Premiata la coalizione di centrodestra. Le Pen
trionfante, ma a quota zero. In Italia si traduce in una conferma
dell’esperienza berlusconiana dal ’94 ad oggi: alleanza di centrodestra con un
‘no’ secco alla sinistra e all'estremismo. La Lega scelga la vittoria o
l'inconsistenza narcisistica
La lezione francese bis è ancora
più chiara della prima, di quindici giorni fa. Ci sono
ragioni evidenti per riconoscere una simmetria con la nostra situazione
politica. Dunque è una ripetizione molto istruttiva. Ed è iniezione di
coraggio per chi non si arrende al dominio incontrastato ed accettato
fatalisticamente della sinistra. A essere sconfitta è la sinistra al governo,
trionfatore Hollande nel 2012 alle presidenziali, è membro eminente del
Partito socialista europeo, tale quale Renzi, di cui è alleatissimo. Ci sono
voluti tre anni perché risultasse chiara agli elettori l’incompetenza della
sinistra a risolvere i problemi economici e di sicurezza oltre che di prestigio
internazionale della Francia. Il fenomeno della destra del Front
National di , Marine Le Pen manti
europeista e francamente incline all’estremismo solitario, ne esce
confortato dal risultato percentuale, ma è nullo in termini pratici. Zero. Guardiamo
a casa nostra. governa da poco più di un anno. Questa è la differenza Renzi
non da poco che spiega la differenza di consenso tra Hollande e Renzi.
Quest’ultimo si regge ancora su
una bolla mediatica che finora
gli ha vellicato le guance, ma che si sta sgonfiando. Si può battere anche ora,
si può battere soprattutto nella prospettiva delle future elezioni politiche:
ma occorre sapergli opporre un’alternativa credibile, che sul modello
francese deve veder prevalere il modello criticamente europeista, decisamente
alternativo alle politiche di forti tasse e spese a pioggia della sinistra.
Il nostro centrodestra,
sviluppatosi con l’inizio della seconda Repubblica, ha come motore e
catalizzatore Silvio Berlusconi e la sua Forza Italia (che al tempo
includeva il centro di Casini), qualcosa di assolutamente nuovo ed insieme
erede del bagaglio culturale liberale, cattolico e socialista. Berlusconi ha
potuto federare in modo vincente e (poi ), grazie a una sintesi LegaMsiAn dove
l’elemento dominante era la “rivoluzione liberale” e moderata.
Questa alleanza larga è non solo
possibile, ma necessaria per vincere e niente affatto stridente quanto ai
valori e al programma. Questo è ciò che (finora) ci ha distinto dal caso
francese. Mentre infatti il nasce “verso il fascismo”, ha Front National la
nostra destra lasciato alle spalle il fascismo; la Legaa sua volta
non nasce estremista e neppure di destra, ma con connotati di identità
comunitaria, essendo passata nel frattempo dal secessionismo al federalismo.
DUE POSSIBILITÀ si parano
davanti a noi (e a tutto il centrodestra). Imitare pedissequamente lo schema
francese. Con 1) la Lega e Fratelli d’Italia che corrono da soli,
inseguendo l’onda blu Marine che si è fragorosamente frantumata sugli scogli.
Forza Italia che raduna intorno a sé forze minori del centro (sempre che non si
lascino lusingare dal ruolo di vassalli piumati di Renzi). In futuro non si sa,
ma oggi questo scenario è totalmente disastroso, salvo che per Renzi. E
dunque irresponsabile. La lezione francese va afferrata nel senso forte che è
questo: oggi in Europa l’alternativa alla sinistra non è la destra ma il
centrodestra!
Un’alleanza seria, strategica, in
progress quanto ai contenuti, con e con e la Lega Area popolare Fratelli Matteo
Salvini, cui non manca intelligenza e fiuto d’Italia. politico,
comprende benissimo che il pennone di questo vascello per essere vincente deve
stare al centro. La pretesa di essere il vessillifero lepenista del
centrodestra in Italia condurrebbe a una sconfitta sicura.
Non intendiamo prenotarci alla sconfitta da
qui all’eternità, oltretutto sottomettendoci ad idee che non ci somigliano e
non somigliano a quelli che dominano nel ceto medio. Che è arrabbiato, ma non è
rabbioso, non ha quel dna che trasforma le parole in oggetti contundenti e
l’Europa in un nemico.
(Esiste una . Ma sarebbe la più
scialba e triste di terza possibilità tutte. Trasformarsi in
stampella del renzismo sin da oggi. Magari proponendo alleanze per le
regionali, ma piegandosi a votare le riforme del Partito democratico. Votandosi
così all’inesistenza. Noi siamo moderati nei valori, ma intransigenti sui
principi. Non si svende la fiducia che il nostro popolo ci ha dato; non si
dà neanche un centimetro di spago a chi vuole comprimere la democrazia).
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