lunedì 31 ottobre 2016

FORZA ITALIA TERREMOTO: CHIEDIAMO A RENZI DI RISPONDERE A NOSTRE DOMANDE



Caro Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
in merito al suo appello alla coesione e condivisione, su cui siamo pienamente e assolutamente d'accordo, Le chiediamo di rispondere a queste nostre semplici domande:
1) Perché dopo il terribile terremoto del 24 agosto il suo governo ha impiegato quasi due mesi per approvare un decreto legge recante interventi urgenti in favore delle popolazione colpite? Il decreto è stato approvato il 17ottobre, il 18 è arrivato in Senato e dal 25 giace presso la Commissione Bilancio di Palazzo Madama;
2) Perché, sempre senza polemica, dopo la disponibilità dimostrata da tutti i partiti di opposizione e dopo il suo impegno a formare un tavolo comune di lavoro, questo tavolo non è mai stato convocato?
3) Perché anche per la nomina di Vasco Errani non ha consultato i gruppi parlamentari d'opposizione?
4) Perché, ampliando il discorso all'emergenza immigrazione, ha deciso la nomina di Piero Fassino senza fare alcun passaggio politico o parlamentare?
Tutti i partiti d'opposizione, Forza Italia in primis col suo presidente Berlusconi, si sono sempre mostrati disponibili a dialogare e collaborare in questi tragici momenti. Ma caro Presidente del Consiglio per collaborare e dialogare bisogna essere almeno in due, e lei ha fatto, e continua a fare, invece tutto da solo. Vorremmo infine porle un'ultima domanda, sempre senza polemica. Forse la mancata consultazione dei partiti, soprattutto quelli di opposizione, è dovuta ad una mancanza di tempo da parte sua? Essendo lei impegnato in una campagna referendaria forsennata che le fa girare tutta l'Italia e la porta ad occupare giornali, televisioni e radio? Campagna referendaria da cui tra l'altro, secondo gli insegnamenti del grande Calamandrei, il Governo avrebbe dovuto tenersi fuori?
Nel ribadirle la nostra disponibilità a collaborare, signor Presidente del Consiglio le chiediamo però di fare un po' di autocritica e di cambiare comportamento: parli di meno, meno interviste, meno televisioni, meno conferenze stampa, meno propaganda e più buon governo nell'interesse del Paese. Buon lavoro e buon silenzio signor Presidente del Consiglio.

NUOVO TERREMOTO POCO PRIMA DI MEZZOGIORNO, EPICENTRO A CESENA


Una nuova scossa è stata avvertita domenica alle 11,49 dopo il movimento tellurico delle 7.40. Il terremoto è stato breve, ma particolarmente forte, ed è stato avvertito in modo distinto dalla popolazione
Il terremoto sta mettendo a dura prova il Centro Italia. Una nuova scossa è stata avvertita domenica alle 11,49 dopo il movimento tellurico delle 7.40. Il terremoto è stato breve, ma particolarmente forte, ed è stato avvertito in modo distinto dalla popolazione. C'è anche chi è uscito di casa. Questa volta l'epicentro è nel cuore della pianura romagnola, tra Forlì e Cesena. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato il nucleo del terremoto a quattro chilometri da Cesena e a 9 da Forlimpopoli e Bertinoro, con una profondità di 36 chilometri.
La magnitudo è stata di 3.7 Richter. Una lunga serie di terremoti che sta mettendo a dura prova i nervi della popolazione. Ci sono state telefonate al 115, ma non si registrano danni a cose o persone. Nel frattempo dal comando provinciale di Forlì-Cesena è partita una colonna mobile per il Centro Italia.

TERREMOTO, INDIVIDUATA LA FAGLIA SUL MONTE VETTORE: IMMAGINI CHOC, LA MONTAGNA E’ SPACCATA


Uno scalino, un dislivello di 20 centimetri formatosi in mezzo alla terra he si estende per diversi chilometri: questa sarebbe la faglia individuata dopo l'ultimo sisma di questa mattina delle 7.41
Il punto esatto dove la terra si è aperta quel 24 agosto, portando morte e devastazione nel Centro Italia è stato identificato dagli esperti dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia.  La faglia si trova nelle Marche, sulla cima del Redentore, sul versante occidentale del massiccio del Monte Vettore, a oltre 2.000 metri d'altezza. Quello che emerge è una spaccatura del terreno chiaramente visibile a occhio nudo che si trova vicino ad Arquata del Tronto, uno dei centri più colpiti dal sisma.
© Social (Facebook etc)
L'origine della faglia è ben nota, ma in questi mesi verranno condotti studi e analisi più approfondite per capirne diramazioni e fagliazioni di superficie. Sul web ha colpito l'immagine del Monte Vettore che domina su Norcia dove si vede chiaramente una crepa che mostra l'andamento della faglia.

venerdì 28 ottobre 2016

MANOVRA “CONTI FALSI E CAOS, E’ QUESTA LA CIFRA DEL GOVERNO RENZI

Conti falsi e caos. È questa la cifra del governo Renzi. Non solo l’Europa ha detto chiaramente al presidente del Consiglio che non si fida del governo italiano perché fissa obiettivi che sa già di non poter rispettare e gonfia i conti pubblici a suo gradimento per far tornare i calcoli. Ma è scoppiato anche il caos interno sulle clausole di salvaguardia, che il governo Renzi ha abolito facendo approvare dal Parlamento le nuove procedure di redazione della Legge di bilancio (articolo 17), ma a cui esso stesso ricorre per far quadrare i conti. Si tratta, nel caso specifico, di 1,6 miliardi di euro che potrebbero venire meno se, come è molto probabile che accada, nel 2017 non si realizzeranno gli introiti sperati dalla Voluntary disclosure. Piuttosto il governo rispetti la Legge e cerchi coperture serie, credibili, che non necessitino di ‘piani B’. Oppure, quanto meno rispetti le nuove norme che prevedono che nel caso si verifichino scostamenti negativi rispetto alle entrate previste, il governo interviene tempestivamente con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per ridurre o cancellare del tutto le corrispondenti spese non coperte. In altre parole, per rispettare la Legge Renzi dovrebbe già da oggi eliminare dalla Legge di bilancio, ancora in gestazione dopo quasi quindici giorni dalla (finta) approvazione in Consiglio dei ministri, le uscite che sa di non potersi permettere per mancanza di risorse. Vale a dire tutte quelle mance e mancette che ha promesso agli elettori per comprarsi il consenso per il referendum del 4 dicembre. Altrimenti è fuori Legge. Se non lo farà lui, più interessato al potere che al bene del Paese, ci penserà il Parlamento, dove ci sarà un vero e proprio Vietnam in difesa degli italiani per la cancellazione non solo delle clausole di salvaguardia ma anche delle relative spese. Siamo alla farsa. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati

TRENTANOVE DEI SESSANTA REATTORI IN COSTRUZIONE SI TROVANO IN ASIA. OLTRE CENTO UNITA’ SONO GIA’ IN PROGRAMMA

Entro la fine di questo decennio, la Cina avrà il secondo maggior numero di reattori di qualsiasi altro Paese, superando la Francia. Entro la fine del 2020 sarà la prima in assoluto, superando gli Stati Uniti.
I tempi di costruzione delle centrali nucleari in Asia orientale sono stati costantemente ridotti negli ultimi 35 anni, con ogni reattore che richiede una media di 55 mesi per passare dalla prima gettata di cemento al collegamento alla rete. Un tempo al disotto della media globale che è oggi di 73 mesi.
Anche le operazioni migliorano rapidamente, con un fattore di capacità degli ultimi reattori costruiti in Cina pari al 90%, vicino al record degli Stati Uniti (prospettiva del 93% per il 2016) e nettamente migliore dei valori compresi tra il 70% e 80% degli ultimi anni.

