Lenin Martin
Lutero
Chiederemo al buon Dio di risparmiarci altre
tragedie. Il 2016 non è stato un anno facile. Non mi riferisco alle storie
individuali, dove ognuno può parlare solo per sé, ma a quelle del nostro paese
e del mondo più in generale. All’ ordine del giorno ci sono state crisi economiche,
guerre, terremoti, terrorismo, migrazioni di massa. Si è data la colpa di tutte
queste disgrazie aula natura dell'anno bisestile (anno bisesto, anno funesto).
Ma è molto difficile essere ottimisti per il prossimo anno 2017. Prima di tutto
perché neppure il 17 dal punto di vista scaramantico porta bene. In secondo
luogo perché le tendenze negative in atto sono così radicate da non lasciar
prevedere un cambiamento a breve termine. Siamo autorizzati a sperare bene solo
in ciò che non dipende da noi. I terremoti, per esempio. Potremo chiedere al
buon Dio, o a chi per lui, di risparmiarci altre tragedie, perché abbiamo già
dato. Ma appena guardiamo da vicino ciò che dipende in misura rilevante da noi,
anche la speranza, ultima dea, è destinata a sparire. Riusciremo a fare una
buona legge elettorale? E anche un governo stabile? E a costruire una classe
politica non solo onesta, ma anche capace e responsabile? Solo un miracolo
potrebbe darci qualche chance, non certo la previsione realistica di ciò che
accadrà nel prossimo futuro sulla base delle tendenze in atto. E chi troverà la
forza e la saggezza per porre fine al terrorismo e alle guerre nell'area medio
orientale? Se Obama è stato un disastro perché mai Trump dovrebbe essere
meglio? E il dittatore siriano resterà al suo posto, rinforzato da una guerra
tra le più disumane della storia. Ma non voglio trascinare i miei lettori in un
pessimismo cosmico. Ci pensa già la realtà, e non ho bisogno di aggiungere
pessimismo a pessimismo. Preferisco perciò dedicarmi soprattutto allo studio
della storia, perché l'esercizio della memoria può essere di non poco sollievo
per l'animo depresso dal presente. Mi impegno con i miei lettori, che spero
siano un po' più numerosi dei 25 manzoniani, di raccontare prima di tutto fatti
e accadimenti che abbiano come riferimento gli anniversari dell’ anno 2017. E
due me ne vengono subito in mente. Cento
anni fa scoppiava la grande rivoluzione massa.
Non possiamo lasciare passare questa occasione senza svolgere qualche
considerazione antica. Troppi vorrebbero rimuoverla, cento anni dopo che John
Red scrisse i sette giorni che sconvolsero il mondo. Non è giusto, non può
finire così. E poi ci sono i 500
anni da quando Lutero, affiggendo le sue tesi sulle indulgenze alla porta del
Duomo di Wittenberg, dava il via alla riforma protestante, che in realtà fu
molto di più di una riforma, fu una vera rivoluzione. Sarà davvero capace papa
Francesco di ricucire quello strappo? a me sembra più difficile di quanto la
facile pubblicistica apologetica dei papi possa lasciar credere. In tutti i casi, con un occhio attento più
alla storia che alla contemporaneità, è forse al contrario, non posso non
augurare a tutti i lettori che almeno il prossimo anno non sia peggiore di
quello che ormai è giunto al termine. Carlo Monaco
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