Nessun grande vecchio, nessun
burattinaio, ma solo interessi, politici ed economici, da parte dei soliti
poteri forti e marci, da parte delle solite forze politiche ideologicamente
e intrinsecamente golpiste, che non disdegnano di usare la magistratura e le
potenze straniere per far fuori gli avversari. Un’antica e perversa
tradizione italica.
Che cosa è successo al nostro
paese dal 2009 in poi? I fatti li conosciamo. Si è passati dal
massimo consenso di un presidente del Consiglio nell’Italia repubblicana (25
aprile 2009, Berlusconi in Abruzzo dopo il terremoto dell’Aquila, a Onna),
allo scatenamento di campagne di stampa scandalistiche, seguite e
attorcigliate ad attacchi giudiziari. Il tutto coronato da un assalto
della speculazione internazionale al debito sovrano del nostro Paese. Una vera
e propria morsa, da non lasciare scampo.
Fatti seguiti dall’imposizione di
dimissioni al presidente legittimo Silvio Berlusconi, incolpato della piega
drammatica degli eventi passati sotto la categoria “spread”, sostituito
da un uomo non eletto da nessuno, fossero pure i vicini di ballatoio, alla
presidenza del Consiglio, Mario Monti.
Quindi elezioni nel febbraio
2013, grazie alla reazione di Berlusconi. Poi ancora altri due capi del
governo promossi da Giorgio Napolitano senza che fossero indicati dagli
elettori: Enrico Letta e Matteo Renzi. Mentre il leader riconosciuto dei
moderati veniva prima condannato in un processo farsa e poi estromesso dal
Senato. 8
LA
SPECULAZIONE MEDIATICO-GIUDIZIARIA
Che tutto tendesse a eliminare
Silvio Berlusconi, creando una specie di Comitato di Liberazione Continentale
contro di lui, era già percepibile nell’autunno del 1994. Ma conosciamo tutti
la storia di vent’anni e di una cinquantina di processi e più.
Ripartiamo allora da una data
precisa, il 25 aprile 2009, per capire che un modo per far fuori
Berlusconi bisognava in tutti i modi trovarlo. E con tutti i mezzi. Costi quel
che costi. Berlusconi riscuote troppo consenso, e la sinistra questo non glielo
perdona. Non glielo perdonerà mai.
Quel 25 aprile del 2009 avevamo
conquistato il cuore degli italiani, anzi più in là. Berlusconi, con la sua
capacità di azione e di organizzazione, dinanzi alla tragedia del terremoto
dell’Aquila e dell’Abruzzo, aveva capovolto troppi luoghi comuni in patria
e all’estero per passarla liscia.
BERLUSCONI RISCUOTE TROPPO
CONSENSO: BISOGNA FARLO FUORI. 25 APRILE 2009
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