IL FAENTINO, IL LUGHESE E RUSSI OSPITANO CIRCA 600 PROFUGHI.



“L'informazione ai cittadini ha evitato problemi e disagi” Tutti d’accordo?  (n.R)
NON DESTA allarme il possibile arrivo di nuovi profughi nel faentino, nel lughese e a Russi, territori che complessivamente ospitano oltre 600 persone. Perché, sottolineano i gestori dell'accoglienza. Asp della Romagna Faentina, Unione dei Comuni della Bassa Romagna e Comune di Russi, «siamo preparati, ben organizzati e abbiamo un buon rapporto con la prefettura». «Nel faentino accogliamo 287 persone - spiega Giuseppe Neri, direttore dell’Asp della Romagna Faentina e la convenzione con la prefetturs  ci impegna per 353 persone. Nuovi arrivi sono possibili e ci stiamo  attrezzando», e aggiunge: «Delle 287 persone presenti sul territorio,  120 le seguiamo direttamente noi, l'arrivo di nuovi richiedenti asilo mentre noi Asp, altri gestori si occupano degli altri. Dal 1° gennaio l'Asp sarà l'unico gestore». Nel faentino sono una dozzina le realtà che si occupano dei profughi. Alcuni di loro sono alloggiati in grandi strutture, è il caso dei 40 profughi all'hotel Antica Corona di Casola Valsenio, 40 i posti a Pieve Corleto, 20 al Fontanone, nell'ex geriatria, «temporaneamente - ribadisce Neri - destinata all'accoglienza». I profughi sono prevalentemente uomini. Alcune donne, con bimbi in età prescolare, sono ospiti a Reda e Fognano. «L' INFORMAZIONE preventiva ai cittadini, - continua il direttore dell'Asp della Romagna Faentina - in particolare ai residenti vicino alle strutture, ha evitato problemi, le persone accolte non sono abbandonate a loro stesse, ma accompagnate da mediatori e noi lasciamo ai cittadini i nostri riferimenti per qualsiasi segnalazione. Qualche divergenza c'è stato, ma lo abbiamo risolto. Faccio presente che queste persone sono assistite, ricevono vitto e alloggio e servizi, ma sono sottoposte a un regolamento giuridico molto rigido, ad esempio chi tiene birra in casa è sanzionato con l'espulsione. I comportamenti contrari alle regole dell'accoglienza e della convivenza vengono segnalati al prefetto». L'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi , con il vescovo di Faenza Mario Toso, ieri ha visitato il centro di formazione Cefal di Villa San Martino che si sta occupando dell'ospitalità dei richiedenti asilo a Lugo e Cotignola. Sono 31, fra cui due i nati qui, i richiedenti  accolti a Russi, e affidati alla Cooperativa sociale il Molino, molto attiva a Bagnacavallo e alla Caritas diocesana. E quattro i profughi attesi. Claudia Liverani Resto del Carlino

REFERENDUM 4 DICEMBRE VOTA NO


Forza Italia aveva creduto al Nazareno, finché Renzi non l'ha cambiato per ben 17 volte - sia sull'Italicum, sia sulla riforma costituzionale -, la 18esima volta con l'elezione di Mattarella al Colle. Berlusconi ha capito l'imbroglio e Renzi è rimasto solo con Alfano e Verdini. Renzi è un imbroglione

MANOVRA’, DI LEGGE DI BILANCIO E’ FUORI LEGGE: CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA NON PIU’ PERMESSE. BOCCIA (PD):”SARA’ DI UN ALTRO PAESE…….

Le bozze prevedono un aumento delle imposte su benzina, alcol e tabacchi se gli introiti della nuova voluntary disclosure saranno inferiori a 1,6 miliardi. La riforma della contabilità dello Stato varata a luglio, però, non lo consente. Il presidente della commissione Bilancio della Camera ironizza: "Non può essere la legge di Bilancio italiana, sarà di un altro Paese Ue"

mercoledì 26 ottobre 2016

IL FUTURO DEL CENTRO DESTRA: UNA DI QUESTE NOVE DONNE SFIDERA’ RENZI ALLE ELEZONI


Dall'alto Marina Berlusconi, Giorgia Meloni, Mara Carfagna, Luisa Todini, Mariastella Gelmini, Emma Marcegaglia, Barbara Berlusconi, Stefania Prestigiacomo e Anna Maria Bernini

IL FUTURO DEL CENTRO DESTRA: UNA DI QUESTE NOVE DONNE SFIDERA’ RENZI ALLE ELEZONI?

di Antonio Rapisarda -  E se fosse una «lei» a sfidare Matteo Renzi alle prossime Politiche? Una lei di centrodestra sul modello di Chiara Appendino però, la «grillina» con i piedi per terra e con un buon tasso di autosufficienza da Grillo? Donna o uomo poco importa, ma che sia scelta con le primarie e per meriti: basta con i conigli tirati fuori dal cilindro (ultimo in ordine di apparizione, Stefano Parisi).
È bastato questo «colloquio» tra Luigi Bisignani e il direttore Gian Marco Chiocci, ospitato sulle colonne de Il Tempo, per scatenare tra i corridoi di Montecitorio il dibattito serrato sulla papabile candidata alla premiership di coalizione per delle elezioni che il risultato del 4 dicembre potrebbe anticipare ben prima della scadenza naturale. «Berlusconi, che com’è noto non dice mai la verità neppure ai suoi figli figuriamoci a Parisi, inizia seriamente a pensarci», ha ventilato ieri Bisignani. Potrebbe essere questa, dunque, la carta vincente da giocare contro il premier uscente «esponente del terzo governo non eletto» e contro il candidato in pectore dei 5 Stelle, l’ammaccato dalla vicenda Roma Luigi Di Maio. Il punto è: chi potrebbe essere questa «grintosa donna»? Una delle personalità che ritornano a circolare - proprio in ragione della ricerca di quella persona «del fare» cara al Cavaliere - è proprio lei, Marina. La figlia maggiore e presidente di Fininvest e Mondadori del resto ha già dimostrato, fuori dalle mura delle aziende di famiglia, di sapere svolgere ove necessario delicati ruoli politici: come quando, da «reggente» di Forza Italia nei giorni in cui il padre-leader era alle prese con il delicato ricovero ospedaliero, ha rottamato il cerchio magico che aveva a suo avviso ingabbiato il padre riattivando la vecchia guardia azzurra e le ragioni della «responsabilità» e aprendo di fatto un canale di dialogo che potrebbe sfociare in quella «fase costituente» post-referendum di cui ha parlato lo stesso Silvio Berlusconi qualche giorno fa. Se però, come ha più volte ribadito lei stessa, Marina non ha intenzione di scendere direttamente in campo, esistono due nomi - a proposito di società civile impegnata nella «trincea del lavoro» - che si affiancano al suo. Uno è quello di Luisa Todini, oggi al vertice di Poste italiane (nomina voluta da Matteo Renzi), ieri parlamentare azzurra e imprenditrice: donna da sempre stimata dal Cavaliere non solo per le qualità dimostrate nel lavoro ma anche per la buona tenuta nei dibattiti televisivi.
L’altra è Emma Marcegaglia, ex numero uno di Confindustria, attualmente presidente di Eni (anche lei nominata dal governo Renzi): più volte Berlusconi quando ha ragionato su nuovi volti su cui investire – tre

GORO, LE BARRICATE DEI CITTADINI CONTRO L’ARRIVO DEI MIGRANTI.


