sabato 30 maggio 2015

VERGOGNA VITALIZI


RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER NOI, MANDIAMOLO A CASA


“Renzi ci ha riempito per un anno e mezzo di etica e di moralità, secondo lui, e adesso ci troviamo a raccontare i peggiori comportamenti possibili. Altro che prima Repubblica, nella prima Repubblica non si facevano queste cose. Il caso De Luca, il caso Pessina in Liguria, vicende inquietanti”. “Ma dobbiamo dire grazie a Renzi, sta facendo una campagna elettorale al contrario, a nostro favore. Il cappotto di cui parlava gli si è rivoltato, altro che 7-0. Vinciamo in Veneto con Zaia, vinciamo in Campania con Caldoro, vinciamo in Liguria con Toti, e ce la giochiamo alla grande anche in Umbria e nelle Marche. Può finire 4-3 per noi. E con un risultato del genere Renzi andrebbe a casa un istante dopo. Se così fosse sarebbe il Partito democratico stesso a mandare a casa Renzi”. “Ci sarà l’effetto D'Alema. Nel 2000 l’allora presidente del Consiglio, che aveva come Renzi conquistato il potere con un colpo di palazzo, partiva avvantaggiato nei sondaggi e poi perse rovinosamente le elezioni regionali. Doveva suonarle, finì suonato. È così accadrà con la meteora Renzi”.
REGIONALI: BRUNETTA, TOSI E FITTO PERFORMANCE LOCALI, NO SPAZIO NAZIONALE
“Solo il centrodestra unito può rappresentare un’alternativa credibile a questa sinistra delle chiacchiere. Non c’è spazio per altre avventure, non c’è spazio per terzi poli”. “A livello nazionale è maturato uno spazio per Tosi o per Fitto? Assolutamente no. Saranno due performance locali, localistiche, senza alcuno spazio nazionale e destinate dunque a fallire”. “La politica è una scienza esatta: o individui uno spazio nazionale ‘conquistabile’ oppure non arrivi da nessuna parte. E questo lo dico al di là delle persone, non voglio parlar male di nessuno, faccio solo un ragionamento politico”.
“Basta vedere che fine ha fatto l’Ncd di Alfano che, nelle loro premesse, avrebbe dovuto ricostruire il centrodestra: il partito di Alfano non c'è, non esiste. Qualcuno sa come sono collocati in queste elezioni regionali? In ogni regione alleanze diverse dettate dall’opportunismo e dalla contraddizione. In molti casi Alfano da una parte e Casini dall’altra”.



BERLUSCONI VIRALE



La campagna elettorale la vince Berlusconi il Grande. A ‘Virus’ in onda le differenze tra uno statista che ama il popolo e un dittatorello sotto choc. Ecco perché non cedere alle derive anti-sistema. C’è una strada politica per la rinascita ed è quella della rivoluzione liberale e non violenta dei moderati
Diceva Agatha Christie che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.  ‘Che tempo che fa’, ‘Porta a Porta’ e ieri sera ‘Virus’. I tre indizi che provano, in maniera inconfutabile, la tesi che sosteniamo da tempo: tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi il confronto è impari. Non c'è partita. Due pianeti diversi. SILVIO BERLUSCONI parla la lingua delle cose e dei bisogni veri, non è espressione di un'ideologia, ma di un'esperienza di partecipazione ai desideri e alle difficoltà del popolo che lo rendono nuovo ogni giorno di più.
MATTEO RENZI è ormai sotto choc, fa i suoi comizi in tv dicendo il contrario rispetto ai suoi comportamenti. Ha proclamato la “l” di legalità come suo simbolo, ha praticato invece la "i" di illegalità come azione di governo e gestione del potere all'interno del partito.
Il parolaio fiorentino ha perso le staffe, è un disco rotto. Confonde la democrazia delle regole certe con l'assolutismo delle regole che mutano al mutare dei destinatari.
Il caso De Luca è l'emblema di un cortocircuito, innanzitutto mediatico, che annienta il diritto alla chiarezza non solo degli elettori campani, ma di tutti coloro che sono chiamati ad esprimere il loro voto domenica prossima.  Come i suoi predecessori al Nazareno, Matteo Renzi non ha resistito al richiamo della foresta che per certa sinistra è rappresentato dall'arroganza dialettica contro il vero e più temibile avversario politico tutt'ora in circolazione, il Presidente Silvio Berlusconi.
Nessuna novità, tutto come prima. Renzi ha forse rottamato qualche vecchio comunista, ma non ha affatto archiviato i metodi politici e le strategie comunicative che in questi venti anni hanno portato la sinistra italiana a proporsi agli italiani non come un'alternativa credibile, ma solamente come un'accozzaglia rancorosa di uomini contro.



venerdì 29 maggio 2015

ITALICUM, SEVERINO E IMPRESENTABILI FANNO UN FAVORE A SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi visto da Benny

L'Italicum, la legge Severino, gli impresentabili di Rosy Bindi. Tutto sembrava remare contro Silvio Berlusconi ma attenzione perché dal male, a volte, può nascere il bene. Parola del Cav che ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, riporta ItaliaOggi, ha riconosciuto che dal male della nuova legge elettorale con il suo premio di maggioranza alla lista più votata può derivargli il bene di un forte potere contrattuale con Matteo Salvini, Angelino Alfano, Corrado Passera, Giorgia Meloni e compagnia cantante. Ed è nello spazio fra la nuova legge elettorale e il vecchio regolamento della Camera che il Cavaliere è convinto di poter trovare le condizioni di una intesa contro Matteo Renzi: le diverse anime del centrodestra infatti potranno combattere uniti contro il Pd e poisepararsi alla Camera. E anche la legge Severino rischia di fargli un favore: se nell'autunno del 2013 gli è costata la poltrona al Senato ora potrebbe valergli la Campania con la conferma al governo della regione di Stefano Caldoro e la bocciatura del renziano ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca al quale la Corte di Cassazione ha tolto la possibilità di ricorrere al tribunale amministrativo regionale, in caso di elezione, contro la sospensione imposta appunto dalla legge Severino per una sua condanna, per quanto non definitiva.
Un ultimo aiuto a Berlusconi e a Caldoro potrebbe arrivargli addirittura dalla "nemica" di sempre "più bella che intelligente" Rosy Bindi che con la sua lista di impresentabili sta tagliando le gambe a De Luca e ad alcuni candidati consiglieri regionali nelle liste che lo sostengono.



