lunedì 30 maggio 2016

QUELL’ACQUA SPORCA CHIAMATA DEMOCRAZIA


Si va verso il partito unico al comando, verso la maggioranza unica al comando e verso la Camera unica al comando
A Renzi piace abusare della metafora dell'acqua sporca e del bambino dentro. Allora, per venirgli incontro, gli ricordiamo che dell'espressione «bicameralismo perfetto», «perfetto» è l'acqua sporca da eliminare, mentre «bicameralismo» dovrebbe essere il bambino da salvare, specie nel momento in cui la democrazia è sospesa (lo ricordava Berlusconi da Porro) e i contrappesi parlamentari da opporre al potere sono più necessari che mai.
A me non piaceva neanche prima l'idea di ammazzare il Senato facendone una camera delle corporazioni regionali, ma adesso è da proteste in piazza: si va verso il partito unico al comando, verso la maggioranza unica al comando e verso la Camera unica al comando. Chi non batte le manine, è licenziato. Di giornali d'opposizione al governo ne è rimasto uno solo, il nostro. Non è una soddisfazione, è una sirena d'allarme. Tutti gli altri hanno imparato a barrire. Sembra di assistere al Rinoceronte di Eugene Jonesco del 1959, commedia dell'assurdo in cui ad uno ad uno tutti diventano rinoceronti, cantano la bellezza dell'essere rinoceronte e l'immoralità di chi non vuole diventarlo chiudendosi in casa assediato da chi ha scelto un corno sul naso.
Possibile che nessuno senta puzza di bruciato? Vi pare il momento di sopprimere una Camera elettiva come il Senato che potrebbe e dovrebbe essere usata come strumento di micidiale controllo sul governo e i ministri, come avviene negli Stati Uniti? Che cosa vogliono buttare via a Palazzo Chigi, la democrazia o l'acqua sporca?


venerdì 27 maggio 2016

RENZI VUOLE MODIFICARE LA “COSTITUZIONE” CHE DEFINIVANO LA PIU’ BELLA DEL MONDO……




MEMORIA CORTA……….




LONDRA, LA BANCA FALLISCE? IL MANAGER VA IN GALERA. PROPRIO COME DA NOI……..


 È entrata in vigore, in Gran Bretagna, la legge che prevede il carcere per i banchieri che provocano il fallimento delle loro società con comportamenti scorretti. Fortemente voluta dal Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, la nuova legge vuole dimostrare che «il governo ha appreso la lezione del passato». Per il fallimento della banca, maximulta a carcere fino a 7 anni

La legge, che riguarda i top manager di istituti di credito e banche di investimento, punisce tutte quelle condotte, come la sbagliata gestione del rischio, che anche “solo” per negligenza portano a perdite mettendo a rischio l’impresa e, soprattutto, i suoi clienti. Per i casi più gravi sono previste una pena fino a sette anni di carcere e multe senza limiti che potranno essere attinte anche dai bonus e dagli stipendi. Osborne: «Giusto il carcere per il top manager colpevole» Il conservatore Osborne ha parlato della nuova legge come dell’«ultima pietra miliare nel mio piano per garantire che il sistema delle banche britannico operi ai più alti standard possibili». «È assolutamente corretto che un senior manager che con le sue azioni provoca il fallimento della sua banca affronti il carcere», ha rivendicato il Cancelliere dello Scacchiere, che ormai tempo fa paragonò i manager che provocano il fallimento di una banca ai ladri. «È sbagliato che le persone che rubano in un negozio siano messe in galera e che ai cattivi banchieri, invece, non sia chiesto di pagare il conto», disse il Cancelliere, lanciando la campagna che poi avrebbe portato all’approvazione della legge.



