Mai sanzionati i manifesti
anti-Berlusconi del 2009. C'era un partito che se la prendeva con il governo perché
c'erano troppi «clandestini» e gli sbarchi erano raddoppiati nonostante le
promesse del governo di fermare l'invasione. C'era un partito ma non era la
Lega Nord. Era il Partito democratico, che agitava davanti ai suoi elettori la
parola clandestino e lo spauracchio dell'invasione di immigrati irregolari.
Oggi dire «clandestino» è offensivo, anzi è discriminatorio, come ha stabilito
una sentenza della prima sezione civile del Tribunale di Milano che ha
condannato la Lega Nord al pagamento di diecimila euro.
Qualche anno fa invece era lecito dirlo. Perché
serviva a fare campagna elettorale contro Silvio Berlusconi. Il manifesto a
destra è del 2009: all'allora presidente del Consiglio il Partito democratico
rimproverava l'emergenza clandestini. Nero su bianco, su un manifesto
elettorale affisso a Roma. Era il 2009 ma sembra ieri: il governo del Cavaliere
firmava accordi con i paesi del Nordafrica come la Libia per tentare ridurre
gli sbarchi, e ci riesce. Il Pd faceva spallucce: «Non basta», dice il dem
Mario Barbi mentre l'allora ministro ombra all'Interno Marco Minniti diceva:
«Lampedusa è al collasso, segno dell'incapacità di questo governo di gestire i
flussi migratori».
Ma di quanti arrivi stiamo parlando? Pochissimi,
rispetto alle cifre di oggi. Nel 2009 gli immigrati arrivati via mare in Italia
saranno 9.573, nel 2010 crolleranno a 4.406. Neanche 15mila in due anni, segno che
le politiche in materia di contrasto all'immigrazione irregolare stavano
funzionando. Ma per i democrat guidati - per pochi mesi ancora - da Walter
Veltroni era «emergenza clandestini». Sette anni dopo, alla fine del 2016, gli
arrivi via mare sono stati 181.436. Ma per Matteo Renzi era tutto normale,
anzi...
Invece nel 2009 era diverso. D'altronde, il Pd era
appena uscito sconfitto dalle elezioni del 2008 dopo aver disarcionato - per la
seconda volta - Romano Prodi. Bisognava inseguire le destre sul loro terreno,
toccare i nervi scoperti dell'italiano medio stufo dell'invasione e dunque
perché non dire che Berlusconi aveva fallito nella lotta ai clandestini?
Dario Franceschini, vice di Veltroni e prossimo
sfidante di Pier Luigi Bersani alle primarie del 25 ottobre, lanciava il guanto
di sfida al centrodestra che proponeva le ronde anti immigrati e l'obbligo dei
medici di segnalare gli irregolari alle forze dell'ordine: «Un conto è
contrastare l'insicurezza dei cittadini, un conto è contrastare la clandestinità,
un altro è schiacciare i diritti umani, facendo pagare ai bambini e ai deboli
le debolezze del governo». Già, contrastare la clandestinità.
E anche Piero Fassino era dello stesso avviso,
dicendosi favorevole ai respingimenti: «La possibilità di ricondurre gli
immigrati clandestini al luogo da cui sono partiti fa parte delle convenzioni e
degli accordi internazionali», in questo «il governo Berlusconi è stato
fallimentare», certo... E per Francesco Rutelli? «Ci sono destre irresponsabili
che guadagnano voti con slogan razzisti» ma «dobbiamo respingere senza
ipocrisie l'immigrazione clandestina», come no.
Frasi che a sinistra suscitarono grande
indignazione. La reazione più pacata fu quella di Paolo Ferrero, leader di
Rifondazione considerato uno dei responsabili della caduta del governo Prodi:
«Il governo Berlusconi usa mediaticamente una inesistente emergenza
immigrazione».
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