I diversi Governi, nella contrazione della spesa
pubblica nell'arco di quattro anni, hanno ridotto le risorse per i parchi ¾:
nel 2008 il bilancio del Ministero dell’Ambiente era di 1 miliardo e 649
milioni (ultima manovra del Governo Prodi) e nel 2009, primo anno del Governo
Berlusconi, era di 1 miliardo e 265
milioni, le Regioni dovevano adeguare le loro leggi sui parchi regionali. La
Regione Emilia-Romagna, con la Deliberazione della Giunta n. 893 del 2 luglio 2012
approva
una nuova legge sui
parchi con una gestione basata su cinque macro-aree* omogenee: Emilia
Occidentale, Emilia Centrale, Emilia Orientale, Delta del Po, Romagna, in
sostanza senza cambiare nulla, ma sola unione dell’esistente. Al proprio
sistema dei parchi la Regione destina annualmente 3 milioni 500 mila euro,
cui vanno aggiunti circa 3 milioni
stanziati ogni anno per gli investimenti. In Emilia-Romagna sono oltre 350 mila gli ettari di territorio
protetti, circa il 15% della
superficie della regione. Nella realtà è rimasto tutto come prima invece dello
Stato, paga la Regione e gli enti locali, Provincia e Comuni. Alla faccia del risparmio, il debito
pubblico dallo Stato passa alla Regione! E poi affermano che i Ministeri non
tagliano le spese mentre loro aumentano quelle regionali e mantengono quelle
degli enti locali Provincie e Comuni.
All’interno del Parco Romagna, il Parco della
Vena del Gesso bilancio 2012, ha una spesa corrente di 317mila euro (superiore di 32.000 euro, 10% in più del 2011). Le entrate provengono da finanziamento dai contributi degli Enti soci Comuni e Province, dall’equivalente contributo regionale
che non può eccedere l’ammontare totale del contributo ordinario degli Enti
soci, dai contributi degli Enti per la
gestione dei centri visita del Parco (5.000 euro!), da altre entrate
correnti per €. 317.504.
Le spese correnti sono per
gli organi di gestione dell’Ente di
gestione, compenso per il Direttore,
dal rimborso all’Unione dei Comuni per il personale tecnico ed amministrativo,
dal compenso al Revisore, dall’ammortamento
del mutuo da assumere, dai presunti interessi passivi su eventuali ricorsi
all’anticipazione di cassa, per le altre attività del Parco (contributi
obbligatori, IRAP, spese generali di funzionamento, acquisto materiali,
gestione dei 2 Centri visita, convenzioni per la tutela ambientale per
complessive €. 317.504,
compreso 40.000 euro per la promozione!
Solo mantenimento dell’esistente il tutto a scapito dei residenti. In quest’ambito la Provincia di Ravenna
ha deliberato di dare in comodato “gratuito” per ben 15 anni (2027) la Gestione
del Parco Naturale Carne’ di proprietà del comune di Brisighella, Faenza e
Provincia di Ravenna al Parco Romagna!
L’attuale gestione una serie di “scatole cinesi” incomprensibili che da un
utile di cinquemila euro l’anno, fra l’altro è in corso una vertenza
giudiziaria fra gli appaltatori. La delibera ha trovato solo il mio voto
contrario, a favore la maggioranza, astenuti il PDL, la Lega, l’UDC.
Una riflessione: l’area “Vena del Gesso –Parco Carnè” è sempre stato tenuta viva,
attiva, nel massimo rispetto dell’ambiente per la volontà del Comune di
Brisighella (prg 1962 per quaranta anni negando permessi di escavazione) il
costo annuale di gestione divisa fra i tre enti proprietari (Comune
Brisighella, Faenza e Provincia di Ravenna) è di 46.000 euro! Si deve risparmiare, perché non si smantella
il carrozzone pubblico creato con il Parco Regionale dei Gessi sopra la
testa dei proprietari che l’hanno sempre rispettato, costo 317.000 e mantenere vivo da soli come è avvenuto da quaranta anni
con il Parco Carnè. che costa solo 46.000?
Continua lo sperpero
del denaro pubblico, non si vuole risparmiare, inoltre manca la trasparenza. Perché non si fanno gare di assegnazioni
libere e aperte? con 46.000 euro il Parco Carne era vivo ma continuano a
spenderne 317.000! Povera Italia! Il consigliere
provinciale (Pdl) Vincenzo Galassini
* Sono 17 i parchi (2 nazionali, 14
regionali, uno interregionale), 16
le riserve naturali, 3 i paesaggi
naturali e seminaturali protetti, 33
le aree di riequilibrio ecologico, a cui si aggiungono i 153 siti della Rete Natura 2000 che coincidono per circa il 50% con
i territori delle aree protette. Le cinque macro-aree individuate
prevedono quella : “Emilia
Occidentale” (superficie protetta 13,7%, che
comprende: 5 parchi regionali, 4 riserve naturali, 37 siti di rete natura, 3
province (Pc, Pr, Re), 24 Comuni); "Emilia Centrale” (superficie
protetta 10,7%, che comprende: 2 parchi regionali, 5 riserve naturali, 33 siti
di rete natura, un paesaggio protetto, 3 Province (Pr, Re, Mo), 10 Comuni); “Emilia Orientale”
(superficie protetta 11,1%, che comprende: una riserva naturale, 23 siti di
rete natura, 2 Province (Mo, Bo), 12 Comuni); “Delta del Po”
(superficie protetta 20,8%, che comprende: un parco regionale, 2 riserve
naturali; 33 siti di rete natura; un paesaggio protetto, 3 Province (Fe, Ra, Bo), 9 Comuni); “Romagna”
(superficie protetta 7,2%, che comprende: un parco regionale, 3 riserve
naturali; 25 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 4 province (Bo, Fe, Ra, Rn), 6 Comuni).
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