giovedì 30 maggio 2013

INTERCETTAZIONE AGLI ZINGARI. “VENITE IN ITALIA, TUTTI RUBANO”


In Toscana 18 persone di etnia rom sono stati tratti in arresto dagli uomini della Questura di Pistoia, durante l’operazione sono stati ritrovati circa 1,4 chili di oro e centinaia di pietre preziose. Potremmo dire che non si tratti di nulla di nuovo, ma, la cosa sconvolgente proviene da alcune intercettazioni telefoniche in cui gli zingari arrestati, telefonando all’estero, avrebbero invitato parenti ed amici a raggiungerli in Italia perchè “Qui girano i soldi e tutti rubano”. Gli inquirenti sono rimasti stupiti nel sentire quanto sia alto il livello di impunità percepito da queste popolazioni, che a quanto pare, qui si possono permettere di commettere qualsiasi tipo di reato senza grossi problemi penali. In conclusione, mentre i ragazzi italiani sorpresi con un pezzetto di “fumo” o altri reati minori simili sono ancora in galera, i 18 zingari saranno presto scarcerati in attesa di giudizio con l’obbligo di “firma” (?!?).


NUOVO GOVERNO = SOLITA CASTA. 22 MILIONI AL SENATO E 35 MILIONI ALLA CAMERA SOTTO FORMA DI CONTRIBUTI PER PAGARE I COLLABORATORI DEI GRUPPI PARLAMENTARI


Se il buongiorno si vede dal mattino il nuovo governo non ha assolutamente nulla da invidiare ai precedenti, in riferimento ai privilegi e all’erogazione di denaro pubblico. Sono infatti stati assegnati 22 milioni al Senato e 35 milioni alla Camera sotto forma di contributi per pagare i collaboratori dei gruppi parlamentari: dipendenti, addetti stampa, consulenti e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda il Senato ogni gruppo percepisce 300mila euro, mentre ad ogni senatore è garantita una quota di 60mila euro come rimborso spese per il gruppo di appartenenza. Alla Camera i partiti si divideranno così i soldi: 4 milioni e 300mila euro al Pd; 4 milioni e 325mila euro al M5s; 3 milioni e 600mila euro al Pdl; 1 milione e 400mila euro a Monti; 700mila euro alla Lega; 545mila euro a Sel; 335mila euro a Fratelli d’Italia; 305mila euro all’Udc; 82mila euro al Centro democratico; 74mila euro all’Svp. Sono stati i questori del Senato, Laura Bottici del M5s, Lucio Malan del Pdl e Antonio De Poli del Pd, a sollecitare la presidenza del Senato affinché erogasse questi fondi. Richiesta puntualmente ottenuta. Tuttavia la Bottici precisa che è una prassi, e che il M5s userà questi soldi nel migliore dei modi li restituirà alla società. Ma non si è certo esaurita la pioggia di denaro per i partiti. Bisogna infatti aggiungere altri 250mila euro da dividere secondo le percentuali raccolte all’estero, più i rimborsi per le regionali. Facendo un rapido calcolo i gruppi parlamentari costeranno circa 300 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno, per la prossima legislatura. Ma viene da fare una domanda ai nostri cari politici: visto e considerato che già vengono garantiti i rimborsi elettorali , perché aprire i rubinetti monetari e inondare i partiti di denaro pubblico? Era così necessario tenera in vita questa nuova forma di sovvenzione per i “collaboratori” dei partiti? Ci si aspettava, o meglio si sperava in un atteggiamento decisamente più sobrio e responsabile dai nostri politici, in un periodo in cui, retorica a parte, l’Italia è davvero sull’orlo del baratro e la cosa più triste è che non c’è futuro. E se c’è è nero come la pece.


mercoledì 29 maggio 2013

IMMIGRAZIONE, VIMINALE: 500 EURO A TESTA AI 13MILA PROFUGHI PER FARLI USCIRE DAI CENTRI D’ACCOGLIENZA!


IL MINISTRO CONFERMA L’INDISCREZIONE TEDESCHI: PAGHEREMO GLI IMMIGRATI PER LASCIARE I CIE. AVRANNO ANCHE UN DOCUMENTO PER VIAGGIARE NELL’AREA DI SCHENGEN.
I tedeschi avevano ragione: l'Italia ha pagato 500 euro ai 13mila profughi rimasti nei centri d'accoglienza (i Cie, centri di identificazione ed espulsione) creati dopo la guerra in Libia per far fronte all'emergenza sbarchi a Lampedusa e non solo. E' il Viminale stesso, con una circolare, a confermare l'indiscrezione firmata dal quotidiano Die Weltsi tratta in sostanza di una buonuscita per gli immigrati clandestini rimasti: dal 2011 infatti hanno messo piede sul suolo italiano ben 62mila profughi, 28mila dalla Libia e i restanti da Tunisia e dal Mediterraneo orientale in seguito alle varie Primavere arabe. Lo stato d'emergenza è stato dichiarato concluso lo scorso 1 marzo: a partire da quella data, a chi ha lasciato le strutture d'accoglienza è stato concesso un contributo di 500 euro, un titolo di viaggio equipollente al passaporto e il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il documento permette agli stranieri di spostarsi anche in altri Paesi europei dell'area Schengen, ma solo per tre mesi. E' questo punto che ha scatenato l'allarme del ministro degli Interni del governo Merkel. E ora Berlino proverà a rispedire i profughi in Italia, alla faccia dei motivi umanitari e del fronte comune Ue contro l'immigrazione clandestina.


IL FLOP E’ SMACCATO. I CANDIDATI M5S BATTUTI OVUNQUE E NEMMENO UN BALLOTTAGGIO.


In molti se la ridono, per la sconfitta del MoVimento 5 Stelle alle Comunali. Arrivati i primi conteggi, che poi hanno avuto piena conferma e che hanno visto i candidati M5S battuti ovunque e senza nemmeno un ballottaggio, la soddisfazione del vasto fronte anti Grillo ha cominciato a trapelare in mille modi, dietro l’aplomb d’ordinanza. Qua un sorrisetto trattenuto a stento, là un bagliore di ritrovata supponenza, altrove ancora un giudizio tagliente mascherato da analisi spassionata (e quanto sono svelti, i commentatori a cachet, nel tirare le somme a carico dei nemici dell’establishment, mentre invece le rimandano all’infinito nei confronti dei loro compagni di merende – o amichetti di cocktail). Dopo la paura provata nelle Politiche e nelle tempestose settimane successive in cui non si riusciva a partorire un governo che mettesse in scena il sequel di quello di Monti, il sollievo è apparso palpabile. Magari era stata solo una tempesta passeggera, quella di febbraio. In questo quadro di precipitosa e ributtante rivalsa, tuttavia, il fastidio per gli opportunisti in servizio permanente effettivo non deve indurre a concedere a Grillo nessuna attenuante. Il flop è smaccato e, quel che è peggio, ha ragioni quanto mai precise. Che non vanno cercate fuori dal MoVimento, al di là dell’indiscutibile e non casuale ostilità dei grandi media, ma al proprio interno. E che, ancora una volta si possono riassumere in una sola parola: inadeguatezza. Inadeguatezza dei candidati, in superficie. Ma assai prima e più in profondità – poiché lo scarso valore dei prescelti è solo l’esito di un processo di selezione quanto mai approssimativo, che in fondo è più simile a un televoto che al giudizio di un’assemblea politica – inadeguatezza del modello organizzativo che Grillo & Casaleggio hanno deciso di darsi. O di non darsi. Sono solo difetti di crescita, che verranno superati con l’andare del tempo? Ci sono moltissimi motivi per ritenere di no. Allo stesso tempo, però, nulla vieta a Grillo & Casaleggio di rendersene conto e di farne tesoro, cambiando atteggiamento e comprendendo che lo spontaneismo degli inizi è un lusso che già adesso non ci si può più permettere. Come si dice, le sconfitte insegnano più delle vittorie. A patto che si abbia voglia di imparare, naturalmente.


