venerdì 28 febbraio 2014

DELENDA ROMA. VIA MARINO. SOLDI DI STATO SOLO A UN COMMISSARIO. 100 I COMUNI SULL’ORLO DEL FALLIMENTO. I SINDACI METTONO LE TASSE. IMPARINO A TAGLIARE. COME A NEW YORK. ANCHE NAPOLI E’ FALLITO PER LA CORTE DEI CONTI


. Sul Salva-Roma bis si basava l’intero bilancio 2013 del Comune di Roma, e senza un nuovo provvedimento non solo non è possibile definire il bilancio 2014, ma la Capitale andrebbe dritta verso il default. E il sindaco Marino verrebbe "commissariato" d'ufficio. Ipotesi rispetto alla quale il sindaco ha pensato anche alle dimissioni. Anche Catania, come Alessandria, Napoli, Parma e Torino, sull’orlo del fallimento. Sono centinaia i Comuni italiani sull’orlo del fallimento e migliaia quelli con i conti in rosso. Decine di migliaia invece sono i posti di lavoro a rischio perché direttamente legati ai servizi che i Comuni mano a mano stanno riducendo e tagliando. Peccato, mancano Messina e Milazzo. Come mai? E con l’Italia che sprofonda sempre di piu’ nella poverta’. "

Napoli, il Comune è fallito per la Corte dei conti. Incapacità di riscossione fiscale e multe cancellate. Serve un decreto ad hoc. E ripianare un buco enorme.

Il Comune di Napoli è fallito. Ad annunciarlo è la Corte dei conti che, nella sua relazione sul 'Controllo regionale per la Campania', ha riportato i numeri del dissesto finanziario del comune partenopeo. Una situazione tanto drammatica da poter indurre il sindaco Luigi De Magistris a richiedere un provvedimento del governo, un 'Salva Napoli' che potrebbe così ridare respiro al bilancio cittadino. TRIBUTI NON RISCOSSI. Il documento della Corte dei conti, consultato da la Repubblica, rileva un buco miliardario. A pesare sarebbe l'incapacità dell'amministrazione di procedere alla riscossione fiscale di sua competenza, come Imu/Ici e Tarsu. Il tasso di evasione, infatti, ha raggiunto livelli giganteschi: tra il 2009 e il 2011 i tributi propri, così come le multe per infrazioni al codice della strada, hanno registarto un tasso d'evasione superiore al 50%.  DE MAGISTRIS: «SERVE UNA LEGGE SPECIALE». Per comprendere l'impatto di un livello tanto elevato di evasione fiscale, basti pensare che nel 2012 le entrate mancate per le casse del Comune sono ammontate a 1,15 miliardi.

TESSERAMENTO A FORZA ITALIA

Vent’anni nei quali abbiamo tenuto alta con orgoglio la bandiera della Libertà. Oggi siamo alla sfida decisiva. Mentre il Paese rischia seriamente di precipitare nel caos, sotto gli effetti della crisi economica e della parallela crisi di credibilità della politica, la sinistra e la magistratura non hanno esitato, per la prima volta nella storia d’Italia, a cacciare dal parlamento il leader di una grande forza politica, che ha il consenso di un terzo degli italiani. Al tempo stesso, però, si è aperta una finestra di opportunità importante per cambiare le regole obsolete di funzionamento dello Stato. Se davvero il nuovo leader del Partito Democratico è seriamente convinto che le istituzioni si devono riformare insieme, a partire dalla legge elettorale, è giusto che i due grandi partiti italiani, Forza Italia e il Partito Democratico, lavorino insieme per una svolta importante. In questo quadro, pieno di incognite ma anche di opportunità, Ti chiedo di essere protagonista con me della sfida decisiva. Puoi farlo aderendo a Forza Italia, oltre che ai Club Forza Silvio, che stanno nascendo in tutt’Italia, e che hanno raccolto migliaia di persone entusiaste del nuovo impegno.  Le due cose non sono alternative, sono complementari, svolgono due funzioni diverse ma parallele, e si può benissimo partecipare ad entrambe. L’adesione a Forza Italia può essere effettuata online attraverso il nostro sito nazionale. La decisione di fondare un Club o quella di aderire ad un Club già esistente può essere effettuata online attraverso il nostro sito aprendo le apposite pagine dedicate ai Club Forza Silvio oppure, per avere informazioni più dettagliate, telefonando al numero 06/6731444.

giovedì 27 febbraio 2014

IL SALVA ROMA NON SI SALVA. DEBITI E VETI DEI SINDACI, ECCO IL PRIMO SGAMBETTO IN AULA AL SINDACO D’ITALIA. SARA’ LA VOLTA BUONA CHE I RESPONSABILI RISPONDANO DEGLI ERRORI COMESSI, SAREBBE UN BUON SEGNO. FORZA MATTEO!


Saltano i fondi extra alla Capitale, Renzi non copre Marino. La lobby bipartisan della spesa locale c’è. Qualcuno s’oppone

“Non annunci spot, ma visione alta e concretezza da sindaci”, aveva twittato domenica scorsa Matteo Renzi, sindaco in carica di Firenze, subito dopo aver giurato al Quirinale da nuovo presidente del Consiglio. “La cultura di noi sindaci”, ha ripetuto ieri due volte Graziano Delrio, già sindaco di Reggio Emilia e oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un’intervista al Sole 24 Ore in cui rassicurava tutti sul fatto che le risorse per investimenti pubblici e sgravi fiscali si troveranno. Grazie alla “cultura di noi sindaci”. Ieri però, proprio dal mondo dei sindaci – con i loro bilanci spesso malconci e le società municipalizzate o in house ridotte sovente a macchine crea-consenso – è arrivata la prima grana parlamentare per il nuovo governo. © - FOGLIO QUOTIDIANO

I PARLAMENTARI AZZURRI NON PAGANO LE QUOTE. UNA VERGOGNA DA RIMEDIARE SUBITO. RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI


Daniela Santanchè, intuendo la grana che le sarebbe arrivata addosso, ha declinato la nomina a responsabile nazione del fundraising (cioè di raccolta fondi) in Forza Italia. Già, perchè come ha confidato ieri sera ad Arcore lo stesso Silvio berlusconi incontrando i responsabili liguri del partito, quello dei finanziamenti continua a restare un grosso problema in Forza Italia. Anche nella sua versione 2.0. Perchè va bene aprire nuovi club, mettere radici sul territorio. Ma senza soldi, alla lunga (ma anche alla breve) non si va da nessuna parte. E il Cavaliere da tempo, ormai, ha fatto capire di non essere più disposto a sganciare per tutti. Così, ai dirigenti insolventi (la cifra da accreditare a un apposito conto è per deptatti e senatori pari a 800 euro al mese) sono arrivate le prime lettere di richiamo, una versione azzurra delle cartelle di Equitalia. E in alcuni casi le somme arretrate arrivano fino a 50mila euro. "Ci sono tre tipi di missive - sottolinea un deputato -, la prima evidenzia solo alcune irregolarità commesse: "Caro amica/o - si legge nella lettera - dalla verifica che abbiamo effettuato sulla base dei versamenti previsti per ogni parlamentare (tenendo conto del contributo per l'ultima campagna elettorale, del contributo mensile e dell’iscrizione a Forza Italia per l’anno 2014), risulta che il credito nei Tuoi confronti da parte del nostro movimento ammonta ad Euro... Come sai bene - prosegue la missiva inviata il 17 febbraio - la nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti e il dovere morale che noi tutti abbiamo di contribuire alle spese del nostro Movimento, impongono di adempiere scrupolosamente a questi impegni, sia pur minimi, che abbiamo assunto. Ti prego perciò di voler provvedere al più presto al saldo residuo dei Tuoi versamenti". Altri parlamentari, però, hanno ricevuto una lettera in cui si calca la mano leggermente di più, chiedendo gli arretrati della scorsa legislatura. In altre missive infine si chiede anche di versare la quota dei 25mila euro che ogni parlamentare avrebbe dovuto versare all’atto della candidatura.
"Gli ammanchi vanno oltre il milione di euro", dice un senatore che denuncia che anche berlusconiani della prima ora non hanno mai pagato un euro eppure sono stati candidati. Ora si dovrebbe cambiare registro: niente più candidatura se non si è in regola con i versamenti, e per gli inadempienti scatterebbe la denuncia al collegio dei probiviri. La lettera è firmata da Sandro Bondi in qualità di amministrazione nazionale e commissario straordinario. 

martedì 25 febbraio 2014


NON VOTEREMO LA FIDUCIA A RENZI


La nota del consigliere politico di Forza Italia

“Federica Guidi fa parte di una famiglia di imprenditori, sta in un ministero che si deve occupare di impresa, quindi mi sembra una delle scelte più sensate di questo esecutivo. Non credo affatto che Guidi sia un ministro in quota Forza Italia. Noi stiamo all’opposizione e tra poche ore voteremo la sfiducia a Renzi.” Capezzone: Renzi ha smarrito il foglio Excel, glielo ridaremo noi da opposizione costruttiva, con cifre e obiettivi.  “Il discorso programmatico del Presidente del Consiglio Renzi mostra alcuni obiettivi desiderabili, ma una preoccupante vaghezza, specie a proposito dell’effettiva entità degli interventi su spesa e tasse. E’ come se avesse smarrito il foglio Excel di cui si era parlato molto nelle scorse settimane. Glielo ridaremo noi, da opposizione costruttiva, con cifre e obiettivi concreti e tempificati. La strada maestra è offerta dalla delega fiscale (della quale io stesso sono relatore, oltre che estensore di moltissime delle misure innovative che in essa sono state inserite in questa legislatura), che sta rappresentando un punto di incontro vero tra le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione. Mi fa piacere che Renzi abbia citato la dichiarazione dei redditi precompilata (che è una delle nostre proposte). Gli illustreremo anche le altre, ben più importanti e significative, che possono davvero consentire reali tagli di spesa e reali tagli di tasse.”

lunedì 24 febbraio 2014

PALMIZIO COORDINATORE REGIONE INFORMA


Cari amici, ho tardato un po’ ad aggiornarVi ma gli impegni sono stati tanti e tali da non darmene il tempo.  Ho finito il tour delle provincie emiliano romagnole con grande soddisfazione per l’entusiasmo che mi avete dimostrato nel voler seguire  un percorso politico fatto di rinnovamento e maggiore sinergia tra tutti i livelli.  Ho iniziato a valutare le persone che potrebbero entrare nei prossimi coordinamenti provinciali ma mi mancano ancora alcuni tasselli e sto aspettando che , come richiesto dal Presidente Berlusconi,  siano tesserati almeno i quadri e gli eletti, entro il 31 marzo. I tesseramenti proseguiranno poi fino al 30 giugno; è importante il tesseramento perché Vi  darà l’opportunità di fare i congressi ed eleggere  i Vostri rappresentanti Forza Italia.  Le maggiori energie sono dedicate alle prossime amministrative.  In Emilia Romagna andranno al voto 256 comuni, di cui 39 sopra ai 15.000 abitanti e 5 capoluoghi di provincia.  Dei 5 capoluoghi di provincia , Ferrara e Modena hanno già un candidato sindaco e si stanno preparando le liste Forza italia;  all’architetto Anselmi e al Sig. Galli vanno i miei migliori auguri di buon lavoro .  Nei  comuni sopra ai 15.000 abitanti stiamo lavorando per fare liste Forza Italia apparentate con le altre formazioni di centro destra per poter raggiungere almeno il ballottaggio. Di questi 39 comuni solo 5 sono amministrati dal centrodestra: Bondeno (FE), Molinella (BO), Sassuolo (MO), Fidenza (PR) e Bellaria Igea Marina (RN)   Appena la situazione sarà dipanata  Vi farò avere l’elenco dei candidati da sostenere.
 A Roma la situazione , rispetto a venti giorni fa, si è completamente  “rimescolata”.  Vi avevo lasciato raccontandoVi  dei 5 stelle che occupavano l’aula e ci troviamo con Renzi che ha occupato la seggiola di Letta. Martedì mattina voteremo la fiducia a questo governo modificato , non posso certo chiamarlo nuovo. L’Emilia Romagna è sovra rappresentata perché ben tre ministri sono di Bologna. Vengono tutti da mondi diversi l’un dall’altro, come si possano amalgamare insieme tutte queste esperienze non mi è dato di saperlo , ma come sempre son d’accordo con il Presidente Berlusconi : faremo una opposizione responsabile. Cordialità.  On. E.M. Palmizio