Non volevano profughi in paese e, per adesso, non ne avranno. La clamorosa protesta degli abitanti di Gorino e Goro, piccoli centri sul Delta del Po ferrarese, con tanto di barricate tirate su per le strade del paese, ha ottenuto che gli ospiti in arrivo finissero altrove, dopo una giornata (e una nottata) convulsa. Il pullman che stava portando i migranti sul posto ha fatto marcia indietro. Fiscaglia, Ferrara e Comacchio: in quei tre centri un tetto gliel'hanno dato. Quello che doveva accoglierle inizialmente era un ostello di Gorino, requisito dal Prefetto di Ferrara, per affrontare l’emergenza.
C’è stata però, lunedì pomeriggio, la novità traumatica dei blocchi stradali, eretti a Gorino con bancali di legno in tre punti d’accesso al paese (e allargati poi anche a Goro) per bloccare il convoglio, scortato dalle forze dell’ordine. E questa protesta ha sortito effetti: prefettura, carabinieri, polizia, sindaco di Ferrara e di altri comuni della provincia hanno convenuto in tarda serata di dirottare i profughi in altre strutture della provincia ferrarese.




martedì 25 ottobre 2016

ALTRO CHE TAGLI ALLA CASTA. CON IL “SI” AUMENTERA’ GLI STIPENDI DEI POLITICI


L'indennità dei consiglieri regionali verrebbe allineata a quella dei sindaci, a volte più alta
Promesse azzardate, risultati incerti e possibili danni. La riforma costituzionale firmata da Matteo Renzi somiglia sempre di più a un castello di carte. Il presidente del Consiglio punta molto sugli umori anti-politici che un pezzo di elettorato italiano nutre. Enfatizza per esempio la riduzione del numero dei politici e degli «stipendi». Ma anche i risparmi da lui tanto decantati sembrano un miraggio, illusione o peggio illusionismo dopo un'analisi concreta del testo che gli italiani sono chiamati a giudicare nel referendum convocato per il 4 dicembre. È il caso, per esempio, delle indennità dei consiglieri regionali. Il testo del nuovo articolo 122 stabilisce che gli emolumenti degli amministratori regionali trovino un tetto «nel limite dell'importo di quelli attribuiti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione». Sembrerebbe una norma ispirata dal buon senso e improntata alla sobrietà istituzionale. Ma in realtà i dubbi e i «buchi» si moltiplicano. Intanto, lo stesso servizio studi della Camera dei deputati chiarisce che la previsione non si applica alle Regioni a statuto speciale, spesso storicamente molto «generose», e alle due Province autonome. Altro problema: non si introduce alcun automatismo e un altro passaggio della riforma richiama una legge «bicamerale paritaria». Che significa? Che dovranno essere la Camera e il Senato (composto anche da consiglieri regionali) ad approvare le nuove norme di riferimento. Bel paradosso fra l'altro, se si pensa che uno dei vanti che Renzi rivendica è la fine del bicameralismo perfetto (l'equiparazione fra Camera e Senato). Poi c' un dubbio, grande quanto Palazzo Madama: cosa si intende con «emolumenti»? Sono compresi anche i rimborsi? E gli eventuali contributi? La questione non è di poco conto ed è stata


DELL’UTRI: UN’ INGIUSTIZIA CHE NESSUNO VUOL VEDERE.


Qualche giorno fa la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto - tra poche righe vedremo perché - un ricorso dell'ex senatore Marcello Dell'Utri, il quale è in carcere da circa due anni e mezzo e dovrà restare in cella, se nessuno interviene, per altri cinque. Uscirà a ottant'anni suonati. Dell'Utri chiedeva l'applicazione, a suo favore, di una sentenza della Cedu (Corte Europea dei diritti dell'uomo) che esclude l'esistenza del reato per il quale Dell'Utri è stato condannato ("concorso esterno in associazione mafiosa") all'epoca dei fatti che gli sono contestati. Ieri è uscita la motivazione della sentenza ed è una motivazione che lascia molte perplessità. Proviamo a riassumere i fatti e poi a trarre qualche conclusione. Dell'Utri è stato accusato di essere stato per molti anni un punto di riferimento per Cosa Nostra. Si sono svolti molti processi e ci sono state molte sentenze, anche contrastanti tra loro. Alla fine Dell'Utri è stato assolto per tutti i fatti successivi al 1988, e condannato invece - a sette anni e mezzo - per concorso esterno, e cioè per avere stabilito rapporti con la mafia siciliana tra il 1979 e il 1988. Il problema è che il reato per il quale Dell'Utri è stato condannato - oltre ad essere difficilmente comprensibile nella sua stessa definizione certamente arzigogolata - non esiste nel nostro codice penale. Nel quale invece esiste, all'articolo numero 1, una precisa disposizione: «Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite».

SEGRETARIO COLTIVATORI DIRETTI MILIONI DI EURO DI COMPENSO



Segretario #Coldiretti, milioni di #euro di compenso. I suoi associati a zappare la terra per mantenere i figli. SERVE ALTRO PER VOTARE #NO?

sabato 22 ottobre 2016

TROPPO RENZI E GOVERNO IN TELEVISIONE. AGCOM RICHIAMA RAI, MEDIASET, SKY E LA7. RICORDATE I TEMPI DI BERLUSCONI I TEMPI CONTROLLATI!

Media & Regime  - Matteo Renzi che dilaga in tv in piena par condicio da referendum costa un richiamo a Rai, Mediaset, Sky e La7. L’Agcom ha pubblicato i dati di monitoraggio della campagna referendaria nelle prime tre settimane dall’indizione dei comizi (28 settembre-16 ottobre). L’Autorità ha reso noti i dati e preso decisioni che faranno discutere, non ultimo il richiamo formale al Tg4 per il divario di tempo concesso nelle sue edizioni a favore del “sì”. Prendendo tutti i temi politici, il presidente del Consiglio un’ora al giorno sullo schermo di Thomas Mackinson

LE BUGIE DI RENZI: CNEL, “ABOLIRLO FA RISPARMIARE 20 MILIONI”. NON E’ VERO: COSTA 8,7 MILIONI, 4 DEI QUALI DI PERSONALE (CHE VERRA’ SOLO TRASFERITO)