FILIPPI – BAZZONI, SUL NUOVO SISTEMA VALUTAZIONE DIRIGENZA REGIONE


La revisione del sistema di valutazione dei direttori generali e dei dirigenti della Regione Emilia-Romagna presentato in commissione Bilancio dalla Giunta regionale trova il nostro generale apprezzamento per quanto riguarda i criteri fissati e i parametri individuati. Il nuovo sistema di valutazione, infatti, dovrebbe consentire il definitivo superamento dell’elargizione di premi in denaro indistintamente a tutti i dirigenti senza alcuna valutazione di merito legata all’effettivo raggiungimento dei risultati. Tale prassi, sempre condannata dal Consigliere Filippi, ha finito per configurarsi come un’indebita regalia che ha svilito il principio di legare parte della retribuzione alla produttività. Il sistema di valutazione così affermatosi ha messo sullo stesso piano, per quanto riguarda la retribuzione di risultato, sia direttori generali e dirigenti capaci di raggiungere gli obiettivi fissati sia quelli lontani da tali performance e addirittura incappati in errori gestionali e in condotte scorrette. Come nel caso del dirigente Miccoli, sull’operato del quale Filippi ha presentato più di un’interrogazione. (http://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/2012/03/30/689313-sempre_stupiti_stupirsi.shtml) “Il parametro del nuovo sistema di valutazione della dirigenza regionale che ancora non ci convince è quello economico. Premiare con decine di migliaia di euro ciascuno, direttori e dirigenti, già ottimamente retribuiti, mentre l’Emilia-Romagna deve fare i conti con manovre finanziarie regionali ‘lacrime e sangue’, soprattutto per quanto riguarda le politiche per la salute, ci sembra un inaccettabile privilegio a favore della casta dei vertici dell’Amministrazione regionale di cui si possa e si debba fare a meno. Così come ci sembra non più sostenibile ed accettabile, dato il contesto socio-economico del Paese, che i direttori generali percepiscano stipendi superiori alle indennità dei consiglieri regionali di oltre il 50-60%”. È quanto hanno dichiarato in Commissione Fabio Filippi, Vice Presidente della Commissione Bilancio, Affari istituzionali e generali e Gianguido Bazzoni, Presidente del Gruppo assembleare del PDL della Regione Emilia-Romagna.

martedì 28 maggio 2013

IN SICILIA CI COSTANO PIU’ LE PENSIONI CHE GLI STIPENDI. PER L’ESERCITO DEL PUBBLICO SPESI 1,6 MILIARDI OGNI ANNO


E poi ci chiediamo perchè l’Italia è un colabrodo. Sentite cosa succede in Sicilia, come riportato da Libero e Panorama: i dipendenti regionali a riposo supereranno nel 2015 quelli attivi. Un esercito di 32 mila persone che ogni anno costa alle finanze pubbliche 1,6 miliardi di euro. E i vitalizi sono ricchissimi: media di 40 mila euro, con picco a 256 mila. Tra pensionati e lavoratori, la Regione paga ogni mese oltre 32 mila persone (senza contare poi tutti gli altri, tra i quali i famosi forestali), per una cifra pari a 1,6 miliardi l’anno. Pensioni e stipendi che non sono certo da fame: basti pensare che le prime – che in totale sono 16.237 – hanno un valore medio di quasi 39 mila euro lordi, cioè 22-24 mila euro netti. Ci sono pensioni da 256 mila euro lordi, perché fra tutti i dipendenti ce ne sono almeno 18 che incassano assegni superiori ai 200 mila euro e circa 200 che ritirano una pensioncina superiore ai 100 mila. Sta di fatto che ogni anno tutto ciò costa alle casse già disastrate della Sicilia la bellezza di 630 milioni. Mentre l’Inps taglia la pensione se questa è cumulata con altri redditi da lavoro, alla Regione Sicilia no. Si può conservare sia l’una che gli altri e percepirla anche se non si sono raggiunti i 67 anni di età e i 40 anni di contributi imposti dalla riforma Fornero. Insomma, la Sicilia è l’isola del tesoro


L’INCREDIBILE SCANDALO DEGLI SCATTI AUTOMATICI DI CARRIERA DEI MAGISTRATI: ECCO I LORO VERGOGNOSI GUADAGNI


Il Fazioso.- Interessante articolo di Libero sui guadagni delle toghe. Ecco alcuni stralci. Roba da brividi. Che solo in Italia può accadere. Tanti scatti, poche sentenze. Far la toga conviene, eccome se conviene. Lavorano sei ore al giorno per 260 giorni l’anno (l’ha deciso la sezione disciplinare del Csm) e guadagnano cifre che noi poveri mortali ci sogniamo. Stiamo parlando dell’ultracasta dei magistrati (un esercito di 8.909 giudici in servizio) che, mentre i politici annunciavano i tagli di stipendio e nonostante il blocco agli aumenti che la finanziaria 2010 aveva previsto per le buste paga si sono visti aumentare del 5% la retribuzione. Aumento con effetto retroattivo dal 2012, dato che la Corte costituzionale (fatta da magistrati) aveva dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi. Così, secondo uno studio del Sole 24 Ore, un magistrato della Corte dei Conti che – poniamo – nel 2011 guadagnava 174 mila euro all’anno, ora ne prenderà 182 mila. La tabella riportata su Libero, basata in gran parte sul rapporto 2012 della Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, parla chiaro: si va dai circa 2040 euro al mese (che diventano 3.500 con le indennità) degli ex “uditori” di prima nomina, ovvero il magistrato ordinario in tirocinio, ai 16.700 al mese (che diventano 18.900 con le indennità) di un Presidente di Cassazione. Con scatti automatici di carriera che variano da una media di 500- 1700 euro al mese. Più o meno un magistrato a carriera piena percepisce 5 milioni di euro. Entrando nel dettaglio un magistrato ordinario prende appena assunto 2.858 euro al mese. Dopo tre anni con la prima valutazione di professionalità passa a 3.966 euro al mese che aumentano in media ogni anno e mezzo con uno scatto di anzianità che fa arrivare lo stipendio a 4.680 euro al mese (che diventano 6.720 con le indennità). Parte invece da 5.877 euro al mese un giudice della Corte di Appello: anche lui ogni anno e mezzo si vede aumentare la busta paga fino ad arrivare a 6.690 euro al mese (8.764 con le indennità). Un magistrato di Cassazione invece dopo la prima valutazione di professionalità prende 8.074 euro al mese che con gli scatti diventano 10.744. Se poi il giudice della suprema corte viene valutato di nuovo positivamente (cosa che succede praticamente sempre: di regola il Csm promuove tutti i magistrati al maturare del livello minumo di anzianità a meno che non si siano verificate gravi sanzioni disciplinari) lo stipendio di un FDS, ovvero idoneo alle funzioni direttive superiori, schizza a 10.343 euro al mese che con gli scatti che si maturano ogni anno e mezzo arrivano a 12.104 euro (14.264 euro con le indennità). Tutto ciò si traduce in una spesa di 73 euro al mese per ogni italiano, mentre la media europea è di 57