PADOAN, L’UOMO CHE SPINSE L’ARGENTINA NELL’ABISSO: POVERI NOI……


Il neo ministro dell'Economia proviene da Fmi e Ocse. Ha contribuito alle crisi di Grecia e Portogallo. Krugman: «E' l'uomo dai cattivi consigli» [Franco Fracassi] «La riforma Fornero è stato un passo importante per la risoluzione dei problemi dell'Italia», dichiarò un anno fa il neo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Ex dirigente del Fondo monetario internazionale, ex consulente della Bce ed ex vice segretario dell'Ocse, Padoan è di casa tra i potenti del mondo. Scelto personalmente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e osannato dai grandi media italiani, il neo ministro non è stimato da tutti gli economisti, soprattutto da quelli non liberisti. Sentite cosa scrisse di lui sul "New York Times" il premio Nobel per l'economia Paul Krugman: «Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all'Ocse». A cosa si riferiva Krugman? Padoan è stato l'uomo che ha gestito per conto del Fondo monetario internazionale la crisi argentina. Nel 2001, Buenos Aires fu costretta a dichiarare fallimento dopo che le politiche liberiste e monetariste imposte dal Fmi (quindi, suggerite da Padoan) distrussero il tessuto sociale del Paese. In quegli anni il neo ministro si occupò anche di Grecia e Portogallo. Krugman scrisse in un altro articolo che furono proprio le ricette economiche «suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi». Ecco cosa dichiarò Padoan a proposito della crisi greca: «La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell'amministrazione pubblica e nel lavoro». In altre parole, Atene avrebbe dovuto rendere il lavoro molto più flessibile, alleggerendo (licenziando) la macchina della pubblica amministrazione. Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull'orlo del collasso, l'allora numero due dell'Ocse suggerì più esplicitamente: «C'è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo». Padoan è stato per quattro anni responsabile per conto del Fmi della Grecia. Successivamente, ha influenzato le politiche economiche di Atene in qualità di vice presidente dell'Ocse.

sabato 22 febbraio 2014

L’OPPOSIZIONE RESPONSABILE DI BERLUSCONI E FORZA ITALIA. APPOGGIARE IL BENE DA QUALUNQUE PARTE PROVENGA. PREPARANDOCI AL VOTO CON I CLUB FORZA SILVIO


Il 67 per cento approva la decisione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia di mettere in atto una opposizione responsabile nei confronti di un eventuale governo Renzi. Il quale, ricordiamolo, non arriva da un voto, ma ha anche la positiva e non secondaria caratteristica di non essere mai stato comunista né di aver assorbito neppure il cattocomunismo. (Si noti la repellenza reciproca tra Matteo e la pasionaria Rosy Bindi). Opposizione responsabile non vuol dire cedevole. Responsabile viene da “risposta”. Noi a chi rispondiamo? Per evitare di adoperare la parola valori o principi, che sono cose vere ma rischiano di essere consegnate alla retorica, trasformiamo così la domanda: che cosa abbiamo di più caro? Per noi è inevitabile pensare ai volti di chi ci sta intorno, alle persone che oggi sono schiacciate dall'enorme peso della crisi. Noi rispondiamo sulla base del bene che vogliamo a queste persone, a questo nostro popolo, che è la fibra vera dell'Italia e si chiama ceto medio. Che non è una categoria solo sociologica. Ma una comunità umana fatta di affetti e desideri, problemi e drammi. Noi crediamo che il governo debba operare scelte che siano una frustata autentica alla stagnazione dell'economia che equivale al precipizio senza fine. Per usare una frase di Lin Piao: il momento è tanto grave, che non ci importa il colore del gatto, purché sia bravo a cacciare i topi. Se Renzi proporrà, con il suo governo, riforme serie e liberali, saprà trovare alleanze in Europa perché Bruxelles la smetta di essere serva di Berlino, non troviamo ragioni valide per dire responsabilmente di no.
Di certo, è indispensabile che – affinché queste riforme non siano effimere, e non siano soffocate dalle burocrazie e da meschini interessi – si elimini il sottobosco mortifero il quale finora ha reso impossibile al governo, qualsiasi governo, di governare coerentemente con il suo programma elettorale.

venerdì 21 febbraio 2014

LETTA LASCIA IN EREDITA’ 3,4 MILIARDI DI TASSE. RIUSCIRA’ RENZI A TOGLIERCELE?.


Letta lascia in eredità 2,4 miliardi di tasse in più nel 2014 e un ulteriore miliardo nel 2015. Lo scrive la Cgia di Mestre, secondo cui, nel 2013 “il Paese ha risparmiato poco più di un miliardo di euro di tasse, grazie solo all’abolizione dell’Imu sulla prima casa”.
“Non è da escludere che questo aggravio fiscale abbia delle ricadute negative anche per i cittadini e le imprese. Con meno risorse a disposizione, è probabile un ulteriore contrazione degli impieghi bancari o un aumento dei costi dei servizi offerti alla clientela”. E ancora: “I risultati del nostro bilancio fiscale non tengono conto di una cosa: con l’introduzione della Tasi, molte tipologie familiari corrono il rischio di subire un aumento della tassazione locale, visto che i sindaci avranno la possibilità di applicare il nuovo tributo con un’ampia discrezionalità”, aggiunge Bortolussi, che sottolinea come il governo Letta abbia ereditato “una situazione alquanto difficile, sia per la tenuta dei conti pubblici, sia per l’andamento negativo di tutti gli indicatori economici”.

CHIARIRE LA SITUAZIONE DELL’ARGINE DI VALLE FURLANA


Interrogazione regionale del consigliere forzista sul mancato trasferimento di 80 ettari di proprietà privata

Comacchio. In fase di rilascio del permesso di costruzione dell’argine di Valle Furlana nelle valli meridionali di Comacchio, l’ufficio tecnico del Comune di Comacchio si è accorto di una clamorosa “svista”, ossia il mancato trasferimento al pubblico di ottanta ettari di specchi d’acqua, rimasti erroneamente in proprietà ad un privato, cosa che avrebbe vanificato i presupposti e gli accordi alla base del progetto.
Lo scrive Gianguido Bazzoni (Fi-Pdl) in una interrogazione rivolta alla giunta per sapere dalla Regione se non ritenga che la vicenda abbia “contorni opachi ed esiti incerti anche considerata la nuova situazione emersa (il mancato trasferimento al pubblico di ottanta ettari di specchi d’acqua) e, in questa situazione, se non ritenga opportuno riconsiderare l’esecuzione dell’opera”.

