Il senatore del Pd, Luigi Manconi (foto
LaPresse)
Dopo il suicidio
della farmacista Vera Guidetti è scontro totale nel Partito
Democratico sul caso
Giovannini. Luigi Manconi in una
nota durissima accusa i colleghi di partito che a Bologna hanno preso le
distanze dalla sua interrogazione al Senato di voler solo conservare "buone relazioni con la
Procura" del capoluogo emiliano-romagnolo.
Secondo il senatore
infatti
"risulta fin troppo ovvio
che il modo migliore di tutelare il pubblico ministero Giovannini dalle minacce
e' esattamente quello di diradare qualsiasi ombra sul suo operato".
Quanto poi "al fatto che qualche sciocchino
ha voluto accostare la mia interrogazione alle minacciose
scritte comparse sui muri di Bologna, beh, non gli replico:
"si vergogni", manda a dire Manconi. "Piuttosto: ma mi faccia il piacere".
La
vicenda e' quella del suicidio della farmacista bolognese Vera Guidetti, due giorni dopo essere stata interrogata
nell'ambito di un'indagine su un furto. La donna in un
biglietto ha accusato il
procuratore aggiunto Valter Giovannini di essere stata trattata "come una
criminale". Manconi, che e' anche membro della commissione Difesa di Palazzo Madama
e presidente della Commissione straordinaria bicamerale per la tutela dei
diritti umani, rivolgendosi ai ministri della Giustizia e dell'Interno, Orlando
e Alfano, ha chiesto loro "se non ritengano opportuno attivare i poteri
ispettivi presso la Procura e la squadra mobile di Bologna". Ma ieri e' arrivata
la controffensiva dei democratici bolognesi, con le prese di distanza di Andrea
De Maria, Raffaele Donini e Francesco Critelli.
Pero' Manconi non cede e
anzi contrattacca. "Trovo
tragicamente grottesco che in presenza del suicidio di una persona, nel corso
di un'indagine quantomeno controversa, l'unica preoccupazione di alcuni
esponenti del Pd bolognese sia quella di criticare la mia richiesta di
dissipare ogni dubbio e di fugare ogni perplessita'", ribatte
in un comunicato. "Richiesta
- precisa il senatore in una nota- doverosamente
da me indirizzata alle sole autorita' competenti, il ministro della Giustizia e
il ministro dell'Interno. I miei critici, se avranno il garbo di leggere la mia
interrogazione, troveranno che essa, con linguaggio misurato e prudente, si limita a indicare alcune circostanze e
alcuni atti che dovrebbe essere interesse di tutti chiarire rapidamente".
D'altra parte, rileva
ancora Manconi, "trovo buffo che si invochi una sorta di riserva
territoriale,
che limiterebbe la possibilita' per un parlamentare nazionale di intervenire,
in qualunque angolo del paese, su questioni cosi' rilevanti a proposito dei
rapporti tra cittadini e istituzioni pubbliche. Come dovrebbe essere noto
persino all'assessore Donini e al deputato De Maria, non e' un mio semplice
diritto, bensi' un mio
ineludibile dovere quello di chiedere ai ministri competenti informazioni su
fatti e comportamenti che meritano di essere approfonditi".
E, insiste ancora il democratico, "trovo davvero singolare che, dopo tante
tonitruanti dichiarazioni (anche di recente, anche in Emilia) sull'autonomia
della politica e sul fatto che non debba essere subalterna alla magistratura,
qualche rappresentante della politica si adoperi solo ed esclusivamente per
intrattenere buone relazioni con la Procura". Grazie al cielo, rileva
pero' il parlamentare, "altri esponenti bolognesi del mio partito la
pensano diversamente".
Al trio Critelli-De Maria-Donini, che ieri hanno di
fatto isolato l'iniziativa di Manconi prendendone le distanze,
risponde oggi un altro parlamentare bolognese del Pd, Sergio Lo Giudice, che
invece si schiera a difesa dell'operato di Manconi. Chiedere ai ministri di
Interno e Giustizia di verificare l'operato del procuratore aggiunto Valter
Giovannini "non e' ne' un atto di accusa ne' una delegittimazione del
lavoro importante svolto dalla Procura bolognese nel contrasto alla
criminalita'- sostiene Lo Giudice- la solidarieta' al procuratore aggiunto
Valter Giovannini per le scritte contro di lui da parte del Pd e' unanime e
senza condizioni".
Ma allo stesso tempo,
afferma il senatore Pd, "che lo Stato, nelle sue diverse
articolazioni e con la collaborazione di tutti, si attivi per fugare qualsiasi
ombra sulla correttezza di una procedura rappresenta un elemento di garanzia in
piu'". Lo Giudice si dice "certo che la Procura di Bologna sapra'
fare luce sui quesiti posti, ma che questo avvenga e' un bene per tutti-
aggiunge- perche' nel rapporto fra istituzioni e cittadini ogni ombra va
illuminata". (Fonte Dire)
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