lunedì 27 maggio 2013

IMOLA: PIZZAROTTI DA SINDACO A ULTRA’, CONTESTA IL CANDIDATO PDL, E LA POLIZIA LO PORTA VIA


Federico Pizzarotti contesta, la polizia lo allontana. E' successo a Imola. La tensione è salita quando il candidato sindaco Pdl Simone Carapia stava terminando un comizio in Piazza caduti per la Libertà. Carapia ha criticato il primo cittadino di Parma che era presente a Imola per sostenere il candidato del M5S. Pizzarotti è transitato in "zona Pdl". Dopo aver ascoltato le critiche che Carapia gli rivolgeva, Pizzarotti è andato sotto il palco del candidato sindaco e ha protestato vivacemente. La situazione si stava riscaldando quando sono intervenuti gli agenti di polizia, che hanno allontanato Pizzarotti. Le critiche del candidato del Pdl riguardavano soprattutto l'inceneritore di Parma e le tasse che con la gestione grillina sono aumentate. Pizzarotti è andato su tutte le furie. E dopo essere stato allontanato si è pure vantato della sua contestazione che di civile aveva ben poco: "Siamo passati vicino al piazzale dove stava facendo il comizio il candidato del Pdl e sento che dice: ‘Perchè inceneritore l’hanno acceso e le tasse le hano alzate!’. Stanno parlando di me?Allora glielo vado a dire". Ma non ha fatto i conti con la polizia. (I.S)


PENATI PRESCRITTO MA NESSUNO SI SCANDALIZZA. A SINISTRA SONO DIVERSAMENTE ONESTI



Filippo Penati l’ha scampata! Era accusato di concussione nel processo riguardante il “Sistema Sesto” ma la prescrizione del reato ha consentito all’ex braccio destro (o meglio, sinistro) di Bersani di salvarsi da questa accusa. Il fu Presidente della Provincia di Milano aveva però promesso di rinunciare alla prescrizione, sopraggiunta in anticipo grazie alla nuovissima legge approvata dal Governo Monti, convintamente sostenuto proprio dal Partito Democratico. Aveva detto che non sarebbe scappato dal processo e invece quando poteva con i fatti e non con le parole rinunciare alla prescrizione non si è fatto trovare. Dov’è Penati??? Si interrogavano i giudici del Tribunale di Monza. Inizia così la pantomima del suo avvocato che tra chiamate e imbarazzi generali annuncia che il suo assistito non si trova. Penati non c’è! E quindi, che si fa??? Si procede! Penati salva il culo e incassa la prescrizione da lui tanto odiata! Ovviamente nessuno si indigna! Santoro & c. non fanno puntate speciali su questo caso in cui ci sono di mezzo anche soldi pubblici. Evidentemente è molto meglio parlare delle presunte scopate di Berlusconi! E il Pd? Il Partito di… A proposito chi è il leader del Pd adesso?? Ah già Epifani! Il Pd di Epifani – dicevo- cosa dice? No comment! Anzi c’è addirittura chi loda Penati perché ha annunciato alla stampa che farà ricorso. Eh già…alla stampa però. Dirlo davanti ai giudici era troppo difficile. Troppi rischi. Ora vedremo cosa succederà. Una cosa però è certa: quando la prescrizione è di sinistra va tutto bene, nessuno si indigna e nessuno scende nelle piazze a gridare alla scandalo. Quelli di sinistra…diversamente onesti!! di Giorgio Cafaro – @CafaroGiorgio

venerdì 24 maggio 2013

BAZZONI: RISOLUZIONE SUL TERMALISMO IN CONSIGLIO REGIONALE


Il consigliere PDL Gianguido Bazzoni ha presentato all'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna una risoluzione sul termalismo. In tale documento si considera che il termalismo emiliano romagnolo rappresenta oltre un terzo del settore a livello nazionale, che versa in forte crisi e che per il suo rilancio avrebbe necessità di incentivi ed agevolazioni. La proposta di Bazzoni è appunto quella di contemperare la necessità di dare una tempistica certa alla durata del ciclo di cure, con le esigenze di realtà che fondano la loro economia sulle cure termali e i servizi alberghieri e commerciali annessi, ampliando appunto l'arco temporale del ciclo di cure termali a non meno di 150 giorni. 
Questo il testo della risoluzione: "L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Constatato che la disposizione di cui all'Accordo nazionale per l'erogazione delle prestazioni termali per cui le cure termali a carico del S.S.N. devono essere effettuate in un arco temporale massimo di 60 giorni dall'inizio delle cure medesime, è fortemente penalizzante per il sistema economico che ruota intorno alle stazioni termali; evidenziato infatti che tale disposizione impedisce di spezzare le cure termali, il cui ciclo ordinario è di 12 giorni, in due soggiorni distinti presso la medesima stazione termale (prevalentemente uno in primavera e l'altro in autunno) disincentivando di fatto i tanti pazienti che non riescono a dedicare 12 giorni ininterrotti alle cure termali e che quindi o le accorciano o vi rinunciano completamente; considerato che il termalismo in Emilia-Romagna rappresenta oltre un terzo del settore a livello nazionale e versa in forte crisi e che per il suo rilancio avrebbe necessità di incentivi ed agevolazioni che passano inevitabilmente anche da modifiche normative; valutato che un'equa soluzione che contemperi la necessità di dare una tempistica certa alla durata del ciclo di cure con le esigenze di realtà che fondano la loro economia sulle cure termali e i servizi alberghieri e commerciali annessi, potrebbe essere quella di ampliare il suddetto arco temporale del ciclo di cure termali a non meno di 150 giorni; impegna la Giunta regionale ad attivarsi in sede di Conferenza Stato Regioni e in altri ambiti perché la suddetta disposizione sia rivista e sia possibile effettuare l'intero ciclo di cure termali anche in due diversi periodi temporali presso la stazione termale prescelta."

GIRO DI VITE SU MERCATINI DEGLI HOBBISTI, VARATA LEGGE REGIONALE


Bologna, 22 mag. - (Adnkronos) - Una legge per regolare le compravendite nei mercatini degli hobbisti. L'ha varata la Regione Emilia Romagna con il voto favorevole della maggioranza dall'Assemblea legislativa. Si sono espressi contro il Movimento 5 Stelle e Giovanni Favia (Misto); astenuti Pdl, Lega Nord e Udc. Regole stringenti messe nero su bianco, dunque, per un'attivita' che appassiona sempre di piu', ma che puo', specie in periodo di crisi, trasformarsi anche in una piccola fonte di reddito aggiuntivo, non senza qualche abuso piu' volte denunciato dai commercianti professionisti. Ai sensi della nuova legge, dunque, da oggi gli hobbisti non possono vendere, barattare, proporre o esporre piu' di un oggetto con un prezzo superiore a 100 euro. Non solo. Per prendere parte ai mercatini gli hobbisti devranno richiedere al proprio Comune di residenza, previo pagamento di 200 euro, un tesserino che consente la partecipazione a 10 manifestazioni all'anno, per un massimo di 2 anni nell'arco di ogni quinquennio. Relativamente all'esposizione dei prezzi, si applicheranno invece le disposizioni e le sanzioni del Decreto 114/1998. Ciascun hobbista consegnera' inoltre al Comune, in occasione della vidimazione del tesserino, l'elenco completo dei beni che intende vendere, barattare, proporre o esporre e il relativo prezzo, il tutto per un valore che non potra' superare i mille euro.



