LA GOVERNATRICE
DEL LAZIO, NON INDAGATA, LASCIA E ATTACCA:” ADESSO GLI SMASCHERO IO GLI
IPOCRITI”. CHI SONO? I DEMOCRATICI, CHE NON DICONO UNA PAROLA SUI LORO
IMBARAZZI.
REGIONE LAZIO,
LE DELIBERE CON L’AUMENTO DA 1 A 14 MILIONI DE I FONDI DESTINATI AI GRUPPI
POLITICI SONO SEMPRE PASSATE ALL’UNANIMITA’, CON PURE L’ACCORDO DI PD E IDV
Le erogazioni ai gruppi politici della Regione
Lazio sono lievitate senza che fosse fornita alcuna giustificazione specifica.
Le decisioni dell’ufficio di presidenza, poi ratificate dal consiglio regionale
— che hanno consentito di passare da un milione di stanziamento ratificato il
26 gennaio 2010 (la giunta all’epoca è guidata dal centrosinistra) ai 14
milioni dell’8 novembre 2011 — sono sempre state motivate con una generica
esigenza di denaro. E adesso pure su questo si stanno effettuando controlli. La
legge prevede infatti che si specifichino i motivi delle variazioni di
bilancio, soprattutto se i fondi devono essere sottratti ad altre “voci”.
Nonostante la norma fissi criteri precisi per la gestione dei soldi pubblici, le delibere che determinavano
i nuovi stanziamenti sono sempre passate all’unanimità, vale a dire con il
consenso di maggioranza e opposizione. «Il presidente Mario Abbruzzese decideva
d’accordo con il segretario generale Nazzareno Cecinelli e tutti votavano senza
effettuare alcuna obiezione o verifica», ha raccontato durante il suo
interrogatorio della scorsa settimana l’ex capogruppo Franco Fiorito, ora
indagato per peculato. A dimostrarlo ci sono adesso le copie degli atti
acquisiti la scorsa settimana nella sede della Pisana dagli uomini del Nucleo
Valutario per ordine dei magistrati. Il primo provvedimento preso dopo
l’elezione della nuova giunta guidata da Renata Polverini risale al 14 dicembre
2010. Il denaro messo a disposizione dei partiti viene aumentato fino a 5,5
milioni di euro. Il 10 febbraio 2011 l’ufficio di presidenza decide all’unanimità che
quello stanziamento è
congruo. Cecinelli “vista” la pratica. Sono
presenti Abbruzzese, il vicepresidente Raffaele D’Ambrosio dell’Udc, e i
consiglieri Gianfranco Gatti della lista Polverini, Isabella Rauti del Pdl,
Claudio Bucci dell’Idv. Ma due mesi dopo, il 4 aprile, arriva una nota firmata
dal funzionario Maurizio Stracuzzi che segnala come «la disponibilità attuale
del capitolo 5 non consente, nei prossimi mesi, di soddisfare le obbligazioni».
Non viene effettuata alcuna verifica ulteriore visto che in appena 24 ore si
riunisce l’ufficio di presidenza e si determina uno stanziamento aggiuntivo di
3 milioni di euro. La composizione è identica a quella della precedente
riunione. E
anche questa volta tutti sono d’accordo. Il 19 luglio 2011 si segue la solita
procedura. A cambiare è solo la “formazione” dell’ufficio di presidenza.
Assente D’Ambrosio, è presente l’altro vicepresidente: Bruno Astorre del Pd. Ma
il risultato è identico. Anche questa volta la “segnalazione” che le casse sono
vuote arriva da Stracuzzi. È stato lui, cinque giorni prima dell’incontro, a
sottolineare la necessità di disporre di altri 3 milioni. Detto, fatto. Grazie
alla sintonia che regna nell’ufficio di presidenza tutti i gruppi avranno i
soldi in più.
"Da Renata Polverini un atto di
serietà, di responsabilità e di forza. Mi spiace che questa vicenda vergognosa
alla fine abbia costretto lei ad un atto di tale rilevanza. Ora però si
faccia chiarezza fino in fondo su ogni gruppo ed ogni consigliere. E si mettano
alla gogna mediatica tutti quelli che se lo meritano e che penso siano molti di
più di quelli di cui sono apparsi i nomi. Non vorrei che, come talvolta accade,
sia dato ad alcuni la possibilità di falsificare qualcosa e presentarsi come
verginelle. E non sto pensando ai componenti del gruppo Pdl
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