venerdì 31 luglio 2015

GOVERNO BATTUTO A PALAZZO MADAMA SU RIFORMA RAI. VERDINIANI O NON VERDINIANI MAGGIORANZA NON C’E’ PIU’: GOOD MORNING VIETNAM-SENATO. CIAO RENZI……..


MATTEO RENZI INCASSA IL TFR: 48MILA UERO (LORDI) A SPESE DEI CONTRIBUENTI FIORENTINI

Quando Il Fatto raccontò i contributi figurativi incamerati facendosi nominare dirigente dal padre prima di diventare presidente della Provincia di Firenze, il premier annunciò che si sarebbe dimesso. Ora si scopre che ha ritirato il denaro dei contribuenti. Per un caso identico l'ex ministra Pd Josefa Idem è stata rinviata a giudizio per truffa
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da il Fatto Quotidiano del 30 luglio 2015

giovedì 30 luglio 2015

FISCO E FIASCHI – RENZI BATTA UN COLPO


La lunga marcia di Matteo Renzi, verso un mondo migliore non si arresta. Tanto costa poco aumentare il volume degli annunci. Specie se ci sono polli pronti a prendere per oro colato la moltiplicazione degli zecchini d’oro nel campo dei miracoli. Nel 2017 – l’ultima promessa nel breve volgere di qualche giorno – ridurremo le imposte sui profitti d’impresa al 24 per cento. Un punto meno della Spagna. Bravo, bene, bluff. Per passare da annunci a realtà occorrerebbe un tasso di crescita nominale del 6 o del 7 per cento. Ipotesi irrealistica. Quindi: fine della trasmissione. Renzi batta un colpo – Il Presidente (si fa per dire) del Consiglio non ha visto, inoltre, l’unica ancora di salvezza che gli è arrivata da oltralpe: la proposta di Francois Hollande di ridare una dimensione politica all’eurozona, con un governo e un Parlamento comuni. Renzi non se n`è neanche accorto. Oggi sui quotidiani arrivano le prima riflessioni e i primi riscontri alle nostre osservazioni. Noi aspettiamo ancora Renzi, vediamo se si degnerà di battere un colpo. Decida, una volta per tutte da che parte stare: basta fare il pesce in barile.

AREA VASTA DELLA ROMAGNA APPROVATA DAL CONSIGLIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA. ULTERIORI SPESE PER LE PROVINCE

La riforma del riordino istituzionale è legge regionale. L’assemblea legislativa oggi ha dato il via libera con il si di Pd e Sel, l’astensione di Forza Italia e Fratelli d’Italia, (incomprensibile n.d.r) il voto contrario di Lega nord, Movimento 5 stelle e Altra Emilia-Romagna. Il presidente Bonaccini ha dichiarato: una giornata importante, entro l’estate daremo corpo alle indicazioni della legge Delrio. L’area vasta della Romagna, su cui negli ultimi anni si è spinto tanto, fa da precursore alle linee della nuova riforma del riordino istituzionale. Aree vaste e fusioni sono infatti le parole d’ordine di una legge che ha l’obiettivo di semplificare e ottimizzare i servizi. Un modello che dalla Romagna la Regione, che vuole fungere da baricentro, tende ad estendere a tutto il territorio emiliano romagnolo. “La legge proposta dalla Giunta mette a frutto un grande lavoro – ha sottolineato l’assessore regionale al Bilancio e riordino istituzionale– per realizzare un nuovo sistema di governo locale e un’ampia prospettiva di riforma che semplifichi il quadro istituzionale, ottimizzi i servizi e aumenti la competitività dei nostri territori attraverso un patto tra le Istituzioni. Con questa legge la Regione esprime la capacità di essere all’altezza della sua funzione istituzionale e politica proponendo una visione strategica del proprio ruolo di baricentro del sistema territoriale”
Entro il 2020 si vorrebbe ridurre i comuni a 300, oggi sono 340. Per le Unioni, dalla Regione arriveranno quasi 17 milioni per incentivare le gestioni associate di funzioni comunali. Un riordino, , ottenuto anche grazie all’accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali. Partita importante quella dei dipendenti delle provincequasi 4mila. Entro la fine del 2015 duemila saranno ricollocati, gli altri resteranno in capo alle province per occuparsi di funzioni come il trasporto pubblico e l’edilizia scolastica. Per garantire il processo, nel 2015, la regione ha stanziato, oltre ai 31milioni di euro già previsti, altri 28milioni.
Altra novità l’istituzione di nuove agenzieArpa, oltre che di prevenzione ed ambiente si occuperò anche di energia, l’Agenzia regionale di protezione civile prenderà anche le funzioni di sicurezza territoriale. Verrà istituita anche un’Agenzia regionale per il lavoro, che andrà ad assorbire il ruolo dei centri per l’impiego.

mercoledì 29 luglio 2015

IL PD BLINDA LA FESTA DELL’UNITA’ PER EVITARE FISCHI CONTRO RENZI


La tensione è alle stelle. Perché la base del Pd non impazzisce più per l’ex rottamatore. Non lo apprezzano né nelle vesti di presidente del Consiglio né nei panni di segretario di partito. E nei giorni di massima bagarre per la Capitale, a fior di nervi per i disagi causati dal trasporto locale, i rifiuti ammucchiati agli angoli delle strade del centro storico e, soprattutto, i pachidermici problemi di un sindaco incapace come Ignazio Marino, il rischio che Renzi venga fischiato, se non addirittura contestato, sono più che concreti.
Renzi ha chiesto (e ottenuto) da Orfini di non vedere Marino. “Non intende incontrarlo neanche di sfuggita”. D’altra parte, domani sera, non affronterà le beghe del partito, ma, come suo solito farà le solite promesse: taglio delle tasse, riforme per il Paese e così via. “Non affronterà la crisi che da settimane paralizza la prima città d’Italia”.


martedì 28 luglio 2015

IL PUGNO DURO SUL CETO MEDIO


Renzi si appresta a infliggere un colpo mortale alla classe sociale di riferimento di ogni democrazia liberale. La sua cultura politica è quella del compromesso storico