martedì 24 maggio 2016

MIGRANTI, ORA SBARCHI ANCHE IN PUGLIA E CALABRIA. LA CHIUSURA DELLE FRONTIERE UE APRE LA ROTTA TURCA


Tre miliardi di euro per il biennio 2016/2017. Tanto è valso ad Ankara l’accordo sottoscritto con l’Unione europea per sigillare i confini marittimi con la Grecia e fermare l’esodo dei migranti verso le isole dell’Egeo. Ma se Lesbo tira un sospiro di sollievo, ora a tremare sono le coste del Mezzogiorno italiano. Le organizzazioni criminali attive  in Asia minore hanno già aperto una nuova rotta che da Smirne, Antalya e Bodrum punta direttamente in Italia. A dimostrarlo gli sbarchi degli ultimi due mesi: due nel Salento a Santa Maria di Leuca, due in Calabria, a Capo Spartivento e a Capo Colonna e altrettanti nella Sicilia orientale: a Portopalo di Capo Passero e a Vendicari nel Siracusano  di Lorenzo Galeazzi e Mario Portanova





venerdì 20 maggio 2016

RENZI RIMUOVE IL “VIRUS” DELL’INFORMAZIONE SGRADITA


La trasmissione condotta da Nicola Porro cancellata dai palinsesti di Rai 2. A discapito del pluralismo



L’ADDIO DI BELPIETRO A “LIBERO”: IO SONO PER IL NO


Come vostro estimatore e lettore dalle origini, visto il titolo della rubrica lettere nel merito degli articoli di Feltri e Giordano, mi chiedo: ma la posizione della direzione di Libero verso il referendum costituzionale è per il sì o per il no? Mario Neri da Belluno
Caro Neri, non so cosa pensi la direzione di Libero, so che cosa pensa Maurizio Belpietro che fino a questa sera di Libero è il direttore. Io sono per il No e per un motivo molto semplice: perché la riforma costituzionale su cui gli italiani sono chiamati a pronunciarsi non è equilibrata ma pende tutta a favore di Renzi. Non sono mai stato tra coloro che difendevano a spada tratta la nostra Carta, né l' ho mai definita come alcuni «la più bella del mondo». Le mie opinioni al riguardo coincidono con quelle di Indro Montanelli, quando Montanelli era Montanelli e non era ancora stato roso dal tarlo dell' anti-berlusconismo. Credo che la Costituzione sia il frutto di un brutto compromesso e la si debba rendere più moderna e efficiente, togliendole alcuni orpelli ideologici di cui ridonda. Tuttavia penso anche che non si fa la riforma della Costituzione contro qualcuno, né la si fa per consolidare o conservare il potere di qualcuno. E invece la riforma voluta da Renzi punta proprio a questo. Anzi: punta solo a questo. Non a risparmiare, non a velocizzare i processi decisionali, ma a consentire che le sue decisioni non incontrino gli intralci del Parlamento. Renzi si è fatto una Costituzione su misura, dopo essersi fatto una legge elettorale su misura, con la quale deciderà lui, capo del governo e capo del Pd, chi far sedere a Montecitorio. L' uomo è pericoloso per come gestisce il potere, per come lo occupa e per come lo usa contro gli avversari. Con in mano una Costituzione che gli assegna pieni poteri lo sarà ancora di più.