LA VERGOGNA DEI VITALIZI: TOGLIERE SUBITO


Talvolta vale pure il processo inverso: un brand è talmente forte che lo si può anche declinare in politica. Ne sa qualcosa Luigi Biscardi (-531mila euro), al Senato dal 1992 al 2001 con il Pds-Ds. È il fratello del famosissimo Aldo, quello del Processo del lunedì . Entrambi avevano il cuore a sinistra da giovani. L'Aldo nazionale passò da Paese Sera al Tg3 in un sol colpo. Anche il partito aveva bisogno di uno sgub . "Armando Cossutta (6.939), Arnaldo Forlani (6.062), Fausto Bertinotti (4.987), Oliviero Diliberto (4.992), Claudio Martelli (4.992), Romano Prodi (3.022), Stefano Rodotà (4.992), Francesco (6.408), Enzo Bianco (5.601), Antonio Di Pietro (3.992), Luciano Violante (6.015), Nicola Mancino (6.939)". Ma "non soltanto i politici di professione godono dei vitalizi  e così nella lista troviamo sindacalisti, imprenditori, magistrati, giornalisti e avvocati. Tra gli avvocati figurano Gaetano Pecorella (4.372 euro) e Carlo Taormina (2.150); tra i giornalisti Rossana Rossanda (2.124), Eugenio Scalfari (2.270) e Demetrio Volcic (2.934); tra i magistrati Giuseppe Ayala (5.692), tra gli imprenditori Vittorio Cecchi Gori (3.408), Luciano Benetton (2.381) e Santo Versace (1.589). Ma nella lista ci sono anche registi come Franco Zeffirelli (3.408) e critici d’arte come Vittorio Sgarbi (5.007). Eugenio Scalfari prende ogni mese un assegno lordo di 2.162,52 euro. Gli ex parlamentari Paolo Cirino Pomicino una differenza di 775 mila euro a suo favore. Pure l’ex campione del Milan Gianni Rivera gode di un vitalizio che supera i 5 mila euro che, considerati i contributi versati, “gli ha dato “un vantaggio di 547mila euro”. L’ex ministro Giuseppe Guarino, invece, che ci ha guadagnato 496mila euro, mentre Sandra Bonsanti, ex giornalista di Repubblica, ha uno spread a suo favore di 411mila euro di spread. Per Vittorio Dotti, avvocato ed capogruppo di Forza Italia nel ’94, c’è un guadagno pari a 310mila euro. Tra gli altri nomi illustri anche Chiara Ingrao, , Fausto Bertinotti e Sergio Chiamparino che, hanno “un dividendo da vitalizio che supera i 100 mila euro e arriva fino a 200 mila. Pds presenta un trentottenne consigliere comunale, il segretario fiorentino Leonardo Domenici (-51mila euro il suo sbilancio previdenziale), destinato a diventare cinque anni dopo sindaco del capoluogo. Gli fa idealmente posto un deputato ex dc (Ppi e sinistra non sono ancora alleati): l'ex sottosegretario all'Istruzione Giuseppe Matulli (-600mila euro). Se ne torna a Marradi a fare il sindaco del suo Paese, poi diverrà il vice di Domenici.

giovedì 28 maggio 2015

IL VENTO E’ CAMBIATO




Berlusconi e la forza serena dello statista. Renzi ha paura. I numeri del suo disastro lo stroncano, e cambia discorso. Persino il leader di “Podemos”, in Spagna, lo definisce: tutto marketing, niente fatti, inchinato alla Merkel. E nelle sette regioni c’è una differenza di qualità a favore dei nostri. Podemos, faremos, vinceremos
Podemos cacciar via Renzi da Palazzo Chigi. Podemos e lo faremos. L’opinione pubblica comincia a Il vento è cambiato. rigettare le caramelle colorate e lo sciroppetto che il premier insiste nel rifilare con i suoi discorsi tutti annunci e niente sostanza., il leader di Podemos, vera sorpresa spagnola, ha Pablo Iglesias spiegato in perfetto italiano che “Renzi è solo marketing. A parole è contro la linea Merkel, ma nei fatti si è schierato con lei e la sua politica di austerità” (Piazzapulita, La7, ieri sera). L’hanno compreso a Madrid, e questa aria di verità sta gelando la schiena al nostro premier e ai suoi candidati, uniti nel destino. Infatti, è chiaro come il sole: la sindrome D’Alema è alle porte. Allora il rottamato per eccellenza, ebbe il coraggio di autorottamarsi, e si dimise da Presidente del Consiglio per i risultati delle regionali inferiori alle attese. Mossa logica e onesta. Non avendo vinto le elezioni, ma portato via il seggiolone di premier a Prodi con un colpo di palazzo, aveva necessità di darsi legittimità con un voto. Risultato: andò a casa.  E subentrò Giuliano Amato.
A Renzi chiediamo un po’ di coerenza. Ora sostiene che le elezioni servono al loro scopo specifico e basta, e che non è in palio la Presidenza del Consiglio. Peccato che non ha fatto altro che vantarsi per il risultato delle europee al 40,8 per cento. Le europee legittimano invece le regionali non delegittimano? Bella truffa.
In realtà a ballano i Renzi cerchioni, più si agita, più le ruote appaiono in procinto di abbandonare la sua macchina da Speedy Gonzales delle chiacchiere.
La campagna elettorale sta mettendo in rilievo due cose: la straordinaria , tutta a noi favorevole, differenza di qualità tra i candidati per le regionali.
E quella tra i due leader. Di Renzi abbiamo detto. Nervoso, ormai trasformato in un vaporizzatore di slogan gassosi. La faccenda delle pensioni rubate lo ha molto provato: alla lunga inventare panzane per ingannare la gente, consuma l’anima propria, ma soprattutto la pazienza del prossimo. La sfacciataggine di chiamare “bonus” un furto da 16 miliardi si paga.
In Europa non ha saputo andare oltre le performance mitologiche. E’ stato escluso dai vertici in cui si è sviluppata la trattativa su Ucraina e quella sulla Grecia. E dove ha avuto modo per ovvie ragioni di dir la sua – vedi Libia, vedi immigrati – ha strappato promesse subito smentite dalle decisioni dei singoli Paesi, che hanno tradotto il nostro grido di emergenza in una comoda diluizione di due anni, come usava coi mobili di Aiazzone.
Al contrario si sta Berlusconi ponendo in una situazione di caos come sorgente di ordine e di serenità.