Sapete perché il Sindaco Marino una mattina si è svegliato e dopo solo due anni dalla sua elezione si è accorto che ATAC non funziona e la città eterna è una cloaca putrescente a cielo aperto? Sapete perché lo “scandalo” Atac è scoppiato adesso dopo un mese di sciopero bianco e settimane di violenza fra utenti e macchinisti/impiegati dell’ATAC? Se siete in Italia forse non vi è chiaro ma se foste stati all’estero in questi giorni si. Perchè i giornali esteri e le grandi tv in lingua inglese, quelli con cui ti dai un tono cazzeggiando in camera quando sei in un albergo Internazionale (BBC, CNN, Fox, ero a Ginevra quando è scoppiato lo scandalo. A Roma  Marino non viene defenestrato per incompetenza solo per il piccolo particolare che le leggi elettorali amministrative prevedono mandatoriamente nuove elezioni in caso di caduta del sindaco. E il PD le perderebbe con solenne figura di Merda del Cazzaro. E’ oltre un mese che i trasporti pubblici di Roma funzionano ancora peggio del normale perchè i dipendenti dell’ottima Atac (1,6 miliardi di perdite in 5 anni…. ripianate dai Romani? sicuri, sicuri?) si rifiutano di avere il Badge per certificare quando sono o non sono al lavoro. Ma il bubbone con tanto di teatrale decisionismo del sindaco Marino (Marino che ha anche sfanculato l’assessore da LUI scelto e al tempo magnificato come la soluzione del problema) è scoppiato perché è saltato il coperchio dal pentolone di M…. grazie alla stampa estera.

lunedì 27 luglio 2015

SUCCESSO CONVENTION A MARRADI AZZURRI 94. INTERVENTI DI BRUNETTA E DEL COORDINATORE REGIONALE MUGNANI, DI NOTEVOLE SPESSORE POLITICO



Interessante e qualificato incontro a Marradi alla convention di Azzurri 94 organizzata da Rodolfo Ridolfi, intervento telefonico di Renato Brunetta e Bergamini, presente anche l’assessore del comune di Arezzo (Forza Italia), vinto dalle forze di centro destra unito ma interessente e di notevole qualità politico e culturale del nuovo coordinatore regionale della Toscana Mugnai, nominato da nemmeno un mese da Berlusconi che ha lavorato nel partito e riconosce chi mette la faccia davanti agli elettori da anni e consigliere regionale toscano. Da segnalare la notevole differenza di ragionamento con il coordinatore dell’Emilia Romagna. Auguri di buon lavoro a Mugnai e altri imparino o cedano il posto a persone preparate e attive come Mugnai.

DELL‟ITALIA NEL CAOS”


Il Paese è in preda ad una crisi di nervi e il presidente del Consiglio (si fa per dire) scappa. Scappa dalla realtà, scappa dalle sue responsabilità, scappa dal Parlamento. I casi della vergogna: Marino, Crocetta, Fiumicino, Pompei, Roma. Renzi se ne frega e va avanti per la sua solitaria corsa. Tra una promessa roboante e qualche senatore da raccattare
RENZI SCAPPA DALLA REALTÀ, SCAPPA DALLE EMERGENZE, SCAPPA DAL PARLAMENTO. ANNUNCITE, MALATTIA LINGUISTICA DEL PREMIER. UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (SI FA PER DIRE) A RESPONSABILITÀ LIMITATA
Difficile raccontare un Paese letteralmente in preda ad una crisi di nervi. LItalia di oggi è questo e tanto altro ancora. Sfiancata da sette lunghi anni di crisi economica. Sfiancata, fino allo stremo, da un anno e mezzo di chiacchiere e promesse. Renzi è a Palazzo Chigi da quasi 18 mesi. Un periodo non eccessivamente lungo, ma che sembra uneternità se rapportato al tasso di nullità dellazione di governo in questo lasso di tempo. Tante parole, tanti slogan, tante slide mostrate in miriadi di conferenze stampa. Una nuova malattia politica nata con la semantica linguistica del premier: lannuncite. Mai nessuno aveva annunciato così tanto e realizzato così miseramente poco. E quanto realizzato (si fa per dire) è stato fatto ingannando i cittadini, rabbonendoli con piccole mance (tipo gli 80 euro), mentre la mano armata dello Stato prelevava indisturbata a famiglie ed imprese ormai allo stremo. Renzi non dà risposte. LItalia rotola verso il basso e lui non fa nulla. Scappa dalla realtà, scappa dalle emergenze, scappa dal Parlamento. Nessuna spiegazione, nessuna parola al Paese. Crisi economia, terrorismo internazionale, crisi dellEuro, situazione greca, immigrazione clandestina, Germania egemonica in Ue, ruolo inesistente dellItalia in Europa.
Tutti dossier aperti sul tavolo europeo e nazionale. Tutti dossier dai quali il premier è in fuga. Un Presidente del Consiglio (si fa per dire) a responsabilità limitata. FIUMICINO, POMPEI, ROMA

BERLUSCONI: VERDINI?, MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI. RESTIAMO NOI CHE CI CREDIAMO


"Meglio soli che male accompagnati". Silvio Berlusconi è intervenuto alla festa dei club di Forza Italia del Piemonte, in corso a Moncalieri (Torino), e ha commentato le fuoriuscite del partito. Forza Italia, sostiene il Cavaliere, si è rafforzata "dopo le ultime uscite, i nomi li conoscete" ha premesso Berlusconi alludendo a Denis Verdini. "I professionisti e i mestieranti della politica uno a uno se ne sono andati, quando gli è convenuto".
Berlusconi ha poi attaccato Matteo Renzi: "L'Italia in questo momento non è un Paese democratico. Abbiamo avuto quattro colpi di stato negli ultimi 20 anni, oggi c'è il terzo governo non eletto e una maggioranza che ci è stata usurpata e che ancora oggi si fonda su 130 parlamentari dichiarati incostituzionali e sono diventati la stampella del centrosinistra"

giovedì 23 luglio 2015

La giungla puzza, la giungla fa schifo. "Grande Jungle" è il nome dato dagli abitanti di Calais all'enorme bidonville sorta alla periferia della città francese sulla Manica, popolata di quattromila migranti che da mesi attendono di poter passare in Gran Bretagna.  Quando entri nella giungla sono accolto da un odore acre che penetra nelle narici nonostante il vento forte che spira dal mare. È un misto di spazzatura, sudore e urina che si solleva dalle tende e dalle baracche dello slum. La maggior parte degli immigrati vive in tende di plastica da campeggio, assicurate al terreno con mattoni e pietre. A pochi metri dalla spiaggia, tra le dune sorgono i vari quartieri della giungla. Alcune bandiere indicano le zone dove si radunano le varie nazionalità: qui gli afghani, lì i sudanesi, poco oltre gli eritrei.  Chi è arrivato da poco dorme tra i cespugli, riparandosi alla bell'e meglio con un telo di plastica teso tra gli arbusti. Chi è qui da molti mesi è più organizzato e vive in baracche abbastanza alte da poterci stare in piedi. All'ingresso della giungla sono presenti alcuni bazar: catapecchie di assi e lamiera che espongono prodotti perlopiù alimentari in vendita per pochi euro.  Entro nell'osteria di Sekhandar, afghano. "Questo è il mio ristorante", dice orgoglioso. Mostra una tenda non più lunga di sei o sette metri, alcuni tappeti disposti per terra intorno a un tavolino. Dietro un bancone, la rudimentale cucina. L'oste cucina piatti afghani su un fornelletto a gas, mentre entriamo sta arrostendo due cosce di pollo. Lo condirà con le erbe che, a mazzi, pendono dal soffitto. Addossati a una parete, alcuni scaffali carichi all'inverosimile di bevande gassate, prodotti per l'igiene e cibo in scatola: sono i prodotti in vendita per gli abitanti dello slum.  Quando entra un cliente e compra delle bottiglie d'acqua, paga fino all'ultimo centesimo estraendo dalla tasca un rotolo sorprendentemente spesso di banconote. Sekhandar, d'altronde, ci conferma che tutti i suoi clienti pagano regolarmente il conto."Io vengo dall'Italia, ho vissuto alcuni mesi a Bolzano – mi racconta – Mi trovavo bene, ma gli Italiani sono razzisti, se entri in un negozio e hai la pelle scura ti guardano storto. In Italia nessuno fa lavorare gli immigrati, molti ci dicono di tornare al nostro Paese.

