Le nuove norme metteranno
ko i piccoli commercianti Gli esperti: «Chi ha scritto le leggi non conosce la
materia» Altro
che semplificazioni. Il 2017, banco di prova per le politiche firmate dal
governo Renzi, sarà un mezzo inferno per i contribuenti. Le norme fiscali
introdotte nel 2016 e in vigore dal primo gennaio di quest'anno già si stanno
rivelando leggi con titoli bellissimi - dall'aliquota unica Iri al regime di
cassa - ma dall'applicazione a dire poco incerta. Una complicazione - segnalano
gli addetti al settore - soprattutto per i contribuenti più esposti alla crisi
come piccoli commercianti. Quando poco si sia semplificato lo dimostra il
numero di adempimenti fiscali del 2017. Circa mille scadenze, ha calcolato il
Sole24ore. Sono 80 al mese. Solo in gennaio ce ne sono 102, in parte ereditati
dal 2016 visto che il 31 gennaio è caduto di sabato e la scadenza è slittata al
primo giorno lavorativo, quindi nell'anno successivo.
Tutto previsto. Meno prevedibili i rischi nascosti
dietro i capisaldi della politica fiscali renziane. Antonio Gigliotti,
commercialista e direttore di Fiscal Focus, non ha dubbi. «Sarà l'anno delle
complicazioni e della moltiplicazione degli adempimenti. Le presunte
semplificazioni sembrano fatte da qualcuno che non ha idea di cosa sia il
fisco». A partire dal famoso regime di cassa per chi è in contabilità
semplificata. Bellissimo il principio: si pagano le tasse sulle somme incassate
e non su quelle iscritte nei bilanci. Utile per chi ha crediti non incassati.
Peccato che tra le perdite si debbano iscrivere le rimanenze, ad esempio merci
invendute, che solo per quest'anno saranno considerate come costi. Gli effetti
sono devastanti, spiega ancora Gigliotti. Per fare un esempio, un contribuente
che al 31 dicembre 2017 ha 200 di rimanenze, 100 di ricavi e 60 di costi, solo
per quest'anno dovrà dichiarare un reddito negativo di 160. Dal 2018, avrà per
contro un reddito molto positivo. «La perdita si perde definitivamente nel 2017
e non si potrà riportare nel 2018». Una novità che rischia di provocare la
chiusura di piccole attività imprenditoriale che lavorano con molte rimanenze.
Altra complicazione, è quella del nuovo spesometro, cioè della dichiarazione
trimestrale delle fatture emesse e incassate. Per l'Iva gli adempimenti passano
da uno a due quest'anno, per poi diventare quattro dal 2018. Ancora una volta a
pagare il prezzo più alto sono le piccole imprese, che si ritroveranno con
degli adempimenti extra e quindi con altri costi. Una misura che non ha
paragoni nel resto d'Europa, ha denunciato il Consiglio nazionale dell'ordine
dei commercialisti. Poi c'è un effetto dell'abolizione di Unico: la
dichiarazione Iva che passa da settembre a febbraio dell'anno successivo a
quello di imposta. Una complicazione per i professionisti, che si ritrovano a
fare le dichiarazioni di tutti i clienti nello stesso mese. Insomma, le
semplificazioni si sono rivelate ritocchi poco efficaci, che però si sono
portati dietro modifiche di sostanza che rendono ancora più ingarbugliato il
fisco. Qualcuno si dovrà fare carico di semplificare le semplificazioni.
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