lunedì 16 luglio 2012

AVANTI CON BERLUSCONI: GIANCARLO GALAN DI LIBERALE E’ STATO FATTO TROPPO POCO.


Il mio percorso politico, com’è noto, nasce nel 1994, diciamo fine 1993, con Silvio Berlusconi. Ero un dirigente di Publitalia, avevo un lavoro interessante, stimolante e ottimamente remunerato, solo per una follia avrei potuto lasciare. La follia è arrivata improvvisamente: si chiamava “Forza Italia”, il progetto politico di Berlusconi. Un sogno, folle e importante, che nel giro di pochi mesi è diventato realtà. Forza Italia non aveva niente a che vedere con l’idea di creare l’ennesimo partito per occupare poltrone romane, bensì è nata per contribuire a realizzare un nuovo percorso politico in Italia, per arginare la sinistra, per offrire soluzioni alla vita dei cittadini italiani. Senz’altro la storia politica italiana l’abbiamo cambiata. Ci hanno chiamato partito di plastica, tanto eravamo diversi dal resto… Ho creato Forza Italia in Veneto, ho incontrato persona per persona, spiegato i perché di ogni singolo passo che stavamo compiendo. L’unico vero nostro obiettivo era la rivoluzione liberale. Quando crei un qualcosa dal niente, lo vedi crescere, prendere vita, gli dedichi energie, ci investi fatica e speranze: quel sogno non morirà mai. Ecco il perché di questa, mi perdonerete, lunga premessa. Io ho iniziato a far politica con quell’obiettivo, e dove mi è stato possibile, nell’ambito degli incarichi che ho ricoperto, ho agito in tal senso, esercitando il potere decisionale in un’ottica assolutamente liberale. Sono stato accusato di essere nostalgico, non credo proprio sia vero. La nostalgia si prova per un qualcosa di concluso, noi non abbiamo ancora rispettato gli impegni presi, non abbiamo portato a termine il nostro compito: attuare le riforme liberali. Sfido chiunque a dire che “Meno Stato, Meno Tasse, Più Libertà” siano concetti




superati, direi che sono sempre più attuali e semmai da completare con “Più Lavoro”. Non ho mai risparmiato critiche a Tremonti per un solo motivo, non era in linea con quanto dovevamo fare. Affidare a un “non liberale” l’incarico di Ministro dell’economia di un Governo che avrebbe dovuto essere liberale è stato un grave errore. Niente di personale, solo di concreto. Di liberale è stato fatto troppo poco. I teatrini con la Russa e Gasparri sono dibattito e confronto, io speravo costruttivo. Come si può pensare che i nostri elettori, avvicinati con programmi e ideali liberali, possano continuare a seguirci se affrontiamo tematiche cruciali secondo logiche stataliste? Come possono continuare a seguirci se rimaniamo ancorati a modelli obsoleti, alla tessere (qualche volta fasulle) e ai congressi?
Sono stati fatti molti errori. Non mi sono mai nascosto nel riconoscerli, ho chiesto anche scusa per molti di essi. Le scuse più importanti sono arrivate da chi ha dato vita al sogno che ancora oggi mi spinge a non mollare, Silvio Berlusconi. Ecco il perché della mia gioia di questi giorni, dalle scuse è rinata la speranza che non sia tutto perduto. Che quanto ci eravamo ripromessi sia ancora possibile. Berlusconi è una risorsa ineguagliabile, un leader carismatico, geniale e visionario, il migliore che abbiamo, ma è comunque una risorsa umana e come tale ha fatto errori, umani. Se è vero che Berlusconi scenderà in campo e lo farà con accanto veri liberali e non statalisti o corporativisti, con persone capaci di presentare e attuare un vero programma di riforme liberali, come potrei non gioire? Sono 18 anni che lavoro solo per questo. Se così non sarà, se ci presenteremo con logiche partitiche di vecchio stampo, persone non meritevoli e un programma debole, non ci sarà sondaggio che tenga, il voto degli Italiani sarà l’unico vero, spietato banco di prova. Giancarlo Galan


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