mercoledì 22 luglio 2015

IL BALLISTA. “TAGLIO LE TASSE, STATE SERENI”. MA NON HA PAGATO I DEBITI ALLE IMPRESE. APPLICATA L’IMU ALL’AGRICOLTURA….E TAGLIA LE PARTECIPATE? STEPRA CHI PAGA I 30MILIONI DI DEBITI….

L’annuncio che tanto aspettavamo è arrivato. Via le tasse sulla casa, tagli drastici alle altre imposte. Parola di Matteo Renzi. E qui l’entusiasmo scema, non per gufaggine ma per esperienza. Vorrei credere al presidente del Consiglio, come gli ho creduto quando ha promesso che mai e poi mai avrebbe alzato le tasse, che avrebbe fatto la riforma fiscale entro tre mesi dal suo insediamento. Vorrei credergli come gli ho creduto quando davanti a me, in una serata di Porta a porta di un anno fa, aveva giurato che entro lo scorso settembre avrebbe restituito alle imprese italiane tutti i soldi che attendono dallo Stato, o come quando ha messo per iscritto, perché le parole volano, che entro il maggio 2014 avrebbe abolito il Senato. Vorrei credergli come quando gli italiani tre mesi fa gli hanno creduto all’annuncio che l’Europa aveva accettato di condividere l’invasione di immigrati ma non era vero, come non era vera nessuna delle promesse sopracitate. Ma io, testardo, vorrei oggi credergli, come gli ha creduto Enrico Letta quando in una sera di gennaio gli ha detto davanti a milioni di Italiani: Enrico, stai sereno, il premier sei tu. Oppure come gli ha creduto Silvio Berlusconi quando gli ha detto: dài, facciamo il Nazereno, tu mi aiuti in parlamento e io condivido con te la scelta del presidente della Repubblica.
Vorrei, davvero vorrei credere che Renzi abbasserà le tasse. Gli avevo creduto quando annunciò poderosi tagli alla spesa pubblica che però non sono andati oltre la messa all’asta su internet di sette scassate auto blu di ex ministri mentre lui e famiglia hanno continuato a spostarsi in aereo o elicottero blu financo per andare in vacanza. Ero pure certo che avrebbe dato seguito all’annunciato giro di vite sulla moralizzazione della politica ma oggi faccio fatica a tenere il conto di sottosegretari indagati.
Quindi, a malincuore, devo ammettere che dopo tante delusioni, oggi io – ma in Italia siamo sempre di più – a Matteo Renzi non credo più. Basta con promesse postdatate che sanno di depistaggio per distrarre gli italiani da scandali e fallimenti che avvolgono governo e maggioranza. Purtroppo, sulle tasse, continuiamo a non stare sereni, come con le “partecipate”, a Ravenna STEPRA a 30milioni di debiti, pagano i responsabili o i soliti cittadini, state sereni……

LA PREFETTURA È DIVENTATA UN’AGENZIA IMMOBILIARE (GRATUITA) PER IMMIGRATI: “A LORO DEDICATO IL 90% DEL TEMPO”. -

La candida ammissione della prefetta di Treviso. La vedete questa? È Maria Augusta Marrosu, prefetto di Treviso, che stamane in un’intervista al “Corriere del Veneto”, non solo afferma di aver “ringraziato gli immigrati” per non aver reagito alle forti proteste dei residenti (!), ma ammette candidamente che in Prefettura “il 90% dell’attività che svolgiamo riguarda la RICERCA CONTINUA di soluzioni per SISTEMARE nel modo migliore gli immigrati”. Capito??? Noi scemi paghiamo i bizantini uffici del Governo sul territorio (già inutili di per sé), ossia le Prefetture, non per sostenere gli italiani in difficoltà, ma per trovar casa a clandestini, di solito maschi, alti, giovani, atletici e in piena salute, magari al mare, cosí fanno il bagno. Anche un moderato non può esclamare se non: CHE SCHIFO!!!  Luca Morisi
E Sterpa sarà chiusa ma il buco di 30 milioni rimane chi paga I cittadini e non I responsabile!!!! Vergogna.

BOMBA IMMIGRATI SULL’ITALIA: ”NEL 2015 200MILA ARRIVI”

Il Viminale certifica i fallimenti di Alfano: "Nel 2015 già sbarcati 85.361". E la Polizia delle Frontiere lancia l'allarme

Si teme un'invasione simile a quella del 2015. Il direttore della Polizia delle Frontiere: "È una situazione senza precedenti". Anziché avviare i respingimenti, il Viminale vuole obbligare le Regione ad accogliere più immigrati.
E L’EUROPA VUOLE LE UNIONI GAY. E RENZI “CORRE AD APPROVARLE DAVANTI ALLE TANTE EMERGENZE, E TUTTI MANGIANO A NOSTRE SPESE. VERGOGNA


lunedì 20 luglio 2015

DEL FUTURO SENZA PAURA


 La spinta propulsiva di Renzi è finita. Cerca il trampolino di Expo, ma ormai la mongolfiera precipita. Lo dicono i sondaggi. Lo dice l'energia nuova che Berlusconi e Salvini generano. La Casa della Speranza è Forza Italia +. Il metodo Venezia-Liguria spaventa il Pd balcanizzato. Osservazioni sul Ferrara verdin-merkeliano. Elogio di Bruno Vespa, che indica il surplus commerciale tedesco come nemico da svellere dal nostro presente
La situazione economica precipita e Renzi vola in Africa.

TELEFONIA MOBILE: CATTIVE NOTIZIE



i principali operatori di telefonia mobile - Tim, Vodafone e Wind - hanno da poco introdotto nuove regole sulle offerte dei piani delle ricaricabili: dal 2 agosto il canone non avrà più una durata di un mese, bensì di 28 giorni. Risultato? Alla fine dell'anno si sarà pagata una mensilità in più.
  

STEPRA, NESSUN RESPONSABILE, CONTROLLORE E CONTROLLATO

LEGGI  IL COMUNICATO STAMPA



“STEPRA – GRECIA: PIANO DI LIQUIDAZIONE – ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI”. ANALOGIE O FORSE REALTA’?

