LA RIORGANIZZAZIONE ELLA ASL DI ROMAGNA SI INNESTA IN UN PROCESSO
LEGISLATIVO IN ESSERE CHE CAMBIERA’ GLI EQUILIBRI DELLA SANITA’ DELL’INTERA REGIONE
Un processo però che ahimè nasce zoppo non essendo
stati modificati i livelli istituzionali di riferimento, mi riferisco alle
province, e che rischia così come è impostato di mettere in discussione il
modello sanitario emiliaromagnolo fondato sulle conferenze territoriali
sociosanitarie. Un modello che si vuole democratico che prevede appunto camere
di compensazione dove i territori danno le linee guida e riportano le esigenze
più pregnanti nei processi decisionali. Nel modello prospettato dalla bozza di
legge regionale, predisposto dalla Giunta si evita di normare alcune vicende
spinose come ad esempio quella di dove si dovrà collocare la direzione unica
della super ASL, si cerca invece di dare un impianto rispetto alla
partecipazione ai momenti decisionali di ben 75 comuni, prevedendo due livelli
di confronto e spostando di fatto nella totale disposizione dei Comuni
capoluogo di provincia il potere decisionale. Una bozza di legge che presenta
delle contraddizioni come nel caso dei poteri affidati ai Direttori generali
dove all'art. 5 comma 1 si definisce che i direttori generali operano con
poteri straordinari e poi sempre all'art. 5 comma 2 recita: "i direttori
generali in carica operano con funzioni limitate alla gestione e all'ordinaria
amministrazione. Un progetto di legge dove sfugge persino un macro progetto
della AUSL unica, onestamente mancano i riferimenti base per esprimere un
giudizio compiuto sulla fattibilità e sulla sostenibilità della stessa. Non
possiamo chiedere come legislatori un progetto industriale definito ma non
possiamo neppure limitarci ad un progetto di pure e semplici linee guida. La fase
di ristrutturazione che coinvolge gli ospedali di Ravenna è quanto di più
inopportuno oggi si possa fare in una prospettiva di ASL unica, ho già avuto
modo di scrivere i motivi di questa inopportunità, è un progetto fuori del
tempo che scavalca un percorso in essere. Una riorganizzazione che già si pone
in contrasto con quanto riportato nella bozza di legge regionale sulla ASL
unica che all'art. 3 comma 7 recita: - La riorganizzazione dei servizi sul
piano assistenziale avviene nel rispetto della programmazione regionale,
assicurando condizioni di equità di accesso e prossimità ai
servizi nei
confronti dei cittadini-. Qui è evidente che
stiamo parlando ad esempio di quelli che saranno i due padiglioni dell'Ospedale
di Ravenna, Faenza e Lugo. Due strutture fortemente impoverite che nel caso di
Faenza sono ad un passo dalla chiusura perché con i prossimi tagli si arriverà
a 220posti letto e tenere in piedi un ospedale con meno di 200 posti letto
diventa antieconomico. Questo processo di scomposizione dell'Ospedale di
Ravenna è stato giustificato come deterrente ad una futura chiusura dei due ospedali
in un'ottica di azienda unica, a noi pare improbabile e se così fosse ci
chiediamo cosa sta facendo la politica, cosa stanno facendo i Sindaci, quale è
il loro vero potere politico contrattuale se non riescono neppure nel compito
di garantire un servizio di qualità e di prossimità ai propri cittadini e
contemperare le esigenze di tutti in fase di costruzione di un progetto in un
contesto politico amministrativo blindato come quello emilianoromagnolo. Normalmente
il discorso del Direttore generale Des Dorides e del Presidente della Provincia
Claudio Casadio, che abbiamo seguito da vicino nel loro road show provinciale,
richiamano il decreto Balduzzi per portare acqua al loro mulino, peccato che
questo preveda standard che hanno valori minimi e massimi per bacini di utenza
e non risulta ad oggi che la Regione abbia dato indicazioni applicative. Il
secondo dato dai due richiamato è quello dei tagli alla sanità, funzione di
competenza delle Regioni in base all'art. 117 della Costituzione e che assorbe
l'80% del bilancio regionale emilianoromagnolo. Veniamo proprio all'inizio di
questa settimana dall'assestamento del bilancio regionale, bilancio che ha
visto un avanzo di amministrazione di 2,4 miliardi e che ha come sempre
ridistribuito fondi alle ASL. Abbiamo già chiesto in tempi non sospetti di
fermare la riorganizzazione della ASL di Ravenna, oggi che ne conosciamo i
contenuti siamo ancora più convinti che si debba attendere la ASL unica che
secondo noi però per essere in progetto vincente dovrebbe saper uscire dai
soliti schemi provinciali. Bazzoni Gianguido Capo Gruppo PDL Regione
Emilia-Romagna
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