L'Ente, di fatto, è già svuotato. E il suo costo è più che dimezzato: la ministra Boschi parla di super-risparmio riferendosi al bilancio di 5 anni fa, mentre oggi è più che dimezzato. "Fabbrica di aria fritta e consulenze d’oro". Gli hanno detto di tutto. Ecco la storia del Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro, e le ragioni per cui, anche in caso di vittoria del Sì, la sua fine non sarebbe davvero scritta
Ai primi di novembre ci sarà l’audizione in Senato per il rituale parere sulla Legge di stabilità. E poi: va’ a sapere. Potrebbe essere l’ultimo parere prima del requiem definitivo. O forse no. Perché una cosa c’è da dire sul Cnel, il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro previsto dall’articolo 99 della Costituzione: dal 1957, anno della sua istituzione, ad oggi ha dimostrato di avere più vite dei gatti. Sprecone, sciupone, inutile. Fabbrica di aria fritta e di consulenze d’oro. Gli hanno detto di tutto. Ma più lo volevano riformare o sopprimere – in prima fila pure Massimo D’Alema, ai tempi della Bicamerale – e più quello risorgeva. Adesso il Cnel è già svuotato, ma sono Matteo Renzi e Maria Elena Boschi a darlo per morto e sepolto. Annunciando risparmi che vanno ben oltre il possibile.
Dal 2015 a oggi, da quando cioè Renzi ha annunciato la soppressione e tagliato i finanziamenti, ben 40 consiglieri sono fuggiti (oggi sono ridotti a 24) e l’attività del Cnel è quasi paralizzata, le commissioni smembrate, i consulenti e gli esperti volatilizzati. «Potrebbe essere l’occasione giusta per azzerare tutto e ripartire, grazie a una legge ordinaria, con una nuova governance, nuovi obiettivi e nuovi meccanismi di rappresentanza», riflette il neo-vicepresidente Gian Paolo Gualaccini, esponente del terzo settore e grande fustigatore, negli anni passati, dei vizi e degli sprechi di Villa Lubin. «Il modello, magari, potrebbe essere il Comitato economico e sociale europeo (Cese), che a Bruxelles, coi suoi 350 membri, è l’organo consultivo in materia di lavoro per l’Unione europea e le maggiori istituzioni Ue».
Di certo nulla, dopo il 4 dicembre, potrà essere come prima. E giustamente. Basta dire che in quasi 60 anni di vita il Consiglio ha partorito solo undici proposte di legge, e mai nessuna è stata approvata. Molto più numerose, invece, le proposte per strangolarlo, o come minimo riformarlo. Cominciando dal

giovedì 20 ottobre 2016

BERLUSCONI: ECCO PERCHE’ VOTO NO.”




SERVIZI: Berlusconi: ecco perchè voto no. Silvio Berlusconi al Tg5: no a questa riforma costituzionale perchè pericolosa.. Guarda su Mediaset On Demand il video…
video.mediaset.it|Di Mediaset



ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE EQUITALIA = CONDONO


 Paolo Savelli: Credo che sia andata così. Renzi: "Signorimiei, bisogna che ci inventiamo una marchetta elettorale nuova che gli 80 Euro non tirano più come prima. Che ne dite, facciamo un bel condono senza precedenti?". Membro direzione PD: "Sì, dai, bellissima trovata. Però ti ricordi che noi ci indignavamo per i condoni e avevamo detto che non ne avremo fatti mai più?". Renzi: "maledetta minoranza del PD quando era maggioranza del PD e anche a me su sto tema è toccato andargli dietro a quelli là. Mi danno solo un gran fastidio loro e i loro principi". Membro direzione PD: " Magari gli cambiamo nome e così non se ne accorge nessuno. Tipo col Jobs Act o con l'ASPI e dai, tutte quelle trovate lì che fregano bene". Renzi: "Idea! La chiameremo "rottamazione delle cartelle di Equitalia". E quando diranno che è un condono, noi gli risponderemo che vogliono rubare il racconto del futuro degli italiani e che è ora di inventare un nuovo percorso nei rapporti tra Fisco e cittadini". Membro Direzione PD: "Grande Matteo, ci sta bene anche sui manifesti e credo che anche Orfini e Giachetti possano ricordare ste due parole dello slogan". Padoan: " Matteo, lo sai, io firmo tutto quello che mi dici, ma gli uffici dicono che parliamo di 100 miliardi di Euro di accertamenti, sanzioni e mora, tutti a ruolo. Come facciamo?". Renzi: "togliamo sanzioni e mora e chiediamo solo le imposte non versate. Poi gli facciamo rateizzare anche quelle fino a 36 rate mensili. Vedrai che successone". Padoan: "rimane il fatto che nella legge di bilancio ci mettiamo la chiusura di Equitalia che riappare dentro Agenzia delle Entrate, ma per le cartelle ci vuole un decreto attuativo, lo sai?. Renzi: "sì, sì, il decreto quello lì. Inizia a farlo scrivere a uno dei tuoi, tanto per noi l'importante è stare tranquilli fino a dopo il 4 dicembre, dire agli italiani che noi li aiutiamo e che a sto punto - è anche un fatto di gentilezza, per la miseria - un aiutino ce lo devono dare pure loro. Poi, passata la bufera del referendum, facciamo come le altre volte: un decreto attuativo che non si capisce niente, pieno di errori, tiriamo fuori che è l'UE che è cattiva e che mi impedisce di regalare soldi, faccio due o tre dichiarazioni contro gli Euroburocrati e poi, Carlo, ci vai tu a Bruxelles a dirgli che era sempre il solito giochino che faccio io e che va tutto bene. Intesi?". #condonorenziano




mercoledì 19 ottobre 2016

BERLUSCONI TORNA IN VIDEO AL TG5: “NO AL REFERENDUM E POI UNANUOVA RIFORMA CONDIVISA”