martedì 26 maggio 2015

IL COSTO DEL GOLPE DEL 2011


 Berlusconi da Fazio ha mostrato la sua forza serena rispetto all’arroganza fallimentare di Renzi. E ha dimostrato, numeri alla mano, che la sospensione della democrazia non è solo un furto di libertà ma di benessere. Il governo di sinistra, al potere senza legittimità popolare, è un lusso che l’Italia non può permettersi. Ieri Silvio Berlusconi da Fabio Fazio ha mostrato di quale fibra abbia l’anima e di come sia dritta la sua schiena.  Dal 2011 in poi ha subito di tutto. La democrazia e la giustizia sono state straziate per eliminarlo. Ma ha trasmesso e contagiato quella serenità che vive dentro di sé. Ha comunicato la sua buona coscienza. E ha fornito non già – come avrebbe voluto il conduttore – un’istantanea del passato, ma il bilancio di quello che gli italiani stanno pagando sul piano del loro benessere per il golpe da lui subito. Ecco che cosa ci è costato il golpe: questo scippo di benessere oltre che di democrazia è infatti un fenomeno misurabile con l’aritmetica.
I NUDI DATI. Tre governi non eletti, in progressione costante di danni da Monti a Letta fino al diapason di Renzi, hanno avuto questi 9 effetti negativi.
1. l'aumento di quasi due punti della pressione fiscale;
2. più di 4 punti di aumento della disoccupazione (a marzo 2015 ha registrato il record del 13%);
3. il raddoppio della disoccupazione giovanile (al 44 %);
4. 10 punti di aumento del debito pubblico;
5. almeno il 30% di perdita di valore del patrimonio immobiliare, su cui pesa una tassazione pari a 3 volte quella del 2011;
6. la svendita di migliaia di aziende italiane ad acquirenti esteri;
7. l'impoverimento del ceto medio;
8. il pericolo che i famosi “derivati”, i contratti stipulati dal Tesoro contro i rischi sbagliati, possano generare perdite per 40 miliardi di euro, oltre ai circa 10 miliardi di perdite già realizzate tra il 2012 e il 2014.
9. In definitiva, la perdita di sovranità del nostro Paese, ormai escluso da tutti i vertici che contano. E questo ha riflessi enormi: vedi Grecia, vedi il dover subire passivamente i danni dalle sanzioni contro la Russia.
Insomma. Il golpe del 2011 non è stato solo un torto fatto a Berlusconi, al centrodestra in particolare o alla democrazia in generale.
Quel golpe ci ha derubati tutti, anche gli italiani elettori della sinistra. Anche chi non ha votato e intende – facendo un omaggio alla sinistra e un danno al proprio portafogli – non votare più.
Quel complotto, gestito dall’Italia e con base al Quirinale e nei giornaloni, ha impoverito l’Italia intera. Ci ha rapinati di denari, valori patrimoniali, persino della speranza, attraverso la pessima politica .

LE TASSE DI RENZI




GRECIA. CONTI CORRENTI A RISCHIO……..CIPRO


Ricordate cosa accadde quando Cipro tentò di sfidare l’Unione europea? Alla fine, crollò l’intero sistema bancario del paese e fu confiscato il denaro dei conti bancari privati. Il sistema bancario in Grecia è sull’orlo del collasso. Non ci vorrà molto prima che si scateni il panico, e quando accadrà ci sono già voci che l’Unione europea confischerà i soldi dai conti bancari privati, proprio come ha fatto a Cipro.
Nelle due settimane successive al 5 giugno, sono in scadenza pagamenti per un totale dovuto al FMI per giugno 2015 di 1,5 miliardi di Euro. La BCE praticamente nuota in un mare di debiti che la Grecia non sarà in grado di ripagare, e di certo non intende perderlo questo denaro. E poichè la Grecia non è in una condizione finanziaria tale da poter ripagare quello che ora ammonta a 112 miliardi di euro di debiti, la BCE ha due alternative:
può rivendicare questo suo credito nei confronti della Grecia di 112 miliardi di euro dalle banche centrali dell’Eurozona e quindi, a caduta, dai contribuenti di quei paesi, cosa che è politicamente non fattibile;
oppure può confiscare il denaro depositato nelle banche Greche, come avvenne a Cipro e come scrive oggi il Financial Times.
Non c’e’ bisogno di dire che una mossa del genere scatenerà il panico in tutta Europa.