lunedì 16 maggio 2016

BERLUSCONI: UNIONI GAY, LA PRIORITA’ E’ LICENZIARE IL PREMIER


L'eventuale referendum per abrogare la nuova legge rischia di favorire Renzi: meglio concentrare le energie sulle Comunali
Roma - Nella mente di Silvio Berlusconi c'è una gerarchia precisa delle priorità politiche dei prossimi mesi. Al primo punto c'è la battaglia delle Amministrative, un appuntamento dalle evidenti implicazioni politiche nazionali che potrebbe rappresentare «l'avviso di sfratto per Matteo Renzi». Al secondo punto c'è il referendum costituzionale e la battaglia per fermare una riforma che «asseconda il desiderio di potere del premier», ma che è pericolosa per il Paese, soprattutto nel combinato disposto con la nuova legge elettorale. L'approdo finale di questo cammino, il terzo cardine, sono le elezioni politiche in cui il centrodestra dovrà rialzare la testa e proporsi come forza di governo.
Sono queste le tappe di un «percorso di liberazione» su cui il presidente di Forza Italia intende concentrare le forze. Un cammino preciso nel quale Berlusconi non ha intenzione di inserire il referendum parzialmente abrogativo delle unioni gay. L'idea di una consultazione popolare contro il ddl Cirinnà non è partita da Forza Italia, anche se alcuni esponenti di Forza Italia hanno deciso di appoggiarla a titolo personale (anche perché si confida nella possibilità che il capo dello Stato possa rinviarla alle Camere per assenza di copertura). E in ogni caso, si ragiona dentro il partito azzurro, non è questo il momento di creare confusione rispetto ai veri obiettivi da perseguire e disperdere le energie su altri fronti. Anche perché così facendo si rischia di fare un favore a Renzi che ha tutto l'interesse a dividere il fronte del referendum costituzionale e spostare lo scontro su altri terreni.
Berlusconi ritiene che il premier personalizzando così tanto l'appuntamento di ottobre, tanto da renderlo una scelta plebiscitaria, abbia fatto un favore all'opposizione. Non bisogna, però, aprire crepe nello schieramento che si sta formando. Così come non bisogna far passare la tesi renziana delle Amministrative come semplice test locale, privo di implicazioni nazionali.
Il Cavaliere dopo un fine settimana di riposo tornerà in campo per sostenere i candidati sindaci delle principali città. Sarà a Napoli a sostegno di Gianni Lettieri e si ragiona su un nuovo evento con Alfio Marchini. Nel frattempo Forza Italia, sotto la regia di Fulvio Martusciello, lavora a pieno regime per creare la struttura dei controllori del voto con cui verificare le operazioni di spoglio. L'obiettivo è arrivare a creare una organizzazione diffusa su tutto il territorio con tre rappresentanti di lista per ogni sezione elettorale. Il lavoro è partito dalla Puglia dove sono state mobilitate circa 12mila persone. L'obiettivo è completare il mosaico su base nazionale ed essere pronti con l'intera «squadra» per le elezioni politiche



1936 BRISIGHELLESI CHE ANDAVANO A LAVORARE IN BELGIO!!!! ORA ARRIVANO E LI MANTENIAMO NOI FOGNANO…!! E IN TUTTA LA PROVINCIA




sabato 14 maggio 2016

BERLUSCONI: FORZA ITALIA


PD-M5S, MORALISTI COI NOSTRI SOLDI

Entrambi questi partiti, nella loro "fede" politica, nel loro Dna, hanno il principio della loro superiorità morale, che ha una caratteristica comune: quella di fare il bene (ed eventualmente qualche affare proprio) con i soldi degli altri

Francesco Forte - Il sindaco di Livorno 5 Stelle è sotto processo per bancarotta fraudolenta di un ente comunale, il sindaco di Lodi Pd a sua volta ha ricevuto avvisi di garanzia per reati relativi gli appalti delle piscine comunali, mentre l'arresto dipende dal fatto che ha manipolato, assieme a un avvocato complice, i computer del Comune per far sparire le prove. I membri del consiglio di amministrazione di Banca Etruria, in buna parte vicini al Pd, sono sotto processo per truffa ai risparmiatori a cui hanno venduto i titoli della banca facendo credere che era sana mentre rischiava il dissesto. Che cosa hanno in comune questi tre casi, venuti ora alla ribalta? Di certo, il senso di impunità che politici e amministratori Pd e M5S hanno acquisito facendo compagne moralistiche, contro Berlusconi su cui le procure si erano concentrate. Ma c'è una componente più profonda. Entrambi questi partiti, nella loro «fede» politica, nel loro Dna, hanno il principio della loro superiorità morale, che declinano in modi un po' diversi, ma ha per entrambi una caratteristica comune quella di fare il bene (ed eventualmente qualche affare proprio) con i soldi degli altri, ossia con il principio «redistributivo» a carico dei risparmiatori, abbienti o benestanti. Un residuato, un tic di avversione al capitalismo, al denaro (altrui) considerato «sterco del demonio». La nozione di benestanti per loro si misura con una asticella di altezza variabile, ma in genere piuttosto bassa anche perché calcolata prima delle imposte. Lo si vede anche negli esempi della politica economica che discende dalle leggi del governo in carica e dei suoi capi di enti pubblici. Il risarcimento ai risparmiatori di Banca Etruria è automatico per quelli sotto tot euro non per tutti quelli imbrogliati; le pensioni non contributive vanno tagliate sopra tot euro, non anche per quelli sotto, che magari non ci avevano neppure diritto. Tornando agli amministratori Pd e pentastellati implicati in processi per aver male gestito il pubblico denaro, che si appellano alla superiorità morale, essa - secondo loro e il loro gruppo politico - non solo li pone sopra agli altri politici, ma anche alla legge. Ci sono delle prove tanto palesi da lasciare l'impressione di ingenuità. I leader dei 5 stelle dichiarano che prenderanno provvedimenti a carico dei propri amministratori qualora abbiano violato le regole morali del partito, non la legge. Quanto al sindaco Pd di Lodi, ha dichiarato che lui ha agito «per il bene della città». Neppure a lui è venuto in mente che ciò che lui tecnocrate illuminato - pensa sia il bene della città possa essere contro la legge e che ciò sarebbe la ragione valida per lasciare le cariche. Socrate - si legge nel Critone - bevve la cicuta, come prescritto dal diritto penale di Atene per la condanna a morte, per avere violato la legge, anche se poteva salvarsi, accettando di fuggire. Non lo fece, pur essendo convinto di avere agito rettamente, perché riteneva di aver violato la legge della sua città e che fosse suo dovere rispettarla. Ed era Socrate, non il segretario del Pd o dei 5 Stelle o il capo del governo fatto di «illuminati». C'è in queste superiorità morali, del Pd e dei 5 Stelle, anche un'altra tendenza comune: quella di governare facendo debiti, cioè con i soldi di chi verrà dopo. Anche qui si può meditare sull'esempio della Grecia, però quella contemporanea, il cui governo pieno di debiti - ora taglia ancora le pensioni e aume