Silvio Berlusconi p rla al Tg5. L'ex premier rilancia la campagna per il No al referendum del 4 dicembre. Dall'altra parte dell'Oceano Matteo Renzi cena con Barack Obama alla Casa Bianca. Ma il Cavaliere ha pronta la contromossa. Tutti sono abituati a vederlo parlare davanti alla libreria bianca della sua casa (quella del famoso video della discesa in campo ndr). Dietro di lui libri e foto. Ma una più di tutte balza all'occhio: Berlusconi tra Vladimir Putin e George Bush. Un momento storico con i due che si stringono la mano. Un tempo che, visto oggi, appare lontanissimo. E su Twitter è il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, non perde occasione per sottolinearlo. In tv l'uomo che aveva riavvicinato Russia e Usa. In America il premier che, in tempi di rinnovata Guerra Fredda, ha scelto di schierarsi con Obama, contro Putin. Referendum Costituzionale  Dopo mesi di assenza, l'ex cavaliere concede un'intervista al Tg5: "Il ddl Boschi? Rischia di consegnare l'Italia a un uomo solo e un solo partito". L'ex premier indica "cinque punti" che dovrebbero essere previsti nel riassetto costituzionale da approvare con un largo consenso, tra i quali l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, il vincolo di mandato e il dimezzamento dei parlamentari. “Diciamo No a questa riforma costituzionale, per poi approvare, tutti insieme, una riforma vera, diversa, una nuova riforma“. Torna a parlare di persona Silvio Berlusconi, e lo fa a meno di 50 giorni dall’appuntamento cruciale nel calendario politico: quello del referendum del 4 dicembre. Termina così la lunga assenza dell’ex cavaliere dalle reti televisive. L’occasione scelta dal leader di Forza Italia per mostrarsi di nuovo in video, dopo il colloquio per Chi con Alfonso Signorini in occasione del suo 80esimo compleanno e dopo l’inatteso ricovero a New York il 3 ottobre scorso, è un’intervista concessa al Tg5. E l’argomento trattato non poteva che essere quello della riforma costituzionale. Una riforma che, spiega Berlusconi, “potrebbe consegnare a un solo uomo e a un solo partito l’Italia e gli italiani. Con appena il 15% degli aventi diritto al voto, quindi con una esigua minoranza, Grillo ad esempio, già padrone del Suo partito, potrebbe diventare anche col 55% padrone dell’unica Camera che farà le leggi ordinarie”. Il che equivarrebbe, secondo l’ex cavaliere, a farne il “padrone dell’Italia e degli italiani”. “Questo governo – attacca Berlusconi – punta su una riforma costituzionale mal scritta e pericolosa per ritrovare quel consenso che non ha più. Anche per questa ragione dobbiamo rispondere con un forte, deciso e responsabile No a questa riforma che favorirebbe una deriva autoritaria, davvero con il rischio di un uomo solo al comando. Il contrario del governo del popolo – si chiede polemicamente il leader di Forza Italia – è il contrario della democrazia?”.
La bocciatura al ddl Boschi, precisa comunque Berlusconi, non va considerato come un desiderio di “lasciare le cose come stanno”. Votare No, “un forte, deciso e responsabile No”, è invece necessario, nei disegni dell’ex premier, per poi trovare un accordo condiviso su un riforma diversa da quella proposta. Una “nuova riforma” che, secondo il leader di Forza Italia, dovrebbe contenere “cinque punti”. Innanzitutto, “la scelta da parte degli elettori del Presidente della Repubblica”; in secondo luogo, “un vero taglio dei parlamentari, che vanno ridotti di oltre la metà”, e “il vincolo di mandato, per cui un eletto non può cambiare bandiera senza dimettersi. Altro elemento imprescindibile del nuovo disegno costituzionale, spiega Berlusconi, dovrebbe essere “un limite costituzionale alle imposte, alla pressione fiscale che nessun governo può superare” e, infine, “una vera riforma delle Regioni, che oggi sono diventate un’altra grande e costosa burocrazia”.
LA FOTO “MALIGNA” DIETRO SILVIO BERLUSCONI. UN MESSAGGIO  A RENZI E OBAMA?
Silvio Berlusconi parla al Tg5. L'ex premier rilancia la campagna per il No al referendum del 4 dicembre. Dall'altra parte dell'Oceano Matteo Renzi cena con Barack Obama alla Casa Bianca. Ma il Cavaliere ha pronta la contromossa. Tutti sono abituati a vederlo parlare davanti alla libreria bianca della sua casa (quella del famoso video della discesa in campo ndr). Dietro di lui libri e foto. Ma una più di tutte balza all'occhio: Berlusconi tra Vladimir Putin e George Bush. Un momento storico con i due che si stringono la mano. Un tempo che, visto oggi, appare lontanissimo. E su Twitter è il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, non perde occasione per sottolinearlo. In tv l'uomo che aveva riavvicinato Russia e Usa. In America il premier che, in tempi di rinnovata Guerra Fredda, ha scelto di schierarsi con Obama, contro Putin.   


XVII^ CONVENTION AZZURRI 94


Venerdì 4 novembre ore 20, 30 al Ristorante “L'Infinito” Via del Trebbio 12 - Brisighella (Ravenna) a trenta giorni dall'appuntamento elettorale per mettere a punto gli ultimi impegni della campagna dei nostri Comitati per il NO nei vostri territori di competenza. Saranno presenti il Prof. Avv. Liborio Cataliotti presidente del nostro comitato per il NO e i responsabili dei Comitati Provinciali e Comunali costituiti e affiliati ad Azzurri '94.
Per la Convention di Brisighella (Ravenna) vi chiediamo di confermare la vostra presenza, tempestivamente e comunque non oltre il 31 ottobre
Il costo della Cena è di 20 euro ed il menù comprende:
Lasagne alle tre carni (scottona, chianina toscana e fassona piemontese)
involtini di carne, formaggio e verza con contorno di patate
Torta di marroni di Marradi
Acqua, vino e caffè tel. per prenotazioni 335 396752 - 331 4805938


martedì 18 ottobre 2016

ITALIA = EUROPA: COSI SI MOLTIPLICANO GLI ENTI NELL’UNIONE EUROPEA, SPERPERO IO PAGO


Consulenze lievitate, indennità a funzionari malati, spese irrefrenabili per la spola dei parlamentari e dei loro staff tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. Tre sedi al posto di una. I costi dell’Unione Europea elencati nel libro di Roberto Ippolito (Chiarelettere) sono una litania di assist per gli euroscettici, facilmente sfruttabile dalla propaganda pro Brexit. Ma chi si trova all’interno delle istituzioni non sembra accorgersi che la reputazione della Ue dipende (e molto) da una corretta razionalizzazione dei costi  di Eleonora Bianchini




MANOVRA DA PRIMA REPUBBLICA DEFICIT, DEBITO E MARCHETTE


“Questa è una legge di bilancio da prima Repubblica: tutta entrate aleatorie, cioè che non saranno incassate; tutta spesa per mance di tipo elettorale; e aumenta deficit e debito.
Renzi se ne infischia dell'Europa, degli italiani, dei cinque milioni di poveri che vanno alla Caritas a mangiare, e pensa solo alla sua sedia, a vincere il referendum. Vedremo poi i contenuti specifici di questa legge di stabilità, quando li presenterà.  Vedremo come la cancellazione di Equitalia sia solo un imbroglio: vengono mantenute le attuali regole, trasferendo tutto all'Agenzia delle entrate, con le relative conseguenze. Vedremo l'imbroglio dell'Ape, vale a dire del pensionamento anticipato; vedremo l'imbroglio delle quattordicesime per i pensionati; vedremo l'imbroglio della sanità; e tutti gli altri imbrogli contenuti in questa legge di bilancio da prima Repubblica, in deficit e per fare marchette di tipo elettorale”.


ELEZIONI AMERICANE


Presidenziali fatte a maglie, mentre la campagna si concentra su chi ha toccato più il culo a che, aumentano i rischi di un incidente grave fra Usa e Russia. Il 73% dei repubblicani crede che potranno esserci brogli. Per questo la Clinton vuole vincere anche in stati storicamente repubblicano


lunedì 17 ottobre 2016

BERLUSCONI: “AL REFERENDUM NO CONVINTO RIFORMA CONTRO DEMOCRAZIA”


