venerdì 29 luglio 2016

EDWARD LUTTWAK: “INETTITUDINE DA PARTE DI FRANCIA E GERMANIA

"C'è una grande inettitudine da parte dei Paesi europei contro il terrorismo". Edward Luttwak, politologo ha le idee chiare su quanto accaduto nelle ultime settimane in Francia e Germania.
"I terroristi che hanno agito nelle ultime settimane in Germania e in Francia non sono furbi, organizzati o capaci, e rappresentano una minaccia di bassa qualità. Quello che li rende estremamente pericolosi è l’inettitudine dei governi dei paesi nei quali hanno agito, e l’impreparazione della polizia", afferma in un'intervista al Messaggero. Poi parla dell'Italia: "Nelle ultime ventiquattro ore soltanto, tre sospetti sono stati identificati nel savonese, e un Iman convocato dalla Digos a Reggio Emilia. Le autorità italiane non si sono limitate a schedarli per poi lasciarli andare liberi. Nel primo caso hanno arrestato due dei giovani che avevano postato foto minacciose sul web, perché li hanno trovati collegati ad una rete possibilmente attiva di congiuratori. L’Imam che viveva da anni in Italia e negli ultimi tempi aveva pronunciato sermoni di sospetta intensità ideologica, è stato espulso per i prossimi quindici anni. Questo tipo di vigilanza assidua e serrata alla lunga fa la differenza". A questo punto Luttwak rivolge un'accusa ai francesi per la strage in Normandia: "Malik e Kermish, entrambi nel casellario di polizia, uno conosciuto per le turbe psichiche. Era davvero impossibile mettere insieme i due elementi e concludere che c'era l'ipotesi di un alto rischio?".

ALTRA PROMESSA NON MANTENUTA: CAMERE DI COMMERCIO, RENZI PROMETTEVA DI ABOLIRLE MA DA 105 SONO PASSATE A 99!

La ritorsione vale mille licenziamenti.

Si avvicina la resa dei conti con gli enti cui il premier aveva dichiarato guerra. Dopo tanti annunci solo sei si sono accorpati. La delega scade e il governo corre ai ripari: presto sul tavolo del Cdm il provvedimento che le obbliga a scendere a 60 entro tre mesi. Nell'ultima versione del testo spuntano tagli agli organici che sfiorano il 40%. I sindacati: "Oltre mille posti a rischio, bloccatelo". Ecco la bozza

SPENDIAMO 30 MILIONI AL MESE PER MANTENERE I MIGRANTI CLANDESTINI

Gli immigrati che non ottengono l'asilo fanno ricorso. Ma continuano ad essere ospitati nelle strutture d'accoglienza. Grimoldi: "Basta permettere i ricorsi"
Trenta milioni al mese, un milione al giorno: pagati dagli italiani. È questa la somma che ogni giorno lascia le casse dello Stato per rimpinguare quelle delle copperative che gestiscono i migranti. I ricorsi dei migranti Il contro è presto fatto: nel 2016, infatti, sulle 50.913 domande di asilo esaminate dalla Commissione territoriale, ben 30.367 sono state cestinate. I migranti che l'hanno presentate, infatti, non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiato. Eppure, il sistema perverso della legge italiana permette a queste persone di presentare un ricorso. Sono clandestini, ma in attesa del giudizio di una Corte vantano ancora tutti i diritti di accoglienza che lo Stato mette a disposizione. E così i contribuenti continuano a sborsare i famosi 35 euro per i due anni (di solito) della durata del processo.
I conti sono preso fatti: 35euro al giorno per 30mila clandestini significano 30 milioni al mese, un milione al giorno tondo tondo. "Ministro Alfano ha qualcosa da dire a riguardo? - attacca l'on. Paolo Grimoldi - E' normale spendere 1 milione al giorno per chi andrebbe espulso istantaneamente? Presentero' subito una proposta di legge per chiedere al Governo di impedire la presentazione di questi ricorsi, una volta respinta la domanda di asilo, almeno per coloro che non provengono da Stati dove sono
in corso guerre civili o conflitti bellici"

giovedì 28 luglio 2016

FORZA ITALIA, FORZA BERLUSCONI, FORZA PARISI IN ATTESA DELLA CONVENTIONE DEL 16 SETTEMBRE A MILANO E “NO” REFERENDUM


"Nel corso della riunione di oggi - si legge nel comunicato - il presidente Silvio Berlusconi ha posto con forza la necessità di rilanciare l'azione politica di Forza Italia, per riannodare i fili del dialogo con quel popolo di centrodestra che continua a essere maggioranza nel Paese. I partecipanti all'incontro hanno condiviso l'intento del presidente Berlusconi di rafforzare l'organizzazione del partito e di rilanciare l'iniziativa politica, a cominciare dal referendum di ottobre per garantire una netta affermazione del 'no'. Tutto questo - prosegue la nota - anche attraverso l'apertura al contributo di chi intende condividere questo percorso politico a cominciare dai protagonisti delle recenti elezioni amministrative come Stefano Parisi".

GRANDE SUCCESSO DI RENZI: EXOR IN OLANDA.

Dal 2012, il presidente Fca John Elkann, mentre si profondeva in elogi al Bel Paese, spostava le sedi legali delle società di famiglia all'estero: prima Cnh Industrial, poi Fca e Ferrari e infine la holding. Il tutto sotto il naso di governi che vanno a braccetto con il Lingotto e i suoi manager
 “Fca avrà una presenza sempre più forte in Italia“. “Fiat è ancora più italiana”. “Quello che possiamo fare in Italia è molto di più di quello che potevamo fare prima”. Parola di John Elkann, presidente di Fiat Chrylser. Lo stesso John Elkann che ha spostato in Olanda le sedi di Cnh Industrial, Fca, Ferrari e infine Exor, la cassaforte della famiglia AgnelliL’ultima mossa di Elkann è dunque solo il passaggio finale di un lungo elenco di trasferimenti, il trasloco di una holding e non di una società produttiva, ma si fa beffe delle promesse di mantenere nel nostro Paese le radici delle imprese di famiglia. E la grande fuga dall’Italia prende corpo sotto il naso di governi che vanno a braccetto con il Lingotto e i suoi manager, come dimostra la grande intesa tra l’amministratore delegato Sergio Marchionne e il premier Matteo Renzi, solo l’ultima di una lunga serie.

mercoledì 27 luglio 2016

BERLUSCONI INCARICA PARISI DI RILANCIARE FORZA ITALIA: “APRIRE ALLA SOCIETA’ CIVILE”. PARISI CENTRO DESTRO UNITO A SETTEMBRE UNA CONVENTION