domenica 24 maggio 2015

STRATEGIA REFERENDARIA


L'incontro tra Brunetta e Pannella a Montecitorio pone le basi di una via liberal-referendaria per un'opposizione contro il regime renziano. Una strada che si congiunge con il disegno berlusconiano di un grande partito moderato e liberale di massa
Il colloquio tra Renato Brunettae Marco Pannella svoltosi ieri a Montecitorio ha un significato che va al di là della contingenza.  Si sono poste le fondamenta di un percorso liberal-refendario necessario per contrastare il regime renziano. Una strada che è oggi co-essenziale alla costruzione del grande partito dei moderati preconizzato da . Silvio Berlusconi  I grandi ideali si tradurranno immediatamente in obiettivi concreti e spendibili nella raccolta di firme, mobilitando la coscienza della gente e consentendo l'emergere di una classe dirigente maturata nel rapporto con la gente e con il lavoro duro e quotidiano di servizio a battaglie sacrosante e tutte nostre.
Si va dalla questione delle pensioni, alla liberalizzazione del mercato del lavoro, alla giustizia giusta, alla scuola, fino alla legge elettorale. Radio Radicale ha raccolto il giudizio di Marco Pannella su questo incontro con il presidente del gruppo parlamentare di : “Avevamo appuntamento e abbiamo parlato delle Forza Italiapossibilità di una opposizione liberale. Saremo in contatto, cercheremo di vedere cosa possiamo fare insieme nell'immediato”.  Dal leader radicale sono venute parole molto dure sull'esposizione mediatica di Renzi; Pannella ha parlato di “regime”.
Su questo punto “ci sono sintonie profonde (con Brunetta, ndr), il problema è la pratica. Contro o senza Berlusconi è difficile che da destra venga fuori qualcosa di serio. Lui ha il merito di premere in questa direzione comune dell'opposizione alternativa ma non credo ci sia la possibilità che Berlusconi sia disponibile a lotte strategiche di lungo corso senza farsi distrarre da opportunità 'opportunistiche'”.
Rispettiamo il pensiero di Pannella e le sue attitudini profetiche.  Noi siamo certi del contrario. Con dolcezza facciamo rilevare a Pannella che la sua malizia è contraddetta dalla storia: Berlusconi è sempre stato alternativo alla sinistra e ai suoi tentativi di regime.
I radicali hanno spesso oscillato, alleandosi or qui or là. Ovviamente non per opportunismo, direbbe Pannella...


I CONSIGLIERI DI FORZA ITALIA DI RAVENNA, RICORDANO IL PRIMO CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Forza italia Ravenna; Berlusconi; pensioni; furto; rapina; renzi


In occasione del centenario della prima guerra mondiale che celebriamo il prossimo 24 maggio, per mantenere vivo il ricordo di quegli uomini straordinari e della loro tenacia, del loro infinito coraggio e del senso del dovere a difesa della cara amata Italia, i consiglieri di Forza Italia promuovono una serie di iniziative simboliche di omaggio per i caduti della Provincia di Ravenna:
-       Un minuto si silenzio sarà proposto nel consiglio provinciale di Ravenna del 26 maggio e nei vari Comuni della provincia, quando ci sarà il consiglio comunale
-       Un mazzo di fiori al monumento dei caduti, nei vari Comuni,
L'obiettivo è quello di accendere nei cuori, soprattutto delle giovani generazioni, una sorta di ardore civile che le spinga ad operare per dare un significato autentico a quell'immane sacrificio che quei ragazzi cent'anni fa si prefiggevano: fare dell'Italia il posto migliore dove crescere i propri figli.
Attraverso la nostra Storia e il rispetto della nostra memoria, ricostruiamo momenti di aggregazione intorno ai valori fondamentali della nostra comunità.
Vincenzo Galassini   consigliere provincia di Ravenna, Alberto Ancarani    consigliere comune di Ravenna, Raffaella Ridolfi     consigliere comune di Faenza, Donatella Donati     consigliere comune di Lugo,  Oriano Casadio         consigliere comune di Casola Valsenio, e consiglieri di area in altri Comuni della provincia di Ravenna



venerdì 22 maggio 2015

L’ISIS AVANZA E FA PAURA E FORSE DOPO OGGI QUALCUNO IN PIU’ INIZIERA’ A CONVINCERSENE. COSA ASPETTA L’OCCIDENTE…….

L'Isis avanza e Palmira rischia di sparire


Allarme dell’Unesco: "Abbiamo visto il saccheggio del museo di Mosul, Palmira è un gioiello. Siamo molto preoccupati per un'eventuale devastazione di questo sito magnifico”
L’avanzata dell’Isis su Palmira non mette a rischio solo i siti archeologici, ma l’intera area che la circonda, essendo la città a poca distanza da Damasco e Homs. Sono infatti 243km a dividerla dalla prima e soli 157km dalla seconda.  la notizia vera è che lo Stato Islamico di fatto ad oggi controlla metà della Siria, a dimostrazione, per chi ancora avesse dubbi, che è perfettamente in grado di espandere i propri territori in pochissimo tempo. Una guerra tradizionale dunque e non “asimmetrica” come alcuni ancora tendono a definirla: in altre parole non è la guerra ai Talebani o ad Al-Qaeda, in cui eserciti addestrati combattevano uomini non allineati all’interno di una vera e propria struttura gerarchica militare. Lo Stato Islamico avanza con truppe schierate e sta dimostrando in queste settimane di essere perfettamente in grado di scontrarsi con gli eserciti addestrati dall’occidente.
Intanto oggi l’Isis pubblica le foto di decine di soldati siriani decapitati, a dare prova del totale controllo sull’area. Accade poi quello che tutti ci aspettavamo: molti dei monumenti risalenti all’epoca romana sono stati distrutti. La città il cui nome le fu dato da Adriano nel II secolo a.c. dichiarandola città libera, rischia di sparire per sempre. A lanciare l’allarme oggi è stata Irina Bukova, direttore generale dell’Unesco: "Abbiamo visto il saccheggio del museo di Mosul, Palmira è un gioiello, la 'Venezia di sabbià, come dicono gli esperti. Siamo molto preoccupati per le azioni militari e per un'eventuale devastazione di questo sito magnifico”. Il Califfato nero ci aveva abituato ad azioni di questo tipo, ma la distruzione di Palmira scuote l’anima dei più duri a credere e a capire che i terroristi dello Stato Islamico non si fermano davanti a nulla. I soldati governativi avevano nella notte provato a portare in salvo parte del patrimonio, ma l’arrivo improvviso degli uomini di Abu Bakr Al-Baghadi ha impedito di mettere in sicurezza gran parte dei reperti.
Ma l’Isis avanza anche in Iraq. Uno scenario diverso, con una situazione politica meno frammentata rispetto a quella siriana, ma non per questo pronta ad evitare il peggio. Ramadi è l’ultima città irachena conquistata dallo Stato Islamico. Anche qui a fare paura sono i pochi chilometri a dividerla dalla capitale Baghdad: 127km, passando per Falluja, la città che nel 2003 fu teatro di una delle più aspre battaglie tra gli insorti sunniti e le truppe americane. Molti analisti temono infatti che gli abitanti della città, in tanti reduci proprio da quelle battaglie, possano unirsi nelle file dell’Isis ed aiutare l’organizzazione terroristica ad avvicinarsi alla capitale. Da evidenziare poi che la conquista di Ramadi permette agli uomini dello Stato Islamico di muoversi con maggiore facilità tra Siria e Iraq, infatti la città è uno degli snodi principali che ad est portano direttamente verso un confine che non esiste più, quello siriano appunto. Pensare che proprio pochi mesi fa, dopo la vittoria di Kobane e Tikrit a favore dei curdi da una parte e delle truppe irachene dall’altra, il Pentagono aveva dichiarato che l’Isis stava arretrando e che la strategia militare messa in atto dalla coalizione internazionale iniziava a dare frutti. Parole che oggi si scontrano con una realtà opposta. L’isis avanza e fa paura e forse dopo oggi qualcuno in più inizierà a convincersene.



