ANCHE LEI, ALLA FINE, HA SCOPERO CHE LE LEGGI IN ITALIA
DOVREBBERO FARLE I GOVERNI E DOVREBBERO APPROVARLE I PARLAMENTARI, NON LA CGIL
"Esercizi profondi di concertazione in
passato hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i
nostri figli e nipoti non trovano facilmente lavoro". Quando si dice parlar male di Garibaldi: Mario
Monti lo ha fatto pochi giorni fa. Già, perché in Italia criticare la
concertazione sindacale è un delitto di lesa maestà: si offendono non solo le
parti sociali, ma anche la sinistra e molti vertici delle istituzioni che
considerano la concertazione un bene supremo. La concertazione venne eletta a
sistema dal governo Ciampi nel 1993,
scavalcando il legittimo potere democratico del Parlamento, con
l’obiettivo di spianare la strada alla vittoria degli eredi del Pci. E
venne difesa nelle piazze da Oscar Luigi Scalfaro che utilizzò ripetutamente
l'equazione arbitraria della Concertazione uguale a Costituzione. E' stato il
centrodestra a rinnovare per primo i contratti di lavoro fissando il principio
che gli accordi si discutono con chi ci sta e con chi rappresenta la
maggioranza dei lavoratori e degli imprenditori. Ed è stato il centrodestra a
sancire il principio che le leggi le fanno i governi e le approvano i
parlamenti, non la Cgil. A cominciare da
quella riforma Biagi che ha rappresentato una lesione profonda ai meccanismi
paralizzanti delle procedure concertatorie.
Ora anche Monti approda a questa sacrosanta
verità; sfidando le ire di Susanna Camusso e l'imbarazzo pensoso del Pd. Benvenuto tra noi professor Monti.
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