Le ultime parole famose del PD in Provincia di Ravenna nel maggio 2008 “STEPRA fornisce informazioni sulle opportunità di investimento, valorizzando le potenzialità del territorio. A Massa Lombarda dove si sta sviluppando l’intervento su un’area di complessivi 80mila metri quadrati. Dall’urbanizzazione si ricaveranno circa 62mila metri quadrati di lotti vendibili a destinazione produttiva. Il secondo a San Pietro in Vincoli, alle spalle dell’esistente zona artigianale.”  Nella dichiarazione di voto Carla Benedetti (attuale capo gruppo PD) richiamò «la necessità che Stepra continui la proficua collaborazione con i Comuni perché garantisce trasparenza e imparzialità». Giovanna Benelli di Forza Italia confermò la contrarietà del gruppo «a un’immobiliare pubblica che detiene il monopolio del marketing territoriale»
STEPRA di proprietà interamente pubblica (Camera di commercio, Provincia di Ravenna e 16 comuni) ha realizzato un record…. Un buco da 30 milioni (circa) per volersi mettersi a fare gli imprenditori immobiliari, un ruolo che non spetta agli enti pubblici contro le norme di legge e non certamente definito e chiarito nel mese scorso con la presa d’atto delle partecipazioni esistenti nella Provincia di Ravenna.  Un buco del genere dovrebbe essere con evidenze a livello nazionale a suo tempo ho segnalato il fatto alla Procura della Repubblica di Ravenna e alla Corte dei conti di Bologna. La maggiore parte dei terreni non ha mercato e il finanziamento è avvenuto con la banche.
Ieri i Capi gruppo della Provincia di Ravenna hanno preso atto della proposta di ristrutturazione dei debiti, in corso di elaborazione fra la società e le banche, una situazione nota da alcuni anni. Un paragone quando si parla “Accordo di ristrutturazione dei debiti”, porta alla mente quanto sta avvenendo in questi giorni in Grecia, ma anche nella vicina Forlì, con SAPRO  una  situazione simile a Ravenna. A rimetterci sono i ravennati perché, forse le banche utilizzeranno i fondi europei destinati al mercato, come avviene in Grecia.
Una vergogna, ma la cosa più grave che i responsabili di quanto avvenuto “non ne rispondano personalmente” e si “autopropongono il Piano di liquidazione e ristrutturazione dei debiti”, questa purtroppo è l’Italia che non funziona.
Auspico solo, che non capiti all’Italia quanto sta avvenendo in Grecia…… ma ho una grande paura.
-       - Consigliere Provinciale FORZA ITALIA – Vincenzo Galassini

BENTORNATO MALLEGNI: UNA NOTIZIA NON APPARSA SUI QUOTIDIANIs


ITribunale di Firenze ha accolto il ricorso del sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni. E’ una vittoria della democrazia, ma anche l’ennesima prova che la legge Severino è sbagliata e che deve essere modificata al più presto dal Parlamento. Buon lavoro al nostro sindaco!
LEGGE SEVERINO
Ce ne sono due. Una è contra Berlusconem, inesorabile e inamovibile, l’altra vale per il resto del mondo, cioè vale poco, anzi niente. Gioia per Mallegni, ma resta l’amarezza per Berlusconi. Bersaglio unico della magistratura e, prima, di una decisione infame del Senato. Aspettiamo con fiducia
DOPPIOPESISMO
Il doppiopesismo è fastidioso, è un vizietto antico che con l’attuale governo è ritornato più in auge che mai e fa venire l’orticaria. La prassi dovrebbe essere una e unica. Se le intercettazioni del premier sono un “fantasy”, se De Vincenti non ha sbagliato, allora Lupi ritorni al suo posto, la De Girolamo anche e Crocetta non dovrebbe dimettersi, oppure Matteo Renzi fornisca spiegazioni per le sue parole, si approfondisca sui “favori” a De Benedetti e si segua il corso intrapreso per gli altri tre.

venerdì 17 luglio 2015

BERLUSCONI A TUTTA FORZA ITALIA



Follia, speranza, futuro, audacia, ironia. Così vinciamo
SOLO FOLLE PUÒ PENSARE ROTTAMARE FI
“Da Repubblica solo menzogne, solo un folle potrebbe pensare di rottamare Fi e chi combatte al suo fianco. Io, tra l'altro, ho in me il sentimento forte dell'amicizia e con molti dei parlamentari attuali ho un legame di amicizia ventennale”. SEGUO LEZIONE ERASMO DA ROTTERDAM, COSÌ FONDAI FI
“Qualche settimana fa ho scritto la prefazione di un libro di Erasmo da Rotterdam, 'L'elogio della follia'. Lui spiega che le decisioni più sagge vengono da una lucida visionaria follia, che è quella che ho avuto quando abbiamo lanciato Forza Italia”. ITALICUM SUBIRÀ DEI CAMBIAMENTI  “Questa legge elettorale subirà cambiamenti. Il sistema dei 100 capilista e' ingiusto ci batteremo per sistema preferenze libero per tutti". CAPI DELLO STATO SEMPRE CONTRO DI NOI “I Presidenti della Repubblica possono non farti governare e così e' stato, abbiamo avuto Capi dello Stato sempre conto di noi. Siamo sempre stati con 11 membri della Corte Costituzionale della sinistra che ci ha abrogato diverse leggi”. CHI CANDIDATO STARÀ IN PARTITO CHE SI CHIAMA FI "Chi sarà candidato si batterà sempre per un partito che si chiamerà sempre Forza Italia". Proprio i sindaci sono quelli piu' capaci, "visto il loro rapporto con il territorio ad ottenere voti". LEGA, TRANQUILLI, SALVINI CONOSCE I SUOI LIMITI “State tranquilli, anche voi al Sud, con Salvini ho un rapporto assolutamente tranquillizzante. Sa bene quali sono le sue capacita' e i suoi limiti. Quindi va bene il voto alla Lega”.
COMPRAVENDITA? PAGO 200 ML A CHI DIMOSTRA NE HO DATI 2...
“Sono stato accusato 65 volte da pm sinistra di reati e sono stato sempre assolto. Ora la musica è cambiata nei collegi ci sono solo giudici di sinistra e si vede quello che è successo a Napoli: sia chiaro io do 200 milioni a chi dimostra che ho dato due milioni”. RENZI HA UNA MAGGIORANZA USURPATA
“Renzi ha una maggioranza usurpata, oggi l'Italia e' in una situazione di democrazia sospesa. Questo governo è frutto di un colpo di Stato. L'ultimo governo davvero eletto è il nostro”. FATTO FUORI DA SENTENZA INFAME, STRASBURGO LA RIBALTERÀ “Sono stato fatto fuori con una sentenza infame che sarà ribaltata dalla Corte dell'uomo di Strasburgo. Quella sentenza e' un obbrobrio che non ha diritto di cittadinanza, siamo in una democrazia sospesa”.  IO COME TSIPRAS NEL 2011, VOLEVANO COLONIZZARCI  “Dopo la speculazione ordinata dalla Bundesbank contro i nostri titoli di Stato dissero che non eravamo più in grado di pagare pensioni e stipendi. Al G20 di Cannes mi ritrovai nella posizione di Tsipras. Mi dissero ‘siamo qui per aiutarti a non avere il default’. Il primo giorno mi offrirono 50 miliardi di euro, il secondo 100 miliardi euro. La contropartita era la colonizzazione dell'Italia. Io cercai di spiegare che i nostri conti erano perfettamente in ordine, come poi fu ampiamente dimostrato, e me ne andai. Solo Obama disse 'Silvio is right', 'Silvio ha ragione'. Tornai in Italia e mi trovai con otto tra i nostri più fedeli amici, parlamentari, che si erano spostati nel gruppo misto e avevano messo in crisi il nostro governo”.  CON GERMANIA EGEMONE SI RISCHIA GUERRA MONDIALE  “Quando si guarda a questa Europa si avverte una carenza di leadership da paura.

