Smantellata
cellula Isis in Italia. Il pericolo di attacchi jihadisti nel nostro Paese è
crescente. Il terrore corre sul web. Agire subito
La notizia che rimbalza sulle prime pagine di
tutti i quotidiani è lo smantellamento di una cellula jihadista in Italia
dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso
le milizie dell’Isis. Non solo. In Nigeria, Boko Haram ha rapito oltre 400
donne e bambini nella città di Damasak. Scontrandoci con così tanta violenza le
parole del cardinale Bagnasco provano ad aprire uno spiraglio di tenerezza dove
il conforto non arriva: “Invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una
bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra”. Ma la fede può tutto
per l’anima e poco per il terrorismo. Quello va arrestato con azioni forti e
repentine da parte dei governi, con il consolidamento di valori essenziali e
cristiani lasciati marcire dalle coscienze populiste europee. Ripartiamo da
qui. Non vi è scampo altrimenti.
La cyberwar del califfato – "Oltre 133 mila
tweet da 46 mila profili, di cui oltre 1.500 condividono più di 50 contenuti
pro-jihad, con picchi fino a tre volte superiori". È questa la potenza di
fuoco quotidiana, almeno fino a dicembre 2014, dello Stato Islamico su Twitter,
secondo il report realizzato da J. M. Berger (Brookings Institution) pubblicato
su 'Repubblica'. Il governo sottovaluta questi aspetti, dimenticando che le
recenti primavere arabe hanno preso vitalità proprio grazie alla propaganda sui
social network. Purtroppo al giorno d'oggi le guerre asimmetriche si combattono
anche sul web.
Nessun commento:
Posta un commento