giovedì 20 febbraio 2014

NOI E RENZI. PARTECIPA AL FOCUS GROUP


Nell'incontro di oggi con Matteo Renzi, Silvio Berlusconi ha ribadito il nostro ruolo di opposizione responsabile.
Allo stesso tempo ha confermato la necessità di approvare secondo i tempi previsti la legge elettorale e ha dato una disponibilità sulle riforme istituzionali e su quelle che riguardano lavoro, fisco, giustizia.
Tu come pensi che dovremmo agire nei confronti del nuovo governo?
Grazie! Cordialmente,  on. Antonio Palmieri  responsabile internet Forza Italia

mercoledì 19 febbraio 2014

TROPPI INUTILI IDIOTI


"Angelino, sei proprio un idiota". Impossibile non attendersi la replica al pepe di Alessandro Sallusti dopo le durissime parole di Angelino Alfano dal palco romano di Ncd, domenica a pranzo. Il vicepremier uscente ha bollato come "inutili idioti" gli uomini più in vista di Forza Italia, i consiglieri che hanno reso Silvio Berlusconi "irriconoscibile". E tra quelli, non citati, difficile non scorgere anche il direttore del Giornale. E se quegli stessi politici azzurri hanno reagito via Twitter e comunicati stampa, lui, Sallusti, sceglie l'editoriale del lunedì. "Essendo idioti, gli alfaniani si sono offesi. Perché sono pure ignoranti". Prima botta. Alfano non ha colto, scrive il direttore, la citazione storica, "staliniana" di Berlusconi sugli "utili idioti" della sinistra. "Cavolo Alfano, non puoi cadere così: se uno è inutile, che sia idiota o no, è irrilevante. Lo vuoi capire che è idiota solo chi è utile al nemico? Forse è troppo difficile".
Della Valle peggio dei teenager - Ma "l'idiota" non è solo Alfano. Sallusti se la prende anche con Diego Della Valle, che ha dato dell"imbecille" a John Elkann. "Sono anni che Della Valle ce la mena contro la tirannia dei vecchi. In realtà l'anagrafe non lascia scampo: John è giovane, Della Valle è entrato nel girone degli anziani. L'azienda globale di John funziona (merito di Marchionne), quella di Della Valle scricchiola. Il paragone lo rende acido, invidioso dei successi e dell'età altrui". Non mancano gustose stoccate, tipo quella sul look: "Cerca di mascherare gli anni portando le camicie con il colletto alzato (neppure i teenager lo fanno più, si vergognano) e decine di braccialetti come manco si vede d'estate sulla spiaggia di Riccione". Giletti bravo, ma... - Ma gli idioti, "utili" o "inuitili", abbondano anche in tv. E Sallusti si mette nel mucchio, insieme a molti colleghi. Buon ultimo, Massimo Giletti che nella sua Arena su Raiunoin collegamento video con un onorevole del Movimento 5 Stelle, ha raccomandato agli altri ospiti: "Mi raccomando, niente contraddittorio", in ossequio al criticabilissimo regolamento mediatico dei grillini. Giletti, scrive Sallusti, è un campione di ascolti, un professionista con la schiena dritta ("lo ha dimostrato con un Berlusconi debordante, fino al punto da farlo alzare dalla sedia"): "Lui, noi, io non dovremmo più accettare questa regola da utili idioti. Non siamo degli Alfano qualsiasi

martedì 18 febbraio 2014

PAROLE CHIAVE……


Berlusconi – Solo lui è il leader legittimato da oltre 10 milioni di voti. Lui ė stato l'ultimo Presidente del Consiglio dal 2011 ad oggi ad essere stato eletto dagli italiani. E lui ha subìto quattro, quasi cinque golpe, culminati con la sua estromissione dal Senato. Ed è lui, con il senso di responsabilità che lo ha sempre ispirato, che farà con Forza Italia una opposizione costruttiva al nuovo esecutivo. Lui sì che pensa solo al bene del Paese e non alle ambizioni personali.
Toti/1 – Senza se e senza ma. “Questo governo Forza Italia lo contesta nel metodo e nel merito. Non riesco a capire quale impulso in più possa dare Renzi all'economia con la stessa maggioranza di Letta”. Non lo capiamo noi e non lo capiscono gli italiani. Così il consigliere politico del Presidente Berlusconi a “In mezz’ora”.
Toti/2 – Pacta servanda sunt. Ma forse Renzi non sa il latino. “Renzi ha bisogno di Forza Italia per fare le riforme ed intende dialogare con tutti. Abbiamo fatto un accordo sull'Italicum, Titolo V e Senato e noi lo rispetteremo fino in fondo. Vediamo se sarà lui a rispettarlo, noi siamo pronti a votare anche domani mattina. La mia previsione è che se il Pd farà slittare la legge elettorale ci riterremo svincolati dal patto”. Se ne ricordino, non si può prescindere da Berlusconi e Forza Italia per le riforme istituzionali.
Toti/3 – “Il Nuovo centrodestra ha una responsabilità gigantesca. Ha spaccato il fronte moderato aprendo la strada a provvedimenti che han nuociuto al Paese. L'asse si era spostato a sinistra. Quando Berlusconi parla di utili idioti, al netto degli idioti, loro sono stati la stampella del governo di sinistra”. Lo ha detto Toti ieri dalla Annunziata: rispediamo al mittente l’accusa.

lunedì 17 febbraio 2014

SMASCHERATA LA PORCATA DI MONTI DELL’OBBLIGO AD APRIRE UN C/C PER INCASSARE PENSIONI SOPRA 1.000 EURO.

Finisce sul tavolo della Consulta l’obbligo di apertura di conto corrente per l’accredito di stipendi e pensioni oltre i mille euro. Lo riferisce l’Adusbef che aveva sollevato in tribunale eccezione di costituzionalita’ sulla norma all’art.12 del decreto salva Italia, annunciando che ieri il Tribunale di Lecce, nella persona del Giudice Alessandro Maggiore, con ordinanza del 12 febbraio 2014, ha accolto l’eccezione di costituzionalita’ e rimesso la questione alla Corte Costituzionale.
Soddisfatta l’Adusbef che parla di una “vittoria contro governi maggiordomi dei banchieri”.

sabato 15 febbraio 2014

LA “TRUFFA” SULLE UTENZE


Inutile negare che gli aumenti esponenziali delle imposte sulla casa rappresentino una delle concause all’ormai endemica crisi del settore edilizio. Le vendite e, conseguentemente, i piani di sviluppo edilizio, negli ultimi anni, hanno subito una brusca frenata. A tutto questo dobbiamo aggiungere il ginepraio delle innumerevoli regole e imposizioni collegate alle tasse su energia elettrica, acqua e gas, rifiuti, depurazione, le cosiddette utenze. Per fare solo pochi esempi, le tasse sull’energia elettrica e dei rifiuti denominate maggiorazione sulle utenze per i non residenti e la maggiorazione sulle seconde case, rappresentano una vera e propria ingiustizia, una forma di iniquità palese. Superfluo dire che questi ulteriori balzelli non contribuiscono a ridurre le imposte per i residente e per i possessori di prime case, semplicemente diventano uno strumento, una palese scusa, per fare cassa, per caricare i portafogli di quelle tante aziende, quasi sempre a partecipazione pubblica, che gestiscono il sistema energia e le materie prime. Aziende spesso in crisi, non certo per la scarsità di entrate ma per la scelta di sponsorizzare manager super pagati, che, soventemente, occupano queste poltrone d’oro non per capacità ma per scelte politiche sbagliate. Un sistema inaccettabile che i cittadini non possono più tollerare oltre. I costi della bolletta dell’energia elettrica e delle altre utenze dovrebbero dipendere dai reali consumi e non da sovrattasse inventate dalle aziende, al limite della truffa legalizzata.
In Italia, dal 1995, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG) si occupa della regolazione tariffaria, dell’accesso alle reti e della tutela degli utenti finali nei mercati concorrenziali di energia elettrica e gas. Con la liberalizzazione oggi il consumatore dovrebbe essere libero di scegliere il suo fornitore di energia, gas e servizi, in realtà l’utente è costretto a convivere con trust più o meno manifesti, il principale artefice di questo sistema inefficiente è il pubblico, che pare non gradire la libera concorrenza. Fabio Filippi

