EMERGE INTANTO LA MAPPA DEI CENTRI DI POTERE
Una "grande occasione": così il
governatore dell'Emilia-Romagna ha definito il progetto di provincia unica
romagnola nel corso di un summit del Pd che si è tenuto giovedì a Bologna. E'
stata una riunione fiume lunga diverse ore, con tutti i segretari provinciali
del Partito Democratico e gli amministratori del territorio, non solo della
Romagna ma anche della parte emiliana.Nella riunione sono emerse tutte
le resistenze al progetto, in particolare da parte del territorio di Rimini.
Tuttavia il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. In una dichiarazione pubblica,
dando ormai già per irreversibile il processo di unificazione dei territori
romagnoli, ha puntato sul tema delle "compensazioni", vale a dire su
come verranno suddivise sul territorio competenze e strutture statali di
livello provinciale. Anche il presidente della Provincia di Ravenna
Claudio Casadio ha parlato, puntando però sul tema che mette tutti d'accordo
dello Stato, che impone cure dimagranti a livello locale senza snellire niente
della propria burocrazia. CAPOLUOGO. E' stato lo stesso Errani
ad invitare segretari e amministratori pubblici a non infilarsi nel vicolo
cieco della discussione sul capoluogo della Romagna. Sarebbe rimasta ferma la
linea, già annunciata dai segretari del Pd romagnoli, di un "capoluogo
leggero", con le diverse funzioni distribuite sul territorio. Intanto, in
un'intervista sul Resto del Carlino, il padre di 'Romagna Mia' (una sorta di
celebre "inno nazionale" della Romagna), Raoul Casadei, 75
anni, rilancia Rimini capitale: "Capoluogo? Verrebbe da dire
Ravenna, ma poi torno sempre al turismo. E allora dico Rimini, più dinamica,
più produttiva, più proiettata al futuro". LE SPARTIZIONI.
Sempre sul Resto del Carlino si ipotizzano le possibili spartizioni dei centri
del potere pubblico: Ravenna capoluogo, Cesena sede dell'Ausl unica, a Rimini prefettura
e questura e strutture per il turismo
come l'aeroporto. Si tratta in ogni caso di indiscrezioni e di una materia che
nelle prossime settimane sarà oggetto di una fitta negoziazione politica.
I PICCOLI COMUNI. Contro il 'provincione' si muovono, intanto,
alcuni piccoli Comuni del Forlivese, per lo meno per esprimere perplessità e
per chiedere garanzie per le piccole comunità montane. Dopo il sindaco di
Civitella Bergamaschi che ha sollevato dubbi in una lettera aperta, anche il
sindaco di Premilcuore Luigi Capacci teme la marginalizzazione dei territori periferici,
con sindaci impossibilitati a gestire i propri comuni e a partecipare
contemporaneamente agli organi decisori delle nuove province.
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