Stefano Parisi si candida "a dare una mano". "Voglio rigenerare il centrodestra con un programma liberale e popolare". E sul referendum: "Voterò no
L'ex Cavaliere punta sul manager per "riaggregare e di portare al voto i tanti italiani che non hanno più fiducia nella attuale politica" e rinnovare un partito in picchiata nei consensi. Anche se Salvini lo ha già bocciato come leader del centrodestra. Forza Italia cerca di ripartire da Stefano Parisi. Con un partito in crisi di consensi e in picchiata nei sondaggi, il presidente Silvio Berlusconi tenta di risollevare le sorti della compagine puntando sull’unico candidato sindaco che, alle ultime elezioni amministrative, è riuscito a riunire il centrodestra e ha sfiorato l’impresa contro lo sfidante del Pd Beppe Sala. Anche se il segretario leghista Matteo Salvini ha già chiarito che non vuole vedere Parisi come leader di un’eventuale coalizione a destra. “Il presidente Silvio Berlusconi ha incaricato il dottor Stefano Parisi di effettuare una analisi approfondita della situazione politica e organizzativa di Forza Italia e di elaborare un progetto per il rilancio e il rinnovamento della presenza dei moderati italiani nella politica”, si legge in una nota della segreteria di Berlusconi. Un progetto che – viene sottolineato – “dovrà essere orientato alla prospettiva di offrire al Paese una proposta nuova e credibile aperta alla società civile“. L’obiettivo del progetto, prosegue la nota, è quello di “riaggregare e di portare al voto i tanti italiani che non hanno più fiducia nella attuale politica ma avvertono una profonda e urgente esigenza di rinnovamento nella gestione del Paese”. E ancora, il comunicato spiega che l’ex Cavaliere “ha apprezzato e condiviso l’iniziativa di Parisi volta ad organizzare una conferenza programmatica nel mese di settembre come contributo alla crescita ideale e culturale per l’area moderata”.

ULTIME PAROLE FAMOSE DELLA FINOCCHIARO


martedì 26 luglio 2016

VOCI DIVENTATE REALTA’: PARISI ENTRA NEL GRUPPO DIRIGENTI VOLUTO DA BERLUSCONI

Anche se ufficialmente certe cose non si dicono, si fanno lo stesso, sott' acqua; e poiché l'acqua è trasparente tutto si vede, basta guardare con attenzione. Ciò che emerge nettamente è che Silvio Berlusconi, mentre cerca di riprendersi dalla malattia (auguri!), pensa di delegare qualcun altro a guidare il barcone, di Forza Italia, ex Pdl.  L' uomo adatto a stare al timone è Stefano Parisi, colui che ha conteso a Milano la poltrona di sindaco a Giuseppe Sala fino all' ultimo voto. Chi l' avrebbe detto che questo manager prestato alla politica sarebbe riuscito in un battibaleno a competere con il factotum di Expo, minacciando di batterlo al ballottaggio, per entrare a Palazzo Marino? Nessuno. La sua candidatura sembrava inconsistente e invece si è poi rivelata azzeccata. È mancato il successo pieno per una manciatella di voti, però si è capito che Parisi ha le carte in regola per diventare il nuovo numero uno del Centrodestra. E Berlusconi punta su di lui, giustamente, per tentare un rilancio del partito nato nel 1993 e vincitore alle elezioni del 1994. È la scelta più intelligente, direi obbligata, dato che non esistono altre persone in Fi in grado di assumere certe responsabilità.
Ce la farà Stefano a bissare le performance elettorali di Silvio? Non siamo specialisti in vaticini e non azzardiamo previsioni, dandoci arie da profeti. Però diciamo senza timore di sbagliare, che il solo personaggio accreditato quale trascinatore è proprio Parisi. Gli altri forzisti che ambirebbero a soffiargli il posto non ci sembrano idonei. Riconosciamo che alcuni di essi sono stimabili e di qualche spessore, ma non abbastanza per ambire a sostituire il Berlusconi dei tempi migliori, quello che sorprendentemente riuscì a sconfiggere Occhetto. Raschiando il barile di Forza Italia non viene fuori altro nome che non sia quello del mancato sindaco di Milano. Vale la pena di insistere su Stefano e di metterlo alla prova. Costui ha esperienza da vendere, è dotato di sensibilità politica, conosce la macchina della pubblica amministrazione, sa stare al mondo e gode della stima dei milanesi e dei romani. Rinunciare alle sue prestazioni sarebbe una follia in assenza, nel partito, di uomini e donne con un curriculum rassicurante.  Di sicuro, se Parisi fallirà, nessun altro compirà il miracolo di rimettere in moto Forza Italia. E allora dovremo rassegnarci al caos. Non sia mai.

GLI STIPENDI D’ORO DELLA RAI PAGATI COL CANONE IN BOLLETTA. ANCHE A CHI NON LAVORA….

Anticipati sul web gli elenchi dell'azienda. Il dg Campo Dall'Orto prende 600mila euro, i direttori oltre 250
Il consiglio di amministrazione della Rai, in attuazione della legge di riforma varata l'anno scorso, darà infatti avvio all'«operazione trasparenza» con una conferenza stampa che anticiperà la pubblicazione online di retribuzioni lorde e curriculum di dirigenti e giornalisti. Si potrà, quindi, sapere come sono parzialmente spesi i 500 milioni di maggior gettito (stima dell'Agenzia delle Entrate) garantiti a Viale Mazzini dall'inserimento del canone nella bolletta elettrica. Dagospia ha anticipato alcuni contenuti che non mancheranno di destare sorpresa. Se il compenso del direttore generale Antonio Campo dall'Orto è noto (meno di 650mila euro), meno noti sono i 270mila euro corrisposti al direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta. O i 390mila euro corrisposti al presidente di Rai Fiction, Antonio Marano. Ben remunerato anche il direttore della comunicazione Giovanni Parapini (250mila euro). Questi stipendi alimenteranno le solite polemiche sul mancato rispetto della soglia di 240mila euro come compenso massimo per i dirigenti delle società pubbliche (decreto del governo Letta. Polemiche che Rai e governo rispediranno al mittente. Altrettanto scalpore potrebbero destare i 240mila euro del direttore Canone Marco Zuppi e dell'ex direttore dei Servizi parlamentari, Anna La Rosa, attualmente a disposizione. In questa fascia rientrano anche l'ex dg Lorenza Lei, in contenzioso con la Rai, (240mila euro), il volto del TgUno Tiziana Ferrario (238mila) e il neodirettore di Rai Sport Gabriele Romagnoli (230mila) la cui nomina ha suscitato polemiche perché «esterno» all'azienda. E, d'altronde, Romagnoli non è il solo: dall'insediamento di Campo dall'Orto sono circa una ventina le risorse pescate fuori dai cancelli di Viale Mazzini. Dalle direttrici di RaiDue, Ilaria Dallatana (sopra i 200mila si mormora), e RaiTre, Daria Bignardi (280mila euro, dicono i rumor), al direttore finanziario Raffaele Agrusti (ex Generali) passando per il nuovo conduttore di Ballarò, l'anchorman Gianluca Semprini. Chiudono la graduatoria di Dagospia il direttore Risorse televisive Andrea Sassano (220 mila), la giornalista-manager Carmen Lasorella (200mila) e Francesco Pionati (200mila). «Pretendiamo che si faccia piena luce anche in merito agli stipendi dei conduttori e delle star che sono pagati con i soldi dei cittadini», ha chiosato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che da ministro della Pubblica amministrazione avviò l'«Operazione trasparenza». Da oggi si avrà maggiore coscienza dell'impiego dei soldi dei contribuenti, ma questo non ci eviterà di pagare se lo spettacolo non ci piace.