FORZA ITALIA, BERLUSCONI: L’INIZIATIVA DI RENZI SULLE PENSIONI E’ INACCETTABILE


Sono flebili voci quelle che cercano di ristabilire un minimo di verità. Prendiamo un ultimo caso. Salvatore Padula, nella sua “analisi” sulla vicenda delle pensioni (Il sole 24 ore) afferma: “gli importi che saranno rimborsati sembrano in linea con quelli indicati a titolo d’esempio da Renzi, ma con una differenza non da poco. Si era pensato a valori netti, ora sembra invece di capire che si trattava di importi lordi. La differenza non è irrilevante, nonostante queste somme saranno soggette a tassazione separata più conveniente della normale tassazione Irpef”.
Si trattasse solo di questo. Nella sua conferenza stampa Matteo Renzi si era spinto ben più in là. Il rimborso, aveva promesso, sarà garantito a 3,7 milioni di persone: da un minimo di 278 a 750 euro. Oggi scopriamo, sempre da ‘Il sole 24 ore’, che il rimborso massimo sarà di 635,8 euro lordi. Per un netto pari a poco più di 500 euro. E che l’asticella finale, che circoscrive la platea dei possibili beneficiari, è pari a un lordo di 37.700 euro di classismo e di buonismo che è ormai una delle cifre di questa gestione politica.
Non abbiamo mai pensato che i conti pubblici italiani non fossero un obiettivo da salvaguardare. Nel 2011 Silvio Berlusconi, a seguito di un vero e proprio complotto con radici interne ed internazionali, non esitò a cedere lo scettro del comando. Passando la mano a Mario Monti. Poteva dire di no e suggerire la strada delle elezioni anticipate. Prevalse invece il suo grande senso di responsabilità. Che fu poi compensato come tutti sappiamo. La nostra critica riguarda l’imprevidenza di questo governo. La sua leggerezza nell’usare la cassa dello Stato – i famosi 80 euro elettorali – senza minimamente curarsi delle possibili future conseguenze.
Ma che almeno guardi ai pensionati italiani con il rispetto che meritano, dopo una vita di duro lavoro. E non si cerchi di prenderli in giro, millantando un bonus che ha, invece, i connotati di una vera e propria rapina. O meglio di un furto con una destrezza solo apparente. Sono le cifre a corroborare quest’interpretazione. Il risparmio per i conti pubblici, dovuti al blocco delle indicizzazioni per gli anni 2012 – 2013, è stato pari a 18 miliardi circa. Il rimborso complessivo sarà invece pari solo a 2,2 miliardi. Ne deriva che i pensionati italiani, nel loro complesso, hanno garantito un prelievo extra di oltre 16 miliardi di euro. Pari ad un punto di Pil. Se non si fosse fatto appello alle generazioni più anziane, oggi le condizioni italiane sarebbero ben peggiori. Visto che, nonostante ciò, il deficit di bilancio si è stabilmente attestato sul 3 per cento. Ad un passo da una nuova procedura d’infrazione.
Ci piacerebbe pertanto che questo riconoscimento fosse loro tributato. Invece di assistere alle continue minacce da parte di alcuni esponenti del governo – a partire dal Presidente dell’Inps – che invocano nuovi sfracelli contro questa o quella categoria. Il cui torto è stato quello di aver pagato, per i loro quarant’anni di onorata carriera, contributi proporzionali ai compensi percepiti. Compensi indubbiamente più alti di quelli percepiti dai pensionati baby: i veri privilegiati delle generose regole previdenziali del passato. Ma che, nonostante ciò, si vorrebbero ancora una volta garantire. Mossi da quel compassionismo peloso, indegno sul piano dell’etica, ma che può assicurare, tuttavia, un posto in Parlamento.



giovedì 21 maggio 2015

FORZA ITALIA, BERLUSCONI: PRIMA O POI I POLITICANTI VANNO VIA DA FORZA ITALIA.


Roma, 19 mag. (askanews) - "Le logiche di Forza Italia sono completamente diverse da quelle di chi fa politica per professione, per questo i politicanti prima o dopo se ne sono andati da Forza Italia". Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nel corso di un'intervista all'emittente tv marchigiana È Tv."Forza Italia - ha insistito - è sempre stata qualcosa di diverso da un partito. È un movimento rivolto al ceto medio, ai moderati, con una democrazia interna assoluta, quasi eccessiva, ed ha portato in politica i valori del mondo del lavoro".