"Convinzione e determinazione". Silvio Berlusconi indica chiaramente la strada da seguire in vista del referendum del 4 dicembre sulle riforme.
Il leader di Forza Italia ribadisce la sua posizione per il "No" è invita il partito a mobilitarsi per spiegare agli elettori le motivazioni di questa scelta da fare alle urne. In una nota affidata alla deputata azzurra Elvira Savino, Berlusconi sottolinea le ragioni del "No" e l'impegno di Forza Italia: "Quella del NO è una battaglia che ci vede impegnati con convinzione e con determinazione. Nelle prossime settimane in tutt’Italia daremo vita ad una serie di manifestazioni per spiegare sempre più a fondo le ragioni del nostro impegno, che è per una riforma vera, profonda, radicale delle nostre istituzioni", ha affermato. Poi il Cavaliere ha aggiunto: "Una riforma, quella che abbiamo in mente, molto diversa da quella imposta dal Governo al Parlamento, che non cambia nulla in termini di efficienza e di risparmi, ma è pericolosa perché riduce gli spazi di democrazia a tutto vantaggio di un solo partito e di una sola persona. È per questo che, dopo aver tentato di collaborare al processo riformatore, ci siamo chiamati fuori quando abbiamo capito che non c’era buona fede da parte dei nostri interlocutori, non c’era una vera volontà di cambiamento, ma solo quella di assicurarsi il potere senza il consenso degli italiani".
"La nostra idea di riforma -spiega il Cav- comprende l'elezione diretta del presidente della Repubblica, cosicchè siano i cittadini a scegliere davvero; il dimezzamento -e non una semplice riduzione- del numero dei parlamentari; il vincolo di mandato, per cui sia vietato agli eletti di cambiare schieramento (chi cambia idea deve dimettersi); poteri più forti al premier, per esempio quello di cambiare un ministro che non funziona; una vera riforma delle regioni nello spirito di un autentico federalismo; un limite in Costituzione alla pressione fiscale in rapporto al pil''. "Su questi contenuti, che abbiamo confrontato e condiviso con i nostri alleati -assicura- potremo costruire istituzioni più moderne, più efficienti e soprattutto più vicine ai cittadini". Infine Berlusconi mette nel mirino Renzi: "Solo con una vittoria del No, che elimini questa finta riforma, ci sarà spazio per lavorare ad una riforma vera. E naturalmente il presidente del Consiglio, per sua stessa ammissione, dovrà trarre le conseguenze del fallimento di un progetto al quale ha legato la sua intera azione politica. Noi - aggiunge - non diciamo No alla riforma per ostilità preconcetta a Renzi e al Pd, se la riforma fosse utile agli italiani la appoggeremmo anche se siamo profondamente contrari a questo governo e alle sue politiche. Però è innegabile che il voto del 4 dicembre sarà anche un voto sul governo e sul Presidente del Consiglio. Dunque ci sono tutte le condizioni per una svolta, sul piano istituzionale e politico".


A PROPOSITO DI VOTO AL REFERENDUM IN PROVINCIA DI RAVENNA


Qui Provincia di Ravenna, territorio governato dal medesimo partito dal 1946. Qui quelli del suddetto medesimo partito fanno a gara per spiegare che "oh, è ora di cambiare, se no c'è la palude" e "oh, ma come fai a votare NO, bisogna cambiare, vota SÌ". E io li guardo un po' stranito, perchè poi quando c'è da votare di solito vanno in giro a dire "oh, ma sei matto a cambiare? Bisogna che rimaniamo noi" e "oh, ma vuoi mettere in mano la città a loro? Ma non vedi quanto stai bene con noi che governiamo da sempre?". E allora io penso "oh, ma come vi si mette state, eh?". #imaestrinidallapennarotta


martedì 11 ottobre 2016

TRUFFA E ABUSO D'UFFICIO: LA CORTE EUROPEA CONDANNA ROMANO PRODI. TUTTI ZITTI


Romano Prodi è stato condannato dalla Corte di Giustizia Europea per azioni compiute quando era Presidente della Commissione (Truffa e abuso d'ufficio) e nessuno dei media importanti nazionali, sia della carta stampata che soprattutto della TV, sempre pronti a guardare nel letto dei politici, ne ha fatto cenno? Queste le motivazioni di condanna espresse dalla Corte a carico del Prof. Prodi: 1 – aver fornito al Parlamento Europeo notizie false e non documentate; 2 – aver emesso comunicati che mettevano in dubbio l’onorabilità di alti dirigenti che non si erano sottomessi alle sue imposizioni; 3 – aver tentato di ostacolare la giustizia. I fatti che hanno portato alla condanna risalgono al 2002-2003 e si riferiscono a una contorta vicenda relativa all’Eurostat, innescata dalla lettera di una funzionaria che si riteneva discriminata. L’inchiesta è iniziata per capire se tali irregolarità fossero state effettuate su iniziativa di dirigenti o addirittura dallo stesso responsabile della Commissione, Prodi.
È cominciato così il rimbalzo delle responsabilità, nonché la “fughe di notizie” – questo afferma la sentenza – depistate verso giornali amici. Proprio per la paura di rivangare anche questioni irrisolte del passato (gli scheletri nell’armadio: Iri, Nomisma), Prodi ha pensato bene, da far suo, di chiudere con un colpo di mano gli Istituti, ma, non avendo elementi per mandare a spasso un migliaio di persone li ha destituiti tutti dai loro incarichi, tenendoli a non fare nulla fino alla pensione!
In Italia questi si sarebbero trovati un secondo lavoro, e comunque tutti a ringraziare il benefattore che paga senza far fare niente; ma all’estero, qualcuno dal senso civico sviluppato e con un sano amor proprio, si sente discriminato e sottostimato… e si lamenta. Col suo modo di fare credeva di passarla franca, padroncino anche all’estero, ma, fortunatamente, da quelle parti sanno bacchettare le mani come agli studentelli presi con le mani nella marmellata, anche se si tratta di Professoroni.


EDILIZIA CRISI INFINITA…..DRAMMATICO PER LE AZIENDE SINGOLE PICCOLISSIME


Ravenna. Nel pieno del suo ottavo anno, continua ad imperversare nel nostro paese la grave crisi del settore edile e del suo indotto, dovuta ad un immobiliare poco più che fermo e alla scarsità di investimenti pubblici e privati. Una crisi dura che colpisce in maniera particolare la provincia di Ravenna e che non ha risparmiato e non risparmia tuttora imprese grandi o piccole o imprese cooperative o private, in questo quadro l'unica impresa che sembra non soffrire più di tanto di tale crisi è la cooperativa CMC di Ravenna, ma va precisato che gran parte del suo fatturato è fatto all'estero.
I numeri della grave crisi edilizia in provincia di Ravenna parlano chiaro, in otto anni le imprese iscritte alla Cassa Edile sono passate da oltre 1.000 a poco più di 500 e si sono persi 3.500 posti di lavoro, e purtroppo in questo settore il peggio sembra senza fine. In questi giorni, dopo 70 anni di attività, è stata messa in liquidazione l'impresa di costruzioni Gallileo Pasini di Ravenna con i lavoratori che sono stati tutti licenziati, questa è l'ultima di una serie di chiusure e ridimensionamenti di tante imprese edili piccole o grandi, tra cui hanno spiccato il fallimento della Bentini di Faenza, che era la più grande azienda privata del settore in provincia e la chiusura della cooperativa muratori di Cotignola, mentre continua l'agonia in liquidazione della ormai ex Iter di Lugo e prosegue la grave crisi in concordato della Acmar di Ravenna. Non dimentichiamo anche le numerosissime aziende artigianali anche di solo una o due persone che si trovano senza lavoro…..

MA HA ANCORA SENSO IL NOBEL PER LA PACE


Quest’ anno lo incassa Juan Manule Sants per l’accordo con le FARC bocciate   dal referendum in Colombia . Kissinger e Arafat hanno ritirato il premio con le mani sporche di sangue. Obama è stato dato a titolo “preventivo”.


