“L’approvazione dell’elezione diretta del presidente della Repubblica è un risultato storico e ci sono i tempi per portarla a termine definitivamente entro la legislatura. Esattamente 2 mesi fa, il 25 maggio, è stato presentato al senato il disegno di legge di revisione costituzionale per l’elezione diretta del Capo dello Stato. La sinistra ci prese in giro, affermando che non saremmo mai riusciti a farlo approvare. Oggi siamo qui a parlare di un risultato storico, frutto del lavoro fatto insieme alla lega Nord e al gruppo Coesione nazionale del sen. Viespoli. Il momento é storico ed é il presupposto perché la riforma possa vedere la luce. Ora si passa alla Camera e la sinistra ci sta già attaccando, noi non risponderemo agli attacchi ma diciamo loro di non sottrarre chances al popolo. Se la riforma non si fa é perché la sinistra capisce l’importante di una riforma 10 anni dopo, piuttosto che ripensarci, io dico loro di farla ora. Approvare definitivamente l’elezione del Capo dello Stato da parte del popolo comporta: 1) far sì che il Capo dello Stato venga eletto da 60 milioni di persone e non designato da 6 segretari di partito; 2) evitare che data la concomitanza dell’assegnazione delle quattro più alte cariche dello Stato, si proceda a una lottizzazione vergognosa. Silvio Berlusconi é talmente tanto su questa strada accanto a noi da aver deciso di non partecipare alla conferenza stampa per non dare ulteriori motivi di pretesto alla sinistra. La decisione di non venire l’abbiamo presa insieme tre ore fa perché la sinistra aveva già iniziato con il rollio dei tamburi attaccandoci che l’elezione diretta del Capo dello Stato é solo un’operazione di propaganda per appendere qualche manifesto”. Lo ha affermato il segretario politico del Pdl Angelino Alfano, che assieme ai presidenti dei gruppi del Pdl al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, ha parlato della riforma presidenzialista che martedì 24 luglio ha superato il primo passaggio al Senato.
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