Il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha stasera ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio
dei Ministri, Senatore Mario Monti. Il Presidente della Repubblica ha
prospettato al Presidente del Consiglio l’esito dei colloqui avuti con i
rappresentanti delle forze politiche che avevano dall’inizio sostenuto il
Governo e con i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Il Presidente del Consiglio ha dal canto suo rilevato che la successiva
dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL on. Angelino
Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei
confronti del Governo e della sua linea di azione. Il Presidente del Consiglio
non ritiene pertanto possibile l’ulteriore espletamento del suo mandato e ha di
conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni. Il
Presidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non
intendono assumersi la responsabilità di provocare l’esercizio provvisorio –
rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a
livello europeo – siano pronte a
concorrere all’approvazione in
tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente
del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le
sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica.
Probabilmente il Cavaliere lo aveva
messo in preventivo. Forse se lo augurava persino. Forse. Sta di fatto che
adesso margini per giochini non ce ne sono più. L’accelerazione l’ha impressa
lui ma se pensava di poter tenere l’esecutivo sulla corda ancora un po’, ha
fatto male i suoi conti. Il tecnico Monti gli ha riconsegnato il pallone. E’
giusto e sacrosanto, che il Paese vada al voto e scelga il governo politico.
Sarebbe però auspicabile che l’esperienza dell’esecutivo Monti lasciasse
qualcosa più di un segno. Sempre che il professore non intenda poi presentarsi
alle elezioni. Di certo il gesto di questa sera somiglia più al gesto di un
politico consumato che non a quello di un tecnico prestato alla politica. Anche
se, va detto, una cosa è confezionare la più nobile delle uscite di scena,
un’altra lottare spalla a spalla per conquistarsi il trono.
daw linkiesta
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