“IL VILE ATTENTATO AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CASADIO È ANCH’ESSO FRUTTO DEL CLIMA VIOLENTO E TERRORISTICO CHE È STATO CREATO”


SOLIDARIETA’ AL PRESIDENTE CASADIO DA PARTE GIANGUIDO BAZZONI, rAFFAELLA rIDOLFI E vINCENZO gALASSINI
A proposito dell’aggressione con due bottiglie incendiarie alla casa del Presidente della Provincia di Ravenna, Claudio Casadio, il Capogruppo del PdL in Regione, Gianguido Bazzoni, ha rilasciato la seguente dichiarazione:- “ Innanzitutto voglio esprimere la mia totale solidarietà a Casadio per l’atto terroristico di cui è stato fatto oggetto, poi voglio affermare che ritengo il Presidente della Provincia una persona stimabile ed un amministratore onesto ed impegnato, al di la di tutte le critiche politiche che possiamo avergli mosso e delle battaglie che il mio partito ha fatto contro le sue scelte, a Faenza come in Provincia. Battaglie che non sono mai uscite fuori dalla correttezza democratica, nei fatti come a parole. Ma sono proprio le parole che ormai sono sfuggite al sano dibattito civile, diventando pesanti come macigni ed incitando ogni giorno all’aggressione ed all’odio contro chiunque si occupi della Cosa pubblica o contro l’avversario politico. E’ chiaro che dopo tanto odio seguono i fatti, come quando si impedisce a leader di partito di tenere manifestazioni elettorali, o si fanno attentati ed aggressioni. Tutti quelli che incitano o gioiscono per aggressioni al proprio avversario politico, o vorrebbero eliminarlo dalla scena politica per vie brevi, riflettano su questi accadimenti. Evitare la barbarie è un compito di tutti!” .  Si associano il consigliere provinciale PDL Vincenzo Galassini e Raffaella Ridolfi consigliere comunale di Faenza


giovedì 23 maggio 2013

LEGGE ELETTORALE, C’E’ ACCORDO SUL PORCELLINUM


"C'e' un accordo nella maggioranza per fare una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il Porcellum e possa essere utilizzata qualora si dovesse andare alle elezioni in tempi brevi". Lo ha spiegato il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, a ltermine del vertice di maggioranza a palazzo Chigi


CON TUTTI I PROBLEMI CHE OGGI CI SONO LA NOSTRA REGIONE SI PREOCCUPA SOLO DI COMPLICARE LA VITA AI PROPRI CONCITTADINI.


20 mq di box per un cane, 30 mq per due cani. Chi non ha questi spazi e detiene già un cane cosa fa? Per rendere l'idea, una camera matrimoniale standard è 14 mq!!!
Tratto dal Quotidiano Il Resto del Carlino Regionale del 22 maggio 2013



GUARDA IL CASO………….


mercoledì 22 maggio 2013

IL PD OGGI?: UNA FORZA DECLINANTE


Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - …Una mossa politica che non tiene conto del momento, e perciò del requisito dell'opportunità, rischia di avere pesanti contraccolpi senza riuscire a centrare il bersaglio. Sotto questo profilo, l'iniziativa Finocchiaro-Zanda è una mossa politica, ma è stata attuata nel momento meno propizio che si poteva scegliere. Peraltro i Cinque Stelle si chiamano "movimento" e non partito: come dire che non hanno e si presume non vogliono avere una personalità giuridica. Del resto, Grillo il finanziamento pubblico non lo vuole. Almeno fino a oggi. E in ogni caso,se la proposta è stata avanzata non pensando ai Cinque Stelle, siamo di fronte a un singolare caso di ingenuità. Se invece c'era la volontà di mettere in difficoltà i "grillini", allora bisogna riconoscere che il piano andava pensato meglio: perché l'esito è un mezzo pasticcio che serve solo a rilanciare la campagna anti-politica e anti-casta di Grillo e dei suoi allegri compagni. Curiosa procedura. Più i Cinque Stelle si dibattono in evidenti difficoltà, nel momento in cui passano dai romanzi alla realtà, più c'è qualcuno che finisce per fornire loro (certo in modo involontario) munizioni fresche al fine di riprendere la campagna contro il "potere", facendo dimenticare le loro infinite e spesso elementari contraddizioni. Tutto si può ammettere, da parte di una certa opinione pubblica, tranne il fatto che una forza declinante e sotto assedio, qual è oggi il Pd, possa credere di usare strumenti extra-politici per tagliare fuori i propri concorrenti…


E IO PAGO: PERCHE’ L’UNIONE EUROPEA FINANZIA IL VINO DI D’ALEMA CON 57.000€.?


Massimo D’Alema produce vino (e lo chiama “Sfide”). Si tratta di un Cabernet, prodotto in 3mila bottiglie, proveniente dai vigneti della tenuta acquistata in Umbria nel 2009. Paolo Catania su Libero ha ricostruito l’intera vicenda, e ha scoperto che per la produzione di vino l’ex premier gode di un finanziamento europeo di 57.000€. Uno tra i più alti. Ma perchè? Ecco i fatti: -I vitigni sono stati impiantati la settimana scorsa e ieri c’è stata la prima irrigazione. L’azienda vinicola ha preso il via e già domani – si dice – Massimo D’Alema arriverà a Otricoli per vedere di persona come procedono le operazioni che da qui a cinque anni metteranno in bottiglia il suo rosso doc. - Suo ma con i fondi della Comunità europea che gli sono stati erogati tramite la Regione, “rossa” anch’essa. Il 5 maggio scorso, infatti, l’ente ha elargito 57.500 euro alla società dei figli di Baffino: il terzo contributo economico su 74 aziende agricole. Nel paese di duemila anime non si parla d’altro: il presidente del Copasir ha deciso di realizzare in Umbria l’altro sogno (dopo la barca a vela), quello di produrre vino. COMPRAVENDITE Il 9 novembre 2005 la società viene costituita da due bergamaschi, che per comprare i terreni accendono un mutuo di 440mila euro con la Banca Popolare di Bergamo. Il 28 ottobre di tre anni dopo vendono tutto a Filippo Vinci, pugliese del ’64,e a una donna, per 5mila euro. La famiglia

martedì 21 maggio 2013

TAGLIARE LE SPESE VOLERE E’ POTERE



Arriva in aula il provvedimento per la restituzione di una prima parte dei debiti della pubblica amministrazione. I fondi saranno reperiti non con una nuova tassa sulle sigarette elettroniche, ma con una "sforbiciata" ai fondi per la cooperazione e per l'editoria. Anche se la sinistra per bocca di Boccia dichiara che i fondi saranno recuperati, la sforbiciata potrebbe benissimo trasformarsi in un azzeramento. Perchè, infatti, dovremmo finanziare degli estranei quando non abbiamo il pane per noi stessi ? E i giornali devono mantenersi con le proprie gambe, con i lettori e con la pubblicità.
E se non attirano lettori e pubblicità è meglio che chiudano.
Voler tagliare significa trovare dove e cosa tagliare da una spesa pubblica tanto improduttiva quanto faraonica

DIMINUZIONE DEL NUMERO DEI DEPUTATI, COME DOVREBBERO DIVENTARE I NUMERI IN PARLAMENTO



I cittadini, come risulta nei sondaggi di oggi chiedono fra le prime necessità del Governo di tagliare la spesa per il finanziamento pubblico dei partiti,  gli emolumenti di senatori e deputati e la spesa dello Stato. Il tutto previsto nel programma di Berlusconi e dagli Italiani oltre a quelli del PDL!. Ricordarselo!!!