martedì 10 maggio 2016

IL CAV. RILANCIA: ALLE POLITICHE CENTRO DESTRA UNITO


Berlusconi è già in campo per il 2018. "Ma per vincere questo vecchietto serve ancora"

Dopo settimane di tuoni e fulmini, c’è una schiarita nel centrodestra. A rivelarla è stato Silvio Berlusconi, ieri intervenuto a Milano per la presentazione ufficiale dei candidati a sostegno di Stefano Parisi. «Con Forza Italia –ha spiegato l’ex premier – abbiamo messo giù il programma per le nuove elezioni nazionali» che conterrà, ha detto «tre meno, cioè meno tasse, meno Stato e meno Europa, e tre più, vale a dire più welfare, più sicurezza e più garanzie per tutti, con la riforma della giustizia». Non è mancato un accenno alle ipotesi di composizione di un eventuale governo di centrodestra, una squadra che sarebbe «formata da otto ministri, tre in quota Lega, tre per Forza Italia e due per Fdi, scelti tra personalità già impegnate nella politica», oltre a questi, altri dodici «saranno scelti valutando i profili di personalità provenienti dalla vita vera». Il leader di Forza Italia poi ha tracciato un quadro di prospettiva: «Facendo una media dei vari sondaggi, il Pd è sceso al 30,2% e Renzi, al 28%, non avrà modo di passare i voti suoi al partito». M5S, ha argomentato Berlusconi, «è salito al 28%, forte del disgusto degli italiani per questa politica», mentre il centrodestra «è al 33% e supera tutti e due». Però «se al ballottaggio andassero M5S e Pd, vincerebbero indubbiamente i primi. E sarebbe una tragedia per gli italiani. Dunque «per dare un futuro e un governo di democrazia al Paese c’è solo una strada: che il centrodestra superi al primo turno il 40%». Però, per rendere questo possibile, è necessario che Forza Italia passi «dal 13 al 20%. Questo - ha detto con una battuta - vorrebbe dire che ho un problema. E cioè che il vecchietto deve restare in campo ancora». Non è mancato un accenno alla situazione romana, con una piccola gaffe. Nella Capitale, ha spiegato Berlusconi «solo Bertolaso era il candidato giusto contro il degrado quotidiano. Gli altri sono solo bla bla bla». Poi però, gli arriva un biglietto dallo staff, e lui ha corretto il tiro: «mi dicono che bisogna chiarire che su Roma Marchini è la persona giusta». Il leader di Forza Italia ha poi tracciato la rotta per i prossimi mesi: «Abbiamo

