Libero nella pagina dell’economia ci racconta oggi
cosa succederà alle valutazioni della casa di proprietà con la riforma del catasto.L’idea di base è che le
attuali
rendite catastali, sulla base delle quali, attraverso una serie di
coefficienti, si calcola il valore catastale degli immobili ai fini fiscali,
siano totalmente disallineate rispetto ai valori di mercato: In effetti, la
definizione delle rendite risale al 1992 e da allora ha subito solo una
rivalutazione del 5%. Questo ha comportato nel corso degli anni uno scostamento
progressivo che l’Agenzia del Territorio monitora e calcola ogni sei mesi
attraverso l’Omi (l’Osservatorio del mercato immobiliare). Ebbene, stando alle
ultime rilevazioni, ha spiegato Alemanno, «per le abitazioni il
valore corrente di mercato è pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile a
fini Imu»
mentre i canoni degli affitti «sono mediamente superiori di 6,46 volte le
rendite catastali». In realtà, la situazione varia molto da zona a zona. Il valore di mercato della
casa tipo in Italia è del 267% più alto di quello catastale. La percentuale a Milano è
del 172%, mentre a Roma e del 252%. A Palermo, a Napoli e a Venezia, però, si
arriva rispettivamente al 408, al 399 e al 392%. L’asticella si alza molto
anche a Firenze, dove lo scarto è del 337%. Vedendo queste cifre è
facile capire che l’operazione potrebbe trasformarsi in un massacro.
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