Il Pd sta implodendo, travolto
dalla questione morale, dalla sua insaziabile sete di potere e di
controllo degli affari che da anni gli garantiscono finanziamenti, consensi,
potere.
Che tramite assessori e sindaci
rossi ha fino ad oggi ottenuto con le cooperative sempre dello stesso colore.
Fino a pochi mesi fa, forse, i magistrati erano un po’ distratti. Ora è diventato evidente un vero e proprio
sistema finora restato impunito. Lo abbiamo visto in questi mesi: dove
c’è scandalo c’è una Coop. Ormai anche l’opinione pubblica sembra esserne
consapevole. E guarda un po’, nella stragrande maggioranza dei casi, le Coop
coinvolte sono sempre rosse. Pagano per gli appalti, a volte sono anche
parte di accordi collusivi con la criminalità comune. Mafia Capitale,
con la Coop 29 giugno, il Mose di Venezia con la Coveco, l'Expo di Milano con
la Manutencoop, le gradi opere di Firenze con la Cmc di Ravenna, Ischia con la
Cpl Concordia. Il Pd ovviamente fa spallucce: “Le Coop? Non sono un
problema per il Pd ma per il Paese”, ha detto Serracchiani. E
certo, come no. Peccato che la Coop sia sempre stata parte integrante del
sistema Pci-Pds-Ds-Pd.
Ma adesso che è diventato
evidente a tutti che neanche le tanto blasonate cooperative rosse sono immuni
da corruzione, vade retro Coop, i compagni prendono le distanze.
Sempre moralisti sono stati
quelli del Pd. Sempre hanno usato la questione morale per cercare di
distruggere gli avversari. Ma il boomerang sta tornando indietro.
Non si può dimenticare che il
Partito democratico e le Coop sono parte dello stesso mondo, di una stessa
macchina che ha come ultimo fine la militarizzazione della base elettorale e
la creazione di capitali privati.
“Servono regole stringenti contro
la corruzione”, “non è un bene che una persona rimanga nella stessa
amministrazione troppo a lungo”, “dovrebbe essere normale un ricambio”. Serracchiani
dixit, affrettandosi a disconoscere il legame filiale che c’è sempre stato.
Ma il sistema politica-Coop ha
sempre funzionato, e proprio nel governo ne abbiamo un esempio: il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti, assessore Pci a Imola, poi consigliere
provinciale a Bologna e infine alla guida di LegaCoop.
E come lui tanti altri. Perché
mai allora la vicepresidente Pd vuole farci credere che il legame così solido e
forte con la Lega delle Cooperative non sia più tale? E’ di oggi – riportata da
Libero – la notizia che Franco Simone, il super consulente per le
relazioni istituzionali della cooperativa Cpl Concordia, tra il 2006 e il 2008
è stato uno stretto collaboratore del Sottosegretario agli Esteri Bobo Craxi,
proprio quando il capo ufficio era Massimo D’Alema.
E nello stesso periodo, Simone ha
iniziato a lavorare per Cpl Concordia.
‘Libero’ riporta una
testimonianza di un altro dipendente Cpl: “La Cpl è una realtà commerciale
molto radicata politicamente, soprattutto in un certo contesto. Rimasi molto
sorpreso nel vedere che loro della Cpl dialogavano con ministri, politici e
amministratori a tutti i livelli”.
Anche questa testimonianza mostra
il legame tra Coop e Pd sia strettissimo, inscindibile, e torbido, viste le
recenti vicende in cui Cpl è coinvolta. La questione morale è diventata un
problema anche del Pd.
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