MA A NOI NON FA
PAURA. ANZI E’ ANDREANALINA PURA.
È già in funzione l'antiaerea. È scattata l'emergenza
democratica. Come nel '94, nel 2001, nel 2008: insomma, ogni volta che il
centrodestra ha vinto. Silvio Berlusconi non ha ancora annunciato se si
ricandiderà alla premiership del Paese, ma intanto è già tornato in campo. E
giornali e forze politiche che fino a pochi giorni ironizzavano sul suo
silenzio e lo davano per finito, ora si meravigliano e si scandalizzano per le
sue parole. A Otto e mezzo, il duo
Eugenio Scalfari-Paolo Mieli paragona l'eventuale ritorno di Berlusconi a
quello di Juan Domingo Peron. Mieli: "Nella
storia ci sono di questi ritorni, basta pensare al ciclo peronista".
Scalfari: "Peron vinse perché aveva
al fianco la seconda moglie". Il colmo del ridicolo lo ha però
raggiunto la Repubblica, il
giornale-partito che da sempre demonizza Berlusconi. Il quale aveva appena
finito di rilasciare l’intervista al Giornale,
e già Mauro riportava i commenti allarmati di mezza Europa, soprattutto dei
tedeschi e dello stesso governo di Berlino. L’ennesima bufala, che la stessa
cancelliera Merkel ha sbugiardato durante la conferenza stampa di ieri, dicendo
che lei è democratica, “rispetta i
risultati elettorali di tutti i Paesi”, e si sente concentrata solo sul suo
impegno di governare bene la Germania. Come, dire: se in Italia Berlusconi
rivince le elezioni, è la democrazia bellezza! Una verità semplice. E oggi il
fatto-chiave è questo: la capacità di Berlusconi di lanciare messaggi
galvanizzanti per i moderati, a sinistra – e non solo a sinistra - fa paura,
molta paura. Il leader del Pdl, con un’analisi tranquilla e chiara nei
contenuti, ha semplicemente distrutto Grillo e il grillismo, un fenomeno che
decine di editorialisti hanno cercato inutilmente di spiegare negli ultimi
mesi, senza avere neppure un decimo dell’efficacia di Berlusconi.
Grillo è solo un comico che legge un copione,
sempre lo stesso, scritto da altri: lo legge a Trieste come a Palermo, comprese
le battute ad effetto. Ma da qui a governare, ce ne corre. Lapalissiano? Certo,
ora che lo dice Berlusconi, ne convengono un po’ tutti. Ma finora Grillo era
visto come “il fascista” (Bersani), l’incubo populista (Casini e dintorni),
l’uomo nero contro il quale schierare tv e giornali dei poteri forti. A
differenza dei leader pavidi, Berlusconi ci ha messo la faccia, ha fatto
la propria analisi in modo pacato, senza insultare nessuno, e ha mandato Grillo
a cuccia.
L’analisi di Berlusconi fa paura anche perché,
parlando di Matteo Renzi, è tornato a dire una verità scomoda per la sinistra.
Se il sindaco di Firenze dovesse vincere le primarie, ha argomentato il leader
del Pdl, visto che le sue idee sono liberali come le nostre, finalmente il
maggiore partito della sinistra, che ha smesso il nome di comunista ma ne ha
conservato i leader e i contenuti, diventerebbe un partito socialdemocratico.
Una vera frustata sulla pelle per i leader ex comunisti del Pd (Bersani,
D’Alema, Veltroni, Finocchiaro, e compagni), che sulla menzogna di una
conversione del Pd al libero mercato hanno costruito un’immagine ipocrita. Ma
poi è arrivato Silvio a dire che il re è nudo, e la foglia di fico che copriva
falce e martello è caduta all’istante.
Non è tutto. Nell’analisi del nostro leader ci
sono le bocciature politiche che milioni di italiani condividono: bocciata
l’Europa dei burocrati, bocciata la voglia egemone della Germania che vuole
questa Europa ai suoi piedi, bocciato il fondo salva-Stati che non potrà mai
funzionare, bocciato il “fiscal compact” che condannerebbe l’Italia a una
recessione interminabile, bocciata l’Imu e la politica fiscale del governo
Monti, che ha alzato troppo le tasse e depresso consumi e stipendi, dando così
il via alla recessione, bocciata la Costituzione che rende impossibile
governare l’Italia in modo efficace, bocciati i tecnici che non hanno una
legittimazione democratica, mentre l’Italia ha bisogno di una guida vera e
forte per il cambiamento.
Ecco, bastava fare il conto dei bocciati e dei
promossi per capire che il discorso di Berlusconi avrebbe fatto paura a molti,
ma non a tutti. Fa paura alla sinistra e ai suoi reggicoda. Ma a noi non fa
paura. Anzi, è adrenalina pura.
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