L'intellighenzia rossa contro Barbara D'Urso. Nel mirino delle firme
di Repubblica e degli
anti Cav è finita l'intervista rilasciata ieri da Silvio Berlusconi a Canale 5. Tutti a
riempire le pagine dei quotidiani progressisti, i social network e i programmi
di approfondimento per dire che "No, la D'Urso non poteva intervistare il
Cavaliere", che la conduttrice di Domenica
Live non ha posto le domande giuste e che l'ex premier ha usato la
"sua" tivù a proprio uso e consumo. E tutti a chiedere addirittura
l'intervento dell'Agcom. D'altra parte il Cavaliere ha deciso di rinnovare il proprio
impegno in politica e le schiere anti berlusconiane hanno ripreso le armi e sono
andate all'attacco. Niente di nuovo dalla stampa rossa. Quegli stessi che
incensano le interviste di Fabio Fazio e osannano la professionalità di certi
giornalisti di specchiata fede anti berlusconiana, oggi si sono schierati in
massa contro la D'Urso che, ieri pomeriggio, ha portato Berlusconi negli studi
di Domenica Live per
un'intervista a 360 gradi. Dall'impegno in politica alle cene di Arcore, dal
Natale in famiglia al recente fidanzamento. Domenica
Live non è un programma di approfondimento politico, così
Berlusconi e la D'Urso chiacchierano anche di argomenti più leggeri, come i
ricordi su mamma Rosa, il rapporto con i figli, le delusioni in politica e così
via. Già ieri sera, sono fioccati i primi attacchi. In prima linea Enrico Mentana che, su Twitter, ha accusato "un
ologramma di Berlusconi" di ripetere "le cose che diceva un anno fa
il vero Cavaliere fingendo siano nuove" dando così il via a un vero e
proprio linciaggio. Ezio Mauro ha schierato le penne di Repubblica per prendere in giro
la D'Urso, "ancella compiacente", e attaccare Berlusconi, "il
padrone". "Là dove
Berlusconi è il padrone, e quindi non solo fa quello che gli pare, ma in
momenti come questo sente anche la necessità e l'urgenza di sfoggiare questo
suo vantaggioso privilegio - si legge nell'articolo di Filippo Ceccarelli - una
volta entrato nelle case senza chiedere permesso, un po' rigido
sull'enorme poltrona, con
quell'inconfondibile mascherone a tenuta stagna, si sente in pieno e grazioso
diritto di imporre al pubblico non pagante il suo eterno programma di governo,
il quale a sua volta e ancora una volta coincide e anzi s'identifica con lui
stesso".
Repubblica s'indigna
perché "l'azienda di famiglia" intervista Berlusconi - un scoop per
cui, come spiega il direttore del Giornale
Alessandro Sallusti su Twitter,
"molti avrebbero pagato" - mentre non dice una parola quando la Rai fa politica (a sinistra)
sulle emittenti pubbliche. Dalle lacrime di Pier Luigi Bersani a Porta a Porta (in pieno
ballottaggio con Matteo Renzi) agli insulti di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, dal
giornalismo schierato di Ballarò
al palco di Sanremo trasformato in tribuna politica: la lista è davvero lunga.
Eppure il senatore piddì Vincenzo Vita, componente della commissione di Vigilanza,
è arrivato addirittura a chiedere l'intervento dell'Agcom contro Domenica Live. "La non-stop su Canale 5 - ha tuonato
- richiede un immediato intervento dell’Authority, visto che è stata violata
platealmente la normativa sulla par condicio".
"Non sono stata accomodante", ha replicato la D'Urso
alle accuse di Repubblica
facendo notare come nello studio di Domenica
Live sono passati tanti politici, come Walter Veltroni, Marco
Pannella e Pier Ferdinando Casini. "Di
qualsiasi partito sia l’ospite gli lascio esprimere il suo pensiero, l’ho fatto
con Berlusconi come con gli altri. Vado sul personale, parlo anche della vita
privata. L’ho pure invitato a chiedere scusa alle donne", ha
continuato la D’Urso negando di essere stata "controparte" o
"complice" del Cavaliere. "Avevo
invitato Renzi, prima ha detto 'sì' e alla fine non è venuto: la porta è
aperta", ha concluso invitando anche Bersani a partecipare
alla sua trasmissione che ieri, proprio con l'intervista a Berlusconi, ha
raggiunto il picco di share con oltre 2,5 milioni di telespettatori.
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