domenica 8 maggio 2016

BOLOGNA COMUNALI NOVE CANDIDATI SINDACI E 17 LISTE


BOLOGNA - Diciassette liste, nove candidati sindaci, oltre seicento candidati per un posto in consiglio comunale. Con questi numeri Bologna si prepara alle comunali del 5 giugno. Il favorito per la corsa a Palazzo d'Accursio, almeno secondo i sondaggi (che però lo danno sempre sotto la soglia del 50% che gli consegnerebbe la vittoria al primo turno) è il sindaco uscente Virginio Merola, sostenuto da Pd, dalla lista di sinistra della prodiana Amelia Frascaroli, dai socialisti e da due liste civiche di centro. Travagliato il percorso della lista Pd, licenziata dai dem un mese fa, ma incorsa in diversi problemi. Prima l'esclusione di Paolo De Fraia, cattolico messo in lista e "cacciato" dopo appena 24 ore per le sue dichiarazioni su Facebook contro la Stepchild adoption. "Incompatibili con le nostre idee" ha detto il Pd licenziandolo dalla lista. De Fraia ha risposto candidandosi, pochi giorni dopo, con il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi. Madornale poi l'errore dem sulla capolista Giulia Di Girolamo, giovane precaria impegnata nella lotta alle mafie, sui cui manifesti è stata sbagliata la data del voto (era stato indicato il 5-6 giugno invece che il solo 5 giugno). Dello scivolone si è preso la colpa Benedetto Zacchiroli, responsabile comunicazione del Pd bolognese, pure lui candidato in lista coi dem, ma chiamato appena una settimana fa da Matteo Renzi nello staff comunicazione di Palazzo Chigi. Zac si è cosí dimesso dalla lista, costringendo il Pd a raccogliere di nuovo tutte le firme. Alla fine comunque, con 649 firme depositate ieri, il Pd è ai nastri di partenza con i suoi aspiranti consiglieri.
Cinque liste ha d'altra parte anche la sfidante di Merola, la leghista Lucia Borgonzoni, unica donna candidata sindaco. Oltre a Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia, la Borgonzoni è sostenuta pure da una lista civica di ex forzisti, Uniti si vince, e da una lista nata da una pagina Facebook di protesta contro i problemi della città, Riprendiamoci Bologna. Tra i suoi candidati nella lista targata Carroccio, la Borgonzoni schiera Stefano Bulgarelli, figlio di Giacomo Bulgarelli, uno dei pù grandi giocatori del Bologna.  Forza Italia conquista invece molti civici, oltre trenta, tra cui l'ex giornalista del Resto del Carlino Renata Ortolani e la ex guazzalochiana Elisabetta Brunelli. Mentre per Fdi torna in pista Massimiliano Mazzanti, ex portavoce di Alessandra Mussolini, ex An. Seguono, tra i candidati sindaco, il centrista Manes Bernardini, ex leghista oggi candidato civico col sostegno di Ncd e Udc, che si candida con una lista civica che ha come capolista Giulio Venturi, giovane nipote di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove Br, e l'ex portiere del Bologna Nello Cusin. Mirko de Carli si candida invece per il Popolo della Famiglia di  Mario Adinolfi e riesce a candidare una serie di ex, da Norma Tarozzi, per anni pasionaria della Lega Nord nelle battaglie contro la moschea a Bologna, a Giuseppe Spaccapaniccia, ex segrtario cittadino dell'Idv.  Il candidato del Movimento 5 Stelle Massimo Bugani schiera pure lui una lista molto civica, con esponenti della comunità Lgbt come Andrea Paci, e commercianti molto attivi nella lotta alle ordinanze anti-movida della giunta in zona universitaria. Coalizione civica (lista di sinistra radicale legata a Sinistra Italiana) schiera come candidato sindaco Federico Martelloni. In lista c'è anche l'ex assessore Alberto Ronchi, fedelissimo di Merola fino a un anno fa, quando i dissapori tra i due sulla gestione delle occupazioni hanno condotto al suo allontanamento dalla giunta. In lista con Martelloni anche il leader Tpo Gianmarco De Pieri.
Seguono i candidati outsider. Sergio Celloni, candidato con Gol, Giustizia Onore e Libertà (lista civica di area centrodestra), è un imprenditpre modenese con un passato nel centrodestra.. Infine, si registra Matteo Badiali, consigliere comunale di Zola Predosa. Il Sole che ride si presenta con capolista Davide Celli, figlio di Giorgio Celli. Un ritorno, il suo, dopo gli anni in consiglio comunale nel mandato di Sergio Cofferati, che Celli raccontò attraverso le sue vignette, pubblicate in un volume dal titolo "Scherzi cinesi". Infine, chiude la lista dei candidati  Ermanno Lorenzoni, ex operaio trenitalia, in campo per il partito dei Comunisti lavoratori. Impazza, infine, la mania dei soprannomi. Al solito Daniele Carella detto "Carrella", veterano del consiglio e capolista con gli ex forzisti di Uniti si Vince, si aggiungono i tanti stranieri (la lista più moltietnica è quella di Amelia Frascaroli) come Neda Martian-Sorin, detto "Sorin", e Sitta Thomas detto "Thomas di Bologna". Ma i soprannomi imperversano anche tra gli italiani. Cosí Maria. Teresa Zanetti è detta anche "Terry" e Maria Sanna si può scrivere anche "Sanchez". Mentre il capolista di Riprendiamoci Bologna Luca d'Oristano è più semplicemente "Dori", in omaggio al suo passato da Pr, quando all'ingresso delle discoteche bolognesi, negli anni '90, si entrava in "lista Dori". Sempre che la commissione circondariale che ora valuterà i candidati accetti i " nickname" proposti.