REGALIAMO AGLI IMMIGRATI LA PENSIONE SOCIALE. E LORO TORNANO A VIVERE COME NABABBI NEL LORO PAESE!


Si godono la vecchiaia a casa loro, campando alle spalle dello Stato italiano. Gli stranieri che ottengono l’assegno sociale e poi tornano nel proprio Paese sono sempre di più. Anche perché è facile: basta una semplice autocertificazione. E anche se l’Inps scopre che qualcuno è scappato in patria, può farci poco o nulla. Molto spesso gli immigrati conoscono la legge (e i suoi benefici) meglio degli italiani. Sanno come aggirare le regole e come piegarle ai propri interessi. Accade anche con l’assegno sociale, una prestazione economica che viene concessa ai cittadini, italiani e stranieri, che si trovano in condizioni economiche particolarmente gravi. Il reddito annuo di chi lo richiede non deve superare 5.800 euro. Ottenerlo, soprattutto per gli stranieri, è abbastanza facile. Basta avere residenza stabile e abituale da dieci anni in un Comune italiano, essere titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, non superare la soglia di reddito richiesta e, ovviamente, avere compiuto 65 anni. Solo in Lombardia, come ci assicura una fonte dell’Inps, sono circa 5mila gli stranieri che hanno richiesto questo tipo di assegno. Gran parte di questi, però, una volta intascato il malloppo, è tornata nel proprio Paese d’origine, dove ha potuto condurre – anzi, conduce tuttora – una vita da nababbo alle nostre spalle.
Quando un italiano fa richiesta per poter ottenere l’assegno sociale, invece, scattano tutti i controlli di routine. Vengono setacciati i dati dell’Agenzia delle entrate, della Camera di commercio e dell’Inps e si verifica che chi ha richiesto l’assegno sia in regola. Con gli stranieri questi controlli sono tecnicamente impossibili perché non sempre all’estero – soprattutto nei paesi dell’Est Europa e del Nord Africa – esistono banche dati. La valutazione dei limiti di reddito di chi ne fa richiesta si basa quindi su una semplice (e incontestabile) autocertificazione. E quando l’Inps chiama gli stranieri a rapporto, ecco che arrivano le scuse più disparate: «Ho perso il passaporto», «non riesco più a tornare in Italia», «un mio parente è malato gravemente». Ma se c’è qualcuno che proprio non riesce a trovare i documenti per rientrare c’è anche, come ci racconta una fonte, chi ha più passaporti (italiano, straniero, rinnovato) e presenta all’Inps quello che conviene maggiormente, ovvero quello che non certifica l’espatrio. Se paragoniamo, poi, l’assegno sociale alle cosiddette «pensioni minime» si nota che chi usufruisce dell’assegno sociale – ovvero chi non ha lavorato o non è riuscito a versare contributi adeguati – prende all’incirca quanto chi ha lavorato tutta una vita e che, magari, percepisce la pensione minima: 448,52 euro contro 501. Poco più di 50 euro di differenza. A 70 anni scatta però la maggiorazione sociale e, così, la forbice si riduce ulteriormente. Per il 2013, per esempio, la differenza è stata di soli 13 euro.
Ma c’è un’altra beffa per i lavoratori italiani: la legge Fornero stabilisce che un uomo vada in pensione a 66 anni e 3 mesi. Ben un anno in più rispetto a quanto richiesto per l’assegno sociale. Significa che uno straniero che magari non abita nemmeno in Italia possa godere della pensione prima di un nostro connazionale.


mercoledì 15 luglio 2015

DOPO LA GRECIA, TREMA L’ITALIA: IL DEBITO VOLA A 2.218 MILIARDI.


La situazione economica precipita e Renzi vola in Africa.
Adesso anche l'Italia ha paura. Perché l'incubo, che stanno vivendo in questi giorni i greci, potrebbe essere vissuto anche dagli italiani. L'ultimo allarme arriva dall'ennesima impennata del nostro debito pubblico. Nel mese di maggio ha toccato, in valore assoluto, i 2.218,2 miliardi. Dall'inizio dell'anno il balzo in avanti è stato di ben 83,3 miliardi di ben, pari al 3,9%. Cifre che allarmano non poco i tecnici della Banca d'Italia.
"Il debito era a quota 2.134,9 miliardi a fine 2014 - si legge nel supplemento finanza pubblica al bollettino statistico dell'istituto di via Nazionale - e raggiunge i 2.218,2 miliardi alla fine di maggio 2015". Nel solo mese di maggio il debito è cresciuto di 23,4 miliardi, oltre il fabbisogno (4,3 miliardi) per un aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, ma anche per il calo dell’euro e le condizioni di mercato sui bond (indicizzazioni ed emissioni). I dati pubblicati dalla Banca d'Italia non fanno dormire sonni tranquilli a Matteo Renzi che, mentre l'Unione europea si sgretola in Grecia, è volato in Africa. "Quello che stanno facendo con la Grecia, che è meno della Lombardia - lo avverte il leader della Lega Nord, Matteo Salvini - un domani lo faranno all’Italia, che non è la Grecia, cha ha un’industria ben più sviluppata, un artigianato ben più sviluppato, che ha dei beni preziosi come Enel, Eni, Fincantieri, Finmeccanica, che a qualcuno fanno gola.



EXPO, IL CAVALIERE ALLA MOSTRA DI SGARBI TRA APPLAUSI E CORI ENTUSIASTI

Expo 2015 accoglie Silvio Berlusconi tra gli applausi e i cori entusiasti.