lunedì 20 maggio 2013

EPIFANI PIU’ COMICO DI BERSANI: “SOSPENSIONE IMU E’ VITTORIA DEL PD”


Il Pd produce, in serie, dei personaggioni che fanno clamorosamente ridere. Epifani non è da meno (e oggettivamente non era difficile immaginarlo). Persino sull’Imu (tema chiaramente sollevato dal centrodestra) ha detto un’incredibile assurdità, come segnala Libero. Guglielmo Epifani prova a sfidare Silvio Berlusconi. Il segretario Pd rivendica come vittoria dei democratici la sospensione della rata Imu di giugno. Il Cavaliere, ha detto l’ex numero uno della Cgil, «aveva chiesto che venisse restituita l’Imu del 2012 e non è così, aveva chiesto la cancellazione e c’è invece una sospensione e una riforma. Insomma, lui può anche dire che ha vinto – è la sintesi del leader Pd, che invita il Governo di Enrico Letta a focalizzarsi su lavoro e sviluppo – ma non è così».


IL PARMIGGIANO REGGIANO SALVATO DAGLI ITALIANI.



COLDIRETTI: E’ STATO COMPRATO A CASA PER OLTRE UN MILIONE DI CHILI. QUESTO IL BILANCIO DI UN ANNO DI TERREMOTO
Il Parmigiano Reggiano è stato salvato anche dalla corsa all'acquisto degli italiani che hanno portato a casa per solidarietà oltre un milione di chili del prestigioso formaggio che, recuperato dalle macerie dei magazzini, è diventato il prodotto simbolo del sisma. È la Coldiretti a tracciare il bilancio del terremoto a un anno dalle drammatiche scosse che hanno fatto cadere a terra quasi 600.000 forme di parmigiano, danneggiato gravemente 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Mantova e Bologna e oltre 600 allevamenti. Grazie alle vendite solidali attuate dalla Coldiretti attraverso i mercati e le botteghe di Campagna Amica e quelle attraverso le principali catene distributive si è generata un'enorme catena di solidarietà anche via internet che ha salvato dal fallimento stalle, caseifici e magazzini e sostenuto la ripresa dell'economia e dell'occupazione del territorio. Il sisma - sottolinea la Coldiretti - ha provocato danni per circa un miliardo nelle campagne dell'Emilia e della Lombardia dove si produce oltre il 10 per cento del Pil agricolo e dal quale partono verso l'Italia ed il resto del mondo le più prestigiose produzioni agroalimentari nazionali, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dall'aceto balsamico di Modena al prosciutto di Parma fino al Lambrusco. Insieme ai prodotti - precisa la Coldiretti - sono state colpite seimila aziende agricole, fienili, stalle, magazzini, impianti di trasformazione alimentare, dal latte alla frutta, dal vino alla carne, ma anche gli impianti dei consorzi di bonifica necessari per garantire la sicurezza del territorio.

sabato 18 maggio 2013

NIENTE LIBERTA’ PER QUEL POLITICO. HA RAPPORTI CON I LEADER PDL.


Giuseppe Villani, ex capogruppo Pdl in Regione Emilia Romagna

IN EMILIA L’EX CAPOGRUPPO REGIONALE VILLANI E’ AGLI ARREST IDOMICILIARI DA GENNAIO. PER IL TRIBUNALE DEL RIESAME E’ NEGATIVO AVERE “AGGANCI” CONI VERTICI AZZURRI.
In effetti. Già, in effetti avere amici che «contano», gente come Silvio Berlusconi o come Angelino Alfano, giusto per buttare lì un paio di nomi, può essere un rischio. Può essere, addirittura il mezzo migliore per inquinare prove o per reiterare un reato. Anche se il «reo» sta a Parma e gli amici stanno a Roma. Anche se, magari, non si sentono e non si vedono da mesi. Eppure. Eppure il trattamento «preferenziale», riservato dalla magistratura al cittadino Luigi Giuseppe Villani qualche perplessità potrebbe suscitarla. Ma veniamo ai fatti, giusto per rinfrescare la memoria sulla vicenda.  È il 16 gennaio di quest'anno quando un altro terremoto giudiziario sconquassa Parma. All'alba di quella mattina scatta, infatti, una vasta operazione della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica cittadina che passerà alla «storia» come l'inchiesta Public Money. Nel mirino degli investigatori la campagna elettorale, apparentemente non proprio limpidissima, per le amministrative del 2007 che sembrerebbe aver visto svolazzare troppi soldi e troppi favori ingiustificati. Il risultato di quel blitz è che finiscono agli arresti domiciliari per corruzione e peculato l'ex sindaco Pietro Vignali, quindi Luigi Giuseppe Villani, consigliere e capogruppo regionale del Pdl, nonchè vicepresidente per il Comune di Parma di Iren Mercato spa ed ex coordinatore provinciale del Pdl. E ancora l'imprenditore Angelo Buzzi, editore di Polis Quotidiano, consigliere e presidente del Cda di Iren Emilia, immobiliarista e patron della squadra di calcio Crociati Noceto, e l'ex presidente della Holding comunale, Stt, Andrea Costa.  Un grande botto che produce un altrettanto grande effetto mediatico, ma che semina subito

venerdì 17 maggio 2013

LA MAGISTRATA CHE COMMETTE FEMINICIDIO



LA REQUISITORIA DELAL BOCCASSINI E’ STATA SOLO L’ULTIMO ATTO DI UNO STALKING MEDIATICO CHE DURA DA 3 ANNI. RUBY E LE ALTRE BOLLATE COME PROSTITUTE SENZA AVER COMMESSO REATI
Annamaria Bernardini de Pace - Il femminicidio può essere anche mediatico. Per come si è proposta, quella delle «olgettine» è stata una vera e propria strage di donne. Preceduta da uno stupro di gruppo. E conclusasi con lo sterminio nella camera a gas di una impropria notorietà. Chiunque è libero di pensare ciò che vuole e le ragazze in questione altrettanto libere di fare ciò che preferiscono. L'unico limite per tutti è il reato. Non saprei dire, tuttavia, chi merita di essere perseguito in questa brutta storia. Qual è, cioè, il reato da sanzionare. La prostituzione in sé, infatti, quand'anche ci fosse, nel caso che stiamo trattando, non è un reato. La diffamazione sì. Soprattutto se di massa e indifferenziata. Ebbene, è palese che una trentina di giovani ragazze, per quanto possano non essere condivisibili i loro scopi di percorrere sentieri veloci per affermarsi nel mondo dello spettacolo, non possono essere, tutte, bollate, urbi et orbi, come componenti di un «sistema prostitutivo». In particolare Ruby, la vittima confezionata, non sarebbe dovuta, con violenza, essere marchiata dalla certezza, affermata con prove quantomeno fragili, di avere esercitato la prostituzione con un uomo potente e di avere così raggiunto l'obiettivo interessato, sfruttando bellezza fisica, «furbizia orientale» ed «extracomunitarietà». Tutte, peraltro, queste ragazze, l'una per l'altra, «accusate» pubblicamente di essere coinvolte in un sistema difensivo allestito e retribuito per nascondere la verità. Risultando, quindi, non solo prostitute, ma anche bugiarde e colpevoli di falsa testimonianza.