CORTE DEI CONTI: DUE PESI E DUE MISURE?


            Apprendo che la Corte dei Conti di Milano in merito all’esposto contro il sindaco di Lodi (non entro nel merito delle eventuali responsabilità) ha risposto al presentatore dell’esposto (20.5.14 a seguito sollecito 20.11.2014) che la pratica era stata aperta e assegnata a un sostituto procuratore (indicando il nome e cognome) e  avviata l’istruttoria.
Nel mio caso ho presentato diversi esposti Corte dei Conti di Bologna per fatti successi a Bologna, Ravenna e comuni della Provincia fino al 2009 ho ricevuto risposta che le pratiche erano chiuse o in istruttoria parecchie erano ancora aperte, poi più nulla.
            A Bologna e forse anche a Milano la Corte non riceve il pubblico, a seguito di numerose telefonate sono riuscito ad avere notizie sugli esposti “…alla richiesta di conoscere lo stato dei procedimenti aperti a seguito degli esposti in data 25.10.14; 29.6.15, 31.8.15 si comunica che secondo le Linee guide del Procuratore Generale, non è possibile fornire alcuna informazione sulle attività inquirenti, ai privati, ancorché, autori di esposti”.  
La decisione è frutto di “linee guida” non una legge o una circolare, a Milano almeno rispondano a chi è stata assegnata e se stata avviata l’indagine!
Alla faccia della “TRASPARENZA”. Consigliere Provinciale Forza Italia Vincenzo Galassini.

LEGGI DUE LETTERE

IN EMILIA ROMAGNA I TERREMOTATI IN ROULOTTE E I CLANDESTINI IN ALBERGO: I RISULTATI DELL'ITALIA BUONISTA!


giovedì 5 maggio 2016

DONAZIONE DEL 2X1.000 DELL’IRPEF A FORZA ITALIA


Destinare il tuo 2x1.000 a Forza Italia è molto semplice: devi solo compilare l’ultima pagina del modello per la dichiarazione dei redditi. In quella pagina, nella sezione "SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL DUE PER MILLE DELL’IRPEF", nel campo codice scrivi F15 che identifica Forza Italia. Firma nello spazio accanto.


Chi può donare: Possono donare il 2x1.000 tutti i cittadini che: presentano la dichiarazione dei redditi Modello 730/2016; presentano il Modello Unico persone fisiche 2016; coloro i quali, seppure titolari di redditi, sono esonerati dall’obbligo di presentazione della dichiarazione.
Modalità di presentazione: Basta trasmettere la dichiarazione dei redditi, attraverso gli intermediari abilitati alla trasmissione telematica (commercialista, CAF, ecc.) o i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
Scadenze Modello 730/2016  Il 730 precompilato deve essere presentato entro il 7 luglio, sia nel caso di presentazione diretta all’Agenzia delle entrate sia nel caso di presentazione al sostituto d’imposta oppure al Caf o al professionista.
Modello UNICO/2016 Il Modello UNICO Persone Fisiche 2016 deve essere presentato entro i termini seguenti:  dal 2 maggio 2016 al 30 giugno 2016 se la presentazione viene effettuata in forma cartacea per il tramite di un ufficio postaleentro il 30 settembre 2016 se la presentazione viene effettuata per via telematica, direttamente dal contribuente ovvero se viene trasmessa da un intermediario abilitato alla trasmissione dei dati.
I cittadini esonerati dall’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi possono effettuare la scelta utilizzando la scheda resa disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it presentandola in busta chiusa, entro il 30 settembre 2016, allo sportello di un ufficio postale o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (commercialista, CAF, ecc
IO HO GIA’ PROVVEDUTO VINCENZO GALASSINI CONSIGLIERE PROVINCIALE FORZA ITALIA