VOCI…….:FORZA ITALIA, BERLUSCONI TOGLIE PALMIZIO ENTRO L’ANNO

IL COORDINATORE REGIONALE DI F.I. PALMIZIO, DA TEMPO DELEGITTIMATO NEL SUO RUOLO DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI AMMINISTRATORI DELL’EMILIA-ROMAGNA, CONTINUA A SPARARE CAVOLATE ED INTERVENIRE CON MENZOGNE SU ARGOMENTI CHE NON CONOSCE.
FORTUNA CHE ALLA FINE DI QUEST’ANNO IL PRESIDENTE BERLUSCONI GLI TOGLIERA’ L’INCARICO. Fabio Filippi

CALCIO, A BRISIGHELLA UNA MOSTRA SULLA STORIA DEL BOLOGNA

Articolo dalla REPUBBLICA BOLOGNA mostra da una idea del Sindaco Missiroli in occasione della festa del VINTAGE
La Repubblica
BOLOGNA - "Quando facevo Economia, sentivo sempre i bolognesi ripetere: Mi ricordo quando...". Nell'organizzare "Brisighella vintage", che si terrà ...


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sabato 23 luglio 2016

VERGOGNA: AL SENATO NIENTE TAGLI AI VITALIZI E RIMBORSI


Uno dei pochissimi ordini del giorno accolti, tra quelli che chiedevano di tagliare le spese del Senato, punta a «prevedere nei casi di trasferta per missioni, un rimborso a piè di lista con un tetto massimo di spesa per categoria (vitto, alloggio, trasporti, telefono) e una rendicontazione pubblica, inserita nell’area relativa alle schede personali di ciascun senatore presenti nel sito del Senato». I questori l’hanno sottoscritto, si vedrà se daranno seguito all’auspicio visto che, come si dice in Parlamento, «un ordine del giorno non si nega a nessuno». Tutte le altre proposte di tagliare le spese (il MoVimento 5 Stelle ne ha avanzate 32 nell’aula di Palazzo Madama) sono state rimandate al mittente. Eppure l’occasione per ridurre il costo del Senato era concreta ma una larga maggioranza trasversale ha scelto, ancora una volta, di evitare tagli rilevanti. Per questo solo Palazzo Madama continuerà a costare mezzo miliardo di euro all’anno (la metà della Camera dei deputati).
INDENNITÀ . È lo stipendio dei senatori. Attualmente è pari a 5 mila euro netti al mese (a cui poi vengono aggiunti alcuni rimborsi). L’ordine del giorno G3, presentato dai senatori del M5S, chiedeva di «determinare l’ammontare dell’indennità parlamentare in misura tale che non superi l’importo lordo di euro cinquemila». Dunque, a conti fatti, proponevano di dimezzare lo stipendio. La proposta è stata bocciata.
DIARIA: È il rimborso a forfait per pagare le spese di soggiorno a Roma (non si sa perché ma lo incassano anche i senatori che sono residenti ed eletti nella Capitale): 3.500 euro al mese. Un ordine del giorno voleva di fatto dimezzarlo. Non solo. Puntava anche a bloccare la somma «nel caso in cui il senatore sia risultato assente per ogni mese dalle sedute dell’Assemblea e delle Commissioni nella misura del trenta per cento» e di darla «a condizione di una adeguata, integrale ed esaustiva rendicontazione, pubblicata sul sito internet del Senato, prevedendo altresì la restituzione da parte del senatore delle somme non rendicontate». Proposta bocciata. RIMBORSO Sono 1.650 euro: vengono assegnati ai senatori per «spese generali» e sostiuiscono i rimborsi precedenti per le spese accessorie di viaggi e telefoni. Considerato che i senatori hanno tessere per viaggiare gratis dovunque in Italia e che i gestori di telefonia potrebbero offrire contratti a basso costo, i 5 Stelle hanno chiesto di portare il rimborso a 825 euro al mese. Inoltre, si chiedeva anche di avere una rendicontazione delle spese. Pure questo ordine del giorno è stato bocciato.
 ESERCIZIO DEL MANDATO. Una volta, quando c’erano ancora le preferenze e i collegi elettorali, si

CONTI PUBBLICI. TUTTI DA RIFARE, IN AUTUNNO ECONOMIA ITALIANA AL COLLASSO


Gli ultimi dati Istat ci hanno purtroppo confermato che l’Italia è in deflazione. Il tasso di inflazione relativo all’anno 2016 acquisito a giugno è -0,2, il che vuol dire non solo che i consumi sono a picco, ma anche, e soprattutto, che i conti pubblici sono tutti, completamente, da rifare. Nel Documento di economia e finanza (Def) di aprile, infatti, il governo Renzi-Padoan aveva stimato, ottimisticamente, per il 2016 un’inflazione pari a +1%. Cosa che, come è ormai palese, non si verificherà. Anzi, addirittura si rischia una inflazione negativa. Una iattura per la nostra economia. Vuol dire che mancano alle casse dello Stato almeno 16 miliardi di euro, che si aggiungono a tutta la polvere sotto il tappeto già messa dal governo nel passato per altri 30-40 miliardi, clausole di salvaguardia in primis. La situazione economica del nostro paese è, pertanto, tragica: crescita del Pil reale sotto l’1% per quest’anno e per l’anno prossimo, consumi in caduta, Pil nominale (che è dato dalla somma del Pil reale più l’inflazione) più basso del Pil reale, quindi caduta del gettito fiscale. E la situazione può solo peggiorare, se si aggiungono gli effetti della Brexit e della grave crisi in cui versa il sistema bancario italiano, che si manifesterà ancora di più dopo la pubblicazione dei risultati degli stress test della Banca centrale europea del prossimo 29 luglio. Con questi chiari di luna Renzi arriva al referendum di ottobre/novembre con l’economia al collasso. E gli italiani voteranno ‘no’ per mandarlo a casa. Renzi fa male alle istituzioni, alla democrazia, alle loro tasche e fa male all’economia.
RENZI.. OGNI MESE RECORD DI DEBITO PUBBLICO.. NON SI TRATTA DI PAGARE DEBITI O INTERESSI... LA BANCA EUROPEA HA MESSO I TASSI A ZERO. MA QUESTI SOLDI A CHI SONO FINITI…

