L’ editoriale del direttore Alessandro
Sallusti, protesta contro il pronunciamento dell'organismo continentale.
"La Corte Europea condanni i black block e i no global".
G8 di Genova, il
Giornale esce con un editoriale durissimo di Alessandro Sallusti, il
direttore: “Ora torturano i poliziotti”, scrive il quotidiano milanese.
“L’Italia condannata per l’irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova
del 2001. Ma tutti dimenticano che per tre giorni le vittime degli scontri
furono le forze dell’ordine”.
“E
vero che lo Stato deve comportarsi sempre e comunque norma di legge, ma è anche vero che in quelle
ore a Genova era in corsa una vera e propria guerra contro lo Stato e contro la
comunità internazionale che l’Italia stava ospitando”, scrive Sallusti. Non
manca lo spazio per la polemica
politica.
La reazione delle forze dell’ordine, una
volta ripreso il controllo del campo di battaglia fu sicuramente dura e molti
uomini in divisa l’hanno già pagata personalmente, a differenza del livello
politico che ovviamente si dileguò, a partire dall’allora vicepremier
Gianfranco Fini presente sul posto per coordinare gli interventi
Per Sallusti la scelta di campo è chiara:
lo schieramento è accanto
agli uomini in divisa, non vicino alle “bande
paraterroristiche” dei manifestanti, alcuni di essi peraltro processati per
devastazione e saccheggio con pene complessive di 100 anni di galera.
lo lo dico chiaro: non mi vergogno della
polizia e dei carabinieri che operarono a Genova per difendere lo Stato di
diritto dalla furia di criminali comuni, loro sì, torturatori impuniti delle
nostre città e delle nostre liberà. Prima di bollare come indegne le forze
dell’ordine italiane, la Corte di Strasburgo dovrebbe dichiarare fuorilegge le
bande paraterroristiche di black bloc, e i loro cugini no global (pacifisti a
senso unico), viste in azione a Genova, Roma, in Val Susa e più di recente
sulle linee dell’alta velocità ferroviaria.
E anche davanti all’ipotesi
dell’introduzione del reato di tortura,
il direttore del Giornale invita alla prudenza.
Semmai lo Stato ci tortura lasciando mano
libera ai magistrati (vedila carcerazione preventiva per estorcere
confessioni), abbandonandoci in balia della sua burocrazia, aizzando contro di
noi il mostro fiscale ingiusto e ricattatore. Tutte caste intoccabili a
prescindere dai reati che commettono. Reati che sono molto più pericolosi e
frequenti di quelli delle forze dell’ordine
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