30MILA EURO ALL’EUROPA PER LA MANCATA UNIFICAZIONE DEL NUMERO DI EMERGENZA. URGENTISSIMO CAMBIARE, DOPO LA RIVOLUZIONE DELLA VITA AMMINISTRATIVA, COME IL NUOVO RUOLO DELLE PROVINCIE E IL “FISCAL COMPACT”.



Nel silenzio di tutti,  la Camera ha ratificato  il “Fiscal compact”. Il trattato che impegna l’Italia con l’Europa per il rientro del debito. La notizia passa sotto silenzio. Divisioni all’interno di tutti i gruppi in quanto è un impegno che solo per il prossimo anno vale 50 miliardi di euro di tagli di spesa.
Abbiamo uno Stato (1861) con leggi ancora di due secoli  adeguate in alcune parti ma con la stessa struttura di quando si scriveva  a mano e non è mai stato completamente aggiornato alle  realtà completamente sconvolta in tutti i sensi.  Abbiamo caserme dei carabinieri ancora in tanti piccoli Comuni e nelle sue  frazioni, con costi notevolissimi e superati nella realtà che non si vogliono cambiare per puro  “campanilismo” degli amministratori e cittadini quando le esigenze sono completamente cambiate.  Paghiamo una multa giornaliera alla Ue di 30mila euro, presto lieviterà a 90mila, piuttosto che costringere gli apparati a piegarsi alle esigenze del contribuente, unificando il numero d’emergenza. Abbiamo un agente di polizia ogni 175 italiani, 50 e 20 per cento in più rispetto a Gran Bretagna e Germania.  Non sappiamo quante sono le polizie e quanto si spende e la sicurezza è garantita da polizie numerose, piuttosto che ben addestrate, ridotte all’osso e non ben pagate Le polizie sono apparentemente sette: polizia di Stato, arma dei carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale dello stato, polizia penitenziaria, capitaneria di porto, corpo nazionale dei vigili del fuoco.  Solo sommando carabinieri, polizia e fiamme gialle superiamo ogni record europeo. Sommate le altre quattro, abbiamo mezzo milione di uomini. Sin dal fascismo la «funzione di polizia» è connessa anche alle licenze e alle autorizzazioni, cioè al sottopotere o quanto meno alle contravvenzioni, alla paletta che spalanca la corsia d’emergenza, ai biglietti gratuiti. Ogni ministro ha la sua polizia, propri aerei, motoscafi, navi, elicotteri, scorte, foresterie, privilegi, più o meno legittimi, tutti dispendiosi.  Alle duplicazioni delle funzioni delle polizie ad ordinamento statale fanno da controcanto le duplicazioni locali. Sulle strade, infatti, incontrate anche polizia locale, provinciale e gli ausiliari del traffico.  Sui cibi vegliano carabinieri, forestali dello stato e delle regioni, come pure polizia sanitaria promanante dalle Usl. Sui morti, sul lavoro e sui morti del lavoro, sulle opere d’arte e sulle monete contraffatte e persino sulle frontiere, ovunque una quantità di polizie, statali e non, veglia sulla vostra perpetua insicurezza quotidiana.  Nessuno sa il totale, neppure lo stato che paga. Solo il contribuente se ne accorge. chiediamo
Alla Provincia nell’ambito della nuova organizzazione amministrativa delle province di promuovere l’unificazione delle polizie provinciali con altre già esistenti.
Al Governo, al  Parlamento, alla Regione, nell’ ambito del “fiscal compact”    una nuova organizzazione dello Stato, delle Regioni e dei Comuni e  solo  tre  corpi di polizia come avviene in tutta Europa
Una organizzazione completamente diversa articolata  in dimensioni di area  più vasta ma dotata di mezzi e collegamenti con il territorio anche con minori strutture e fabbricati e personale amministrativo, ma con più uomini sul territorio che fanno capo ad una sede più centralizzata .
Uomini ancor meglio preparati, e utilizzando una parte dei risparmi che si otterranno con la riorganizzazione e diminuzione di comandanti e sedei di   adeguare  gli stipendi di chi opera in un settore così vitale per la sicurezza dei cittadini.
Al governo di unificare immediatamente i numeri dell’emergenza 113 o 112, 118, 1717 o 1515 per non continuare a pagare le multe europee.  Il consigliere provinciale Vincenzo Galassini (Pdl)