9^ COMMEMORAZIONE CADUTI DI CERNAIETO: ANCHE UN BAGNACAVALLESE GAETANO GIOVANARDI.



ReggioNelWeb.it 11/05/2013   Alla cerimonia  -alle ore 12.00 presso il bosco di Cernaieto Trinità (Casina, RE)- oltre al parroco sarà presente anche l’On. Deborah Bergamini Otto anni fa fu installata per la prima volta la croce di Cernaieto, per ricordare dopo decenni e decenni di totale oblio, i 23 morti gettati nella fossa comune, prigionieri uccisi dai partigiani comunisti dopo la Liberazione. Militi della Rsi, ma anche quattro ragazzi di 16 anni e due donne.  La croce eretta in memoria dei Caduti è stata abbattuta e danneggiata innumerevoli volte, ma sempre è stata riparata e rimessa al suo posto. Oggi questo simbolo della pietà cristiana e umana viene rispettato: un segno estremamente importante.  Cernaieto è diventato un piccolo sacrario, che parla al cuore di tutti, dove si prega per i morti e dove si costruisce passo passo una riconciliazione, tanto difficile quanto possibile.  Otto anni fa la prima commemorazione: eravamo isolati, circondati dalla diffidenza, dal disprezzo e anche dalle intimidazioni.  Oggi, dopo tutto questo tempo, possiamo dire che la croce di Cernaieto con la sua silenziosa testimonianza, grazie al cuore e alla volontà di molte persone, ha vinto la sua battaglia di pace.  E’ stata la prima in territorio reggiano ad essere innalzata per ricordare i Caduti della parte dei vinti, altre ne sono seguite per ricordare le vittime delle stragi compiute nel dopoguerra. Gli attentati, i danneggiamenti hanno avuto alla lunga l’effetto di far riflettere molte persone e di creare una nuova consapevolezza trasversale, fra le persone di ogni orientamento politico. 

giovedì 16 maggio 2013

BERLUSCONI: TEOREMI, ILLAZIONI, FALSITA’ ISPIRATE DALL’ODIO. POVERA ITALIA!



La nota del Presidente. “Non mi é stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire?  Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto é consentito sotto lo scudo di una toga. Povera Italia!": Così si è espresso Silvio Berlusconi in una nota.


PISAPIA CHOC. LE PICCONATE? COLPA DEI MILANESI



Era l’alba e le strade erano deserte. Ma il sindaco se la prende con il quartiere e con le vittime che non hanno chiamato il 112. Come mai la polizia non è stata allertata, essendocene abbondantemente il tempo, quando lo scatenato picchiatore è diventato un feroce assassino? La risposta all'interrogativo viene dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e da alcuni esperti. Pisapia ritiene incomprensibile «che nessuno abbia avvisato le forze dell'ordine».

mercoledì 15 maggio 2013

ILDA ROSSA DI PROCURA



SCELTA CIVICA VERSO L’IMPLOSIONE: MONTEZEMOLO DARA’ IL BEN SERVITO A MONTI



Scelta Civica nel caos: 30 parlamentari sottoscrivono un documento per fare a pezzi i vertici. Monti crolla nei sindaggi. E l'Udc Casini minaccia gruppi separati. Luca Cordero di Montezemolo è pronto a dare il ben servito a Mario Monti. L'Udc di Pier Ferdinando Casini minaccia gruppi separati. Una trentina di parlamentari avrebbero sottoscritto un documento per fare a pezzi le scelte dei vertici: Nel mirino proprio l’ex presidente del Consiglio che, riferiscono fonti vicine al gruppo, "si è disimpegnato dal partito" per portare avanti tutte le trattative sulle nomine. Aria di burrasca tra i montiani che vogliono silurare Monti. Nel mirino dei "malpancisti" è finito proprio il Professore e la sua gestione totalitaria nel partito. Tanto che il presidente della Ferrari minaccia di "strappare". Eppure, prima delle elezioni, era stato uno dei promotori del movimento. Pur avendo "incassato" la nomina di Carlo Calenda nel ruolo di viceministro allo Sviluppo economico, di Pierpaolo Vargiu alla presidenza della commissione Affari sociali alla Camera e di Gianluca Susta diventato nuovo capogruppo a Palazzo Madma, l'associazione ItaliaFutura è infatti sul piede di guerra. Ma non tutto è perduto per il Professore che già deve fare i conti coi sondaggi che lo danno ai minimi storici. Sarebbe, infatti, in corso una mediazione per ricucire lo strappo. Con Calenda e altri parlamentari che vorrebbero aprire un dibattito, ma senza arrivare ad una spaccatura. Tra i firmatari del documento ci sarebbe anche Andrea Romano, vicino al "signor Ferrari". Montezemolo potrebbe, quindi, annunciare una sorta di "addio" a Monti già nei prossimi giorni.

martedì 14 maggio 2013

TRISTIZIA DELLA DOTTORESSA ILDA



BOCCASSINI MOSSA DALL’ODIO, AL DI LA’ DEL RIDICOLO. POVERA ITALIA!
QUANDO L’INGORANZA SALE IN CATTEDRA.
"Non mi è stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall'odio, tutto contro l'evidenza, al di là dell'immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga. Povera Italia!": è il commento del leader del Pdl Silvio Berlusconi alla richiesta di condanna a 6 anni avanzata dal pm di Milano Ilda Boccassini, nel processo Ruby che vede il Cavaliere accusato di prostituzione e concussione. Il processo sui rapporti tra Silvio Berlusconi e Ruby e’ una “farsa, fatto sul nulla con un dispendio di risorse spaventose. Nessun fallo di reazione da parte nostra. Io non sono d’accordo con quanto ha detto Letta su quanto e’ avvenuto a Brescia: li’ c’e’ stato solo un attacco alla liberta’ di manifestare. E’ lunare pensare che l’Italia debba fermarsi per un processo di questo tipo. Se lo raccontassimo ad un marziano riderebbe. Non credo che le farse incidano sulle cose serie come l’Imu e la cassa in deroga
Il Pdl: "Assassinio mediatico" - Di "assassinio mediatico-giuridico", nella requisitoria della Boccassini "c'è un paradossale squilibrio fra l'obiettivo politico che è di prima grandezza, quello di spazzar via Berlusconi dalla scena politica italiana, e lo strumento usato che consiste in un occhio che cerca attraverso il buco della serratura di scrutare i particolari più pruriginosi e piccanti della vita privata dello stesso Berlusconi". Queste toghe, è l'accusa di Cicchitto, vogliono "rivoluzionare la vita politica italiana attraverso l'assassinio per via mediatico-giudiziaria del leader del centrodestra, per il quale hanno votato oltre 9milioni di italiani, fondando tutta l'operazione sulla per nulla provata ipotesi che egli abbia compiuto qualche atto sessuale con Karima El Mahroung". E se il presidente della commissione Finanze alla Camera Daniele Capezzone condivide ("La Boccassini ha gettato la maschera"), Altero Matteoli aggiunge il carico: "La condanna richiesta è lunare, gli argomenti, le parole e i toni utilizzati dal pm Boccassini per giustificarla sono inaccettabili. Esse sono la prova del pregiudizio contro Berlusconi e di una persecuzione politica intollerabile". Per Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario Pdl alla Camera, la richiesta di interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi rappresenta "l'auspicio di neutralizzare il Berlusconi politico".
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IL FINANCIAL TIMES AVVERTE L’ITALIA: PER IL VOSTRO PAESE L’IMMIGRAZIONE E’ DANNOSA



