Dopo il blocco dei fondi Ue arrivano pesanti le parole
di Lo Bello vicepresidente di Confindustria che chiede aiuto a Monti.
Forse in molti lo sanno già. Nei mesi scorsi sono stati tanti gli allarmi
lanciati a qualsiasi livello. L’ultimo in ordine di tempo, quello del Sindaco di Catania
Stancanelli,
che richiedeva soldi alla Regione per gli stipendi dei comunali di maggio. Sono
situazioni già viste e riviste, soprattutto per chi è posto nei gradini più
bassi della scala gerarchica, che come sempre, paga per primo le conseguenze.
Non è la prima volta che i dipendenti comunali ricevono il loro stipendio in
ritardo, ed in alcuni casi, questi ritardi si protraggono per mesi interi. Oggi,
a parlare di scenario drammatico è Ivan Lo Bello, vicepresidente di
Confindustria, che dalle pagine del Corriere della Sera lancia l’allarme di un
possibile fallimento della Sicilia. “Va ripensata anche l’autonomia e occorre
avviare un’operazione-verità. Scuotere dal torpore i siciliani, dai dipendenti
regionali ai pensionati della stessa Regione che saranno i primi a trovarsi
senza stipendi in caso di crollo. Ma il governo Monti – aggiunge – deve subito
mettere mano ai conti, controllando un bilancio reso non trasparente da poste
dubbie e residui inesigibili”. Chiaro il riferimento al cattivo governo della Regione Sicilia, che già negli ultimi
mesi ha pensato alla campagna elettorale con assunzioni choc e sperpero di denaro a
destra e a manca. Non a caso, l’Unione Europea ha bloccato i 600 milioni
di euro destinati alla regione Sicilia. “La Sicilia – continua Lo Bello – rischia
di diventare la Grecia del Paese e il Paese deve intervenire anche superando gli
ostacoli di una autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e
politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigenti per
garantire a se stesse l’impunità”
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