Puntata di Report del 7 ottobre sul fenomeno assi diffuso
dei rimborsi spese. L’inchiesta di Report intitolata Caro Segretario racconta
come questa figura obbligatoria in tutti gli enti comunali rappresenti spesso
un costo spropositato per le casse pubbliche con retribuzioni dalle cifre ben
più elevate di quelle di dirigenti e degli stessi organi politici. Insomma,
quasi una vera e propria casta nella casta. Un esempio è stato prelevato, non a
caso, da Camugnano, cittadina di appena
duemila anime in provincia di Bologna in cui il segretario comunale, tra
stipendio base, indennità e rimborsi, è arrivato a percepire qualcosa come 110
mila euro all’anno; altro caso-limite è balzato fuori in quel di Como, dove
addirittura il segretario comunale ha dichiarato 234 mila euro annui. Cifre
notevoli. Tutte da verificare. E che comunque un Paese con il debito pubblico
tra i più alti d’Europa non può certo (più) permettersi. Castel di Casio e
Camugnano sono due piccoli centri sull’Appennino bolognese, distanti
poco più di 10 chilometri uno dall’altro. Hanno lo stesso prefisso telefonico e
per effetto di una convenzione firmata nel settembre del 2009 hanno anche lo
stesso segretario comunale. Una soluzione abbastanza diffusa nei piccoli paesi,
adottata con l’intenzione di dare una sforbiciata alle spese. A Camugnano però,
secondo il consigliere regionale Andrea De Franceschi, ha avuto l’effetto
contrario e si è trasformata in un pretesto per accedere a rimborsi gonfiati.
Il segretario comunale che ha ricevuto l’incarico si chiama Giorgio Cigna.
Divide la settimana lavorando 3 giorni a Camugnano e 2 a Castel di Casio.
Il dirigente però non riceve solo il rimborso del viaggio tra un comune a
l’altro, ma anche quello del tragitto casa lavoro. Che, abitando
a Forlì, in 18 mesi ha superato i 23 mila euro. Da qui l’esposto in
procura e la denuncia del consigliere regionale: “Il caso è semplice nella sua
gravità – spiega De Franceschi, capogruppo del Movimento 5 Stelle – La legge
dice chiaramente che lui ha diritto alle spese di viaggio tra i due comini, ma
esclude categoricamente che possa venir rimborsato per il percorso dalla
residenza alla sede di lavoro. È assurdo che da gennaio 2010 a luglio 2011
abbia intascato, mediamente, oltre 1200 euro al mese solo per benzina e pedaggi
autostradali.”.
Della questione ora se ne occuperà la procura di
Bologna. Oltre
che a depositare un’interrogazione regionale, l’esponente del Movimento ha
fatto un esposto ai carabinieri di Camugnano. “Non capisco se si tratti di
distrazione o malafede – ha commentato – tuttavia è un grosso danno e quindi
m’è sembrato opportuno segnalarlo”.
Calcolatrice alla mano, il comune di Camugnano
avrebbe speso 7 mila euro di rimborsi spesa annui, compresi quelli per lo
spostamento da casa all’ufficio. “Sarebbe bastata – ha rimarcato De Franceschi
– una telefonata a uno dei vicini comuni di Monzuno, Castiglione dei Pepoli,
San
Benedetto Val di Sambro.
Anche loro sono convenzionati per il servizio di segreteria, ma spendono di
rimborsi circa 260 euro al mese. Alla magistratura il compito di chiarire se ci
sia dolo o grave incapacità degli amministratori”.
Contattato al telefono, invece, il segretario
Cigna non ha voluto entrare nel merito delle accuse “per non dare il via a
inutili polemiche e discussioni”. Si è limitato a citare a sua discolpa un
parere della Corte dei Conti: “Tempo fa la Corte ha ammesso l’assegnazione di
questo tipo di rimborsi ai segretari comunali. E comunque – ha concluso – ci
penserà la Procura a fare chiarezza sulla vicenda”.
Fin qui l’accaduto, ora al vaglio della
Magistratura. A
quanto pare nessuna legge prevede che in uno stipendio siano previsti rimborsi
chilometrici per raggiungere il luogo di lavoro ( i due Comuni). E tanto
meno dei diritti di segreteria per gli atti che un soggetto interessato
stipula e firma per conto del Comune e quindi, da pagare, con i soldi dei
cittadini. Fonte: Romagna Gazzette
Nessun commento:
Posta un commento