Vista l’attuale composizione del governo, nella quale spiccano il ministro Kyenge, al centro di numerossissime polemiche, e l’ex sindaco di Padova Zanonato, molto vicino a Letta e, in passato, al centro di numerose polemiche per aver “regalato” delle case ad alcune famiglie di nomadi, non stupisce che sia passato in sordina quanto scritto sul Financial Times. La popolazione straniera in Italia è triplicata dal censimento del 2001 , da 1,3 m a 4m. Ciò significa che l’Italia sta importando un milione di stranieri ogni tre o quattro anni. Se questo è un problema per l’Italia, sta agli italiani dirlo. Ma sicuramente l’importazione di immigrati non è una soluzione al crescente debito pro capite d’Italia.
Gli immigrati sono meno istruiti degli italiani che vanno a sostituire, così aggiungono meno valore alla produzione di ricchezza. Esportano buona parte dei loro risparmi attraverso rimesse, soldi sottratti al consumo interno. E nuove spese sono sostenute per prepararli al lavoro, come ad esempio corsi di lingua italiana o di consulenza legale

lunedì 13 maggio 2013

LA CORTE DEI CONTI UMILIA MONTI: “LE SUE LEGGI ERANO SENZA COPERTURA”



QUANDO L’INGORANZA SALE IN CATTEDRA.
Provvedimenti dalla copertura ottimistica e non sempre affidabile, troppo disorganici ed eterogenei. La Corte dei Conti non usa mezzi termini per bocciare le ultime misure del governo Monti, a partire dalla legge di stabilità e dal decreto sviluppo. Nella legislazione degli ultimi tre mesi del 2012, quando il governo tecnico era ancora nella pienezza dei suoi poteri, i magistrati contabili rilevano una serie di «incovenienti», tutt’altro che secondari. Innanzitutto il frequente rinvio a provvedimenti secondari di attuazione; le continue variazioni di leggi anche recenti, «con riflessi sull’attendibilità delle stime circa gli effetti finanziari recati dalle norme»; ma anche l’approvazione di emendamenti privi della relazione tecnica o per i quali la relazione è stata vistata negativamente dal Ministero dell’economia. Infine, di non poco conto, «l’utilizzazione a fini di copertura di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli idrocarburi, il cui gettito è calante e le cui stime appaiono per conseguenza non affidabili e l’impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire oneri di bilancio».

sabato 11 maggio 2013

ASL UNICA DELLA ROMAGNA: PRIMA NON ERA MEGLIO ATTUARE L’INFORMATIZAZZIONE?



Da tempo si parla del processo di riorganizzazione dovuta alla fusione delle 4 Ausl romagnole. Prima di intraprendere questo percorso sarebbe opportuno verificare come è la situazione organizzativa delle varie ASL, per non cadere nel  di creare di nuovo “carrozzone”, che non risolverà i grandi problemi della sanità, ma neppure i semplici derivanti dal buon senso che però non sono stati affrontati da decenni. A tal proposito ricordo un incontro di oltre una anno fa, dove un alto dirigente regionale, quelli della casta dei super stipendiati con lauti premi di produttività, affermava che “entro pochi giorni ogni cittadino avrebbe ricevuto una tessera sanitaria magnetica la sanitaria” in modo che in ogni punto della sanità di Ravenna fosse possibile verificare situazione sanitaria di ognuno. Balle! ancora oggi, per esperienza personale, se vado dal medico di base scrive le mie prescrizioni sul suo computer, se vado a fare le analisi del sangue l’operatore scrive sul suo computer, se vengo ricoverato all’ospedale il medico scrive la diagnosi sul suo computer, se vado a fare un controllo specialistico il dottore scrive sul suo computer, se mi assegnano un’esenzione ticket l’incaricato lo scrive sul suo computer, se debbo prendere in modo continuativo i soliti farmaci previsti per una malattia cronica il dottore lo scrive sul suo computer. Mi fermo qui per la mia  esperienza personale, ma credo che il “ giro dell’oca” sia molto, ma molto più vasto….. Il semplice cittadino deve come una trottola seguire la situazione e andare nei vari uffici. Dopo decenni di informatizzazione degli uffici pubblici, di adeguamento del cittadino a questo servizio sia esso anziano o giovane, la nostra ASL (politica e amministrativa) non è stata capace di risolvere il problema ed ognuno va per conto suo………
Poveri noi! Nonostante i premi di produttività e gli stipendi pagati da “pantalone” continua un disservizio, una lacuna, che a detta del dirigente sembrava facile da colmare. Con questo back ground alle spalle come fidarsi in una visione di riorganizzazione dei servizi? Non si è riusciti a dare il via neppure ai nuclei di medicina primari, con un ex direttore generale che vorrebbe essere il super direttore della USL Unica Romagnola che a proposito di questi nuclei a Faenza sostiene una cosa e a Bagnacavallo un’altra. Per questo motivo ho presentato una interpellanza per sapere i motivi del grave ritardo nell’unificare i CED a livello di AUSL di Ravenna, mentre i cittadini e le aziende devono avere la posta certificata e non avere la dichiarazione dell’Inps per redditi se non hanno un compute?.  Prima di passare all’unificazione di 4 Asl non è meglio avere un sistema unico di elaborazione dati a livello provinciale che riduca veramente i tempi i costi dei servizi o si continuano a sperperare i nostri euro, come sono costretti i semplici cittadini?
Ecco il testo della interrogazione.  

TERREMOTO EMILIA: VIVONO ANCORA NELLE BARACCHE. BRAVO ERRANI CHE AVEVA DETTO NO ALLE BERLUSCONATE……



ERRANI ERA ANCHE  IL CONSIGLIERE DI BERSANI PER LE ELEZIONI ALTRO SUCCESSO
Errani lo aveva promesso «Non sorgeranno baraccopoli e casette» rimarcando la differenza che ci sarebbe stata rispetto alle berlusconate dell’Aquila. Eppure la situazione in Emilia Romagna pare diversa, con tante difficoltà e lamentele, come riporta Il Giornale. E la realtà parla di una terra ancora in ginocchio, che cerca di ricostruire almeno la speranza. Tra mille difficoltà burocratiche. Oggi Cavezzo è come tutti gli altri Comuni. Un mare di burocrazia da sbrigare. «I moduli sono un compromesso», dice. «Se tra due anni dovessero ancora esserci significa che la ricostruzione non è decollata». Ma è sul privato residenziale che ci sono gli scogli maggiori. «Siamo indietro con le pratiche. E anche sul versante pubblico ancora non si è visto un euro». in Emilia «siamo figli di un Dio minore. A l’Aquila hanno avuto una fiscalità di vantaggio e possibilità di mettere in circolo dei soldi per far partire l’indotto almeno con micro contributi per lavori più piccoli. Qui, invece, con l’ordinanza regionale, se un’impresa non ha liquidi da anticipare non può partire con i lavori. Ma oggi chi li ha i soldi?».

RENZI, IL GRANDE ROTTAMATORE DEL PD CHE NON SI PRENDE LE RESPONSABILITA’. ORA IL PD SI TROVA SEGRETARIO UN SOCIALISTA!!!!



