Dal duello
Occhetto-D'Alema agli ultimi strappi. Una storia di scontri interni e complotti
nel disinteresse del Paese. Antonio
Signorini
- Non è la prima volta che il Paese
resta a guardare e perde tempo prezioso, aspettando che le vicende interne
all'ex Pci si risolvano. Prima della direzione del Pd di lunedì, con il
commissariamento di fatto del governo Gentiloni; prima delle acrobazie per
trovare una soluzione per le elezioni che vada bene al segretario Matteo Renzi,
la sinistra italiana aveva già fatto pagare il conto delle sue beghe interne a
tutti gli italiani.
Per la precisione è dal 1989 che la politica - nel
senso classico di selezione della classe dirigente e azione di governo - ogni
tanto resta in stand by per le schermaglie di vertice della sinistra. Sono gli
anni Novanta, il punto di svolta. Quando gli eredi del vecchio Partito
comunista sostituirono il centralismo democratico e l'autoesclusione dal
governo con una dicotomia permanente tra leader bizzosi che volevano sì guidare
il Paese, ma che pensavano valesse molto di più vincere la battaglia dentro il
partito.
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