BERLUSCONI: “ IO ULTIMO PREMIER ELETTO DAL POPOLO”


Il Cav attcca la sinistra: "Da loro solo tasse". E smaschera il blitz ordito con Napolitano e toghe: "Strategia della distruzione per farmi fuori". Domani sera salirà al Colle per guidare la delegazione di Forza Italia: "Alle prossime elezioni dobbiamo puntare al 37%"
"Siamo di fronte a un’emergenza. Il Pd ora è il primo partito d’Italia, prima delle scissioni all’interno del centrodestra. Perché tutto ciò non accada, bisogna vincere le prossime elezioni con più del 37% dei voti".  Alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale di Ugo Cappellacci, candidato governatore per la Regione Sardegna per la coalizione di centrodestra, Silvio Berlusconi non fa sconti a nessuno: inchioda la sinistra per tutte la valanga di tasse che ha imposto agli italiani, rinfaccia (senza fare i nomi) chi non ha aderito a Forza Italia contribuendo a spaccare il centrodestra e bacchetta il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano di essere troppo attaccato alla poltrona. Ma soprattutto guarda alla tornata elettorale come l'occasione per rilanciare il buon governo azzurro. E ricorda: "Io sono l’ultimo presidente del Consiglio che è stato eletto dal popolo...".
"C’è stata una scissione, ma non è bello dire scissione...". Dal palco di Arborea Berlusconi chiude la campagna elettorale di Cappellacci ricordando la fuoriuscita degli alfaniani da Forza Italia e parlando delle future alleanze elettorali: "Siccome tengono alle poltrone, se dovessimo andare al voto in coalizione, questi qui dovremo riprenderceli vicino...". Il Cavaliere, però, non è affatto preoccupato da Ncd, ma dalle politiche della sinistra al governo. Nel giorno in cui Enrico Letta è salito al Colle per rassegnare le dimissioni da premier a Giorgio Napolitano e Matteo Renzi si appresta ad accettare l'incarico di formare un nuovo esecutivo, Berlusconi dice un secco "no" al programma economico targato Pd. "Niente da fare - spiega - questi signori non hanno ancora imparato  come si fa a far avanzare l’economia e a promuovere la crescita. Hanno dei progetti che sono deleteri per tutto". Tra questi anche la patrimoniale. Proprio per evitare che la sinistra resti al governo, il leader di Forza Italia lancia un accorato appello ai moderati. "Se alle prossime elezioni dovremo andarci con una coalizione dovremmo riprenderceli vicino...", continua soffermandosi sul rapporto con Alfano. Perché questa alleanza non debba essere sottoscritta "forzatamente", il Cavaliere vede solo una soluzione, e cioè che alle prossime elezioni Forza Italia stra vinca con più del 37% delle preferenze. "Noi soltanto siamo pieni di passione e entusiasmo per l’Italia - incalza l'ex premier tra gli applausi - siamo sicuri di vincere da soli, ma dobbiamo puntare al 37%". Nel frattempo, però, Berlusconi resta concentrato sul passaggio di consegna da Letta a Renzi. Domani sera, intorno alle 18,30, salirà al Quirinale per guidare la delegazione di Forza Italia alle consultazioni con il capo dello Stato. "Contro di me hanno messo in atto una strategia di distruzione", ha concluso accusando la sinistra di aver ordito, "insieme alla magistratura", un vero e proprio colpo di stato per farlo dimettere, "senza curarsi che colpiva l’immagine del nostro governo e dell’Italia".

venerdì 14 febbraio 2014

DOPO L’IMU, ARRIVA IN QUESTI GIORNI LA TARES, L’AUMENTO IRPEF E………………..

UE: CONFISCARE I SOLDI DEGLI EUROPEI PER FINAZIARE LA RIPRESA


13 febbr - (WSI) Per le autorità dell’Unione Europea i risparmi personali possono essere utilizzati per colmare i divari finanziari a lungo termine. L’esclusiva pubblicata da Reuters è l’ennesima della serie sul tema del pericolo che in caso di crisi vengano imposte mini patrimoniali o prelievi coatti sui cittadini europei più benestanti. A Cipro ne sanno qualcosa. “I risparmi dei 500 milioni di europei potranno essere utilizzati per finanziarie investimenti a lungo termini per alimentare la crescita dell’economia e porre rimedio al gap si è formato nei buchi di bilancio delle banche da quando è scoppiata la crisi”. In un documento Reuters ha letto che l’utilizzo sarà su base “involontaria” (ovvero forzata) a discrezione dell’Unione. Si può quindi parlare di confisca. Nella fonte si descrivono i modi in cui l’Ue cercherà modi per togliere al blocco a 28 il vezzo di dipendere dai finanziamenti bancari e fare in modo che trovano altre vie per finanziare le piccole e medie imprese e i progetti di infrastruttura e altri investimenti. Finalmente l’Europa ammette che la crisi economica e finanziaria ha compromesso la capacità del settore finanziario di fare arrivare fondi freschi all’economia reale, a famiglie e aziende, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine. Il problema è la soluzione trovata. Nella seconda metà dell’anno la Commissione chiederà alle autorità di controllo del blocco un consiglio su una possibile bozza che consenta di “mobilitare i fondi previdenziali privati per finanziamenti a lungo termine”.

giovedì 13 febbraio 2014

DEMOCRAZIA……..