"Forza Milan". "Forza presidente". Turisti e visitatori entusiasti della presenzaa del Cav che ha visitato la mostra di Sgarbi
Con uno strappo rispetto a quanto previsto, l'ex premier, accompagnato da Vittorio Sgarbi e dal commissario unico di Expo Giuseppe Sala, si è concesso un bagno di folla lungo il Decumano. Poi ha fatto rotta alla mostra I Tesori d’Italia allestita negli spazi di Eataly dal celebre critico d'arte.
"Forza Milan". "Forza presidente". Mentre girava tra gli stand del padiglione di Eataly, la società di Oscar Farinetti che a Expo accoglie ristoranti tipici di tutte le Regioni d'Italia, e un cordone di polizia lo accompagnava passo passo, Berlusconi, in abito e camicia scuri, è stato accompagnato da veri e propri cori da stadio magnetizzando l'attenzione della maggior parte dei visitatori presenti. L'ex premier ha osservato le opere degli artisti italiani contemporanei presenti al primo piano del padiglione di Eataly sotto la guida di Sgarbi che gli ha illustrato le opere una a una, divise regione per regione. Il tutto mentre diverse centinaia di turisti e visitatori che, mentre stavano pranzando ai tavoli allestiti nel padiglione di Eataly, hanno osservato tra lo stupito e l'incuriosito la presenza del Cavaliere. Tra i più sorpresi gli stranieri, che non si aspettavano la presenza dell'ex premier.


martedì 14 luglio 2015

LE RIVELAZIONI DEL FATTO, NON DOVEVANO USCIRE. INTERVENGA LA MAGISTRATURA. MA ORA A RENZI TOCCA BALLARE


In Italia Renzi fa intanto il me-ne-frego a proposito delle intercettazioni pubblicate da “Il Fatto”. I cui contenuti non hanno nulla di salace, ma dicono come, al di fuori di ogni legittima cornice costituzionale, si sia tramato per passare da un governo Letta a un altro, secondo i desideri del segretario del Partito democratico e del suo entourage.
Il tutto con l'assenso attivo di un generalone della Guardia di Finanza, che fa intravedere un modo per superare il dissenso tetragono da parte del Capo dello Stato pro (troppo) tempore.  In conversazioni ambientate giustamente in una taverna, come da manuale dei cospiratori, si accende una lucina su come rendere più morbido Giorgio Napolitano.  Tutto riuscito a perfezione. #Enricostaisereno, Renzi Presidente del Consiglio con il Quirinale che repentinamente, pur di non rottamare se stesso, rottama la pupilla dei suoi occhi.  Un colpo di Palazzo, prima d'ora inesplicabile.


IL PARLAMENTO, NON IL TRIBUNALE, COME LUOGO PER DIRE LA VERITA' SUL COLPO DI PALAZZO Noi abbiamo chiesto, insieme ad altre opposizioni, che il premier riferisca in Aula, e che il Presidente (d)emerito, così brillante nell'apologia di se stesso, esponga il perché di quello scaricamento senza alcuna ragione istituzionale e piuttosto immorale. Vogliamo sapere.
La democrazia vive di trasparenza. Di parole chiare e nette. Ovvio, invece, Renzi fa come nulla fosse. È il suo metodo. Non a caso ci aveva detto di no, attraverso i suoi scherani, alla calendarizzazione della nostra proposta di legge per una Commissione d'inchiesta parlamentare sui fatti oscuri del 2011, allorché fu negata la democrazia in Italia. Dopo di allora è prevalsa un'altra Costituzione, che consente di trascurare la regola elementare per cui i governi sono frutto di elezioni e non di concepimenti extrauterini. Anzi, Renzi prende la palla al balzo e, per mostrarsi superiore, a chi lo invita a portare a compimento in temi rapidi la riforma della materia, dice che lui si occupa di altro, non di banali questioni come la penetrazione indiscriminata nella privacy delle persone e la diffusione come coriandoli della vita intima della gente tramite intercettazioni.

IL ROTTAMATORE È SOLO


 Confindustria ha spento l'ultimo neon, e taglia la luce a Renzi. Così volge alla fine la parabola del Fenomeno. I suoi fallimenti sono stati da premier e da segretario del Pd. Resta da spiegare il colpo di Palazzo con cui Napolitano lo ha collocato al vertice del Paese silurando il fido Letta. Cos'è accaduto davvero? Trasparenza, please. La stessa che Forza Italia pratica con la sua opposizione, e con la proposta senza inciuci di un tavolo di coesione nazionale sulla sicurezza e di un dialogo per regole istituzionali con condizioni di ferro. Renzi sta rottamando se stesso e il suo partito. Non gli permetteremo di rottamare l'Italia.
Il Rottamatore è un uomo solo e senza comando. Ha rottamato con una progressione rapida e geometrica qualsiasi credibilità che si era conquistata, anche presso Forza Italia, aprendo il tavolo del Nazareno. Ma abbiamo scoperto presto che era un , azzardo morale una finzione parolaia, e i suoi desideri erano altri: affermare una sua ventennale , secondo democratura la definizione di Eugenio Scalfari. Una simulazione di democrazia cavalcata alla fiorentina. La ha avuto il suo sigillo mortifero ieri, quando anche Confindustria ha staccato la spina al governo. Si sa che storicamente, in un Paese manifatturiero come il nostro, non può durare un esecutivo che abbia all'opposizione il sindacato degli imprenditori. Oggi l'unica grande impresa (a parte, per ovvie ragioni, di azionariato, Finmeccanica ed Eni) i cui vertici sono una cosa sola con Renzi, è la Fiat, anzi la , di Fca, che ha Marchionne però la testa e i piedi altrove, e che non lega certo più il suo destino a quello del sistema Italia, dalla cui mammella di Stato aveva succhiato fino a scoppiare, arricchendo i suoi padroni senza confrontarsi davvero con il mercato. Ieri il presidente Giorgio Squinzi ha avvisato Renzi, con pesante sarcasmo, che costui non

BOLOGNA, PROCURATORE ALFONSO: “QUI OMERTA’ SU INCHIESTE CHE HANNO RIGUARDATO LA POLITICA”


Emilia Romagna Il Fatto - Il magistrato siciliano lascia la guida della Procura dopo cinque anni per andare a presiedere la Procura generale di Milano. Nel suo discorso denuncia: "Non abbiamo mai avuto una persona che sia venuta in Procura a raccontare". E su "Aemilia": "Il momento più alto e importante nel contrasto alla criminalità organizzata nel distretto". Poi si è soffermato sui tagli a causa dei quali non ci sono soldi "per "mandare i sostituti procuratori della Dda a rappresentare l’accusa nei tribunali della Regione"


venerdì 10 luglio 2015

TARI, 29 MILIONI DI EURO EVASI DA MINISTERI E AGENZIA DELLE ENTRATE! E NON GLI ACCADE NULLA RISPETTO AI PRIVATI CITTADINI, POVERA ITALIA….


