Non ci pesa per niente prendere le distanze
dall’unanimismo di maniera che sta investendo la maggior parte dei partiti
rappresentati in consiglio comunale esprimendo sin d’ora chiaramente la nostra
posizione contraria per quanto riguarda la proposta di cittadinanza onoraria a
Rossella Urru. Sgombriamo il campo dagli equivoci: i gruppi PDL e Lega Nord
sono felicissimi per il rientro della ragazza sana e salva in Italia e in
diverse occasioni ha anche partecipato con propri rappresentanti ai sit in
mensili per chiederne la liberazione. Si sono sempre astenuti dal prendere
posizioni anche lontanamente critiche circa il ruolo della cooperazione
internazionale nello scacchiere di territori difficili anche a noi vicini onde
evitare che parole di semplice critica politica potessero essere
strumentalizzate eventualmente anche a livello internazionale compromettendo le
operazioni per la liberazione di Rossella Urru. Tuttavia così come c’è un tempo
per tacere ve n’è anche uno per esplicitare le proprie posizioni e a nostro
avviso è arrivato. La maggior parte delle ONG che si occupano di cooperazione
internazionale che benché ufficialmente non governative sono spesso
sovvenzionate da denaro pubblico spendono più per mantenersi in vita che per le
missioni per le quali ricevono quei fondi. In molti casi insomma le ONG anziché
essere utili alla causa diventano controproducenti soprattutto quando scelgono
di non operare in ambito macro, ma preferiscono quel solidarismo terzomondista
tanto politically correct quanto inutile o addirittura dannoso. Quando poi si
scoprono le cifre che il contribuente spende per recuperare chi si è
autonomamente messo nei guai per inseguire sogni o aspirazioni senz’altro
legittimi ma le cui conseguenze in casi come questo – peraltro sempre più
numerosi - ricadono sull’intera collettività, è francamente difficile per noi
essere su una linea d’onda di condivisione. E’ questo il motivo per cui ben
felici del ritorno in territorio italiano della ragazza e pur considerandola
senz’altro una cittadina di fatto di Ravenna per averla vissuta e per averci
compiuto gran parte degli studi, non riteniamo giusto che le venga assegnato un
titolo simile.
Troviamo inoltre particolarmente ipocrita che una
città dove non si chiede una deroga per intitolare una piazza a Don Fuschini o
si tardano decenni a intitolare una via a Marino Pascoli, sia così rapida
nell’assegnare una cittadinanza onoraria per la quale non appaiono sussistere
motivazioni di particolare rilevanza. Il sospetto è che quando
l’amministrazione sente che alcuni personaggi le sono politicamente vicini, o
il sindaco sente che una certa operazione mediatica gli può essere utile, si
riesce a fare tutto in fretta e subito.
I casi Mia Causevic e Roberto Saviano (a proposito, quando si degnerà di
venire a ritirare la cittadinanza che gli venne conferita ormai nel lontano
2009?) sono ancora lì a dimostrarlo.
Nessun commento:
Posta un commento