50 CENTESIMI DI MANCIA AI PENSIONATI


Previdenza, il premier ci prende in giro: rivalutazione da 15 euro al mese. E sui rimborsi è ufficiale la fregatura
Salvatore Tramontano - Il resto, mancia. I pensionati derubati dalla legge Fornero ora possono stare sereni. Ci pensa Renzi a rimettere le cose a posto.  Ecco qui 500 euro sul piatto il 1° agosto. Solo che non sono per tutti e non a tutti darà 500 euro. Prima fregatura. Poi su quei soldi bisognerà pagarci le tasse, per fortuna con un regime fiscale agevolato. Non sono insomma proprio 500. Il governo su questa storia fa un po' il pesce in barile, nel senso che non sta a dire se sono netti oppure lordi. Il risultato è che come tutte le una tantum non sono tassati alla fonte ma rientrano nella dichiarazione dei redditi. Altra mezza fregatura. Poi c'è la buona notizia. Dal 2016 le pensioni verranno rivalutate. Nel decreto legge di ieri c'è - annuncia Renzi - un nuovo sistema di indicizzazione. Allegria. Sono 180 euro all'anno, cioè 15 euro al mese, insomma 50 centesimi al giorno. Ecco appunto la mancia.
Cinquanta centesimi come si sa valgono molto meno delle vecchie mille lire. Non ci compri neppure una tazzina di caffè al bar. I meno tirchi li lasciano sul bancone o nelle brocche piene di acqua da pescare a fine giornata. Accontentatevi, dirà Renzi. È meglio di niente. E non fa nulla se valgono meno delle famose brioche di Maria Antonietta.
Bisogna capirlo Matteo, la realtà è che sta cercando di coprire i buchi di bilancio facendo girare sempre gli stessi miliardi. Li toglie alle misure contro la povertà per darli ai pensionati, li strappa agli ammortizzatori previsti nel jobs act per restituire i soldi ai pensionati, sposta qui per tappare lì. Insomma, il famoso tesoretto assomiglia agli aerei di Mussolini, quelli che i gerarchi fascisti spostavano di aeroporto in aeroporto, ma erano sempre gli stessi. Il guaio è che sotto questa girandola c'è la realtà economica italiana. Quella del Pil impantanato, delle aziende che chiudono, di tasse sfibranti, di fallimenti, di disoccupazione senza speranza e di un Paese dove i giovani o emigrano o restano a casa con i genitori, senza lavoro, senza futuro. Certo, si vede una pallida ricrescita e sotto questo cielo nero si può coltivare un po' di ottimismo. Lo fa anche il Fondo monetario, ma poi ci ricorda che questa crescita striminzita non basta a creare occupazione. Non resta che aggrapparsi alle mance. Per il lavoro, state sereni, vi faremo sapere.



BRISIGHELLA LICENZIATO, PIANTA UNA CROCE PER INTIMORIRE IL SOSTITUTO


Denunciato 72enne per il gesto di risentimento nei confronti del giovane bracciante agricolo assunto al suo posto. In casa aveva anche un armamentario

BRISIGHELLA - Nei giorni scorsi i carabinieri hanno rintracciato e denunciato un brisighellese 72enne responsabile di minacce gravi e detenzione abusiva di armi e munizioni. 
La singolare vicenda è stata portata all’attenzione dei carabinieri di Fognano i primi di maggio, quando un bracciante agricolo romeno 32enne, da qualche anno assunto da un noto proprietario terriero della zona, durante un giro d’ispezione nei poderi sotto la sua custodia ha rivenuto piantata nel terreno una croce di legno verniciata di bianco, sulla quale compariva una frase minatoria, scritta a mano con un pennarello blu. Spaventato dall'insolito 'avvertimento', il romeno aveva denunciato immediatamente il fatto.
Quindi sono scattate le indagini e i militari dell’Arma, dopo aver approfondito la vita dell’agricoltore romeno appurando che in passato era stato assunto dal proprietario terriero a discapito del precedente custode: un brisighellese 72enne che dopo parecchi anni di lavoro non aveva accettato di buon grado la sua sostituzione. Inoltre, è emerso che tra i due non corresse buon sangue. L’anziano infatti, in più occasioni lo aveva accusato di avergli rubato il lavoro, intimandogli di tornare nel suo Paese. 
Già nel 2014 il forte risentimento del 72enne aveva messo in guardia i carabinieri i quali, in accordo con il Prefetto di Ravenna, avevano proceduto con la revoca del porto d'armi. E alla fine dello stesso anno gli erano stati ritirati tutti i fucili. Dunque, alla luce di questi indizi, i militari dell’Arma hanno ottenuto dall’Autorità giudiziaria un decreto di perquisizione e nei giorni scorsi hanno fatto irruzione nella casa dell'indagato. 
Qua sono stati trovati il barattolo di vernice bianca - perfettamente compatibile con quella utilizzata per dipingere la croce -, nonché il pennarello blu utilizzato per realizzare la scritta, infine i chiodi per l’affissione. Inoltre dalla comparazione della sua calligrafia con quella della scritta sulla croce è stato dimostrato come si trattasse della stessa mano. 
Ma non è tutto. Dall'abitazione sono saltate fuori anche 139 cartucce da caccia di vario calibro, un sacchetto contenente 200 grammi di polvere da sparo e diversi innesti per cartucce e pallini di piombo. Si è proceduto con il sequestro, seguito dalla denuncia, oltre che per minacce gravi, anche per detenzione abusiva di armi e munizioni.


IL GIRO D’ITALIA E’ PASSATO DA BRISIGHELLA,



mercoledì 20 maggio 2015

PD, ALESSANDRA MORETTI. “GLI ANZIANI OSPITINO GLI IMMIGRATI NELLE LORO CASE”. ATTENTI AL PIANO PER RISOLVERE L’EMERGENZA IMMIGRAZIONE……..


Il piano anti-immigrati della Moretti in Veneto: "Potrebbero ospitarli i pensionati". Ma a casa sua non li vuole
"Un anziano che vive da solo potrebbe ospitare un profugo, così arrotonda la pensione con 35 euro al giorno". Alessandra Moretti spalanca le porte dei pensionati agli immigrati.
È questo il suo piano per risolvere l'mergenza immigrazione in Veneto. Durante il suo tour elettorale in vista delle Regionali del 31 maggio, la candidata democratica, in un'intervista a "AlterEgo" con David Parenzo per Corriere.tv, parla di immigrazione: "Ospitare un profugo a casa mia mi pare paradossale, ma un pensionato che ha un assegno esiguo potrebbe arrotondare ospitando un profugo a casa sua. Circa 35 euro al giorno sono una buona cifra per chi ospita nella propria casa un immigrato". Insomma la Moretti a casa sua non vuole nessuno, ma in quelle dei pensionati invece spedirebbe i profughi. La candidata potrebbe dare l'esempio ospitandone uno a casa sua, ma a quanto pare preferisce indirizzarli da qualche altra parte. E probabilmente sul piano immigrazione per la Regione Veneto la Moretti si gioca la partita decisiva per il voto di fine maggio. Luca Zaia, governatore uscente del Veneto e candidato del Carroccio, ha già fatto sapere che non vuole altri immigrati sul territorio. La Moretti invece li vuole nelle case dei pensionati.
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PROCESSO MAIORANO-RENZI, LA NOTIZIA CHE NESSUNO VI HA DATO