SI ESCE DALLA PORTA E SI RIENTRA DALLA FINESTRA, COSA NON SI FAREBBE PER RIPRENDERE UN PO’ DI VISIBILITA’


È iniziato stamattina nell'aula 110 del Tribunale di Napoli il processo per la presunta compravendita di senatori. L'ex senatore Antonio Di Pietro ha assistito in qualità di avvocato l'Italia dei Valori, che si è costituita parte civile al processo. Di Pietro è in aula e ha indossato la toga.
«È la prima volta che mi trovo dall'altra parte», ha commentato l'ex pm di «Mani pulite». Nel corso dell'udienza, l'avvocato Bruno La Rosa ha avanzato richiesta della costituzione di Forza Italia come responsabile civile.Dopo una breve camera di consiglio, il Tribunale di Napoli ha respinto le eccezioni sollevate dalla difesa per le notifiche nel processo sulla presunta compravendita di senatori, cominciato oggi, e ha dichiarato la contumacia di Berlusconi, ritenendolo regolarmente avvisato. L'udienza di oggi si è conclusa; quella di domani sarà dedicata alla costituzione delle parti civili tra cui quella del Senato.

mercoledì 12 febbraio 2014

GIA’ NEL GIUGNO 2011 NAPOLITANO SCELSE MONTI COME PREMIER LA TRADUZIONE DELL’ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES PUBBLICATA IL 10 FEBBRAIO 2014





DA FORZA ITALIA NO A STAFETTA, LETTA GOVERNI O DOPO LEGGE ELETTORALE AL VOTO


“Sempre più insistenti le voci su una possibile staffetta tra Renzi e Letta a Palazzo Chigi. Forza Italia è contraria a questo scenario, perché di fatto avremmo, in poco più di due anni, il terzo presidente del Consiglio senza legittimazione popolare: dopo Monti (tecnico) e Letta (non candidato alla premiership), arriverebbe Renzi che finora ha vinto elezioni solo a Firenze e provincia. L’accordo tra Berlusconi e Renzi riguardava la legge elettorale e le riforme istituzionali. Noi continuiamo a volere realizzare quanto pattuito. Si approvi al più presto la legge elettorale e si avviino le riforme istituzionali, senza perdere altro tempo. Che Letta governi, se ne è capace, e che il Pd lo sostenga, se lo ritiene ancora opportuno. In caso contrario, lo ripetiamo, si faccia la nuova legge elettorale e poi si ritorni al popolo sovrano. Noi manteniamo i patti, faccia altrettanto il Partito democratico di Renzi e Letta, che fino a prova contraria appartengono ancora alla stessa formazione politica”. Renato Brunetta

martedì 11 febbraio 2014

GOLPISTI NELL’ESTATE 2011?


Finalmente la verità sul golpe del 2011. Monti già nel giugno, a spread basso, era stato scelto dal Colle.  Il Presidente Napolitano nei giorni scorsi ha detto solennemente: i nomi di Monti e Letta sono stati descritti come «quasi inventati per capriccio del Presidente della Repubblica». Ma ciò non è vero perché furono indicati «nel corso delle consultazioni». Insomma: agì come Costituzione comanda. Invece. Forse le consultazioni ci furono, ma non esattamente quelle previste dalla Costituzione. Consultò qualcun altro.
 Un’altra verità, rispetto a quella fornita dal Quirinale, viene documentata da Alan Friedman oggi sul “Corriere della Sera” e incastonata in un video di poco più di dieci devastanti minuti. Eccola: già nel giugno del 2011 il presidente Napolitano aveva chiamato a sé Mario Monti per allertarlo. Sarebbe toccato a lui sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi. Anche Corrado Passera, allora banchiere semplice, era stato incaricato dal Colle di confezionare un programma economico che poi mostrò allo stesso Monti. Lo sapevano tutti, a quanto pare, quelli del gran mondo della sinistra ricca e colta, di banchieri, finanzieri, editori. E il popolo? Il popolo chi? De Benedetti, Prodi confermano. Monti chiese loro consiglio, ed essi non mancarono di fornirgliene. "Accetta, accetta...". Ci domandiamo: perché Napolitano ha sostenuto che non si è trattato di un suo capriccio? Siamo d’accordo, non è stato un capriccio, non si tratta di uno scatto di umore bizzoso, ma qualcosa di lento, maturato piano, coltivato prima delle tempeste. Come si può chiamare qualcosa che viene progettato in contraddizione con il responso delle urne? A uragano finanziario ancora al di là dell’orizzonte, fuori dagli schermi radar, il nome e cognome di un premier senza suffragio universale, ma solo a suffragio di quartierini alti e stranieri era già stabilito. Presidente Napolitano, osa ripetere ancora che sarebbe stata la consultazione di partiti ad aver fatto uscire il nome Monti? Sul serio?
Andiamo al documento filmato di Alan Friedman. Le ultime parole sono di Mario Monti, quando ammette, faticosamente, dolorosamente, a proposito della sua investitura a premier, che in effetti già a giugno del 2011, Napolitano “sì, mi ha dato segnali in questo senso”.
Poi basta parole. Primo piano del senatore a vita. In trenta secondi di un volto silenzioso viene raccontata una brutta verità sull’Italia. C’è un pieno di verità in quel vuoto di parole che nemmeno in un poderoso volume di documenti e giuramenti. Monti è smarrito, stringe le labbra. Le corruccia, le abbassa. È consapevole, non mente. A cosa ha detto di sì? E chiude gli occhi per otto secondi eterni.
Si rifletta. Quando Monti fu investito di un piano elaborato fuori Costituzione (da chi? da Napolitano? quali consultazioni ci furono?) lo spread, con la sua tempesta poi provocata ad arte, non si era ancora abbattuto sull’Italia, ma se ne stava tranquillo sotto i 200 (quota 200 sarà toccata solo il 3 luglio). Eppure in quel giugno 2011 era già tutto predisposto. La road map o, meglio, la Strassenkarte, per dirlo in tedesco che temiamo sia la lingua giusta, era disegnata. Prendeva le mosse così un tranquillo colpo di Stato, pacifico, sereno, discusso in fresche sere d’estate a Saint-Moritz, non con il popolo elettore ma tra poteri forti.
Ma sono anche poteri boomerang. Pensavano di aver dato scacco matto a Berlusconi e al popolo italiano. Ora grazie alle rivelazioni fornite da Alan Friedman, convergenti, limpide, senza possibilità di letture minimaliste o benevole, lo scacco matto è al Re, ed è inutile che schieri cavalli ed alfieri, torri e pedine. Di certo siamo garantisti. Persino quando un volto impassibile come quello di Mario Monti canta più di un verbale.