Dopo aver perso le primarie contro Bersani (roba da non crederci!!!) il Sindaco di Firenze aveva deciso di continuare ad esercitare il suo ruolo di amministratore locale senza intervenire nelle vicende nazionali; ogni tanto Bersani lo chiamava a presenziare qualche comizio, giusto per ricordargli che anche lui è uno iscritto al Pd e anche perché Pier from Bettola aveva capito che Silvio si stava avvicinando. Poi sappiamo tutti cosa è successo! Il Pd che non vince, Bersani che non fa il governo, il Centro-Sinistra che non elegge il Presidente della Repubblica. Insomma l’unica cosa che sono stati in grado di fare è stata una bella figura di merda! Ma Renzi che fa??? Matteino che dice??? Dopo aver bocciato Marini e silurato Prodi, con la partecipazione del nemico/amico D’Alema, Matteo aveva la possibilità di diventare Premier. In tantissimi l’hanno indicato come papabile. Giovane ma comunque esperto in quanto amministratore locale di lungo corso, l’uomo nuovo voluto dagli italiani, il personaggio che spopolava nei sondaggi (e ad Amici di Maria De Filippi). E invece di prendersi la responsabilità di divenire ciò che ha sempre sognato ha deciso di declinare l’invito e farsi da parte. Ma non è finita! Qualche giorno dopo la rielezione dell’eterno Re Giorgio il buon Matteo, eliminato Bersani, avrebbe potuto prendersi la segreteria del Pd, quello che in teoria dovrebbe essere il suo partito. Ma Renzi ancora una volta decide di lasciar passare il treno e di restare tranquillo nella sua Firenze.

FORZA SILVIO, SIAMO TUTTI CON TE!!



PULLMAN DALLA PROVINCIA DI RAVENNA PER LA MANIFESTAZIONE DI BRESCIA CON IL PRESIDENTE BERLUSCONI.
Partiranno anche dalla provincia di Ravenna i militanti PDL per sostenere sabato 11 alle 17 a Brescia il Presidente Silvio Berlusconi nella sua battaglia di libertà contro l’uso politico della giustizia. I pullman partiranno alle 12 dal Pala De Andrè di Ravenna, alle 12.30 dal parcheggio Conad di Russi e alle 12.45 dal parcheggio del centro commerciale le Maioliche di Faenza. Chi vuole partecipare alla manifestazione può chiamare il 3398628941. Sarà l’occasione per dire no all’abbattimento per via giudiziaria non solo di un leader politico, ma di milioni di italiani che ne sostengono la linea politica da anni oltre a rilanciare la battaglia del PDL per l’abolizione dell’IMU e per stimolare la crescita del paese.


DANNI MALTEMPO. BAZZONI (PDL): FONDI REGIONALI PER CONSORZI BONIFICA MENO DELLO SCORSO ANNO



“Per fronteggiare l’emergenza dissesto idrogeologico nell’Appennino causata dagli eccezionali eventi atmosferici delle scorse settimane, l’Amministrazione regionale ha stanziato 800 mila euro per interventi di manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica, in particolare di quelle collocate sui corsi d’acqua minori e lungo la viabilità ancora in gestione ai Consorzi di bonifica. Tale misura è stata sbandierata dal Presidente Errani e degli Assessori Gazzolo e Rabboni, nel corso dei vari sopralluoghi sui luoghi delle frane e degli incontri con amministratori e popolazioni locali, come un intervento di straordinaria portata mirato ad una prima gestione dell’emergenza. Peccato che di straordinario e di mirato non vi sia nulla nello stanziamento, trattandosi di risorse regionali da destinare ordinariamente ogni anno alla manutenzione, questa sola straordinaria, di opere pubbliche di bonifica. Nel 2012, addirittura, le risorse regionali stanziate ammontavano a complessivi 900 mila euro, ben 100 mila più di quest’anno. È pur vero che la Regione ha stanziato 1,8 milioni di euro per l’emergenza maltempo, ma ci sembra deplorevole, di fronte alle gravi difficoltà di tanti territori e di numerosi cittadini, giocare sulla comunicazione ad effetto per fare propaganda. Le frane che stanno flagellando l’Appennino emiliano-romgnaolo, frutto di un dissesto idrogeologico ormai drammatico, non sono solo determinate dall’eccezionale maltempo delle scorse settimane ma anche da scelte sbagliate della Regione. La montagna dell’Emilia-Romagna assiste da anni al depauperamento dell’attività agricola determinato anche da politiche regionali improntate all’interruzione di ogni forma di sostegno finanziario all’agricoltura montana. Una scelta grave i cui risultati, in termini di abbandono del territorio con conseguente dissesto, sono sotto gli occhi di tutti. Il dissesto idrogeologico della montagna dell’Appennino, quindi, è anche figlio di una politica regionale che lasciato letteralmente scivolare le aree montane nella marginalità economica e nello spopolamento”. È quanto ha dichiarato il Presidente del Gruppo PDL della Regione Emilia-Romagna, Gianguido Bazzoni.


giovedì 9 maggio 2013

FORZA SILVIO, SIAMO TUTTI CON TE!!



SILVIO NON CEDE AL RICATTO DELLE TOGHE: IL GOVERNO NON SI TOCCA. MA IL PD DEVE RISPETTARE I PATTI SU IMU, IVA E IUS SOLI. ,
Chi lo ha visto o sentito dopo la condanna sul caso Mediaset ha riferito di un Silvio Berlusconi furioso. Se l'aspettava, ma la pronuncia dei giudici è sempre difficile da digerire. Il Cav non si era fatto illusioni: "Mi condanneranno", ripeteva ai suoi. L'ex premier ritiene infatti che la procura e il Tribunale di Milano, espressione di una parte della magistratura politicizzata e in combutta con la sinistra, siano disposti a tutto pur di farlo fuori dalla scena politica. "Non si fermeranno davanti a nulla, nemmeno all'interesse supremo del Paese". E così è stato. La stangata in appello a Milano è un duro colpo anche per il governo Letta, che per sopravvivere ha bisogno di quel clima di "pacificazione nazionale" minato dalla condanna in secondo grado (senza precedenti per il leader del Pdl). Cambio di registro - Berlusconi, però, non ha intenzione di darla vinta alle toghe: non vuole far cadere il governo. Lo hanno confermato anche Niccolò Ghedini, subito dopo la sentenza, e altri big del partito. Ora, però, cambia il registro. Berlusconi incassa la condanna, ma non vuole fare altri sconti. Ai suoi riuniti in via dell'Umiltà ha ribadito che ora dovranno "essere vigili" e non dovranno cedere più un millimetro sui temi più importanti, Imu, fisco, ius soli e Iva in primis. L'ordine è quello di non lasciare campo libero alla sinistra. Una linea che è stata confermata anche nel vertice del tardo pomeriggio nel corso della seconda riunione, alla quale il Cav era assente. Toghe nel mirino - Di fatto le posizioni degli azzurri si inaspriscono: l'avvertimento è già stato recapitato a Palazzo Chigi. Il messaggio a Enrico Letta è chiaro: se non vengono mantenuti i patti e se il Pd continua a non rispettare gli impegni assunti, il Pdl ne trarrà le dovute conseguenze e nulla sarà più garantito. Il balletto dei democratici sul presidente della commissione Giustizia ha innervosito Berlusconi, che poi l'ha spuntata con Nitto Palma (soddisfazione anche per la nomina di Santacroce in Cassazione). La giustizia, però, con la sentenza torna a dominare la scena politica. L'ordine di scuderia di Silvio ai suoi, come non avveniva da giorni, è stato quello di aprire il fuoco contro i magistrati. Ordine messo in pratica subito dopo la sentenza.