Del caso del processo Maiorano-Renzi nessuno ne ha parlato. Esclusi un pugno di blog e un video apparso su repubblica.it, all’indomani della prima udienza del procedimento partito da una denuncia per diffamazione di Renzi contro Maiorano, non si trova notizia dei 6 kg di fatture che, secondo Maiorano, dimostrerebbero le spese folli di Matteo Renzi a danno dei contribuenti.
Persino le agenzie stampa hanno quasi ignorato la vicenda: ieri sono circolate soltanto un paio di agenzie Ansa e un paio di TMNews, bellamente ignorate dai giornali e non apparse neanche nei rispettivi siti delle due agenzie stampa.
Riporto una di codeste agenzie-fantasma:
“Il presidente del consiglio non si è costituito parte civile e questa è una cosa importante per la posizione di Maiorano – ha detto l’avvocato Taormina -. Inoltre poiché sono stati fatti salvi i diritti di prima udienza possiamo portare una nostra lista di testimoni, per cui ci divertiremo”. “Se Renzi non si è costituito parte civile, avrà avuto le sue buone ragioni, certo non lo ha fatto per magnanimità”, ha aggiunto Taormina. “Noi introdurremo nel processo i testimoni delle vicende che lo riguardano e che rientrano nel complesso delle contestazioni fatte a Maiorano”, ha detto Taormina riferendosi a denunce che Maiorano ha fatto nel recente passato contro Renzi su varie questioni tra cui la società Florence multimedia, la Fondazione politica che sostiene Renzi, la disponibilità della casa in centro data a Renzi dall’imprenditore amico Marco Carrai. “Ogni capitolo sarà scandagliato uno per uno da qui al prossimo giugno – ha concluso l’avvocato Taormina – questo è un processo ma se ne faranno altri. Altre denunce sono già pronte, anche se c’è qualcuno che non si muove”. Dopo la breve udienza di apertura del processo, l’avvocato Taormina si è recato negli uffici della procura. Prima dell’udienza si è radunato con Maiorano fuori dall’aula un gruppo di esponenti del Movimento 5 Stelle di Firenze a suo sostegno. Maiorano ha presentato uno zaino pieno di documenti, e una maglietta con una scritta in cui accusa Renzi dei 20 milioni di sprechi in Provincia. (Ansa)”



SONDAGGIO SOLE 24 ORE SUL GOVERNO, MATTEO RENZI BOCCIATO DA 2 ITALIANI SU TRE: CHE BOTTA PRIMA DELLE ELEZIONI


Solo un italiano su tre ha un giudizio positivo sull’anno di governo di Matteo Renzi. Dal sondaggio Cise per il Sole24Ore emerge un quadro preoccupante, soprattutto per il premier. La valutazione generale sul suo operato in termini di politiche economiche e di riforme è infatti deprimente: nessuna traccia degli entusiasmi dei primi mesi che lo avevano accompagnato all’exploit delle europee del maggio 2014.
Visto che tra due settimane si vota, Renzi non può far finta di nulla.


IL GOVERNO RENZI IN TV BATTE QUELLO DI SILVIO


I numeri Agcom Nei tg Rai il 37,67% all’Esecutivo Nel 2010 il "dittatore" Berlusconi si fermava al 27




martedì 19 maggio 2015

BERLUSCONI IN CAMPISSIMO


BERLUSCONI, NON PENSO A NUOVO PARTITO MA A RIUNIRE MODERATI
"Io non sto pensando ad un nuovo partito, ma a qualcosa di diverso, ad un grande comitato elettorale di tutti i moderati e ho indicato come esempio il partito Repubblicano americano per convincere gli elettori moderati che votano in modo frazionato o addirittura non vanno a votare perché disorientati dal frazionamento del centrodestra a capire come sia necessario votare per non consegnare il Paese alla sinistra".
"Quindi questo nuovo rassemblement di tutti i moderati ha come fine di trasformare la maggioranza numerica e sociale dei moderati in una maggioranza politica consapevole ed organizzata".
RIFORME: BERLUSCONI, ESCLUDO RIAVVICINAMENTO CON RENZI
VEDO CON APPRENSIONE POSSIBILE DERIVA AUTORITARIA
"Vedo con apprensione una possibile deriva autoritaria, non credo che cambieremo atteggiamento nei confronti di Renzi e del suo governo".
"Non credo sia possibile un riavvicinamento perche' la personalita' di Renzi e' venuta fuori e abbiamo cominciato a ricrederci su quello che stavamo facendo perche' ci sembrava di contribuire mettergli nelle mani due strumenti che gli avrebbe consentito di prendere il potere di cui lui ha tanta voglia". 3 ERLUSCONI, ELEZIONI SUBITO? NON CONVIENE A RENZI NE' GRILLINI TUTTI VOGLIONO PERCEPIRE LAUTA PREBENDA FINO A FINE LEGISLATURA
"Non credo alla prospettiva di elezioni anticipate, penso che a Renzi non convengano, che tutti i membri del Parlamento vogliano restare lì a percepire una lauta prebenda fino alla fine della legislatura, penso soprattutto che i 'grillini' non vogliano assolutamente andare a casa".
"Il 79% di loro prima di essere eletto in Parlamento - ha aggiunto Berlusconi riferendosi ai 'grillini' - guadagnava da zero a 20 mila euro. Restando lì nei prossimi tre anni porterebbero a casa un bottino di 570 mila euro, piu' la pensione per tutta la vita. Quindi, chi glielo fa fare a questi 120 su 150 di votare per la fine anticipata della legislatura?".
FI: BERLUSCONI, DA FITTO CRITICHE CONTINUE E CONTRADDITTORIE LUI CANDIDATI IN PUGLIA LI HA INDICATI CON MOSSA PATRONALE
Raffaele Fitto "e' responsabile di critiche continuative, che hanno fatto parlare di FI soprattutto per la situazione dovuta a lui e poi ha fatto proposte che erano in contraddizione con cio' che aveva fatto qui".
"Per esempio proponeva di trovare i candidati con modalita' che sono il contrario di cio' che ha fatto lui qui che ha indicato tutti con una mossa patronale. Nessuno e' venuto fuori da una consultazione democratica in Puglia".
FI: BERLUSCONI, FITTO E' UN EPISODIO SOLO REGIONALE, PUGLIESE
Raffaele Fitto "e' un episodio assolutamente e soltanto regionale, e' un episodio pugliese". 4