E IO PAGO: TASSE LOCALI DAL 47,6% DEL ‘96 AL 102% DEL 2011. SENZA FEDERALISMO NON SE NE VIENE FUORI


DANIELE NERI FAENZA. UNA PROPOSTA PIANTE E FRUTTI DI MAGGIORE QUALITA’


PARCO DELLA VENA DEL GESSO: ANIMALI PEGGIO DELLA GRANDINE, INTOCCABILI PER LA RICHEZZA DELL’ECOSISTEMA


COLPO GROSSO ALLA FESTA DELL’UNITA’ DI COTIGNOLA BOTTINO: 30MILAEURO. DUE PESI E DUE MISURE?



Dalla stampa apprendo: “Colpo grosso alla Festa dell'Unità di Cotignola nel corso dell'ultima serata, quella di lunedì 20 agosto, al campo sportivo di via Alighieri: sono stati rubati circa 30mila euro in contanti, nel bel mezzo della festa, intorno alle 22. I malviventi sono entrati nello spogliatoio dove era custodito l'incasso e nel giro di pochi secondi hanno fatto razzia del denaro, portando via anche alcuni documenti. I  malviventi hanno agito nel bel mezzo della serata essendo l'ultima sera, c'erano anche più soldi del solito: li tenevamo lì per fare i pagamenti. Chi ha agito deve avere dato una forte 'spallata' alla porta per riuscire ad entrare». Anche quest'anno la Festa dell'Unità aveva riscosso una grande partecipazione. Solo ieri sera c'erano oltre 700 persone a cena.”  A Riolo Terme alla Festa dell’Unità, non si conosce  l’incasso, ma con una  cena a scopo benefico per i “terremotati”  hanno raccolto per i terremotati la somma di 3.000 euro a Brisighella, sempre alla Festa dell’Unità all’interno delle Terme, nella cena dedicata  ai terremotati hanno raccolto  solo 2.500euro con la partecipazione di 400 persone al costo di 10 euro.  Una“cattiva” riflessione, alla ”Andreotti”, con le nuove norme i pensionati sopra le 1.000 euro debbono aprire il conto corrente in banca,  e tutti devono pagare le “fatture” con bonifico bancario o assegno,  il Pd è esentato o c’è qualcosa altro? Vincenzo Galassini Consigliere Provinciale Ravenna PDL.

mercoledì 22 agosto 2012

IL PDL E IL CALO DEI TURISTI IN RIVIERA: I TEDESCHI SPECULANO SUL SISMA-


ILDI PRESENZE E’ DA IMPUTARE “ALLA LOBBY DEI TOUR OPERATOR TEDESCHI, CHE  FANNO TERRORISMO MEDIATICO” SUL TERREMOTO
I tour operator tedeschi "speculano sulla paura del terremoto", secondo il Pdl, che collega il calo di presenza in Riviera al sisma del 20 e 29 maggio in Emilia. "Anche il turismo ha risentito dell'effetto terremoto- afferma Luca Bartolini, consigliere regionale berlusconiano - la riviera romagnola ha certamente subito un danno". Per il consigliere, in Romagna "quest'anno non ci sono tedeschi, non ci sono stranieri o comunque ce ne sono pochi". Tra i motivi di quest'assenza, sostiene, c'è sicuramente la crisi. Ma anche "la lobby dei tour operator tedeschi, che hanno interessi altrove, ha fatto un vero e proprio terrorismo mediatico". L'esponente Pdl cita come esempio la scossa di giugno al largo di Ravenna. "In televisione in Germania annunciavano che c'era stato questo ennesimo terremoto e che si era sentito molto bene a Cervia e a Rimini - spiega Bartolini - e contemporaneamente mandavano in onda le immagini della zona della bassa emiliana disastrata dal sisma. Questo è terrorismo mediatico". Ancora oggi, segnala il consigliere regionale del Pdl, "ci sono turisti che telefonano agli albergatori esprimendo loro la propria solidarietà. Gli albergatori puntualmente rispondono che loro sono in un'altra regione, che sono in Romagna e non in Emilia, per cui possono venire tranquillamente".

martedì 21 agosto 2012

POVERA ITALIA: LE VERE VITTIME DEL RAZZISMO SIAMO NOI ITALIANI


IL GATTOPARDO: PROVINCE UN DISASTRO. QUELLA DI ROMA SI REGALA UN GRATTACIELO. QUELLA DI FORLI SI E’ TRASFERITA IN UN NUOVO PALAZZO.


