E' la denuncia di Enzo Costa, presidente nazionale
dell'Associazione per l'invecchiamento attivo (Auser). L'Istat prevede che nel
2050 in Italia gli anziani saranno 21.775.809, il 34,3% della popolazione. Ma
lo Stato continua a tagliare i fondi. “In Italia oltre 500mila famiglie
si sono indebitate per sostenere le spese di assistenza ai propri
cari non più autosufficienti”. È lapidario Enzo Costa, presidente
nazionale dell’Auser. (Associazione per
l’invecchiamento attivo). “Siamo l’unico paese in Europa in cui
esiste il fenomeno delle cosiddette ‘badanti’ – assicura -. Di fatto
ormai l’unico modo per risolvere situazioni di cui le istituzioni non si
occupano”. Riguardo l’invecchiamento demografico – destinato a
peggiorare – Costa quindi ammonisce: “Come sempre si agisce solo per
risolvere le eventuali emergenze. Mai per intervenire in modo strutturale
e con una visione dell’oggi e soprattutto del domani”.
Il peggio
deve ancora arrivare – Le
percentuali parlano chiaro: nel nostro Paese oggi ci sono 157,7 anziani ogni
100 giovani. L’Istat prevede che nel 2050 in Italia gli anziani
saranno 21.775.809, il 34,3% della popolazione. L’intero pianeta
invecchia: in tutto il mondo si contano 868 milioni di persone ultrasessantenni,
pari al 12% della popolazione, con proiezioni che si spingono verso i
2,4 miliardi per il 2050, quando 21 persone su 100 avranno più di 60 anni. Il risultato
sarà quindi che nel mondo ci saranno più ultra sessantenni che ragazzi sotto i
16 anni. Il problema per l’Italia è che davanti ad un quadro così
chiaro nessuno, ad
eccezione delle realtà private che hanno compreso il business,
sembra occuparsene. Lo Stato che non c’è – Il Fondo nazionale per le politiche sociali, il
principale canale di finanziamento, con i continui tagli, che
hanno raggiunto anche livelli del 30-40% annuo, è stato fortemente
ridimensionato dalle leggi finanziarie annuali fino a raggiungere nel
2012 valore solo simbolico. Nel 2016 la dotazione del fondo è del 78% in
meno di quella che aveva nel 2009. Ciò significa per gli enti locali la
scomparsa di una fonte di finanziamento che contribuisce per il 12,1%
alla spesa sociale.
Le proposte di Auser – Per il presidente
nazionale Auser Enzo Costa “lo scenario demografico che abbiamo
di fronte non lascia spazio ai tentennamenti. L’Italia è già il
paese più vecchio d’Europa con il 21,4% degli italiani over
65 e il progredire del livello di longevità, impone a tutti, di non
perdere senza perdere tempo. Per questo come associazione abbiamo avanzato un
pacchetto di proposte chiare e concrete per la promozione di una cultura
dell’invecchiamento attivo come prevenzione della non autosufficienza e
a un diverso modello di residenzialità nel territorio, aperto, solidale
e inclusivo”.
Come ad esempio le città amiche degli anziani,
adeguare il patrimonio immobiliare ripensando profondamente le relazioni
degli anziani con la casa e il quartiere in cui vivono, garantire risorse
adeguate e stabili nel tempo agli enti territoriali per un’assistenza
che prende cura complessivamente dell’anziano. L’invecchiamento della popolazione
è una sfida che deve essere affrontata subito.
Tra le varie possibilità messe in campo da Auser
c’è quella di estendere rendere efficaci i servizi di assistenza
domiciliare, superare le troppe disuguaglianze territoriali, istituire una Banca
Nazionale (europea) delle migliori pratiche e introdurre un
sistema di indicatori omogeneo a livello nazionale per valutare la progressione
nel miglioramento delle prestazioni dei servizi. Non di poco
conto sarebbe istituire il “registro degli assistenti familiari” per
facilitare la ricerca di assistenti qualificate, sostenere la crescita
professionale e l’inserimento lavorativo. Così come
ampliare l’offerta di residenzialità aumentando i posti letto in
modo da allineare il nostro Paese alla media dei paesi Ocse.
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