giovedì 21 luglio 2016

TURCHIA, L’EUROPA CHE DORME


Il post di accusa contro l'Europa dopo il golpe fallito e la reazione di Erdogan
"Erdogan sta facendo "pulizia" indisturbato. Anche oggi arresti indiscriminati di figure scomode che nulla hanno a che fare col tentato golpe, e misure che schiacciano lo stato di diritto. Parlo piano perché ho paura di svegliare l'Europa". Il post di Enrico Mentana prende di mira l'Unione Europea, incapace di reagire contro le nefandezze commesse dal presidente turco Erdogan dopo il golpe fallito.
Non è la prima volta che il direttore del Tg di La7 scaglia la sua rabbia contro l'Europa. Già qualche giorno fa aveva scritto: "Dal tentato golpe in Turchia possono arrivare solo guai. Un Erdogan ancor più forte di prima (ipotesi al momento molto probabile) avrebbe mano libera contro i suoi oppositori e contro le minoranze interne, curdi in primis, e in una ambigua politica mediorientale. E i grandi paesi alleati con la Turchia nella Nato hanno mostrato la loro incertezza, facendo i pesci in barile nelle ore iniziali del golpe e appoggiando Erdogan solo quando è stato chiaro che era tornato in pista".




VOCI:…..SILVIO BERLUSCONI E’ STUFO DI TOTI, ECCO CHI VUOLE ALLA GUIDA DI FORZA ITALIA


Silvio Berlusconi si muove, incontra persone, studia il rilancio e la rivincita. Non soltanto ieri è volato col suo elicottero ad Appiano Gentile, Comune del Comasco famoso per la Pinetina, ma si è confrontato coi "soliti" collaboratori e ha stigmatizzato le «fughe» in avanti di chi, tra i forzisti, parla continuamente «del futuro», come se lui non ci fosse più. «Non so cosa vogliano questi signori, dove pensino di andare...», ha tagliato corto. Il Cavaliere non ha intenzione di dare avvio al disgelo con Lega Nord e Fratelli d' Italia, ritiene che non sia ancora il momento. Per questa ragione avrebbe criticato il «signor Toti», cioè il governatore della Liguria Giovanni Toti, per quell'annuncio affidato a Facebook: «Sabato sarò ad Arezzo al convegno di Giorgia Meloni per dire No a una riforma costituzionale che cancella ogni autonomia delle comunità locali, non riduce la spesa pubblica e non semplifica il rapporto tra Stato e Regioni. Servono riforme vere ed efficaci». Il "convegno", in realtà, è un incontro organizzato dalla leader di Fdi con sindaci e amministratori locali di centrodestra, al quale hanno già annunciato di voler partecipare anche i leghisti Matteo Salvini, Roberto Maroni e il leader dei Conservatori riformisti Raffaele Fitto, già forzista e ministro dei governi Berlusconi. Ci saranno tutti i leader della coalizione tranne lui. Forse a infastidire il Cavaliere e il suo staff, il fatto che a lui non sia arrivato alcun invito, che Fdi e Lega si siano "scelti" il loro interlocutore dentro Fi. «Non ho autorizzato alcuna partecipazione per mio conto», chiarisce il Cavaliere. L' ex premier è tutt' altro che disponibile ad aspettare che «altri» decidano al posto suo. Al contrario, avrebbe sondato i due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, ricevuti sabato a pranzo, sull' eventualità di indicare Stefano Parisi come commissario di Forza Italia. L' ex premier avrebbe scelto l' ex candidato sindaco di Milano, imprenditore, come traghettatore della sua creatura verso il futuro. Intanto ieri ha salutato con favore il "ritorno" all' opposizione di Renato Schifani e dei "suoi" senatori Ncd, che gli era stato anticipato giovedì. «Arriveranno altri», garantisce. P.E.R.

martedì 19 luglio 2016

CONTROLLARE CHI GIRA………


Giovanni Toti    Non possiamo permetterci di avere persone che arrivano da paesi fuori dall'#Ue che girano nel nostro Paese senza essere fotosegnalati e identificati tramite impronte digitali.




lunedì 18 luglio 2016

ERA UN FRANCESE NATURALIZZATO, VI PIACE LA SOCIETA’ MULTICULTURALE E MULTIRAZZIALE?

(Fermo: lo Stato e la “povera” vittima)

 L’assassino di Nizza era un Francese, un cittadino Francese nato in Tunisia che ha usufruito delle speciali “convenzioni” che la Francia concede alle sue ex (o attuali?) colonie. Non lo chiamo attentatore perché al momento non so se si è trattato del gesto di un folle oppure spinto dal Corano e da una qualche organizzazione terroristica di matrice islamica oppure ancora una delle più classiche false flag per continuare guerre e tenere in vigore leggi emergenziali. Giusto ieri a margine di un post scritto da un altro blogger scrivevo: Credo che il mito della società multi culturale e soprattutto multi razziale stia finalmente per crollare. Stati Uniti, Francia, Svezia sono i posti da osservare con attenzione per imparare dai (loro) errori e prendere le necessarie contromisure e decisioni politiche.
Appunto. La Francia un posticino che ha fatto della sua supposta capacità di integrazione e fedeltà alla Repubblica una bandiera e un vanto. Vi piace la Francia adesso?
Il punto è che qualunque sia la matrice che ha portato ad oltre 85 morti e un numero imprecisato di mutilati e feriti a Nizza la manovalanza è quella li, è sempre la stessa. Una questione di Demos per usare una espressione solo apparentemente politicamente corretta.
Ovvero di: Cultura e Razza Mi auguro che i paesi che ancora non hanno in se “embedded” il seme e la manovalanza della violenza si sveglino e prendano le necessarie contromisure per respingere ed espellere alla radice il problema. La Svizzera richiede standard altissimi anche per gli occidentali per ottenere “solo” un Permesso di Dimora , e gli altri li sbatte fuori senza tanti discorsi o finti sensi di colpa, senza “muri” fisici (droni e tecnologia) e costi impossibili da affrontare. E’ squisitamente una questione politica. Dopodichè, ciascun popolo è libero di scegliere il suicidio che preferisce. Alla prossima.
p.s. io non sono Francese. Non mi ci sento neppure un pochino.


