Azzurri del
’94 con Silvio Berlusconi. Appello Manifesto “Azzurri ’94 con Silvio
Berlusconi”
Pietro Nenni moriva trentadue anni orsono il 1
gennaio del 1980, quando ormai il PSI era saldamente nelle mani del suo
delfino, Bettino Craxi. Il PSI sotto la guida di Bettino Craxi intraprenderà la
stagione della sua modernizzazione attraverso il percorso del “socialismo
tricolore” per poi concludere la sua centenaria storia sotto i colpi dei
comunisti alleati con le toghe rosse. Pietro Nenni, che era nato Faenza, isola
bianca della Romagna, nel 1891 da una famiglia umilissima e che era stato amico
di Mussolini, ha rappresentato per oltre mezzo secolo la storia e gli ideali
del Socialismo e del Partito Socialista Italiano. L’ultimo ricordo che ho di
uno dei “famosi comizi” di Nenni è del 1974 a Faenza nel vecchio palasport e
poi al Circolo Bubani dove il vecchio leader era accompagnato proprio da Craxi.
Bettino
Craxi, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat rappresentano l’orgoglio socialista che
si riprende la rivincita storica contro il Pci. Anche Forza Italia ed il Pdl
partecipano a questo ricordo perché hanno dalla loro la realtà dei numeri e dei
consensi che dicono che tra coloro che votavano per il Psi il 50% sceglie Forza
Italia ed il Pdl, il 20% si astiene e il restante 30 è diviso tra gli altri
partiti. Parlare di Nenni significa parlare anche degli anni del frontismo e
della peculiare e paradossale situazione di fine anni '40 quando Nenni e il Psi
avevano i voti e i militanti, Saragat e il Psdi la classe dirigente e i quadri
intermedi. Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro
estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo
quadripartito centrista composta, oltre che dalla
Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai
liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che
assumerà la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo l'invasione
sovietica dell'Ungheria (1956) magnificata da Giorgio Napolitano, Nenni si
riavvicinò a Saragat, proponendo ed ottenendo la riunificazione tra le due
diverse anime del socialismo italiano e, dopo aver intrapreso la via
dell'autonomismo, giunse a collaborare al governo con la DC di Fanfani e di
Moro, con il PSDI di Saragat ed il PRI di Ugo La Malfa come vice presidente del
consiglio e poi ministro degli esteri. Subì a sinistra la scissione del Psiup
(1964) ma avviò nel 1966 la riunificazione con il Psdi di Saragat, destinata
però a durare solo tre anni. Oggi possiamo tranquillamente affermare che la
posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente e poi
confermata, nell'ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti
storici. Saragat assunse ben presto posizioni riformiste moderate e
filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti,
socialdemocratici e laburisti d'Europa aprendo la strada all’autonomismo
nenniano ed al riformismo craxiano. De Gasperi, Saragat, La Malfa il 18 aprile
1948 sconfissero, il Fronte Democratico Popolare, con Berlusconi i socialisti
sconfiggeranno nel ’94 la gioiosa macchina da guerra di Occhetto ed ancora
fermeranno i catto-comunisti nel 2001 e nel 2008 sempre con Silvio Berlusconi.
Il più grande errore di Nenni, fu la lista unitaria composta, dal Pci, dal Psi
e da alcuni ex esponenti del Partito d'Azione, che fortunatamente ottenne uno
scarso 32% dei consensi. In questa competizione elettorale Giuseppe Saragat si
presentò alla guida di una lista, composta dal suo Psli e da alcuni ex membri
del Partito d'Azione che non avevano aderito al tandem Togliatti-Nenni, con il
nome di Unità Socialista conquistando un eccellente 7 % di voti: questo fu il
più significativo risultato mai conseguito dai socialisti riformisti prima di
Craxi. Saragat fu uno dei sostenitori dell'apertura ai socialisti di Nenni che
dopo i fatti d'Ungheria del 1956, avevano abbandonato l'opzione frontista con i
comunisti di Togliatti. Contro Saragat e Nenni e poi contro Craxi, che hanno
lasciato morire ad Hammameth, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento
della classe operaia, dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale
sono anche disponibili, incoraggiati dai “socialisti con la sindrome di
Stoccolma”, ad usurparne l’eredità e a riproporre il fronte popolare e il
compromesso storico con Bersani e Vendola da una parte e Casini dall’altra. Il
Coordinatore Regionale dell’Emilia Romagna di Azzurri ’94 Rodolfo Ridolfi
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