IL PAESE HA LE IDEE CHIARE: E ORA…….POVERI NOI


BRAVO VITTORIO SGARBI!!! DICIAMOLO CHIARO!!



venerdì 7 ottobre 2016

REFERENDUM, BERLUSCONI IN CAMPO PER IL NO

Silvio Berlusconi dovrebbe rientrare in Italia la prossima settimana. Almeno questo sarebbe il suo auspicio. A rivelarlo sarebbe stato il deputato Sestino Giacomoni, uno dei fedelissimi di Arcore
Luca Romano A rivelarlo sarebbe stato il deputato Sestino Giacomoni, uno dei fedelissimi di Arcore, durante il vertice di oggi con i coordinatori regionali di Forza Italia, i capigruppo e i responsabili di settore del partito, nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina, dedicato alla campagna referendaria. Ieri sera ho sentito al telefono dagli Usa il presidente Berlusconi, vi saluta e spera di tornare in Italia la prossima settimana, avrebbe annunciato Giacomoni.
L'ex premier, avrebbe assicurato il deputato forzista, ha anche detto che intende impegnarsi personalmente sul fronte del no. Il Cav è negli States da 7 giorni. È arrivato a New York venerdì 30 settembre e prima di atterrare ha accusato un lieve malore che lo ha costretto al ricovero per accertamenti al Presbyterian hospital Columbia della Grande Mela, dove ha pernottato per due notti. Dopo 48 ore di pit stop medico, come spiegato da una nota di Fi, il leader azzurro sarebbe stato dimesso e tutt'ora resta top secret il luogo dove sta soggiornando. Bocche cucite anche sull'ipotesi di un incontro tra Berlusconi e Rupert Murdoch sul nodo Vivendi-Premium. La voce di un colloquio tra i due continua a circolare con insistenza in queste ore, ma dalle parti di palazzo Grazioli non risulta nulla nell'agenda newyorkese di Berlusconi.

REFERENDUM, BRUNETTA RIBALTA LO SCENARIO: “CON LA VITTORIA DEL SI CI SARA’ IL CAOS” E SPIEGA PERCHE’

Alla Camera dei Deputati, durante la presentazione del ‘Riformisti per il No‘, comitato referendario promosso da Stefania Craxi e Stefano Caldoro, Renato Brunetta ipotizza che con la vittoria del Sì al Referendum: “Renzi si monterà la testa e vorrà andare ad elezioni anticipate e mettiamo che però vinca il M5S: a quel punto avremmo una Camera ‘grillina’ ed un senato del Pd, cioè due maggioranze diverse, sarebbe il caos. Immaginatevi cosa farrebbero i ‘piddini’ al Senato: ci sarebbe la guerra costante contro la Camera M5S”. Poi il capogruppo azzurro però non nasconde anchel’obiettivo politico del suo ‘No’: “Certo che voglio mandare a casa Renzi. Sarebbe così costretto a cercarsi un lavoro, lui che non ha mai lavorato in vita sua. Sarebbe una soddisfazione troppo bella e gli italiani se la sognano anche la notte”

giovedì 6 ottobre 2016

RENZI CI STA INGUAIANDO : IL DEBITO PUBBLICO SCHIZZA A OLTRE IL 133 %


La politica economica di Renzi ci proprio inguaiando. Il debito italiano salirà infatti al 133,2% nel 2016 dal 132,7% del 2015. Nel 2017 il debito crescerà al 133,4%. E’ quanto prevede il Fmi, che rivede al rialzo le stime sul debito italiano rispetto ad aprile, quanto aveva previsto un debito al 133% nel 2016 e al 131,7% nel 2017. Le stime sono superiori a quelle contenute nella Nota di aggiornamento al Def, dove ò previsto un debito al 132,8% nel 2016 e al 132,2% nel 2017.
Debito più alto, crescita più bassa
Oltre che sul debito, arrivano brutte notizie anche sul fronte della crescita.  Il Fmi lima le stime  per l’Italia. Dopo il +0,8% nel 2015, nel 2016 il pil italiano salirà dello 0,8% e nel 2017 dello 0,9%, rispettivamente 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle stime di luglio e 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile. Nella nota di aggiornamento al Def il governo ha previsto un pil in crescita dello 0,8% nel 2016 e dell’1,0% nel 2017. E fortuna che il governo Renzi doveva essere quello della ripresa italiana…


IL FINANCIAL TIMES STRONCA RENZI E LA SUA RIFORMA


Secondo il premier, si legge nell'editoriale, il bicameralismo paritario "produce ritardi inutili che fanno zoppicare anche i governi benintenzionati come il suo. Eppure nel dopoguerra il Parlamento italiano ha approvato un numero maggiore di leggi di quelle passate in Francia, Germania, Regno Unito e Usa", scrive Tony Barber sottolineando i pericolo di vittoria del No al referendum. Ma "dall'altro lato una vittoria (del Sì, ndr) potrebbe rivelare la follia di voler anteporre l'obiettivo tattico della sopravvivenza del governo alla necessità strategica di una democrazia robusta" 
una cattiva riforma“.   
 IL FINANCIAL TIMES STRONCA RENZI E LA SUA RIFORMA
Tony Barber ha cambiato idea sull’ex sindaco di Firenze, dirà chi ricorda un editoriale del 2015 in cui il giornalista definiva Renzi come “l’ultima speranza per l’Italia”. Ma nell’ultimo paragrafo dell’articolo, Barber riprende il concetto. Con un distinguo: “Nelle capitali europee si ha la sensazione che Renzi meriti di essere sostenuto. Un’Italia senza timone, esposta a una crisi delle banche e al Movimento 5 Stelle, comporterebbe guai”, continua ilFinancial Times sottolineando i pericolo che una vittoria del No al referendum del 4 dicembre comporterebbe. 
 IL FINANCIAL TIMES STRONCA RENZI E LA SUA RIFORMA
Ma “dall’altro lato una vittoria (del Sì, ndr) potrebbe rivelare la follia di voler anteporre l’obiettivo tattico della sopravvivenza del governo alla necessità strategica di una democrazia robusta“.  
 Financial Times cambia verso. E' un'inversione di 180 gradi quella di Tony Barber. L'editorialista del quotidiano economico aveva scritto a luglio scorso un articolo in cui la pensava diversamente. "La sconfitta rischierebbe di gettare l’Italia in uno stato di prolungata instabilità politica ed economica", aveva scritto Barber. Non solo: la sconfitta di Renzi "potrebbe mettere l’Italia, paese cruciale per la sopravvivenza dell’unione monetaria, nelle mani di un partito idiosincratico, del tutto inesperto a livello nazionale e che vuole far uscire il paese dall’eurozona". E infine concludeva: "Numerose bucce di banana si trovano lungo il cammino dell’UE nei prossimi 12 mesi, da una potenziale vittoria dell’estrema destra in Austria alle elezioni in Olanda e Francia. Ma il referendum costituzionale italiano potrebbe essere la più scivolosa di tutte".  La preoccupazione dei Paesi e degli investitori stranieri, stando ai report di Barber, sembra quindi essere scemata in questo lasso di tempo. Il quotidiano della City ora lancia una sorta di allerta nel caso di vittoria del Sì. Qualcosa è cambiato.


