Francesco Vezzaro ha minacciato le
dimissioni se un solo profugo avesse messo piede Vigodarzere, Comune del Padovano che amministra.
Per evitare che la polemica montasse il ministero dell’Interno ha ceduto al
ricatto e ha stoppato tutto. Ora, però, Vezzaro è diventato una sorta di
capofila di quei sindaci veneti che non vogliono accogliere i calndestini che
in questi giorni sono sbarcati sulle coste italiane. Nei giorni scorsi il
governatore Luca Zaia era stato sin troppo chiaro. “Il Veneto – aveva
detto – non metterà a disposizione alcun posto per gli immigrati”. Porta
chiusa in faccia al ministro dell’Interno Angelino Alfano che negli
ultimi giorni sta cercando di piazzare 6.500 disperati con l’angoscia di
dover, a breve, rivedere i numeri dell’accoglienza perché gli sbarchi non si
arrestano più. Solo nell’ultima settimana sono arrivati altri 11mila
extracomunitari a cui il Viminale deve trovare un posto dove parcheggiarli.
Per questo ha attivato le prefetture. Matteo Salvini, però, ha invitato
sindaci e governatori a opporsi. E così è stato. Solo che a questa chiamata
alle armi non hanno risposto solo gli amministratori del Carroccio. Come
riporta il Mattino di Padova, anche i sindaci del Partito democratico
hanno deciso per la serrata. La protesta di Vezzaro ha subito incassato il
sostegno del sindaco di Padova Massimo Bitonci (Lega Nord), di
quello di Loreggia Fabio Bui (Pd) e di altri amministratori che hanno
minacciato le dimissioni nel caso in cui Alfano dovesse spedirgli altri
immigrati. Dopo aver ricevuto rassicurazioni dal Pd sul fatto che il Viminale
non gli avrebbe mandato alcun immigrato da accogliere, Verzaro ha ritirato le
dimissioni ma ha confermato la manifestazione contro i profughi che
aveva lanciato nei giorni scorsi. “Ciò non significa che, salvato il mio
Comune, il mio impegno verrà meno – ha spiegato il primo cittadino di
Vigodarzere – in estate solitamente gli sbarchi aumentano in maniera
esponenziale. Serve con urgenza una politica di condivisione europea e la
revisione delle nostre leggi”.
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