Tartassano i cittadini, alzano le tasse e poi sono i primi a non pagarle. Quello che esce fuori dalla lista degli evasori della Tari (la tassa per le utenze non domestiche) è una beffa per i cittadini, costretti a versare puntualmente le gabelle.
Tra gli enti che non pagano la Tari all'Ama di Roma, infatti, ci sono tutti i Ministeri, la Presidenza del Consiglio e le Sovrintendenze. Non solo: tra gli evasori c'è anche l'Agenzia delle Entrate.
In sostanza ora gli esattori dovrebbero sanzionare loro stessi. E non per qualche spiccio, ma per somme da centinaia di migliaia di euro. Come riporta il Messaggero, infatti, il ministero dell'Interno non ha pagato 3.459.000 di euro, quello delle Infrastrutture 2,2 milioni e la Presidenza del Consiglio 616mila. Ancora: il ministero della Giustizia è indietro nei pagamenti per 700.000 euro e quello dell'Economia per 709.000 euro. E poi ci sono il Tar del Lazio che deve all'Ama 244mila euro, Ama che deve ancora ricevere ben 418mila euro dall'Agenzia delle Entrate. In pratica Angelino Alfano, Graziano Delrio, gli altri ministri e anche Matteo Renzi, che guidano questi enti ancora indietro con il pagamento della Tari, evadono in complesso 29 milioni di euro. Su questi grandi evasori ha presentato una interrogazione parlamentare il senatore di Ncd Andrea Augello, che scrive: "È davvero singolare, per le famiglie romane che pagano puntualmente la tari e sono inseguite dalle cartelle dell'Agenzia delle Entrate con penali e interessi aggiuntivi per ogni minimo ritardo, scoprire che la Presidenza del Consiglio sia morosa per 2 milioni di euro". Nella lista nera messa insieme dal consigliere comunale Roberto Cantiani (che ha possibilità di accesso agli atti), poi, ci sono anche molte banche, alcune con morosità che arrivano anche al milione di euro. In totale, gli istituti di credito non hanno pagato circa 5,5 milioni. Non poco, anzi. Troppo.

Ora si attende una risposta all'interrogazione. Intanto i cittadini annaspano e le isitituzioni evadono.

LA PRIMA CASA DA OGGI E’ PIGNORABILE: MOSSA A TRADIMENTO DEL GOVERNO RENZI


La prima casa diventa pignorabile. Lo ha deciso la maggioranza che sostiene il governo Renzi che ha bocciato le mozioni dell’opposizione.  Tutti respinti i documenti della opposizione, volti a bloccare gli espropri delle prime case. Tra queste appunto la mozione di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale nella quale si chiedeva che la prima casa non fosse pignorabile. Come ha spiegato Gaetano Nastri illustrando nell’Aula della Camera a fronte della grave crisi economica che perdura colpendo le famiglie, «il governo deve ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a ridurre il fenomeno delle espropriazioni di immobili adibiti ad abitazione principale, prevedendo l’impignorabilità totale della prima casa di abitazione». Una richiesta caduta nel vuoto.
«Da oggi è possibile perdere la prima casa anche per un piccolo debito, diciamo grazie a Renzi, è lui che porta via il bene primario degli italiani. Siamo un paese dove il governo porta sempre più alla disperazione ed alla povertà le famiglie», denunciano i deputati di M5s. Accanto alla contestazione dei deputati del Movimento 5 Stelle è arrivato anche l’allarme di Paola Binetti. «Sorprende – denuncia la deputata di Area poolare – che il governo per dare parere favorevole alla mozione chieda che venga tolto proprio il primo punto: quello che parla di impignorabilità della prima casa. Ciò in flagrante contraddizione con quanto disposto sia dal decreto-legge “del fare”, in cui all’articolo 52 si dice chiaramente che l’agente della riscossione non può dare corso all’espropriazione se la casa è l’unico immobile di proprietà del debitore» sia «con la sentenza della Corte di cassazione, del 12 settembre 2014, che stabilisce l’impignorabilità da parte di Equitalia». Richieste cadute nel vuoto.

 


DE GREGORIO NON HA RESTITUITO I SOLDI RICEVUTI PER EVITARE LA CONDANNA, MA QUALE GIUSTIZIA ABBIAMO


"Così il corrotto De Gregorio si è salvato beffando tutti", Napoli, la difesa di Berlusconi smonta il teste chiave del processo sulla compravendita di senatori. Ghedini: è libero, non ha restituito soldi e ha bloccato le inchieste su di lui  «Sergio De Gregorio sarà uno splendido esempio di corrotto per le generazioni future, perché grazie alla Procura di Napoli è riuscito a ottenere un risultato straordinario. Lavitola è in catene, per Berlusconi la procura ha chiesto il massimo della pena. Invece De Gregorio ha patteggiato un anno e otto mesi, non ha risarcito niente, i processi contro di lui sono tutti fermi perché è considerato vittima di usura, quelli contro sua moglie. Un uomo di grandissima abilità. Non gli hanno neanche ritirato il passaporto». Berlusconi, accusato di corruzione per avere strappato con tre milioni De Gregorio al traballante Ulivo di Prodi, e gravato da una richiesta di cinque anni di carcere; ma perché tocca temi cruciali del rapporto tra politica, giustizia, etica: un parlamentare che cambia casacca per motivi venali tradisce la propria dignità e il proprio patto con gli elettori, o viola il codice penale? Ma il processo in fondo è bello anche perché sull'intera vicenda svetta lui, Sergio De Gregorio, ennesima incarnazione dell'eterna guerra tra furbi e fessi raccontata da Prezzolini, ed è ovvio da che parte sta lui, De Gregorio, che con le sue confessioni sul ribaltone del 2007 ha ottenuto  che i pm non indagassero su altri e ben più torvi legami nel mondo del crimine organizzato.

Quando De Gregorio, eletto nelle liste dell'Italia dei valori, decise di votare la sfiducia al governo

GIUSTIZIA IN ITALIA: 200 DEPUTATI E SENATORI HANNO CAMBIATO GRUPPO ALCUNI SOSTENGONO IL GOVERNO RENZI, QUINDI PROCESSATELI TUTTI PER “PAR CONDICIO”.