A 445 ANNI DALLA BATTAGLIA DI LEPANTO - DIMENTICAT0 SCONTRO DI CIVILTA’- L’ISLAM RIMANE UN PROBLEMA.


mercoledì 5 ottobre 2016

BERLUSCONI E’ SEMPRE LEADER: ANCHE MALATO. AUGURI PRESIDENTE


Non è iniziata nel migliore dei modi la trasferta americana per Silvio Berlusconi. Ieri una nota della sua segreteria ha informato che il 30 settembre, in fase di atterraggio a New York, è stato colto da lieve malore. «Il medico curante, professor Zangrillo - prosegue la nota - ha disposto il trasferimento presso il pronto soccorso del Presbyterian Hospital a cui ha fatto seguito ricovero nella medesima struttura ospedaliera. Dopo una serie di approfonditi accertamenti, che hanno escluso problemi di natura cardiovascolare, il Presidente Berlusconi è stato dimesso nella giornata di ieri con indicazione di rimanere a New York sotto controllo sanitario». Intanto, in Italia, la macchina politica va avanti. Anche nel centrodestra. Ieri Affaritaliani ha pubblicato un sondaggio che, salvo smentite, sarebbe stato realizzato dall’Euromedia Research per Silvio Berlusconi. Da cui emergono alcune cose interessanti. La prima è che il Cavaliere è ancora pienamente nel cuore degli elettori azzurri, che lo indicano in maniera plebiscitaria (l’80%), leader del partito e candidato premier. Su Parisi, la cifra non è esaltante: la sua «notorietà» sarebbe inferiore al 50%, numero che, al momento, renderebbe ardua una prospettiva di guida nel centrodestra. Nello studio dell’istituto di Alessandra Ghisleri, inoltre, emergerebbe anche altro: il 50% degli elettori di FdI indicherebbe Berlusconi come capo del centrodestra, percentuale che scende al 40% nella Lega, dato comunque rilevante. Questi numeri si collocano nello scenario degli ultimi mesi. L’estate è stata foriera di polemiche nell’attesa della convention di Parisi degli scorsi 16 e 17 settembre, con una parte di Forza Italia (Brunetta, Toti e Matteoli) su tutti, che accusava il patron di Chili di una linea aperturista verso Renzi. D’altronde, proprio su queste colonne il Senatore Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano che ha affiancato il percorso politico di Parisi, alla vigilia della convention «Energie per l’Italia» invocava, pur parlando a titolo personale, un «rapporto non conflittuale» con il premier, nella convinzione che il vero pericolo per lo sviluppo del Paese sia Beppe Grillo. Dopo la due giorni milanese allo spazio Megawatt, da più parti è

L’ISLAM E’ UN PERICOLO: VOGLIONO SOTTOMETTERCI CON LE ARMI E CON I FIGLI


Il prelato: "Quando saranno maggioranza imporre la sharia al mondo sarà un obbligo" Trieste L'Islam che vuole conquistare il mondo, le bandiere nere che puntano su Roma, l'immigrazione che sovverte la maggioranza, i cristiani sotto tiro pure in Occidente, nessuna alternativa alla famiglia tradizionale e Vladimir Putin «convertito» sono solo alcune risposte forti del cardinale Raymond Leo Burke nell'intervista esclusiva a il Giornale. Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e membro della Congregazione delle cause dei santi, il porporato del Wisconsin, classe 1948, è lo stendardo della chiesa tradizionale. Non pronuncia mai una parola contro Papa Francesco, ma durante tutta l'intervista naviga fuori dal coro del politicamente corretto a cominciare dalla difesa a spada tratta della famiglia classica.


VATICANO E PD ACCOLGONO I PROFUGHI PER INTERESSE



Cresce di giorno in giorno la quantità di chiacchere sul problema dei  profughi. Vorrei ricordare che la larghezza del Mar Rosso è la metà della distanza tra la Libia e l'Italia; che attraversare il Mar Rosso è due volte più agevole che attraversare il Mediterraneo; e che il 90 per cento dei clandestini è musulmano. Di conseguenza, mi chiedo perché i clandestini non attraversano il Mar Rosso e si fanno accogliere dai loro fratelli islamici. La risposta è che noi garantiamo a loro il servizio taxi gratuito con le nostre navi militari perché il Vaticano e la sinistra hanno bisogno della riconoscenza dei migranti per fare opera di proselitismo. Purtroppo il costo economico e sociale di tale follia lo paghiamo soltanto noi sudditi. Marco de Leone

martedì 4 ottobre 2016

RITORNO, NON FERIE, NUOVO COMPUTER ABBANDONATO DAL THOSIBA DOPO 10 ANNI


IL BUCO NERO DI MPS


A PROCESSO MUSSARI E ALTRI 15 PER LA SCANDALOSA ACQUISIZIONE DI ANTONVENETA, ORIGINE DEL CRAC DELLA BANCA (E DELLA MORTE DI DAVIDE ROSSI) – FURONO PAGATI DIECI MILIARDI DI EURO AL SANTANDER DI BOTIN PER 1.003 SPORTELLI IN PIÙ, IL CUI VALORE SECONDO MOLTI ANALISTI ERA DI APPENA 3 MILIARDI (TANGENTI PER I PARTITI?)

IL PAESE HA LE IDEE CHIARE: CON IL NO RENZI CADE


Il 55% degli italiani è convinto che Renzi debba lasciare Palazzo Chigi in caso di ko al referendum
La campagna elettorale per il voto al referendum costituzionale è ormai entrata nel vivo. La data fissata il 4 dicembre è ancora molto lontana (per la prima volta nella storia della Repubblica si voterà a dicembre), ma il dibattito è già acceso. Anche sulla stessa scelta del giorno del voto: lo spostamento in avanti ha visto molti accusare il presidente del Consiglio Renzi di avere prolungato troppo la campagna elettorale per favorire il Sì. E anche la formulazione del quesito ha suscitato discussioni, in quanto, secondo le opposizioni, pure esso avvantaggerebbe il voto a favore della riforma. Ma la gran parte del dibattito avviene nel merito di quest'ultima. Anche se, per la verità, molti italiani non sembrano padroneggiare a fondo i contenuti della proposta (le argomentazioni sono spesso dense di tecnicismi e richiedono approfondimenti) e interpretano sin qui il voto per lo più come un pronunciamento favorevole o contrario al governo e, in particolare, a Matteo Renzi. Fare previsioni sull'esito della consultazione è oggi assai problematico. Gli esiti di buona parte dei sondaggi condotti sino a questo momento sembrano suggerire una prevalenza dei No, accreditati dal 52% al 55%, a seconda delle rilevazioni. E, peraltro, anche le ricerche che vedono, invece, una prevalenza dei Sì, rilevano una progressiva diminuzione di questi ultimi. Ma la grande quantità di indecisi tuttora presente (dal 30% al 40%) e l'incognita dell'affluenza alle urne (reputata oggi tra il 50% e il 60%) costringono ad effettuare le stime su una porzione relativamente limitata dei campioni intervistati, ciò comporta un significativo margine di errore statistico e, specialmente, una potenziale grande variabilità dei risultati. Insomma, il risultato pare tutt'altro che consolidato.