giovedì 13 dicembre 2012

LA SINISTRA, DEVE RIDURRE LA SPESA DEI PARCHI, LA LASCIA INALTERATA. UN PARCO CHE COSTAVA 45.000 EURO NE COSTA 317.504


I diversi Governi, nella contrazione della spesa pubblica nell'arco di quattro anni, hanno ridotto le risorse per i parchi ¾: nel 2008 il bilancio del Ministero dell’Ambiente era di 1 miliardo e 649 milioni (ultima manovra del Governo Prodi) e nel 2009, primo anno del Governo Berlusconi, era di 1 miliardo e 265 milioni, le Regioni dovevano adeguare le loro leggi sui parchi regionali. La Regione Emilia-Romagna, con la Deliberazione della Giunta n. 893 del 2 luglio 2012 approva una nuova legge sui parchi con una gestione basata su cinque macro-aree* omogenee: Emilia Occidentale, Emilia Centrale, Emilia Orientale, Delta del Po, Romagna, in sostanza senza cambiare nulla, ma sola unione dell’esistente. Al proprio sistema dei parchi la Regione destina annualmente 3 milioni 500 mila euro, cui vanno aggiunti circa 3 milioni stanziati ogni anno per gli investimenti. In Emilia-Romagna sono oltre 350 mila gli ettari di territorio protetti, circa il 15% della superficie della regione. Nella realtà è rimasto tutto come prima invece dello Stato, paga la Regione e gli enti locali, Provincia e Comuni. Alla faccia del risparmio, il debito pubblico dallo Stato passa alla Regione! E poi affermano che i Ministeri non tagliano le spese mentre loro aumentano quelle regionali e mantengono quelle degli enti locali Provincie e Comuni.
All’interno del Parco Romagna, il Parco della Vena del Gesso bilancio 2012, ha una spesa corrente di 317mila euro (superiore di 32.000 euro, 10% in più  del 2011). Le entrate provengono da finanziamento dai contributi degli Enti soci Comuni e Province, dall’equivalente contributo regionale che non può eccedere l’ammontare totale del contributo ordinario degli Enti soci, dai contributi degli Enti per la gestione dei centri visita del Parco (5.000 euro!), da altre entrate correnti per €. 317.504.
Le spese correnti sono per gli organi di gestione dell’Ente di gestione, compenso per il Direttore, dal rimborso all’Unione dei Comuni per il personale tecnico ed amministrativo, dal compenso al Revisore, dall’ammortamento del mutuo da assumere, dai presunti interessi passivi su eventuali ricorsi all’anticipazione di cassa, per le altre attività del Parco (contributi obbligatori, IRAP, spese generali di funzionamento, acquisto materiali, gestione dei 2 Centri visita, convenzioni per la tutela ambientale per complessive €. 317.504, compreso  40.000 euro per la promozione! Solo mantenimento dell’esistente il tutto a scapito dei residenti. In quest’ambito la Provincia di Ravenna ha deliberato di dare in comodato “gratuito” per ben 15 anni (2027) la Gestione del Parco Naturale Carne’ di proprietà del comune di Brisighella, Faenza e Provincia di Ravenna al Parco Romagna! L’attuale gestione una serie di “scatole cinesi” incomprensibili che da un utile di cinquemila euro l’anno, fra l’altro è in corso una vertenza giudiziaria fra gli appaltatori. La delibera ha trovato solo il mio voto contrario, a favore la maggioranza, astenuti il PDL, la Lega, l’UDC.
Una riflessione: l’area “Vena del Gesso –Parco Carnè” è sempre stato tenuta viva, attiva, nel massimo rispetto dell’ambiente per la volontà del Comune di Brisighella (prg 1962 per quaranta anni negando permessi di escavazione) il costo annuale di gestione divisa fra i tre enti proprietari (Comune Brisighella, Faenza e Provincia di Ravenna) è di 46.000 euro! Si deve risparmiare, perché non si smantella il carrozzone pubblico creato con il Parco Regionale dei Gessi sopra la testa dei proprietari che l’hanno sempre rispettato, costo 317.000 e mantenere vivo da soli come è avvenuto da quaranta anni con il Parco Carnè. che costa solo 46.000?
Continua lo sperpero del denaro pubblico, non si vuole risparmiare, inoltre manca la trasparenza. Perché non si fanno gare di assegnazioni libere e aperte? con 46.000 euro il Parco Carne era vivo ma continuano a spenderne 317.000! Povera Italia!  Il consigliere provinciale (Pdl) Vincenzo Galassini






* Sono 17 i parchi (2 nazionali, 14 regionali, uno interregionale), 16 le riserve naturali, 3 i paesaggi naturali e seminaturali protetti, 33 le aree di riequilibrio ecologico, a cui si aggiungono i 153 siti della Rete Natura 2000 che coincidono per circa il 50% con i territori delle aree protette. Le cinque macro-aree individuate prevedono quella : “Emilia Occidentale” (superficie protetta 13,7%, che comprende: 5 parchi regionali, 4 riserve naturali, 37 siti di rete natura, 3 province (Pc, Pr, Re), 24 Comuni); "Emilia Centrale” (superficie protetta 10,7%, che comprende: 2 parchi regionali, 5 riserve naturali, 33 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 3 Province (Pr, Re, Mo), 10 Comuni); “Emilia Orientale” (superficie protetta 11,1%, che comprende: una riserva naturale, 23 siti di rete natura, 2 Province (Mo, Bo), 12 Comuni); “Delta del Po” (superficie protetta 20,8%, che comprende: un parco regionale, 2 riserve naturali; 33 siti di rete natura; un paesaggio protetto, 3 Province (Fe, Ra, Bo), 9 Comuni); “Romagna” (superficie protetta 7,2%, che comprende: un parco regionale, 3 riserve naturali; 25 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 4 province (Bo, Fe, Ra, Rn), 6 Comuni).



Nessun commento:

Posta un commento