Compravendita senatori: "Sentenza è atto di violenza politica" la sentenza del Tribunale di Napoli che ha condannato Silvio Berlusconi e Valter Lavitola per la compravendita dei senatori nel 2008. Tra le prime reazioni, c'è stata quella dell'ex Forza Italia Fabrizio Cicchitto che ha attaccato il doppiopesismo dei giudici: "Seguendo il meccanismo che ha portato alla condanna di Berlusconi, allora anche Cossiga avrebbe dovuto essere come minimo seriamente indagato quando spostò una trentina di parlamentari dal centro-destra all’Udr che poi fu fondamentale per la nascita del governo D’Alema che giustamente bombardò gli stragisti serbi. Quella fu una operazione provvidenziale e invece quella di Berlusconi un’operazione criminale". Sovietici - Il capogruppo al senato Renato Brunetta attacca più duramente una sentenza che appare come: "un inaccettabile atto di violenza politica. Il processo ricorda nel suo svolgimento le procedure staliniane, allorché il procuratore Vyšinski vedeva nel
dissidente un nemico da abbattere, un avversario da sconfiggere, un cane rabbioso da fucilare. La sentenza non avrà effetti perché il reato di corruzione è passato in prescrizione: "Il fatto che non abbia conseguenze penali - ha aggiunto Brunetta - non rende meno sconvolgente quel che è accaduto. Si vuole semplicemente giustiziare moralmente chi si oppone al potere assoluto di una casta. Non finisce qui"
SCANDALO A PIETRASANTA:Un governo non eletto  caccia un sindaco eletto
Al di là della defenestrazione da  sindaco di Pietrasanta di Massimo Mallegni (di centrodestra, naturalmente) con una interpretazione sui generis della legge Severino, devo convenire con lo  stesso amministratore che un  governo non eletto dal popolo  ha sospeso dalla sua carica un sindaco eletto dal popolo. Pazzesco. La sinistra ha un concetto  tutto suo di democrazia.
LEGGE SEVERINO La bella pantomima Renzi-De Luca
Decreto Renzi: De Luca non può  prendere possesso della carica di presidente della Regione  Campania (sotto sotto si sente sicuro che troverà qualche magistrato che annullerà quanto stabilito). De Luca: ricorre al magistrato che, ovviamente, essendo do dalla parte del PD mette in moto l’aiuto fraterno. Risultato: a tambur battente arriva la sospensione del decreto Renzi. E  tutto torna in ordine. Viva la giustizia giusta


mercoledì 8 luglio 2015

REFERENDUM


Il referendum può essere la nostra risposta a questa cattiva Europa. In Italia non si può? Cambiamo la Costituzione e il centrodestra su questo tema è compatto. Come dimostra la tabella sottostante, ben 22 Paesi europei adottano fin dagli anni ’70 il referendum come strumento cogente per esprimersi su materie europee, trattati e regolamenti Ue

RENZI E’ RIMASTO A CASA, DOBBIAMO PRESUMERE PERCHE’ NON INVITATO A DECIDERE IL FUTURO DELL’EUROPA


Di fatto ieri Merkel ed Hollande hanno detto al mondo che l’Italia, o meglio Matteo Renzi, a livello comunitario conta come il due di picche, o per dirla con una metafora calcistica tanto cara al Premier (si fa per dire) non tocca palla e non segna un gol neanche a porta vuota. E finalmente, come si vede dalla breve antologia, se ne accorgono in parecchi.


martedì 7 luglio 2015

IL NO DELLA GRECIA


L’Unione europea deve cambiare. Da oggi si volta pagina, speriamo se ne accorga anche Renzi
In Grecia ha vinto la democrazia e adesso in Europa nulla sarà più come prima.
Adesso a Bruxelles e a Strasburgo si dovrà capire al più presto cosa non funziona più, cosa questa Europa a trazione tedesca ha sbagliato in tutti questi anni.
Occorre un nuovo inizio, con una nuova strategia inclusiva e che oltre al rigore abbia lo sviluppo e il benessere dei popoli come stella polare da seguire con assoluta determinazione.
Come si è arrivati a questo punto? Cosa ha portato il popolo greco ad esprimersi in modo così chiaro e per qualcuno eclatante nonostante i tanti ricatti cui è stato sottoposto?
Per spiegarlo ripropongo alcuni stralci della straordinaria lettera scritta dal Presidente Silvio Berlusconi a 'Il Giornale' lo scorso 2 luglio: “questa Europa sta facendo fallire il sogno europeo. Essere davvero europeisti significa prenderne atto, e dirlo con chiarezza. (...) L'Europa di fronte alla crisi si è rivelata clamorosamente inadeguata. Invece di offrire una speranza per la ripresa, per lo sviluppo, si è limitata a riproporre regole stupidamente rigide, che hanno peggiorato le difficoltà delle economie più fragili. Alla Grecia l'Europa ha chiesto, giustamente, di effettuare riforme strutturali, necessarie per quanto dolorose, ma al tempo stesso le ha negato l'ossigeno per farle.
(...) La formula adottata dalle istituzioni europee e internazionali di un rigore senza sviluppo, non soltanto non è accettata dai cittadini di molti Paesi europei, ma è avvertita – a torto o a ragione – come una scelta egoistica da parte dei Paesi più forti dell'Unione Europea.
Tagli alla spesa pubblica e crescita della tassazione, insieme, determinano inevitabilmente effetti recessivi, ed è quasi impossibile risanare i conti di un Paese che non cresce”.
Parole illuminanti scritte dal leader di Forza Italia quando ancora non si conosceva, naturalmente, l'esito del voto nel referendum greco. Parole quanto mai attuali oggi.
L'Europa ha sbagliato in questi anni, l'Europa deve cambiare. Da oggi si volta pagina.
Speriamo se ne accorga anche il Presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi.
RENATO BRUNETTA



ITALIA NON ESISTE, RENZI SI SVEGLI E DIFENDA NOSTRI INTERESSI


L’unico grande rammarico è che l’Italia, attraverso il suo presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi, non esiste, è silenziosa.  Eppure noi abbiamo messo altrettante risorse quanto la Francia, ma a guidare tutta la vicenda, malamente, finora sono state la Germania e la Francia”.  “L’Italia di Renzi è stata completamente assente. Questa è una tragedia, una tragedia per il nostro Paese, per i nostri interessi legittimi, per le nostre famiglie e per le nostre imprese”.
“Renzi si svegli, Renzi difenda gli interessi dell’Italia e gli interessi dell’Europa. Finora non l’ha fatto”.
BRUNETTA, INCONTRO MERKEL-HOLLANDE? RENZI PIU’ INTERESSATO AI VIDEOGIOCHI
“Colpa di Renzi. Perché se Renzi avesse avuto una qualche idea di Europa, una qualche idea di mediazione, molto probabilmente sarebbe entrato nel gioco, in partita. Ma evidentemente Renzi è più interessato ai videogiochi che a trovare una soluzione in Europa”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, parlando in sala stampa a Montecitorio e rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano una sua valutazione sull’ennesimo incontro Merkel-Hollande senza la presenza dell’Italia.
“Renzi è un po’ infantile in tutta questa vicenda. Da ‘la volpe e l’uva’. ‘Non vado perché non conta’. Ma come non conta? Merkel e Hollande ci hanno portato sull’orlo del baratro, e non conta? Si riuniscono per individuare i contenuti del prossimo vertice straordinario, e non conta niente? Disperante il comportamento di questo presidente del Consiglio (si fa per dire)”.