QUANDO A CONTESTARE SETENZE POLITICHE E PM INCAPACI ERA
BERLUSCONI, CHIAMAVANO LA GENTE IN PIAZZA A SVENTOLARE LA COSTITUZIONE. OGGI
CHE A FARE LA STESSA VOCE E’ L’AMICO INGROIA, PARTONI IN QUARTA A DIFESA DEL
CONTESTATORE.
Il presidente Napolitano ha
diritto a non essere intercettato e se ciò casualmente accade la bobina va
distrutta. Lo ha stabilito, come noto,
la Corte costituzionale, dando ragione al Quirinale nella causa contro la
Procura di Palermo che le telefonate tra Napolitano e Mancino, in suo possesso,
voleva invece tenersele strette. Il pm Ingroia, autore delle intercettazioni
illegali, ha commentato, sconfitto: si tratta di una sentenza politica. La
vicenda insegna tre cose. La prima: la sentenza della Corte è la prova che i pm
per incapacità o interesse possono commettere atti contrari a legge e
Costituzione. La seconda: le parole del pm Ingroia confermano che i giudici possono
emettere sentenze su base di valutazioni politiche. La terza: le prese di
posizione, pro e contro la sentenza, dei magistrati sfatano il mito che le
sentenze non si discutono ma si accettano. Riepiloghiamo: i pm possono
sbagliare, le sentenze politiche esistono e denunciarle non è reato. Sbaglio o la Corte costituzionale e Ingroia
danno ragione a Silvio Berlusconi che da vent'anni sostiene queste tesi?
Come la metteranno adesso i Travaglio, i Di Pietro, le Guzzanti? Quando a
contestare sentenze politiche e pm incapaci era Berlusconi, chiamavano la
gente in piazza a sventolare la Costituzione. Oggi, che a fare la stessa cosa è l'amico Ingroia, partono in quarta a
difesa del contestatore come neppure portaborse e addetti stampa saprebbero
fare. L'ipocrisia, come le bugie, ha le gambe corte. Ed è senza vergogna.
Come nel caso di Di Pietro che ieri ha lanciato una raccolta di firme a favore
di Ingroia e contro la nostra iniziativa di querelare il pm per le sue dichiarazioni sulla mafiosità di
Forza Italia. Hanno paura, questa volta il pm siciliano amico dei comunisti
rischia di pagare davvero e di tasca sua. La tesi di Di Pietro è la
seguente: chiunque, anche un pm, ha diritto di esprimere liberamente le sue
idee. Giusto, ma mi chiedo: se non è diffamazione grave (e quindi da punire) sostenere, senza prove, che Forza Italia è
il partito della mafia, per quale cavolo di motivo io mi trovo agli arresti,
cari buffoni?
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