ETICHETTA: 

venerdì 15 luglio 2016

CONTRIBUENTI IN BANCA”

Non basterà il ventilatore delle sciocchezze, per rendere meno appiccicosa la calda estate bancaria. Non basterà maledire le regole europee. Oltre a essere ragionevoli, sono note dal 2013 e sono state recepite in Italia, con voto del Parlamento, nel novembre del 2015. Cos’è, non le avevano lette o non le avevano capite? Non basterà sostenere che il problema sono le banche degli altri, perché quelli, appunto, sono problemi di altri. Li affronteranno, loro. I nostri non sono sfortunati eventi, ma il venire al pettine di problemi antichi. Colpevolmente lasciati a marinare. Se le banche italiane hanno crediti sofferenti per il triplo della media europea non lo si deve solo alla crisi. Pesa, eccome, ma non basta: lo si deve a una gestione camarillesca di tanto credito. E’ vero che le Sparkasse tedesche diedero soldi alle aziende che volevano sostenere, anche a costo di scassare i conti, che si scassarono, ma è ben diverso dal dare soldi all’amico e all’amico dell’amico, per acquistare non mercato, ma mercanteggiamenti. Se hanno poco capitale, le banche italiane, è anche perché le Fondazioni, che furono inventate come azioniste, se lo son giocato in socialità e clientele, amministrate da gente variamente nominata dalla classe politica di campanile e contrada. E perché gli azionisti, assai all’italiana, godono a fare i padroni ma riluttano a rischiare i propri soldi. E perché ne hanno raccolto molto, vendendo ai clienti roba che a quelli non doveva essere venduta, ma poi lo usavano non per consolidare la banca e migliorarne i conti, ma per protrarre l’andazzo e lasciare immutati costi fissi troppo alti. E che ora difendono, quasi che essere improduttivi sia un diritto .Quando immettere  capitale pubblico era possibile non lo si fece. Non piaceva ai governi, cui sarebbe toccato spiegare quel che adesso tocca spiegare: perché i soldi del contribuente devono andare a salvare le banche? Ma non piaceva neanche ai bancari che si credevano banchieri, poco disponibili ad accettare intromissioni in quel che ritenevano essere la loro autonomia amministrativa. Si rispetti il mercato, dicevano. Ecco, appunto, nel mercato si può anche fallire. Ma se le colpe fossero tutte in banca, basterebbe fustigarle. Non è così. Le banche capaci di ragionare come parte di un “sistema” sono servite a noi, e

MIGRANTI TORNANO A CASA MA CONTINUANO A PERCEPIRE LA PENSIONE


La Guardia di Finanza ha scoperto 174 persone, tutte “over 65”, migranti di varie nazionalità, che avevano dichiarato la loro residenza in Italia mentre da tempo erano ritornati nei loro Paesi, continuando però a beneficiare della pensione sociale di 450 euro al mese, per un importo totale di 5,6 milioni di euro. L’operazione delle Fiamme Gialle, denominata “”, è stata condotta dai militari del Gruppo Pronto Impiego Bari e della Tenenza di Altamura della Guardia di finanza, nei confronti di persone risultanti residenti nei comuni di Bari, Barletta, Andria e Trani. Le indagini sono state coordinate dalle Procure di Bari e di Trani. La maxi-truffa ai danni dell’Inps è stata scoperta dalla Guardia di Finanza a seguito di circostanziati elementi informativi acquisiti, con il determinante contributo funzionari di delle direzioni provinciali Inps di Bari e di Andria. Tra chi riceveva la pensione anche 100 cittadini extracomunitari i quali sono stati segnalati alla Questura di Bari per la revoca del permesso di soggiorno, mentre tre erano addirittura defunti nel frattempo. A 47 beneficiari è stato contestato l’illecito amministrativo con sanzioni per oltre 60 mila euro, per aver indebitamente percepito importi inferiori a 4 mila euro. Tutti sono stati denunciati per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” (316 ter c.p.), “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” (483 c.p.) e “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (640 bis c.p.).

martedì 12 luglio 2016

FORZA ITALIA, IL PROFONDO ROSSO DEI CONTI. QUASI 100 MILIONI DI DEBITI. PARITO SALVATO DA BERLUSCONI, UNICO PROPRIETARIO”


Dire che “Forza Italia è Silvio Berlusconi” è corretto anche da un punto di vista giuridico. Dalla relazione sul bilancio 2015 del partito azzurro, a firma della senatrice Mariarosaria Rossi, emergono infatti due notizie fondamentali: Forza Italia è in rosso, con oltre 98 milioni di disavanzo patrimoniale, e il suo unico creditore è Silvio Berlusconi, in qualità di fideiussore, che lo scorso anno ha contribuito a coprire buona parte i debiti del partito con un esborso di 43 milioni di euro. Per effetto di una perdita di 3.546.281 euro – si legge nella relazione – il disavanzo patrimoniale complessivo accumulato è passato da 95.430.062 euro del precedente esercizio agli attuali 98.976.343 euro. Il mega assegno di 43 milioni di euro è servito a estinguere gli ultimi debiti con le banche ma non a mettere del tutto a posto i conti di Forza Italia. Questa operazione, al netto delle beghe interne al partito sui futuri assetti amministrativi, rende di fatto Silvio Berlusconi l’unico proprietario del partito da lui stesso fondato nel 1994 e resuscitato nel 2013. “Nei primi mesi dell’esercizio – si legge nella relazione firmata dalla senatrice Rossi – a causa dell’escussione di fideiussioni personali rilasciate in precedenti anni a diversi istituti bancari, a garanzia di affidamenti da questi concessi al nostro Movimento, il presidente Berlusconi ha provveduto a saldare in qualità di fideiussore gli ultimi debiti esistenti nei confronti delle banche per un importo complessivo di 43 milioni 915 mila 812 euro“. “Il presidente è così divenuto il nuovo creditore nei confronti di Forza Italia per l’importo pari ai pagamenti da lui effettuati per un ammontare globale di 90.433.600 euro, somma comprensiva dei versamenti già effettuati al 31 dicembre 2014″. Pertanto, spiega la parlamentare, il “nostro movimento non ha più alcun affidamento bancario e di conseguenza alcun debito verso le banche; naturalmente, le fideiussioni a suo tempo rilasciate sono totalmente estinte”.
Rossi, al centro di polemiche perché accusata dalla figlia Marina di aver ritardato il ricovero dell’ex premier dopo il malore al cuore, non è più l’amministratore unico azzurro (è solo tesoriere del gruppo al Senato) ma ha voluto difendere il lavoro svolto negli ultimi anni precisando che, nonostante i conti siano ancora in rosso, il “disavanzo di 3 milioni 546 mila 281 euro subito nell’anno in esame appare in fortissima riduzione rispetto a quello di 11 milioni 881mila 327 subito nell’esercizio 2014, con un divario tra i due risultati di 8 milioni 335mila e 46 euro”.