LA SPENDING REVIEW TRASFORMA LA PROVINCIA DI ROMA IN CITTA’ METROPOLITANA, MA ZINGARETTI NON DEMORDE E SI REGALA 67MILA METRI QUADRATI IN UN GRATTACIELO ANCORA IN COSTRUZIONE ALL’EUR
Sono mesi che non si fa altro che parlare dei tagli alla spesa pubblica, al punto che ormai la locuzione "spending review" è - fin troppo - entrata nel linguaggio corrente. Mario Monti e il supercommissario Enrico Bondi hanno setacciato il bilancio dello Stato alla ricerca di anche un solo centesimo da recuperare. Una delle riforme in questo senso è stata quella che ha coinvolto le province, salvandone solo 43 su 107. Tra le 10 che saranno trasformate in città metropolitana c'è anche quella di Roma che però non sembra proprio aver recepito l'aria di sobrietà che il governo doveva portare. La Provincia di Roma, infatti, non ha nessuna intenzione di desistere dalla decisione di spendere ben 263 milioni di euro per comprare 67mila metri quadrati di uffici nei grattacieli in costruzione in zona Eur. Una vicenda che, tra l'altro, lascia senza parole non solo per l'enorme investimento in un periodo di austerity. Tutto ha inizio, come racconta llMessaggero, nel 2005, quando la giunta democratica guidata da Enrico Gasbarra ha deciso che Palazzo Valentini non bastava più. Troppi uffici, troppe sedi sparse per la città non facevano che sprecare soldi e tempo dei cittadini. Così viene pubblicato un primo bando esplorativo per capire dove realizzare un'unica, grande sede. Solo nel 2007 arriva l'accordo con Parsitalia (gruppo della famiglia Parnasi) e si stipula un contratto di locazione del maxicomplesso in costruzione. Nel 2009 a Gasbarra è succeduto Nicola Zingaretti (Pd) e, nonostante l'indebitamento e le ipotesi di riforma degli enti provinciali, si decide di cambiare il contratto e passare all'acquisto degli spazi. L'ok definitivo del Consiglio provinciale arriva solo il 25 ottobre del 2010.

UNA SCUSA SI TROVA SEMPRE: DATE L’ESEMPIO! UNA VERGOGNA DEL PARLAMENTO


lunedì 20 agosto 2012

IL PDL REGIONALE SI MUOVA: COMINCI A CHIEDERE LA RIDUZIONE DELLE SPESE, ALTRIMENTI I CITTADINI NON CI VOTANO PIU’


IN TV CON I SOLDI DELLA REGIONE, COINVOLTI TUTTI! SMETTETELA
Alla fine c'è cascato anche il Pd. Nella polemica sulle comparsate tv a pagamento dopo Movimento Cinque Stelle, Pdl, Sel e Udc questa volta tocca ai Democratici. Il consigliere democratico Thomas Casadei ha pagato per il programma «In Regione», trasmesso dall’emittente televisiva Teleromagna. «C’è un regolare contratto non sulla singola puntata, ma sull’intero servizio offerto dall’emittente, che oltre una serie di apparizioni prevede anche la fornitura del cd con la registrazione. Tutto molto trasparente, in accordo con il mio capogruppo». Il Pdl nei Comuni, nelle Provincie, nelle Regioni, nel Parlamento deve condurre una battaglia al risparmio e alla riduzione delle spese, dai consiglieri, ai vitalizi, alle indennità, ridurre i deputati, i cittadini ci chiedono per primo questo. Coraggio vogliamo tornare a vincere!.

