giovedì 20 settembre 2012

SILVIO PARLA E FA SUBITO PAURA


MA A NOI NON FA PAURA. ANZI E’ ANDREANALINA PURA.
È già in funzione l'antiaerea. È scattata l'emergenza democratica. Come nel '94, nel 2001, nel 2008: insomma, ogni volta che il centrodestra ha vinto. Silvio Berlusconi non ha ancora annunciato se si ricandiderà alla premiership del Paese, ma intanto è già tornato in campo. E giornali e forze politiche che fino a pochi giorni ironizzavano sul suo silenzio e lo davano per finito, ora si meravigliano e si scandalizzano per le sue parole. A Otto e mezzo, il duo Eugenio Scalfari-Paolo Mieli paragona l'eventuale ritorno di Berlusconi a quello di Juan Domingo Peron. Mieli: "Nella storia ci sono di questi ritorni, basta pensare al ciclo peronista". Scalfari: "Peron vinse perché aveva al fianco la seconda moglie". Il colmo del ridicolo lo ha però raggiunto la Repubblica, il giornale-partito che da sempre demonizza Berlusconi. Il quale aveva appena finito di rilasciare l’intervista al Giornale, e già Mauro riportava i commenti allarmati di mezza Europa, soprattutto dei tedeschi e dello stesso governo di Berlino. L’ennesima bufala, che la stessa cancelliera Merkel ha sbugiardato durante la conferenza stampa di ieri, dicendo che lei è democratica, “rispetta i risultati elettorali di tutti i Paesi”, e si sente concentrata solo sul suo impegno di governare bene la Germania. Come, dire: se in Italia Berlusconi rivince le elezioni, è la democrazia bellezza! Una verità semplice. E oggi il fatto-chiave è questo: la capacità di Berlusconi di lanciare messaggi galvanizzanti per i moderati, a sinistra – e non solo a sinistra - fa paura, molta paura. Il leader del Pdl, con un’analisi tranquilla e chiara nei contenuti, ha semplicemente distrutto Grillo e il grillismo, un fenomeno che decine di editorialisti hanno cercato inutilmente di spiegare negli ultimi mesi, senza avere neppure un decimo dell’efficacia di Berlusconi.




Grillo è solo un comico che legge un copione, sempre lo stesso, scritto da altri: lo legge a Trieste come a Palermo, comprese le battute ad effetto. Ma da qui a governare, ce ne corre. Lapalissiano? Certo, ora che lo dice Berlusconi, ne convengono un po’ tutti. Ma finora Grillo era visto come “il fascista” (Bersani), l’incubo populista (Casini e dintorni), l’uomo nero contro il quale schierare tv e giornali dei poteri forti. A differenza dei leader pavidi, Berlusconi ci ha messo la faccia, ha fatto la propria analisi in modo pacato, senza insultare nessuno, e ha mandato Grillo a cuccia.
L’analisi di Berlusconi fa paura anche perché, parlando di Matteo Renzi, è tornato a dire una verità scomoda per la sinistra. Se il sindaco di Firenze dovesse vincere le primarie, ha argomentato il leader del Pdl, visto che le sue idee sono liberali come le nostre, finalmente il maggiore partito della sinistra, che ha smesso il nome di comunista ma ne ha conservato i leader e i contenuti, diventerebbe un partito socialdemocratico. Una vera frustata sulla pelle per i leader ex comunisti del Pd (Bersani, D’Alema, Veltroni, Finocchiaro, e compagni), che sulla menzogna di una conversione del Pd al libero mercato hanno costruito un’immagine ipocrita. Ma poi è arrivato Silvio a dire che il re è nudo, e la foglia di fico che copriva falce e martello è caduta all’istante.
Non è tutto. Nell’analisi del nostro leader ci sono le bocciature politiche che milioni di italiani condividono: bocciata l’Europa dei burocrati, bocciata la voglia egemone della Germania che vuole questa Europa ai suoi piedi, bocciato il fondo salva-Stati che non potrà mai funzionare, bocciato il “fiscal compact” che condannerebbe l’Italia a una recessione interminabile, bocciata l’Imu e la politica fiscale del governo Monti, che ha alzato troppo le tasse e depresso consumi e stipendi, dando così il via alla recessione, bocciata la Costituzione che rende impossibile governare l’Italia in modo efficace, bocciati i tecnici che non hanno una legittimazione democratica, mentre l’Italia ha bisogno di una guida vera e forte per il cambiamento.
Ecco, bastava fare il conto dei bocciati e dei promossi per capire che il discorso di Berlusconi avrebbe fatto paura a molti, ma non a tutti. Fa paura alla sinistra e ai suoi reggicoda. Ma a noi non fa paura. Anzi, è adrenalina pura.

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