CAMBIANO I
TEMPI, MA LA SINISTRA E’ SEMPRE QUELLA DI BOTTEGHE OSCURE
Salvatore
Tramontano- Sotto sotto continuano ad alzare il pugno
chiuso. Cambiano i tempi, ma la sinistra
è sempre quella di Botteghe Oscure. L’anima del Pd in questa stagione da
autunno dei tecnici appare ancora più rossa. Il lato cattolico, bianco, da ex
democristiani, sta perdendo la sua battaglia culturale per rendere questo
partito qualcosa di diverso dall’ultimo clone dei post Pci. Franceschini e
Fioroni fanno tappezzeria, la Bindi pretende che la si chiami presidente, ma la
sua stella è in caduta libera, le sue ambizioni puntano al Quirinale, ma tra i
suoi colleghi pochi la sopportano. Franco Marini è un vecchio signore con un
passato da sindacalista e i prodiani vivono di rimpianti. L’unico con il Dna da
democristiano che si sta giocando una partita da protagonista è Matteo Renzi,
ma la sua identità si fonda più sul rinnovamento generazionale che sullo scudo
crociato. La classe dirigente del Pd, e i cortigiani più o meno intellettuali,
considerano Renzi un alieno, un virus berlusconiano da debellare. Non è un caso
che l’Unità ,quotidiano del Pd, ma pur sempre fondato da Antonio Gramsci,
tratti il sindaco di Firenze come il nuovo nemico pubblico numero uno. Lo fa
con un editoriale che liquida Renzi e la sua campagna di rottamazione con due
parole: rozzo fascismo. Renzi il fascistoide, Renzi il berluscones, Renzi il
liberista, Renzi come tutto ciò che in questo momento rappresenta il demonio
per la sinistra. Questo perché al di là di tutte le metamorfosi gli eredi del
Pci sono sopravvissuti alla caduta del Muro e alla fine del Novecento. Passano
gli anni ma restano e si sentono comunisti. Non il comunismo sovietico,
certo, ma figli comunque della variante berlingueriana, che fa compromessi,
ma non rinnega nulla del proprio passato. È come il richiamo della foresta.
Bersani alla fine se deve scegliere tra Vendola e Casini si butta nelle braccia
del primo e poi va a raccattare i voti dove può, tanto da ristampare la foto
di Vasto riesumando il moribondo Di Pietro. L’obiettivo è sempre lo stesso, al
governo con il vestito di Arlecchino e pazienza se poi non si riesce a
governare. Moriranno da comunisti, ma con il volto nascosto dietro un’intera
collezione di maschere
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