IL GOVERNO si appresta a varare una manovra bis:
saliranno le accise e i tabacchi. Va bene aumentare le tasse sulle sigarette ma
non sul carburante poiché jja su gomma. Aumentando il prezzo alla pompa del
gasolio si avrà un rincaro dei prezzi per i consumatori. Sarebbe meglio tala
spesa pubblica per non grava sulla pelle dei cittadini; SCARICARE sui cittadini
certi costi è la via più facile. Sulle accise della benzina gravano ancora
balzelli come 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra
d'Etiopia del 1935-1936 e 14 lire (0,00723 euro} per la crisi di Suez del 1956.
Saranno spiccioli ma è un aspetto surreale. Eppure altre strade per recuperare
costi esistono. Secondo una ricerca di Confcommercio 74 miliardi dei l76 spesi
per catì come sprechi. Su società partecipate e Camere di Commercio è in corso
una riorganizzazione, anche se darà meno risparmi del previsto. Ma ci sono zone
d'ombra dove intervenire, Al Sud si potrebbero risparmiare 1800 euro Fanno a
testa per avere gli stessi servizi fra sanità, trasporti e scuole. Poi le
Regioni a statuto speciale: costano in media il 35% in più. Prima li «varare»
sui carburanti...
NO TASSE,
TAGLIARE SPRECHI CHE AMMONTANO A 16 MLD ALL’ANNO
Se Pubblica amministrazione
avesse in tutta Italia la stessa qualità dei territori migliori il Pil
aumenterebbe di 2 punti
Tra gli sprechi presenti nella sanità, le misure
di contrasto alla povertà percepite, invece, da famiglie abbienti e la quota di
spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza, l’Ufficio studi
della CGIA ha stimato in almeno 16
miliardi di euro all’anno le uscite che l’Amministrazione pubblica italiana
potrebbe risparmiare se funzionasse con maggiore oculatezza. Se, inoltre, si
potesse quantificare anche la spesa riconducibile ai falsi invalidi, a quella riferita a chi percepisce
deduzioni/detrazioni fiscali non dovute o alla cattiva gestione del patrimonio
immobiliare, molto probabilmente lo Stato, nel suo complesso, potrebbe
risparmiarne altrettanti. Una montagna, quella degli sprechi della nostra
Pubblica amministrazione, che, secondo la CGIA, assume una dimensione ancor più
preoccupante se si tiene conto dei dati forniti dal Fondo Monetario
Internazionale: se la nostra Amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la
stessa qualità nella scuola, nei trasporti, nella sanità, nella giustizia, etc.
che ha nei migliori territori del Paese, il nostro Pil aumenterebbe di 2 punti (ovvero di oltre 30 miliardi di euro)
all’anno.
“Dopo aver approvato in fretta e furia una legge
di Bilancio molto generosa sul fronte delle uscite – esordisce il coordinatore
dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – ora, dopo la richiesta da parte
dell’Ue di correggere i nostri conti pubblici per
3,4 miliardi, il Governo decide di recuperarli agendo soprattutto sul fronte
delle entrate. Non sarebbe il caso, invece, di intervenire in misura più
aggressiva nei confronti della spesa pubblica improduttiva che risulta avere
ancora dimensioni molto preoccupanti ?”. Pur riconoscendo gli sforzi fatti
dagli ultimi esecutivi sul fronte della spending review, la CGIA continua a
ritenere che sarebbe sbagliato recuperare una buona parte dello 0,2 per cento
di taglio del deficit/Pil richiestoci da Bruxelles aumentando, ad esempio, le
accise sui carburanti.
“Ricordo – conclude il segretario della CGIA
Renato Mason - che l’80 per cento circa delle merci italiane viaggia su gomma.
E’ vero che grazie al rimborso delle accise gli autotrasportatori, solo quelli
con mezzi sopra i 35 quintali, possono recuperare una parte degli aumenti
fiscali che subiscono alla pompa. Tuttavia, nel caso scattassero gli incrementi
di accisa, potrebbero verificarsi dei rincari dei prodotti che troviamo sugli
scaffali dei negozi e dei supermercati del tutto ingiustificati, penalizzando
soprattutto le famiglie a basso reddito”. “Rammentando che la nostra spesa
pubblica annua ammonta a 830 miliardi di euro circa, i 3,4 miliardi di
correzione del deficit richiestoci incide per lo 0,4 per cento: un’inezia che
auspichiamo possa essere risolta attraverso una contrazione degli sprechi e
degli sperperi presenti nella nostra Pa”.
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