ERRANI SE LA RIDE: TANTO A GIUDICARLO E’ UNA TOGA ROSSA


L’UDIENZA SUL MILIONE ALLA COOP DEL FRATELLO SI TERRA’ DAVANTI A UN GUP DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA

Le minoranze (Pdl, Lega, grillini) l'hanno costretto a presentarsi in consiglio regionale alla vigilia di Ferragosto e lui, Vasco Errani, governatore democratico dell'Emilia Romagna, non si è sottratto. Nella seduta si è anche parlato del terremoto, ma il tema principale era l'inchiesta Terremerse, nell'ambito della quale il presidente è indagato per falso ideologico. Terremerse è la coop che ricevette ingenti finanziamenti regionali quando era presieduta da Giovanni Errani, fratello maggiore del governatore. Quei fondi sono oggetto di indagine perché, come rivelato dal Giornale tre anni fa, sarebbero state commesse gravi irregolarità dalla coop e dalla stessa regione. La procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per i fratelli Errani (per Giovanni l'accusa è di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico), assieme ad alcuni funzionari pubblici e tecnici.Martedì Errani si è mostrato sereno e sicuro. «Ho sempre espresso rispetto e fiducia nell'operato della magistratura e continuo a farlo - ha detto tra l'altro - non per una ragione di forma ma per intima convinzione. So bene di non aver mai favorito o sfavorito alcuno». Parte di questa tranquillità potrebbe derivargli dal nome del giudice davanti al quale dovrà comparire il prossimo 7 novembre per l'udienza preliminare. Il gup chiamato a decidere se processare o no il governatore è Bruno Giangiacomo, presidente aggiunto della sezione Gip del tribunale di Bologna. Ma soprattutto, il dottor Giangiacomo, è uno dei leader di Magistratura democratica, la

PROVINCE POCA VOGLIA DI CAMBIARE, SPERIAMO BENE PURTROPPO NON SCOMPARIRANNO: RICORDIAMOCI DEL GATTOPARDO “SE VOGLIANMO CHE TUTTO RIMANGA COME E’, BISOGNA CHE TUTTO CAMBI”


RAVENNA. La Provincia unica della Romagna per il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci è la «taglia minima» a cui si deve puntare. Meglio ancora sarebbe pensare ancora più in grande e includere nella “Grande Romagna” anche Imola e Ferrara.«Questa volta pare proprio che ci siamo, sulla riduzione del numero tramite accorpamento delle Province - è la premessa del primo cittadino -. A mio giudizio la Provincia Romagna, che unisce le attuali Province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini, è la taglia minima a cui dobbiamo puntare».Taglia minima vuol dire - esplicita poi il proprio pensiero - «seguire con attenzione il dibattito su questo tema nella provincia di Ferrara e ancor più nel territorio imolese».Matteucci passa poi a indicare «i due traguardi concreti che dobbiamo perseguire per “dare un senso a questa storia”: il primo è che dall’accorpamento delle Province devono nascere semplificazione burocratica, velocità delle decisioni e della loro attuazione, riduzione dei costi e qualificazione dei servizi pubblici; il secondo è un progetto per la crescita dell’economia romagnola che unisca i nostri territori nelle sfide difficilissime che abbiamo di fronte».Passando poi al nodo - indigesto per molti - della designazione del capoluogo, che l’articolo 17 della Legge indicherebbe in Ravenna, Matteucci pone una questione che, assicura, «non è pro-domo-mea»: «La parallela riorganizzazione degli organi decentrati dello Stato non potrà incidere sul tema del presidio territoriale in materia di sicurezza. Credo che il livello attualmente garantito da questure e Comandi provinciali delle diverse forze dell’ordine vada assolutamente assicurato».Quanto invece all’altro tema caldo della futura riorganizzazione del sistema sanitario, Matteucci ribadisce la propria convinzione «che la nascita della nuova Provincia debba spingerci ad accelerare la nascita dell’Ausl unica della Romagna».