IL GOVERNO INVENTA L’ITALIA RAZZISTA


Alessandro Sallusti Ce la stanno mettendo tutta, ma per quanto ci riguarda non ce la faranno a farci sentire in colpa, a farci sentire responsabili di tragedie private e collettive nei confronti delle quali il Paese Italia e gli italiani non hanno alcuna responsabilità. L'immancabile Boldrini e l'onnipresente ministra Boschi ieri hanno fatto passerella ai funerali di Emmanuel, il profugo nigeriano morto a Fermo aggredito da un balordo violento. Non discuto l'opportunità che lo Stato e il governo testimonino solidarietà dove meglio credono, mi inquieta il tentativo di trasformare un grave fatto di cronaca nera in un fatto politicamente rilevante. Siamo addolorati per Emmanuel, come lo siamo ogni volta che un uomo uccide un suo simile, come ogni volta che una tragedia miete vittime innocenti. Ma, detto con grande serenità, che cosa dobbiamo fare di più noi italiani nei confronti degli immigrati? I nostri marinai ne salvano da morte certa a migliaia ogni mese, i nostri centri di assistenza ne sfamano e curano altrettanti, il nostro governo per occuparsi di loro stanzia un miliardo di euro all'anno, tanti soldi sottratti a bisogni primari di molti cittadini italiani. Nelle nostre città spesso veniamo lasciati soli a gestire il degrado causato da flussi di immigrati eccessivi e fuori controllo. Le nostre carceri sono diventate ancora più invivibili per una criminalità di importazione senza legami con la società civile e, quindi, senza scrupoli e remore morali, purtroppo quasi impossibile da redimere. E non abbiamo neppure colpe politiche perché l'Italia, con i governi Berlusconi, è stata l'unico Paese occidentale ad opporsi ai due errori che hanno provocato qieste invasioni e la nascita dell'Isis: la guerra all'Irak di Saddam e quella alla Libia di Gheddafi.Sopportiamo, e paghiamo, tutto questo per sentirci dire dalla Boldrini e dalla Boschi che siamo degli sporchi razzisti? Ma che lo sanno loro chi sono gli italiani? Sono anni che non li frequentano, chiuse nei loro palazzi, ben protette dai disagi e dalle paure che ogni cittadino deve affrontare quotidianamente. Io non ci sto a farmi insultare da queste signore snob. E con umiltà lo dico anche al Santo Padre, Papa Francesco, che ieri, forse non a caso, ha detto che «Dio è nel migrante che vogliamo cacciare». Giusto, direi ovvio: Dio è ovunque, quindi anche negli italiani che non ce la fanno più a convivere con un fenomeno che, a prescindere da colore e razza dei protagonisti, sta rompendo il patto sociale di una civile convivenza. Che Dio faccia Dio, senza priorità, ma Cesare, cioè lo Stato, deve fare Cesare e deve dare ordine alle cose, come disse Gesù ai farisei, casta ipocrita di saggi tutta forma e niente sostanza, i Boldrini dell'epoca.

LE BUGIE DI RENZZI PROVINCIA E SENATO: RIMANGONO CON ELEZIONE DI 2 GRADO


IL COLMO POSSONO ESSERE ELETTI ANCHE I CONSIGLIERI USCENTI!
RAVENNA. Tra oggi e domani sarà ufficializza- ta la candidatura alla presidenza della Provincia di Michele De Pascale. Il sìndaco di Ravenna si candida a guidare l'ente riformato, non saranno infatti più i cittadini chiamati ad eleggere il presidente e il consiglio ma bensì i sindaci e i consiglieri dei 18 comuni de] territorio ravennate. Tra mercoledì 13 e giovedì 14 luglio scadrà il termine per presentare le candidature, mentre il 3 agosto sono fissate le elezioni. Potranno candidarsi i sindaci, i consiglieri comunali e gli ex consiglieri provinciali, ma c'è da credere che la lista del centrosinistra sarà composta in prevalenza dai sindaci. L'ufficializzazione della candidatura di De Pascale arriva al termine di una consultazione fra tutti i primi cittadini di centrosinistra, ad esclusione di Bagnara e Sant'Agata sul Santerno. n 3 agosto gli elettori avranno a disposizione 2 schede, una per i] presidente e una per il consiglio composto da 12 membri. Per rappresentare tutto il territorio la lista a trazione Pd avrà quattro candidati ravennati, uno di Cervia e uno di Russi; tre del faentino e tre del lughese. Uno scbema a ranghi ridotti anche per Lega nord e Forza Italia e liste civiche che in questi giorni cercano di trovare una convergenza. Lunedì sera ci sarà l'ultimo incontro Il sindaco De Pasquale alla presidenza  L'elezione non spetta ai cittadini ma ai si ma riunione per definire le candidature, in previsiane di ottenere 2 eletti per la Lega, uno per Forza  Italia e uno tra le liste civiche rappresentate nei consigli comunali. Mentre per la presidenza della Provincia non è detto che il centrodestra-a formuli una candidatura. Non sono note le intenzioni delle forze di sinistra e del Movimento 5 stelle. Per presentare una lista sono necessarie almeno 15 firme, ma i firmatari non potranno candidarsi. I dodici eletti avranno una serie di deleghe fra quelle attribuite alla nuova Provincia , ovvero trasporto pubblico, edilizia scolastica, strade e pianificazione urbanistica. Nella lista per il consiglio sono previste le preferenze ma i voti non saranno tutti uguali, il complesso meccanismo elettivo, prevede che i Comuni con un numero maggiore di abitanti abbiamo un peso maggiore. Gli elettori avranno a disposizione una scheda di colore diverso a seconda dell'area di provenienza e del numero di abitanti. I Comuni sono così suddivisi: Bagnara di Romagna. Casola Valsenio e Sant'Agata sul Santerno finio a 3 mila abitanti; Solarolo fino a 5mila; Brisighella, Castel Bolognese, Conselice, Cotignola, Fusignano e Riolo Terme fino a 1Omila; Alfonsine, Bagnacavallo, Cervia, Massa Lombarda e Russi fino a 30mila; Faenza e Lugo fino a 1OOmila e Ravenna fino a 250mila abitanti.  Chiara Bissi




lunedì 11 luglio 2016

#‎ITALICUM. SE CAMERE LO MODIFICANO VIENE MENO FIDUCIA A GOVERNO E RENZI SI DEVE DIMETTERE


Come può un presidente del Consiglio mettere la fiducia su un provvedimento, in questo caso l'Italicum, difendere quella legge per mesi e mesi definendola ossessivamente la 'migliore del mondo', e poi da un giorno all'altro sostenere che 'il Parlamento la può cambiare' quando vuole?
Semmai le Camere decidessero di modificare la legge elettorale lo farebbero contro il governo Renzi, contro la legge fortissimamente voluta da questo esecutivo, e quella fiducia usata come violenza nei confronti del dibattito parlamentare verrebbe meno un secondo dopo. Il premier dovrebbe trarne le conseguenze e dimettersi subito.
Qui non parliamo solo di normali regole e prassi istituzionali, a questo punto, leggendo le contorte affermazioni del premier ci interroghiamo seriamente in merito al suo equilibrio mentale.
Non è possibile guidare un Paese importante come l'Italia e avere un comportamento di questo tipo, del tutto opportunistico e orientato al solo obiettivo del mantenimento del potere conquistato con una congiura di Palazzo. Basta. Tutto ciò non è più tollerabile.