GIORNO DEL RICORDO. BAZZONI (FORZA ITALIA): “NON DIMENTICARE PERSECUZIONE DI ITALIANI SOLO ED IN QUANTO TALI”


La Giornata del Ricordo non è una celebrazione di secondo piano, come purtroppo molti vorrebbero far intendere. Oggi, infatti, commemoriamo le vittime delle foibe e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati. Una pagina nera della nostra storia nazionale, purtroppo a lungo dimenticata ma che è stata giustamente fatta riemergere negli ultimi anni e la cui memoria deve essere conservata soprattutto a favore delle giovani generazioni affinché simili massacri e persecuzioni mai più si ripetano. Di tutta questa complessa tragedia del confine orientale italiano quello che deve far riflettere è che le vittime sono state tali solo ed in quanto italiani. Ciò vale ancora di più per quel pezzo d’Italia che è l’Emilia-Romagna dove si verificò l’infame episodio del treno della vergogna, il convoglio carico di esuli che non si poté fermare alla stazione di Bologna il 16 febbraio 1947 perché contestato dai comunisti. L’identificazione degli italiani con i fascisti è un falso storico che la sinistra fa ancora fatica a riconoscere nonostante anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sia stato chiaro nell’affermare che tale vicenda assunse i contorni della pulizia etnica”. Il Presidente del Gruppo Forza Italia – PDL Assemblea legislativa Emilia-Romagna Gianguido Bazzoni

sabato 8 febbraio 2014


MALAN: CON IL SENATO DI RENZI 41 MILIONI DI CITTADINI DI SERIE B


“Siamo certamente favorevoli a una riforma anche radicale del Senato, del resto l’avevamo già fatta nel 2005. Ma il modello che abbiamo sentito descrivere ieri comporterebbe enormi disparità tra gli elettori. Infatti, quel 29% degli italiani che vive nei capoluoghi di provincia avrebbe l’esclusiva su 108 Senatori- sindaci dei capoluoghi, oltre a partecipare all’elezione dei Senatori- Governatori.
Al restante 71% resterebbe solo la possibilità di partecipare alle elezioni degli ultimi 21; il Presidente della Repubblica avrebbe perciò da solo più senatori di 41 milioni di italiani ’provinciali’. Sfugge poi il senso di dare tutto questo potere ai capoluoghi di province che contemporaneamente si vogliono abolire. Persino il cattivo modello del Bundestrat, che molti tedeschi vorrebbero abolire è preferibile a questa strampalata proposta. I 41 milioni di italiani che vivono in provincia non possono diventare cittadini di serie B sul modello del bantustan del Sudafrica dell’apartheid”.

venerdì 7 febbraio 2014

DARIA BIGNARDI, LA FIGLIA DEL FASCIO DARIA HA MESSO ALLA BERLINA IL GRILLINO CON IL PAPA’ CAMERATA. MA IN FAMIGLIA…….

Daria Bignardi

Spericolata Daria Bignardi. Diciamo un pizzico imprudente nel tentare di inchiodare il grillino Alessandro Di Battista con la domanda delle domande: «Non prova imbarazzo ad avere un padre fascista?», come fosse lo scoop dell’anno e lui dovesse sprofondare in fondo allo studio sommerso dai fischi del pubblico de La7. Oddio, il quesito è lecito, visto che la conduttrice delle Invasioni Barbariche di mestiere fa la giornalista e il suo è un programma basato su interviste ai vari ospiti. Daria chiede, loro rispondono. Però sui parenti fascisti anche la signora Bignardi in Sofri offre spunti interessanti, non sempre comunicati con la stessa enfasi che mette quando vuole cogliere in fallo l’intervistato di turno. 

LEGGI L’ARTICOLO

E IO PAGO


giovedì 6 febbraio 2014

SEMPRE I PRIMI NELLE SPESE DELL’ITALIA E IO PAGO: AMBASCIATORI ITALIANI? LA LORO BUSTA PAGA DUE VOLTE E MEZZO QUELLA DEI COLLEGHI TEDESCHI.


Tanto per fare un paio di esempi: l’ambasciatore italiano a Parigi porta a casa 20.995 euro al mese, l’omologo tedesco 8.449; l’ambasciatore italiano a Mosca è retribuito con la bellezza di 26.998 euro al mese, mentre il suo omologo tedesco con 10.018. Una sproporzione abissale che non sembra affatto preoccupare la Farnesina. Negli ultimi mesi la rete diplomatica italiana non è certo brillata la sua efficienza. I marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ancora ingiustamente trattenuti in India. L’ex terrorista Cesare Battisti si sollazza sulle spiagge di Rio de Janeiro. Per non dimenticare lo schiaffo a quei genitori rispediti a casa dal Congo senza i figli adottivi. Adesso i diplomatici finiscono nel mirino dell’opinione pubblica per i lauti guadagni che ogni mese si portano a casa. A far le pulci alla Farnesina è il sito Lavoce.info riportando le remunerazioni degli ambasciatori italiani e mettendole a confronto con quelle dei tedeschi. “Sono remunerazioni teoriche, che assumono un ambasciatore senza moglie e senza figli – spiega Roberto Perotti che coordina un gruppo di lavoro della segreteria di Matteo Renzi sulla spesa pubblica – i dati italiani mi sono stati forniti direttamente da funzionari del ministero degli Esteri, quelli tedeschi sono basati su fonti ufficiali scaricate da internet”. In media, le remunerazioni nette italiane sono due volte e mezzo quelle tedesche. Con punte che, in Europa e in America del Nord, arrivano quasi a trplicarsi. A Tokyo, per esempio, l’ambasciatore italiano prende 27.028 euro al mese, mentre quello tedesco deve “accontentarsi” di 10.018. E ancora: a Washington l’ambasciatore italiano guadagna 24.606 euro al mese, mentre quello tedesco 9.495 euro.
“Sia gli ambasciatori tedeschi sia quelli italiani hanno ovviamente diritto all’abitazione”, ricorda Perotti. Secondo un’indiscrezione di Wall Street Italia, il rappresentante italiano alle Nazioni Unite di Ginevra, che guadagna 19.757 euro al mese mentre il suo omologo tedesco ne prende 8.449 euro, risiede “in una villa a con 12 bagni da 22 mila euro di affitto al mese”. Casa a parte, la rete diplomatica italiana gode anche di una indennità per le spese di rappresentanza che può variare da 4mila euro mensili a Pretoria a 22mila euro a Tokyo. Con tutti questi soldi gli ambasciatori possono pagarsi il leasing e la benzina della macchina di servizio, i viaggi di rappresentanza, i domestici, i ricevimenti e così via. E gli ambasciatori tedeschi? Tutte le spese di rappresentanza sono a carico della sede.

mercoledì 5 febbraio 2014

UE. SCHULZ SMEMORATO E SPUDORATO, NON RICORDA SUOI INSULTI A BERLUSCONI?


Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha definito ‘semplicemente deplorevole’ la contestazione dei leghisti durante l’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Cosa dire: è semplicemente smemorato e spudorato.
Non ricorda il buon Schulz cosa fece a Berlusconi nel luglio del 2003? Non ricorda i suoi insulti e le sue assurde accuse? Ha la memoria così corta? O forse siamo davanti a un’autoaccusa postuma?
Nella precedente dichiarazione avevo provato ad usare l’ironia per commentare il comportamento contraddittorio di questo antico burocrate tedesco, di questo improvvisato ‘campione della democrazia’, o come disse una volta Berlusconi di questo ‘turista della democrazia’, ma evidentemente l’ironia non basta per un uomo di tale imbarazzante pochezza.

NO COMMENT


martedì 4 febbraio 2014

GRILLO E I GRILLINI GRILLO E’ UN FUORILEGGE, MA GLI ELETTORI GRILLINI NO. RICONQUISTIAMOLI. (E INTANTO RICORDIAMO CHE I NO-CAV FECERO DI PEGGIO , E TUTTO TACQUE)


Ci associamo al grido contro il grillismo, che non fa gentilmente cri-cri, ma grugnisce come gli animali più uguali degli altri nella fattoria orwelliana. Questi insulti sessisti sono però un dato che veniva tranquillamente perdonato ai grillini e ai loro antesignani se a esserne vittima erano donne del centrodestra.
Ci ricordiamo male o a Piazza Navona, nel 2008, sul palco di sinistra si imbastì un prese quel del grillismo? La manifestazione si intitolava “No Cav” e la frase più innocua che si udì è questa di Sabina Guzzanti: "Osteria delle ministre/paraponzi ponzi po/le ministre son maestre/paraponzi ponzi po/e se al letto son portento, figuriamoci in Parlamento ". Le ministre erano ovviamente del Pdl.
Compiacimento a sinistra. Ora che alle loro deputate è indirizzato il medesimo sghignazzamento truce e sessista, apriti cielo. Il cielo scaglierà senz’altro fulmini.
Ma almeno il cielo è giusto e saetterà anche contro le precedenti oscene violenze verbali. Adesso interviene il presidente Napolitano, la Conferenza episcopale si scandalizza. Giustamente. Se lo fanno ora, perché non ieri? Offendere la Boldrini è una minaccia alla democrazia, insultare Carfagna e Gelmini, un’opinione forse colorita ma accettabile?
In realtà chi insulta, vogliamo chiarirlo una volta per tutte, non sono gli otto milioni di cittadini che hanno votato Grillo, ma il capocomico e i suoi deputati. Costoro specialmente con i loro giannizzeri del Web, che impazziscono per la notorietà e il potere acquisito, arrivano da lì, dai No-Cav, dalla sinistraccia che Renzi oggi sta cercando di spingere verso sponde occidentali di civiltà.
Molti di questi elettori invece, come dimostra lo studio dei flussi elettorali di Roberto D’Alimonte, arrivano dal centro e dal centrodestra. Sono dunque gente nostra, schiacciata dalla crisi, e che non spera più esca qualcosa di buono dalla politica, comunque essa sia. Ma non è gente votata allo stupro mediatico e virtule. Conquistiamoli. L’invito di Berlusconi a dialogare e incontrare questa fetta di società, di ceto medio disperato, sedotta da Grillo e sacrificata ad una pura politica di ribellismo, è sacrosanto. Così come quello di venire incontro alle esigenze di tanti giovani tagliati fuori dal lavoro e dalla speranza. Come scrive Giuliano Ferrara, sono stati ingannati.
Grillo è un fuorilegge della democrazia. La sinistra l’ha coltivato. Sia punito Grillo, scrive “Il Foglio”. Ma anche la sinistra che lo ha vezzeggiato. E i diversamente grillini che lo hanno rincorso su giornali e tivù.

lunedì 3 febbraio 2014

RENZI NON SI ILLUDA, AL MASSIMO LASINISTRA E’ SALITA AL 35 PER CENTO DOPO I FUNERALI BERLINGUER



Forza Renzi?. Non esageriamo, auguri sì, però. Il suo tentativo si scontra con un sacco di nemici, pescecani e murene da fondo fangoso. Se rende il Pd un partito socialdemocratico, la contesa sarà leale. Ma non si illuda, al massimo la sinistra in Italia è salita al 35 per cento dopo i funerali di Berlinguer”. Lo scrive, nelle sue parole chiave, “Il Mattinale”, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati

sabato 1 febbraio 2014

BERLUSCONI PROTAGONISTA DI QUESTA RIVOLUZIONE PACIFICA


 “Berlusconi. E’ il protagonista di questa rivoluzione pacifica. Ha il sole in tasca più che mai”. Lo scrive, nelle sue parole chiave, “Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati. “167milioni. Sono le schede con le quali è stato scelto Silvio Berlusconi come guida per l’Italia. Una montagna di democrazia alta due volte il K2”. “Economist. Rileggere la frase finale, sottolinearla. Impedire che accada. La strada della pacificazione salterebbe. ‘Solo la magistratura può tenerlo fuori dalla scena politica italiana. Tutti gli altri tentativi sono falliti’”. “Club Forza Silvio. Quello di cui sopra è un bel tema su cui discutere nei Club”, conclude “Il Mattinale”.

PENSIONI D’ORO IN EMILIA ROMAGNA


E’ impossibile ottenere dati ufficiali sulle pensioni d’oro in Emilia-Romagna. Nella patria delle cooperative rosse, dei partiti rossi, delle amministrazioni rosse, della finanza rossa reputiamo sia corretto e coerente nei confronti della cittadinanza pubblicare i nominativi dei maxi-pensionati della nostra regione. Dai dati forniti dal Ministero risultano circa 10.000 cittadini italiani che percepiscono rendite pensionistiche superiori ai 10.000 euro mensili, di questi ben 291 superano i 24.050 euro, per un importo medio annuo di 394.000 euro. Presumibilmente, anche in Emilia-Romagna sono in molti a fruire di questi benefici d’oro. Attraverso un’interrogazione regionale ho preteso di ottenere questo dato, comprensivo dei singoli nominativi dei pensionati, della loro provincia di residenza, del settore d’impiego in cui gli stessi hanno operato, distinguendo il pubblico dal privato. Temiamo, infatti, che la maggior parte di questi super ricchi provenga proprio dal pubblico, sfruttando posizioni ottenute forse per la fedeltà al partito politico di appartenenza. Con la nascita di Forza Italia, e la discesa in campo di Silvio Berlusconi, si è cercato di scardinare un sistema ingessato, controllato dai cosiddetti poteri forti. Ci siamo trovati di fronte un muro troppo spesso per essere abbattuto. Un sistema che ancora resiste, nonostante le richieste di equità e giustizia da parte della cittadinanza. La vecchiaia, come diceva Totò, è una livella per la morte, non ci paiono degne di uno stato civile ineguaglianze come queste. Fabio Filippi