Guardiamo all’immane tragedia verificatasi nel
Mediterraneo. Non vogliamo trovare capri espiatori, ma qualcuno deve assumersi
colpe e responsabilità.
E questo qualcuno ha nome e cognome.
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di
ricostruire il corso degli eventi. La storia va ripercorsa per onor del vero
contro chi oggi affronta irresponsabilmente la crisi libica.
Perché il 19 marzo 2011 Nicolas
Sarkozy,
il più ‘gheddafiano’ tra i presidenti della Répubblique, ha lanciato i
suoi bombardieri contro Tripoli, tre ore prima di avvertire gli alleati – come raccontato nel
libro di Hillary Clinton “Hard Choices” – e con al fianco il
solito David Cameron? Si domanda Cesare Martinetti su ‘La Stampa’.
Noi da tempo rispondiamo a tale quesito e
denunciamo il golpe che nel 2011 si perpetrò ai danni di Berlusconi e
dell’Italia intera.
“Un grave segreto provocherà la caduta di
Sarkozy”, tuonò Gheddafi in quei primi giorni del 2011. Più esplicito fu il
figlio Saif-al-Islam quando i bombardamenti francesi erano iniziati: “Abbiamo
finanziato noi la sua campagna
elettorale e ne abbiamo le prove”. Sembrano motivazioni più che valide per
attaccare la Libia senza il consenso degli alleati e di Berlusconi in particolare.
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