Ventimila poliziotti e 15mila carabinieri in meno
entro il 2015. I tagli della spending review del governo rischiano di mettere
al tappeto il comparto della sicurezza nel nostro Paese, i sindacati delle
forze dell’ordine salgono sulle barricate e la protesta degli uomini in divisa
attraversa il web. La lettera di un giovane aspirante carabiniere, inviata per
posta elettronica ai mezzi di comunicazione, è stata la classica palla di neve
che ha messo in moto la valanga della protesta. Ha scritto di un anno buttato
via per partecipare a un concorso per l’arruolamento di 1886 allievi
carabinieri, ridotti poi a 240 per via dei tagli del ministero dell’Interno:
così 1500 giovani che il concorso l’hanno vinto - lui è tra quelli - resteranno
fuori dalla porta: “Vite stravolte, un futuro distrutto e un sogno infranto; un
Paese non può crescere senza una forza che lo difenda, non si può risparmiare
sulle forze dell’ordine, non si può non garantire la sicurezza dei cittadini”. Le
reazioni della base non si sono fatte attendere. Si fanno i conti sui tagli
reali: per l’Arma una riduzione dell’organico di 6mila posti in aggiunta ai
9mila già mancanti, per la polizia oltre ventimila in meno rispetto alla pianta
organica. “Una condizione che, di fatto,
porterà alla chiusura di uffici di polizia sul territorio”, chiosa Felice
Romano, segretario del sindacato Siulp che a Milano invita gli uomini delle
forze dell’ordine a denunciare essi stessi “i veri sprechi da colpire”. Per il Pdl Gasparri chiede che sia discussa al
più presto al Senato la mozione “per la
cancellazione immediata dei tagli sciaguratamente imposti a colpi di fiducia
dal governo”, Cicchitto ribadisce che “in
vista della prossima e più incisiva spending review di cui sentiamo parlare,
carabinieri e polizia non possono sopportare ulteriori operazioni di drastico
ridimensionamento”.
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