E IO PAGO: ILVA, LA BUFALA DELLE RICERCHE, SBAGLIATI I DATI SUI TUMORI


IPOTESI SBAGLIATA E RISULTATI INUTILI: LO STUDIO EPIDEMIOLOGICO NON HA VALORE SCIENTIFICO. EPPURE E’ STATO USATO DAI PM
Franco Battaglia - Il rapporto epidemiologico moralmente responsabile dell'incarcerazione (ancorché ai domiciliari) di persone innocenti avrà un prezzo elevato, come immagino risulti dalla parcella, ma non ha alcun valore scientifico: è un esercizio accademico di statistica fondato su ipotesi errate e risultati inconcludenti. Come si evince da ciò che scrivono gli stessi autori nel capitolo reso disponibile (quello conclusivo). Il primo quesito posto dai committenti chiedeva inquinanti e patologie associate. Se la domanda avesse interessato non l'Ilva ma la vostra automobile, la risposta sarebbe stata la stessa. Correttamente gli autori precisano che «stabilire se l'esposizione a un agente sia causalmente associata a effetti sanitari è semplice quando l'esposizione è condizione necessaria e sufficiente per la patologia». Ad esempio, contraete epatite B se e solo se esposti al virus. Se invece il nesso è casuale (e questo è il caso di cui si tratta qui) le cose si complicano dannatamente e, in particolare, non si può decidere né se gli esposti sviluppano la patologia né se chi l'ha sviluppata lo ha fatto perché esposto. Bisogna allora affidarsi alla statistica, scienza che più di una volta gli epidemiologi hanno dimostrato di non sapere usare. Quelli del rapporto candidamente dichiarano di avere assunto che gli effetti degli inquinanti sono lineari-e-senza-soglia. Grave, gravissimo errore, che da solo basta a inficiare tutti i successivi risultati. Per capire l'ipotesi, supponiamo di avere accertato che ingerire in una volta la dose di caffeina contenuta in 200 caffè vi porti all'obitorio con probabilità 1/2. L'assunzione lineare-senza-soglia dice che con la caffeina di un caffè la probabilità di morire è di 1/400. Attenzione: la prima

venerdì 17 agosto 2012

LO SPREAD NON HA NULLA A CHE FARE CON L’ECONOMIA REALE……LO HA DETTO IL NOSTRO DIPENDENTE CAPO DEL GOVERNO QUALCHE GIORNO FA…



Rispetto ad un anno fa il debito pubblico è aumentato di oltre 100 miliardi, il PIL sta diminuendo sensibilmente, la disoccupazione ha toccato percentuali mai viste, con punte di oltre il 36% tra i giovani, le aziende chiudono ad un ritmo impressionante, eppure lo spread in agosto 2012 è all’incirca allo stesso livello di agosto 2011, quando l’economia italiana era messa sensibilmente meglio di ora. Ma allora perchè il nostro dipendente a capo del governo dice che lo spread sarebbe stato a 1.200, se fosse rimasto in carica il precedente esecutivo? Facile: Perchè a prescindere dall’andamento dell’economia reale (che sta andando in malora), lo spread NON misura assolutamente l’affidabilità di un paese, ma è un indice usato dagli speculatori per i loro intrallazzi privati...E’ l’economia globalizzata!  Cosa pensavi che fosse?

CARLO AZELIO CIAMPI (DURANTE IL SUO MANDATO DI GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA) PORTO’ IL DEBITO PUBBLICO DAL 62 AL 118,4% DEL PIL. TALE PRODEZZA VENNE IN SEGUITO PREMIATA CON RICONOSCIMENTI POLITICI ED UNA CARRIERA FOLGORANTE DA PRESDIENTE DEL CONSIGLIO FINO A PRESDIENTE DELLA REPUBBLICA


Risulta spesso difficile riuscire determinare le cause per cui il debito nelle società moderne risulti così troppo spesso fuori controllo e necessiti di misure straordinarie quanto inefficienti per essere riportato a dimensioni più rassicuranti. Oggi si discute molto delle cure necessarie per intervenire sull’indebitamento, sulle politiche di riduzione della spesa pubblica, vendita di asset da parte degli stati, elevazione dell’età pensionabile, sganciamento dei salari dalle dinamiche inflazionistiche e via dicendo. Quasi mai però ci si chiede come mai sia stato possibile arrivare a questo punto, con debiti colossali e che riguardano tutti i paesi del mondo. Osservando con attenzione il seguente grafico, credo si possa riuscire ad intuire da cosa ha avuto origine la dinamica fuori controllo del debito americano:


Dal grafico del debito federale degli Stati Uniti si nota che fino ai primi anni ’70, l’ammontare di questo era ben inferiore ai 5 miliardi di dollari, mentre dal 1971-73 la sua entità ha incominciato ha crescere a dismisura, sino a raggiungere e superare oggi i 20 miliardi di dollari ( 10 volte il nostro debito pubblico!!)Cosa ha potuto determinare un incremento del debito così consistente in neppure 40 anni, visto che nei quasi 40 anni precedenti era si cresciuto, ma nulla di paragonabile agli incrementi attuali? Esistono almeno tre ordini di cause che han determinato questa crescita: