PER IL MAGISTRATO IL PARTITO E’ STATO FONDATO DALLA MAFIA. RIDOLFI,
BAZZONI, GALASSINI TANTI MILITANTI SI SENTONO OFFESI E HANNO ADERITO ALLA CAMPAGNA
PROMOSSA DAL GIORNALE, (ONORE A SALLUSTI), PER FARE UN’AZIONE CIVILE. ADERISCI
ANCHE TU!
Una balla colossale ma
soprattutto un'offesa gravissima all'intelligenza e all'onestà delle migliaia
di persone che hanno fatto di Fi una realtà che ha segnato la storia della
Seconda Repubblica. Un attacco che non può passare sotto silenzio. Per questo
il Giornale - che comunque non è un quotidiano di partito - invita i lettori
che si sentono diffamati dall'ultima sparata del magistrato ad aderire a
un'azione civile collettiva. Chi volesse aderire
all’iniziativa «Sono di Forza Italia, so di non essere mafioso Ingroia mi
diffama» scriva a: segreteria@ilgiornale.it. «Io so», ha scritto
Antonio Ingroia facendo il verso a Pier Paolo Pasolini, ma senza la stessa verve poetica. E soprattutto
senza lo stesso rispetto per l’altrui reputazione: perché Pasolini lanciò una
provocazione intellettuale, il magistrato prestato al Guatemala scaglia accuse
infamanti: indicando in Forza Italia il partito fondato dalla mafia, ha dato
del «picciotto» non solo a chi quel partito ha creato, ma anche alle migliaia
di militanti che hanno reso vivo e radicato nel Paese il partito fondato da
Silvio Berlusconi nel 1994. Parole infamanti di fronte alle quali molti
militanti di Forza Italia si sono sentiti insultati. Il Giornale ne condivide lo sdegno
e si offre di aggregare il sentimento condiviso da tante persone che con la
mafia non hanno mai avuto nulla a che fare e che si sentono orgogliose condividere
la storia politica di Forza Italia. Tanti altri come Vittorio Sgarbi. E come
l’avvocato Liborio Cataliotti, capogruppo del Pdl a Reggio Emilia e tra i primi
tesserati azzurri, che si è reso disponibile a patrocinare una grande azione
civile collettiva, per chiedere conto ad Antonio Ingroia delle sue informazioni
senza prove.«Ingroia “sa”?I militanti di Forza Italia sanno che lui non sa
niente, che si sbaglia, che infanga dice l’avvocato Cataliotti - e sono pronti
a chiedere al magistrato di prendersi la responsabilità di ciò che dice,
accettando quel che vale per chiunque altro: che la reputazione, secondo la
legge, è un bene che si può tutelare in tribunale. E la legge, fino a prova
contraria, si applica anche ai magistrati scrittori». Il Giornale dunque raccoglierà l’adesione
alla causa collettiva di chi ha militato in Forza Italia e si sente diffamato e
offeso. Chi volesse aderire
all’iniziativa «Sono di Forza Italia, so di non essere mafioso Ingroia mi
diffama» scriva a: segreteria@ilgiornale.it. L’eventuale ricavato
dell’azione risarcitoria sarà devoluto alle vittime della mafia e degli errori
giudiziari.
Lo studio legale Cataliotti provvederà poi a contattarvi per formalizzare
l’adesione:basta una firma. Al resto ci penseanno Il Giornale e l’avvocato. E un giudice, se in
questo Paese esiste ancora la giustizia. Rodolfo
Ridolfi, Gianguido Bazzoni. Vincenzo Galassini co-fondatori Forza Italia Ravenna
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