venerdì 8 luglio 2016

L’ECONOMIST ORA LANCIA L’ALLARME. “IN ITALIA LA PROSSIMA CRISI D’EUROPA”


Sergio Rame -  Un torpedone tricolore pericolosamente in bilico, con la scritta "banca" sulla fiancata, pronto a precipitare nel burrone.
E il titolo: The Italian Job. Europe's next crisis. È la nuova copertina dell'Economist, che dedica la sua apertura alla crisi delle banche italiane. La front page dell'Economist fa una chiara allusione alla Brexit e mostra un'auto con la bandiera britannica già piombata inesorabilmente nel vuoto. Poco sopra il torpedone Italia, in precario equilibrio, ad un passo dal seguire la stessa sorte. Il settimanale britannico accende i riflettori sulle sofferenze bancarie che riempiono i bilanci delle banche e che hanno causato destabilizzanti turbolenze che hanno colpito numerosi istituti. "Le pressioni del mercato sulle banche italiane non diminuiranno finché la fiducia non verrà ristabilita e ciò non succederà senza fondi pubblici - scrive l'Economist - se le regole sul bail in verranno applicate con rigidità in Italia, le proteste dei risparmiatori mineranno la fiducia e apriranno le porte del potere ai movimento Cinque Stelle". Secondo il settimanale ignlese, le ferree regole di bilancio e le nuove norme sui salvataggi bancari arrivate, "dopo che altri Paesi avevano salvato con soldi pubblici le banche", potrebbe anche alimentare l'idea che "l'Italia ottenga scarsi benefici dalla supposta condivisione dei rischi all'interno dell'Eurozona" e venga piuttosto danneggiata "dai molti

DISCARICA IMOLA, IL MINISTRO GALLETTI PARLA DI CONTAMINAZIONE DA PERCOLATO, RISPONDENDO INTERROGAZIONE SENATRICE FORZA ITALIA BERNINI.


Imola. Ora anche il ministro dell'Ambiente del governo Renzi, Gian Luca Galletti, in Senato, parla preoccupato della discarica di via Pediano. Le acque sotterranee nell'area della discarica Tre Monti sono effettivamente contaminate a causa di perdite di percolato, mentre lo studio di Arpa sulla qualità dell'aria non ha fatto registrare dati allarmanti. Dunque, dichiara il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti rispondendo il 6 luglio a un'interrogazione della senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini, spetterà alla Conferenza dei servizi e alla Regione Emilia-Romagna prendere "le opportune decisioni, valutando il quadro d'insieme ed esprimendo il giudizio di compatibilità, sotto il profilo dell'impatto ambientale", dell'ampliamento della discarica, da tempo al centro di una querelle che vede contrapposti da un lato l'amministrazione imolese e la Regione, entrambe a guida Pd e favorevoli all'ampliamento, dall'altro il centrodestra, il Movimento 5 stelle e vari comitati di cittadini e associazioni ambientaliste, che da tempo denunciano i rischi per la salute pubblica che lo stesso ampliamento comporterebbe. Nel dettaglio, il ministro scrive che "dall'esame del quadro riepilogativo dello studio di Arpa emerge la conformità per tutti i parametri (tra cui monossido di carbonio, arsenico, nichel e piombo), ad eccezione dell'ozono, per cui si sarebbe verificato il superamento della soglia di attenzione e 15 superamenti dei valori obiettivo", che sarebbero però "imputabili non a emissioni del

giovedì 7 luglio 2016

GIULIANO FERRARA SCARICA RENZI; e’ NELL’ANGOLO, INUTILE REITERARE QUESTO TEATRINO


Durissimo editoriale di Ferrara contro il premier. "La reiterazione di tutto questo teatro ha un solo effetto: la noia". Giuliano Ferrara scarica Matteo Renzi. Con un editoriale sul Foglio l'ex direttore fa notare al premier che, dopo il flop delle comunali, "è nell'angolo". "Il ricordo del 40 per cento alle europee sembra lontano".
Nell'editoriale intitolato Caro Renzi, fuggi il vortice della noia, Ferrara mette in luce il fallimento di Renzi. Un fallimento che sta facendo male all'Italia. "L’ombra della diffidenza d’opinione si allunga sul Royal baby e sui suoi, assediati per mille rivoli dall’incalzante (un già visto ma efficace) iniziativa della magistratura militante, con il conforto di fatti e fatterelli di ordinaria corruzione che sono manipolati per bollare l’esecutivo come espressione di una continuità di nomenclatura bisognosa di un’alternativa radicale pre o antipolitica - scrive l'Elefantino - contano certi errori del capo, certe debolezze della corte, la ripresa economica debole, le cose non fatte o non inventate, ma contano anche le cose fatte, i successi, le realizzazioni, i capitoli chiusi e completati, che impauriscono e come sempre incidono sulla fretta di sbarazzarsi di chi fa, e di fotterlo con nuove promesse e nuove mirabilie o fuochi d’artificio". All'indomani della direzione piddì, Ferrara ammette che lo storytelling renziano, secondo cui tutto va a gonfie vele, non funziona più. Qualcosa, col tempo, s'è rotto. "Il discorso pubblico di Renzi è



MARINA PENSA ALL’ ASSE DELLE DONNE


La guerra dentro Forza Italia. Carfagna e Gelmini a capo degli azzurri

Un asse delle donne per salvare Forza Italia. O almeno quel che resta di un partito che sta lentamente cambiando pelle, lasciandosi alle spalle la gestione del cerchio magico virando sempre più verso una politica che ha come obiettivo quello di mettere al sicuro le aziende di famiglia. Chi ha visto Silvio Berlusconi uscire ieri dall’ospedale San Raffaele a Milano ha capito che difficilmente potrà riprendere a guidare FI come ha fatto fino a pochi mesi fa. E del resto il «passaggio di consegne», soft e senza troppi clamori, è già di fatto avvenuto con la figlia Marina che ha preso in mano le redini del partito, decidendo chi promuovere (Valentino Valentini) e chi bocciare (Maria Rosaria Rossi, Deborah Bergamini e tutto l’ex cerchio magico), facendosi affiancare da Enrico Letta e Fedele Confalonieri. Ma c’è anche da «gestire» il partito sul territorio.
Per questo proprio Marina, secondo alcuni rumors, potrebbe affidarsi a due donne che sono rimaste fuori dalle polemiche più dure contro il premier e allo stesso tempo hanno dimostrato alle ultime elezioni amministrative di poter contare su un ottimo appeal elettorale. Inoltre – cosa che non guasta –

