By
Mario Giordano
Dare il premio
Nobel per la pace all’Unione europea è un po’ come dare il premio Oscar per la
miglior interpretazione a un carciofo bollito. Di tante assurdità cui la giuria
di Oslo ci aveva abituato nel tempo, questa è la più incredibile: sono mesi che
diciamo che l’Europa non esiste e che i guai che ci sommergono sono provocati
proprio da un continente burocratico e cavilloso, che strapaga i suoi dirigenti
per occuparsi delle curvature delle banane, mentre lascia i cittadini a morire
di fame. E mai come in questi mesi l’inefficienza disastrosa di Bruxelles
ha minacciato la pace nel continente, portando la gente in strada da Atene a
Madrid, esasperando gli animi, provocando incidenti e scontri. Chi glielo dice,
adesso, ai disoccupati della Grecia che l’Ue ha vinto il Nobel per la pace? Chi
glielo dice ai giovani italiani che non trovano più un lavoro nemmeno a
pagarlo? Chi glielo dice agli imprenditori spagnoli che falliscono a catena? La
mancanza di una politica comune, cioè la mancanza di una vera Unione Europea, è
la causa di tutti questi guai. Come si fa a dare un premio a tutto ciò?
Dicono: è un segnale d’incoraggiamento. Ma ciò poteva valere per Obama,
premiato ancor prima di essere eletto, senza che avesse combinato nulla né nel
bene né nel male. Non per l’Unione europea, che di bene ha combinato poco. E di
male, invece, un sacco. Diciamocela tutta: questa è una struttura elefantiaca
che non è mai stata in grado di garantire nulla per i suoi cittadini, ma solo
per i suoi burocrati. I 44mila dipendenti di Bruxelles sono stati ribattezzati,
da una celebre inchiesta di una tv inglese, i “gatti grassi”: mentre le famiglie europee tagliavano i loro
bilanci, loro scendevano in piazza per difendere i loro stipendi d’oro (un
usciere guadagna tra i 4 e i 6 mila euro netti al mese, un archivista
arriva a 9mila euro, un dirigente supera come niente i 16mila). Solo per gli ex
dipendenti nel 2013 spenderemo 1.473 milioni di euro cioè il 34 per cento in
più rispetto al 2008. Nel 2010 nel pieno della crisi economica ebbero il
coraggio di stanziare un aumento (1500 euro in più al mese) per i portaborse
dei deputati. E nello stesso anno furono spesi 2,6 milioni per un nuovo
centro visitatori e 2 milioni per una nuova palestra degli eurodeputati,
con tanto di fitness e sala per fisioterapia (motto: coccolatevi un po’, come
se non lo facessero abbastanza). Ora questo continente di gatti grassi, di
spese folli, di sale fitness e palazzi d’oro, di norme inutili sulla dimensione
dei piselli (ortaggi) e sulla gibbosità delle melanzane, questo coacervo di
direttive sciocche che pochi giorni fa discuteva sulla necessità di introdurre
l’obbligo di catene da neve anche a Lampedusa e Pantelleria, ebbene, questo
continente vince il nobel della pace. E a noi, chissà perché, viene una gran
voglia di dichiarargli guerra.
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