C’è speranza e fiducia da parte del partito e
degli elettori tradizionali del centrodestra affinché Berlusconi annunci al più
presto la sua decisione di candidarsi alla guida del nostro Paese. Man mano che
il tempo passa questa attesa cresce e diventa via via più chiaro il significato
della decisione di volersi candidare alla guida di uno schieramento alternativo
a quello della sinistra. I sondaggi non riflettono questa attesa e questa
speranza che lievitano all’interno del partito e nel Paese, ma la sola possibilità
che Berlusconi sciolga gli ultimi dubbi non fa che galvanizzare il popolo del
centrodestra. Quando Berlusconi scioglierà le ultime riserve e annuncerà
ufficialmente la sua nuova discesa in campo, si vedrà come i sondaggi
rifletteranno positivamente questa novità. Che ci sia bisogno di Berlusconi per
suscitare le energie degli elettori di centrodestra, per ridare speranza e
fiducia al Paese non vi è alcun dubbio. Angelino Alfano lo ha detto in maniera
chiara e facendo appello ad un argomento decisivo quando ha ricordato che la
candidatura di Berlusconi è necessaria per dare un senso a quanto è avvenuto in
Italia con la formazione di un governo tecnico. Berlusconi ha compiuto un gesto
di grande responsabilità decidendo di fare un passo indietro, senza che il
Parlamento avesse votato la sfiducia al governo votato dagli italiani, e
contribuendo alla nascita di un governo Monti fortemente voluto dal Presidente
della Repubblica. Ma i risultati deludenti dell’attività svolta dal governo
tecnico richiedono che Berlusconi si presenti nuovamente di fronte agli
elettori per un bisogno di chiarimento politico.
Per non parlare del
fatto che Berlusconi rimane il candidato più forte e popolare del centrodestra,
il candidato con maggiore autorevolezza a livello internazionale. Ciò che
avviene a sinistra dimostra infine l’assoluta necessità di scongiurare la presa
del potere da parte di una coalizione che già oggi dimostra di essere divisa e
litigiosa, ma niente affatto pronta a governare, soprattutto in una situazione
difficile come questa. Ancora una volta l’unico vero collante della sinistra è
la brama di potere e uno spasmodico desiderio di spartire fra la cerchia dei
vecchi notabili tutti i possibili incarichi istituzionali e di governo. La
lezione del 1994 dimostra che i giochi non sono ancora fatti e che l’ultima
parola spetta al popolo sovrano.
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