martedì 3 maggio 2016

COMITATO PER IL NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE BOSCHI RENZI

La XV^ Convention di Azzurri '94  di Rimini del 15 aprile scorso ha costituito il Comitato per il NO alla riforma costituzionale Boschi-Renzi chiamando a presiederlo il Prof. Avv. Liborio Cataliotti. Il Comitato che opererà in tutte le province e le città dove è presente il Movimento nella provincia di Ravenna sarà coordinato da Vincenzo Galassini e nella città di Faenza da Andrea Tarabusi
Le motivazioni:
1) NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE
La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, che si inseguono invano da decenni, ma questa riforma costituzionale per il suo codice genetico e per i suoi contenuti destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.
2) NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO
Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse. Non potrà funzionare.
3) NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA
La stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche.

OGGI SIAMO FELICI !!

Per i nostri Marò !!
 Felici perché ogni tanto arriva una bella notizia!!
Marò: Girone in Italia durante l'arbitrato!
Questa la decisione del Tribunale dell'Aja che ha accolto la richiesta italiana.
FORSE CARO RENZI OCCORREVA MUOVERSI PRIMA, NO????

lunedì 2 maggio 2016

1 MAGGIO – NUMERI E LAVORO……..


GIORNALISTI, SCRITTORI E LIBERI PENSATORI ASSOCIATI PER VINCERE LA PIU’ GRANDE SFIDA CHE STA OGGI DI FRONTE ALL’UMANITA’


La più grande sfida che sta oggi di fronte all’umanità è quella di distinguere la realtà dalla fantasia, la verità dalla propaganda. Capire la verità è sempre stato un duro impegno per la specie umana e oggi, nell’era dell’informazione, ciò assume un’urgenza e importanza speciale. Un esempio di questo è l’ambientalismo. Siamo fermamente convinti della necessità di uno stile di vita compatibile con la salvaguardia dell’ambiente. Questo problema va però affrontato nella realtà, in modo non ideologico. Oggi l’ambientalismo è diventato uno dei principali culti del mondo occidentale, con i suoi miti, le sue cerimonie, i suoi credenti. Anche per essi c’era una volta un mitico Eden, un Paradiso in cui l’uomo era in stato di grazia con la natura. L’uomo ha poi mangiato la mela della conoscenza e c’è stata la caduta dallo stato di grazia; è cominciato l'inquinamento del pianeta. Oggi sappiamo molto di più che in passato sul mondo e la sua storia, e ciò smentisce molti miti sulla natura. Sappiamo che non ci fu mai un Eden, ci fu invece la mortalità infantile all’80’%, mentre la vita media era intorno ai 40 anni. Tutto ciò avveniva in America appena 100 anni fa. Le epidemie mietevano milioni di persone e altri milioni ne morivano per fame in tutto il pianeta. L’aggettivo “naturale” è diventato un'etichetta per vendere qualunque cosa: cibo, tessuti, vacanze. Nessuno in realtà però vuole tornare alla natura. I contadini e montanari conoscono la natura, non certo i

domenica 1 maggio 2016

MARCHINI SINDACO PER ROMA. DA LEGGERE. NESSUNO INCIUCIO. SOLO UNA SCELTA PER VINCERE.