Per Berlusconi, Fitto avrebbe voluto "assumere nel partito un ruolo che nessuno gli riconosce".
"Quando abbiamo avuto da votare cose di Fitto nel comitato di presidenza su 74 presenti solo due, lui e un altro membro hanno votato per la sua tesi, tutti gli altri hanno votato contro".
REGIONALI: BERLUSCONI, VITTORIA EMILIANO NON E' INELUTTABILE MOLTI ELETTORI SOLLEVATI DA FINE ARROGANZA FITTO
Per il leader di FI, Silvio Berlusconi, la spaccatura nel centrodestra pugliese non rende ineluttabile la vittoria del candidato del centrosinistra, Michele Emiliano. "Spero che non lo sia perche' confido molto nell'intelligenza e buon senso degli elettori pugliesi. Io tutto questo pericolo per la spaccatura francamente non lo ho avvertito perche' moltissimi mi hanno detto di avere tirato non uno ma piu' sospiri di sollievo per la fine dell'arroganza e prepotenza delle minacce che esistevano qui per una certa guida (quella di Fitto, ndr)".
"Quindi confido che tutti questi elettori sappiano che dare un voto all'altra parte del centrodestra sia dare un voto ad Emiliano e che quindi che scelgano il vero centrodestra e scelgano la nostra candidata, Adriana Poli Bortone, che e' la migliore che potevamo trovare". 



16 maggio 2015









lunedì 18 maggio 2015

RENZI NEI GUAI


Come i conti alla fine demoliranno Renzi. Il debito pubblico cresce, le Province abolite sono una finzione, sulle pensioni si sta elaborando la rapina del secolo. La scuola: scontro per finta. Non c’entrano i contenuti, ma solo la lotta interna al Pd. E chi ci rimette è chi vuole una scuola seria
Renzi in un mare di guai. Non bastassero i dati ballerini che adesso i sondaggi sulle regionali ci raccontano (con partite apertissimi dove invece il Pd credeva di vincere a mani basse) ma per il premier i fronti aperti si stanno moltiplicando e sono tutti caldi e ad alto rischio implosione.
Con il problema dei problemi che neanche le sue barzellette sono mai riuscite a celare. I conti che non tornano e che alla fine della giostra demoliranno lui e il suo fragile a arrabattato esecutivo.
Ieri per il povero Matteo Renzi è arriva un’altra, l’ennesima, doccia fredda: nuovo record per debito pubblico Italiano: “il debito delle Amministrazioni pubbliche – ha fatto sapere Palazzo Koch – è aumentato in marzo di 15,3 miliardi, a 2.184,5 miliardi superando il precedente massimo di 2.169 toccato nel mese di febbraio”. 



E adesso come la mettiamo, caro Renzi? E adesso come la mettiamo, caro Padoan? Il ministro dell’Economia e delle finanze non ci aveva detto che il debito doveva stabilizzarsi nel 2015 e scendere dal 2016? Come mai continua a crescere e Bankitalia ha certificato un nuovo record?
Domande senza risposta. Il governo non commenta i dati scomodi. Fa solo spot pubblicitari, nulla di più.
Ci avevano raccontato che le Province, con il famigerato provvedimento Delrio, sarebbero scomparse, e con esse i costi per lo Stato. 



Falso: le Province vivono e costano come prima – ci dice la Corte dei Conti – continuando a spendere la bellezza di 7 miliardi all’anno.
E sulle pensioni? Continua la grande lite tra Renzi e Padoan dopo la decisione della Corte costituzionale.


RAVENNA, GIOVANI ISLAMICI INSULTANO LA PROCESSIONE

Una processione (foto d'archivio)

Le urla quando la processione è passata davanti all'edificio che ospita un'associazione di cultura islamica. La vicenda è sintomo di una convivenza sempre più difficile
Chiara Sarra - C'è chi parla solo di "ragazzata", ma quello che è successo a Conselice (Ravenna) assume dei contorni preoccupanti in un periodo in cui sempre più si sente parlare di scontro di civiltà, quella cattolica e quella islamica. Tutto è accaduto domenica mattina quando, dopo la messa, è partita una processione tra le strade del paese, come racconta Il Resto del Carlino. Dietro l'immagine della Madonna, un centinaio di fedeli. Ma quando il corteo ha raggiunto l'edificio che ospita l'associazione di cultura islamica Attadamun, alcuni ragazzini al suo interno hanno iniziato a intonare un coro di insulti e di "Andate via di qui".
Nonostante in molti abbiano sentito le parole, la processione è andata avanti senza intoppi, ma la vicenda ha fatto indignare i più, nonostante qualcuno sostenga che "in fin dei conti si è trattato di un gruppetto di bambini che forse non si sono neppure resi conto della gravità del loro gesto". Dopo un incontro con il sindaco di Conselice, Paola Pula, l'associazione ha scritto una formale lettera di scuse alla parrocchia e ai fedeli. Ma l'episodio lascia comunque l'amaro in bocca ed è sintomo di una radicalizzazione delle posizioni che certo non fa bene alla convivenza. "L’accaduto, anche se riguarda il comportamento di alcuni bambini non è tollerabile e non va sottovalutato, tanto che mi risulta che i ragazzini siano stati rimproverati dagli stessi rappresentanti dell’associazione", ha detto il sindaco.