TRE AGOSTO LA NUOVA PROVINCIA CON ELETTI D ISECONDO GRADO



mercoledì 6 luglio 2016

BENTORNATO A CASA PRESIDENTE


guarisci bene, noi ti aspettiamo !
SONO PRONTO PER PORTARE FORZA ITALIA NUOVAMENTE ALLA GUIDA DEL PAESE

RENZI VUOLE USARE BREXIT PER USCIRE DA CAOS BANCHE DA LUI CREATO


"Sulle banche, in Italia, Dio non voglia, siamo a un passo dalla crisi sistemica. E la garanzia di 150 miliardi di euro dataci con una velocità mai vista dalla Commissione europea a sole 48 ore dalla Brexit ne è la prova. Paura nera che la crisi nel nostro paese potesse estendersi a tutta l`area euro".
Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da "Il Giornale". "Per questo, anche se nessuno lo dice, Matteo Renzi è stato strafelice per gli esiti del referendum britannico. La Brexit, infatti, gli ha dato modo di mettere nel calderone della crisi prodotta dall`uscita del Regno Unito dall`Unione europea la sostenibilità economica e finanziaria delle banche italiane. Una patata bollente che scottava da mesi nelle mani del premier (si fa per dire) e che lui non ha saputo gestire. Dopo la Brexit, invece, può scaricare le sue responsabilità sull`incertezza dei mercati, sull`instabilità seguita al referendum inglese e invocare queste circostanze eccezionali per aggirare le regole europee sul salvataggio delle banche in crisi. Approfittando del momento per ottenere dalla Commissione europea concessioni che mai sarebbero arrivate.  Leggendola così, con occhi cinici, a Renzi meglio non poteva andare. Il suo rapporto con il settore bancario non è mai stato sereno. I tre decreti con cui è partito una volta al governo (quello di gennaio 2015 di trasformazione delle banche popolari in società per azioni e i due di novembre 2015: quello con cui è stata recepita la normativa europea sul cosiddetto 'bail-in' e quello del fallimento assistito di Etruria, CariFerrara, CariMarche e CariChieti) lo hanno subito affossato, causando una crisi di fiducia degli italiani nei confronti del sistema creditizio che ha generato 'panico finanziario', per cui i risparmiatori hanno cominciato a ritirare i loro depositi in essere e/o a non portare più in banca le proprie piccole disponibilità. Renzi conosce benissimo la condizione delle banche italiane, ma piuttosto che metterne in sicurezza i bilanci, ha pensato a sistemare gli 'affari di famiglia' del giglio magico. Tutto il tema dei crediti deteriorati, per esempio, deriva proprio dalla valutazione che ne è stata fatta in occasione del fallimento pilotato delle quattro banche care al premier a novembre 2015. E da allora non si è ancora trovata una soluzione. Con la sua gestione del potere, il presidente del Consiglio il problema delle banche l`ha creato. E adesso vuole usare la Brexit per uscirne. Sperando che l`elettorato non si renda conto di questo magheggio", sottolinea Brunetta

sabato 2 luglio 2016

ALTRI SFIDUCIANO IL COORDINATORE


GUERRA IN FORZA ITALIA EMILIA ROMAGNA: SFIDUCIA AL COORDINATORE PALMIZIO. LUI: “NON MI DIMETTO”

Il FATTO:  È guerra aperta in Forza Italia in tutta l’Emilia Romagna. Da Ravenna a Piacenza, gli eletti e i militanti hanno sfiduciato il coordinatore regionale Massimo Palmizio. Dopo le ultime elezioni amministrative – che hanno incoronato la Lega Nord come riferimento del centrodestra – tra i forzisti è iniziata la resa dei conti. Ma Palmizio non ci sta e al fattoquotidiano.it ha assicurato: “Non mi dimetto, non posso mandare la comunicazione a Silvio Berlusconi al San Raffaele”. La scintilla è partita da Ravenna, con il capogruppo di Forza Italia Alberto Ancarani che ha dichiarato: “Palmizio gestisce il partito come un monarca. Non riconosciamo più la sua autorità. Qualunque  attività che intraprenderà sarà considerata carta straccia”. Marco Casali, ex coordinatore di Cesena, ha tuonato contro la decisione di non sostenere l’ex sindaco di Cesenatico, che ha aperto la strada al Pd. Stessa situazione a Rimini, dove si è imposto il candidato democratico e la Lega ha doppiato Forza Italia. Ancora a Ferrara, dove a Cento “pur di non far eleggere il forzista Fabrizio Toselli, Palmizio ha appoggiato il candidato della Lega” dicono i malpancisti. Sollevamenti si sono registrati anche in Emilia. A Parma, in testa i capigruppo Paolo Buzzi nel capoluogo e Francesca Gambarini a Fidenza, insieme a molti altri, sostengono che “Forza Italia è diventato un partito staccato dal mondo reale, gestito da persone che vivono nei palazzi romani. Facciano un passo indietro”. Mentre a Piacenza, a sollevare la polvere sotto il tappeto sono state Gloria Zanardi e Paola Galvani che, rimesse le deleghe da consigliere provinciali, hanno attaccato: “Abbiamo assistito solo a spartizioni di ruoli dall’alto. Ora l’unica autorità che riconosciamo è quella dei cittadini”. Infine, ha rincarato la dose Antonio Agogliati, ex senatore berlusconiano: “Ci vergogniamo di essere di Forza Italia dopo che non ci hanno appoggiato in campagna elettorale. Faremo un congresso. O lo accettano o lo autoconvochiamo”. Ma la scelta che sembra bruciare di più è quella di aver nominato come vice coordinatore regionale Anna Borsarelli, assistente parlamentare dello stesso Palmizio: “Senza esperienza e mancando di riferire con i rappresentanti locali” dicono in coro.

LE BUGIE DI RENZI: IL 3 AGOSTO ARRIVANO I NUOVI ELETTI E IL PRESDIENTE E LA GIUNTA NELLA PROVINCIA DI RAVENNA


GRANDE SUCCESSO LA PRIMA SERATA DI “SAPORE E GUSTO” DEL CONCERTO DEL TRIO ITALIANO,