"E’ una decisione per riportare i moderati a governare Roma. E questo immagino non farà piacere a Renzi. Eppure c’è chi, forse nella confusione delle ultime ore, ci ha accusato proprio del contrario, di voler fare un favore a Renzi, risuscitando addirittura il Patto del Nazareno. Questa è un’accusa che mi ha davvero sorpreso. Intanto il Patto del Nazareno, come lo avevamo inteso noi, non serviva affatto a fare il gioco di Renzi, serviva a rendere insieme un servizio al Paese, cambiandolo e modernizzandolo con riforme condivise: avevamo il dovere di provarci. Ma poi ci siamo resi conto che Renzi aveva tutt’altre intenzioni, voleva soltanto una riforma a suo uso e consumo che di fatto limita la democrazia." ...Ripeto: se vogliamo contrastare davvero Renzi dobbiamo convincere coloro che non votano a tornare con noi, usando il linguaggio della ragione e della concretezza".

Comunali Roma, intervista a Berlusconi su Marchini: «Con lui possiamo vincere»

FORZA ITALIA: LE PROSPETTIVE


La svolta di Berlusconi in favore di Alfio Marchini va ben al di  «questione romana». Marchini è infatti il terminale di un filo partito da Venezia con  Luigi Brugnaro, arrivato a Milano con Stefano Parisi e ora sceso fino a Roma con un altro imprenditore amante della politica, ma estraneo al gioco dei partiti. Alle soglie degli ottant'anni e dopò avere  dominato con sorti alterne vent'anni di politica italiana, a Berlusconi sì chiedeva il  rinnovamento. In questo senso, comunque vadano le elezioni  amministrative, l'asse  Parisi-Marchini lo rappresenta. Non a caso Brugnaro è entusiasta della scelta romana. Matteo Salvini ha una formidabile capacità  comunicativa e Giorgia Meloni e il volto più giovane ed efficace della nuova Destra italiana. ne comprende la furiosa reazione a caldo, ma sarebbe 'ben curioso se due politici di lungo corso - nonostante l’età - si fissero davvero aspettati un allineamento passivo del Cavaliere alle loro posizioni. che avrebbe dovuto reggere lo strascico della sposa un passo indietro rispetto alla nuova coppia. Forza Italia è al massimo storico di debolezza e al minimo storico di voti. Ma anche i deboli hanno una loro dignità, soprattutto quando sono stati forti e hanno impresso alla politica italiana una svolta che - piaccia o no-ha imposto il bipolarismo a un Paese che sembrava rassegnato a diventare una lunga Emilia Romagna politica. Berlusconi doveva decidere se restare nel popolarismo europeo o venirne espulso. Dalla Spegna alla Gran Bretagna, dalla Francia alla Germania all'Austria popolari e conservatori sono alternativi alle Destre. La storia italiana è diversa. In nessun Paese europeo un ciclone giudiziario come Mani Pulite ha spazzato via in due anni cinque partiti che avevano governato per cinquant'anni. L'astuta alchimia del '94 (Lega al Nord, An al centro sud) servì a Berlusconi per sdoganare partiti che fino a poco prima erano su posizioni estreme. Senza quella storia, oggi Salvini e Meloni forse non ci sarebbero. Si capiscono perciò alleanze che all'estero non esistono e che Lega e Fratelli d'Italia sbaglierebbero a rinnegare alle prossime politiche. Ma se il tavolo si ribalta, se il Centro-Destra diventa Destra- Centro, il Centro rischia di perdere qualunque valore. Se Berlusconi non può reggere lo  strascico nuziale della Meloni nelle sue nozze con Salvini, non può certo reggere nemmeno . di Renzi sposato con Alfano. Per raccogliere consensi alle elezioni politiche, i partiti devono avere una loro autonoma riconoscibilità. Patto del Nazareno ha senso come alleanza riformatrice, non come alleanza elettorale. Se un partito debole si allea con uno più forte sposandone la linea l'elettore voterà quelle più forte. Nel 1976 il segretario del Psi De Martino  disse alla vigilia delle elezioni politiche che si sarebbe alleato sempre e solo con il Pci di Berlinguer. Tra i due, gli elettori di sinistra scelsero Berlinguer, Il Psi crollò e De Martino cedette il posto a Craxi. La democrazia italiana ha bisogno che alle prossima elezioni politiche si confrontino due schieramenti  alternativi di centrosinistra e centrodestra in grado di fronteggiare alla  pari il Movimento Cinque Stelle. Le Grandi Coalizioni (oggi in Germania, domani forse in Spagna) si fanno dopo elezioni, non prima. Bruno Vespa